mercoledì 31 marzo 2010

ROCK AROUND THE SCREEN RECENSITO SU "FILM TV"

Schermi Rock
Di Mauro Gervasini
(Film Tv n.° 13/2010 - 4 aprile 2010)

Di monografie sul rapporto tra rock 'n' roll e cinema ne sono già state scritte, ma Rock Around the Screen di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito (Liguori editore, pp. 243, euro 24.50) risulta oggi la più completa e attuale. Soprattutto perché dedica all'excursus storico una riassuntiva e doverosa prima parte, ma poi si concentra sull'evoluzione del filone.
In particolare, è ottima la seconda parte dedicata al "rockumentary", con saggi di Simone Arcagni, Rosario Gallone e del nostro Alberto Castellano. Paragrafi dedicati al cinema di alcune icone pop-rock (Beatles, Bob Dylan, David Bowie, Pink Floyd) e ottima conclusione dedicata alle interviste, tutte inedite, a Julien Temple, Carlo Verdone (anche in veste di musicista), Gaetano Curreri degli Stadio e Fabio Liberatori, firmate da Fabio Maiello, tra i più noti esperti italiani di colonne sonore.
Un libro rigoroso e da non perdere.

domenica 28 marzo 2010

MUSICA, CINEMA E COMICS PER MELISSA AUF DER MAUR

Quella riprodotta qui sopra è la suggestiva immagine-logo del comic-trailer del fumetto allegato al nuovo album di Melissa Auf der Maur. L'ex bassista delle Hole e degli Smashing Pumpkins, infatti, ha appena pubblicato Out of Our Minds, un suggestivo e ambizioso lavoro multimediale - o, meglio ancora, "multi-dimensional concept album", come lo definisce lei stessa - presentato con dovizia di particolari su Rock Around the Screen. Il fumetto che fa parte del progetto è realizzato dall'artista indipendente Jack Forbes. (d.d.p.)

venerdì 26 marzo 2010

COMICS: INTERVISTA A RENATO GENOVESE

Di Diego Del Pozzo

Oggi pomeriggio, nel bello spazio culturale Al Blu di Prussia, in pieno centro della Napoli più elegante, si presenta un interessante libro scritto dal direttore di Lucca Comics & Games, cioè lo storico e critico dell'arte sequenziale Renato Genovese. Il libro s'intitola L'avventurosa storia del fumetto italiano. Quarant'anni di fumetti nelle voci dei protagonisti (Castelvecchi, 370 pagine, 25 euro).
In occasione di questa presentazione, ho intervistato Genovese per il quotidiano Il Mattino. Chi volesse leggere l'articolo può cliccare qui e procedere all'ingrandimento (ricordandosi che il pezzo è consultabile on line soltanto per i prossimi sette giorni). Qui di seguito, invece, pubblico il resoconto integrale della chiacchierata con l'autore di questo volume appassionato e appassionante.
Il tuo libro è, innanzitutto, la storia di una passione profonda. Da qui, immagino, la voglia di raccontare quarant'anni di fumetto italiano come se si trattasse di un vero e proprio viaggio sentimentale, invece che una classica storia. In che modo, dunque, hai sviluppato un'idea di partenza decisamente originale?
"Il progetto nasce da lontano, nel senso che non si tratta di un volume con ambizioni enciclopediche, bensì come testimonianza di un'urgenza non più rimandabile. E cioè che il fumetto, al pari di tante altre forme di espressione artistica (dal cinema, alla pittura, alla fotografia), non è soltanto una forma di intrattenimento, ma è un mezzo di comunicazione ricco anche di contenuti culturali e comunicativi, dei quali anche il mondo della cultura mainstream deve finalmente prendere atto. Ovviamente "l'attacco" non è diretto (non si tratta di un pamphlet o di un grido di dolore), ma attraverso le mille connessioni con l'evoluzione della società presentate nel libro, appare chiaro come la Comunicazione per Immagini si candidi ad essere specchio fedele anche dei cambiamenti sociali e di costume"...

mercoledì 24 marzo 2010

LUCA BOSCHI PRESENTA IL "TOPOLINO" DI GOTTFREDSON

Di Fabio Licari
(La Gazzetta dello Sport - 22 marzo 2010)

"Negli anni '30 l'America soffriva i drammatici effetti della Grande Depressione: l'americano medio faceva la fame, andava alla disperata ricerca di lavoro e ingrossava le liste di collocamento... Il Topolino di Gottfredson era tutto questo: problematico, non invincibile, costretto a superare situazioni complicate, circondato da relitti umani. Fu facile immedesimarsi per i lettori dei quotidiani della sera, tornati a casa dopo una dura giornata". Luca Boschi, 54 anni, uno dei massimi esperti Disney, curatore della collana Gli anni d'oro di Topolino, spiega l'importanza storica del lungo ciclo di Floyd Gottfredson, da oggi in allegato con Gazzetta e Corriere.
Qual è la grandezza di questo artista?
"Il fatto che le sue strisce siano attuali e moderne ancora oggi, ottant'anni dopo la prima pubblicazione. Mentre i fumetti nati nello stesso periodo, da Flash Gordon a Prince Valiant, da Brick Bradford a Wash Tubbs, possono essere apprezzati per gli splendidi disegni, non certo per le storie o i dialoghi".
Perché?
"Gottfredson è un grandissimo narratore per immagini. Raccontava la realtà dei suoi tempi: ma con grande durezza, descrivendo gli stereotipi dell'epoca, dal nazista all'ebreo, dal cinese all'arabo, senza il filtro del politicamente corretto come accade oggi. Basti pensare alla storia Topolino giornalista nella quale il potere della città è colluso con la criminalità comune".
Ricorda qualcosa a noi topi, ehm, uomini del Ventunesimo secolo. E poi?
"Si ispirava agli altri medium dell'epoca. Soprattutto il cinema: Frank Capra è un riferimento preciso".
Gottfredson è per Topolino quello che Carl Barks è stato per Paperino?
"Sicuro. Gottfredson è il secondo papà di Mickey Mouse, dopo Walt Disney e il co-creatore Ub Iwerks. Ma, di fatto, è il papà del Topolino avventuroso".
Prima com'era?
"Quello precedente, divertentissimo, si sviluppava però attraverso brevi gag. E nei cartoni animati Topolino era più infantile: imbranato, succube spesso di Pluto, quasi una spalla. Più un'icona comica che un personaggio a tre dimensioni. Invece nelle strisce di Gottfredson è diverso".
Qual è la formula?
"Gottfredson creò piccoli romanzi, spostando Topolino nel regno dell'avventura, senza identificarlo con l'investigatore al quale ci siamo abituati nel dopoguerra, soprattutto in Italia. E così ha ispirato Flash Gordon, Mandrake, l'Uomo Mascherato, Cino e Franco: i grandi eroi dell'avventura che sono nati dopo. Gottfredson è stato precursore tante volte".
Per esempio?
"Il primo Paperino a fumetti apparso su una striscia di Topolino è suo. La prima storia in cui Topolino, Paperino e Pippo sono assieme è sua. Tutto quanto è stato creato in seguito su Topolino ha Floyd Gottfredson come punto di riferimento: dall'impaginazione, al ritmo, ai personaggi".
Il primo numero de Gli anni d'oro di Topolino contiene una delle storie più amate dell'artista americano, Il mistero dell'Uomo Nuvola: di Floyd Gottfredson sono il soggetto e le matite, con la collaborazione di Ted Osborne (sceneggiatura) e Ted Thwaites (inchiostratura). Ray Bradbury, scrittore di fantascienza, autore di Fahrenheit 451, disse a Gottfredson: "Incredibile la tua conoscenza dell'energia atomica già a quel tempo". Ma Gottfredson ammise: "Mi inventai tutto".

lunedì 22 marzo 2010

3D: QUANDO IL FUMETTO FA CRONACA

Di Diego Del Pozzo

S'inaugura oggi, presso la Scuola Italiana di Comix di Napoli, la mostra 3D. La terza dimensione della cronaca, composta da tavole originali dei disegnatori Dario Sansone, Andrea Chella e Paco Desiato. L'esposizione, inserita nel circuito Comic(On)Off del prossimo Napoli Comicon (il Salone internazionale del fumetto in programma nella città partenopea dal 30 aprile al 2 maggio), resterà aperta fino al 7 maggio.
Le tavole esposte sono quelle pubblicate nei primi otto numeri dell'inserto fumettistico del sabato allegato al quotidiano Terra. Questo inserto settimanale (qui a lato, la copertina del numero di sabato scorso) rappresenta un esperimento inedito in Italia di inchiesta giornalistica realizzata attraverso il linguaggio del fumetto, su temi particolarmente significativi legati alla cronaca italiana e internazionale.
Ideato e diretto da Giulio Gargia, l'originale format 3D propone ogni settimana due pagine di fumetto prodotte a Napoli da uno staff artistico coordinato dalla Scuola Italiana di Comix.

domenica 21 marzo 2010

I VINCITORI DEL FESTIVAL INDOXX DI NAPOLI

Di Diego Del Pozzo

S'è conclusa ieri sera, nel suggestivo scenario del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore a Napoli, la prima edizione di Indoxx, il nuovo festival del documentario sociale e di attualità.
La manifestazione, diretta da Romolo Sticchi e realizzata dall'associazione culturale Kosmograph col patrocinio dell'Assessorato regionale all'Istruzione e dell'Ordine dei giornalisti della Campania, è stata vinta da Sloi, la fabbrica degli invisibili di Katia Bernardi e Luca Bergamaschi (qui a lato, una foto di scena; sotto, un video col trailer), davanti a Corde di Marcello Sannino. A questi documentari sono andati due premi di 3.500 e 2.000 euro, mentre lo speciale riconoscimento di 1.000 euro, messo a disposizione dall'Ordine regionale dei giornalisti per il miglior documentario di carattere giornalistico, è stato assegnato a Strage di Sant'Alessandro, realizzato dagli studenti del Liceo Artistico De Chirico di Torre Annunziata.
Il film vincitore di Katia Bernardi e Luca Bergamaschi ripercorre la storia della fabbrica SLOI di Trento, dalla sua nascita negli anni del fascismo fino alla sua drammatica chiusura, avvenuta nel 1978 in seguito all'esplosione di un incendio che avrebbe potuto provocare esalazioni che avrebbero contaminato l'intera città. La SLOI nasce come fabbrica di guerra nel 1940, per la produzione di piombo tetraetile, il liquido da miscelare alla benzina come antidetonante, necessario per l'aviazione di tutti i paesi dell'Asse. Così, la SLOI diventa una grande opportunità per una città che si sta trasformando da rurale a industriale, poiché crea lavoro e benessere. Ma il piombo tetraetile è una sostanza altamente nociva, che provoca sintomi simili a quelli dell'alcolismo capaci di innescare un processo fatale che dalla follia conduce alla morte. Per questo, dunque, la SLOI, con le sue migliaia di intossicati e decine di morti, è stata negli anni un autentico simbolo di un sistema economico che, ancora oggi, in infiniti luoghi del mondo, baratta la vita col denaro.

sabato 20 marzo 2010

INDOXX: UN NUOVO FESTIVAL DEL DOCUMENTARIO

Di Diego Del Pozzo

I violenti scontri calabresi di Rosarno deflagrati all'inizio dell'anno tra i braccianti immigrati, la polizia e i cittadini; la parabola esistenziale di un giovane pugile cresciuto nel "ventre" di Partenope; la tragica odissea che, ogni giorno, conduce migliaia e migliaia di migranti dai Paesi più poveri del Centroamerica verso gli Stati Uniti: sono i temi dei tre documentari che chiudono oggi, nel complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore a Napoli, la due giorni di Indoxx, il neonato festival dedicato al documentario sociale e di attualità.
La manifestazione, diretta da Romolo Sticchi e realizzata dall'associazione culturale Kosmograph col patrocinio dell'Assessorato regionale all'Istruzione e dell'Ordine dei giornalisti della Campania, s'è aperta ieri con la proiezione degli altri due lavori finalisti, Sloi, la fabbrica degli invisibili di Katia Bernardi e Luca Bergamaschi e Gaza, guerra all'informazione di Anna Maria Selini, mentre oggi si vedranno, appunto, Rosarno, il tempo delle arance di Luca Manunza sui disordini di gennaio in Calabria (alle 13), Corde di Marcello Sannino sul pugile Ciro Pariso (16.30) e Migrantes, il cammino della speranza di Adriano Zecca sui flussi migratori dal Guatemala agli Stati Uniti (18.30). A decretare il vincitore tra i cinque lavori in gara, nel corso della premiazione prevista alle 20.30, sarà una giuria presieduta dalla direttrice del Tg3 Bianca Berlinguer e composta dallo scrittore Ermanno Rea, dal critico cinematografico Valerio Caprara, dalla produttrice Gioia Avvantaggiato e dall'assessore regionale Corrado Gabriele. Ai primi due classificati andranno premi di 3.500 e 2.000 euro, mentre un riconoscimento speciale di 1.000 euro, messo a disposizione dall'Ordine regionale dei giornalisti, andrà al miglior documentario di carattere giornalistico.
Il programma di Indoxx è arricchito da altri tre documentari fuori concorso: La Santa di Ruben Oliva, Burma VJ di Ostegaard Anders (in uscita in dvd a maggio per Feltrinelli) e Comix: i fumetti vanno alla guerra di Mark Daniels. Spazio, tra ieri e oggi, pure a quattro workshop: Social Funding di Nicola Angrisano (tenutosi ieri), Cogliere al volo: filmare in situazioni a rischio di Ruben Oliva (alle 10.30), Produzione e Distribuzione di Gioia Avvantaggiato (alle 12) e Il documentario come genere di Federico Schiavi (15.30), presidente dell'Associazione documentaristi italiani. Nella giornata odierna, saranno proiettati anche i documentari realizzati dagli studenti di due scuole superiori campane: Grida per la tua libertà del Liceo Classico Pansini di Napoli (alle 10) e Strage di Sant'Alessandro del Liceo Artistico De Chirico di Torre Annunziata (11.30). Infine, alle 19.30, prima della cerimonia di premiazione, la compagnia Skaramacay si esibirà in Kalifoo Ground, una suggestiva docu-danza ispirata ai sanguinosi eventi di Castelvolturno che, nel settembre 2008, costarono la vita a sei immigrati africani.

venerdì 19 marzo 2010

mercoledì 17 marzo 2010

UN'OTTIMA "MARIA STUARDA" AL SAN CARLO

Lunghi e calorosi applausi, anche a scena aperta, hanno sottolineato, al Teatro di San Carlo di Napoli, le straordinarie interpretazioni di Mariella Devia e Sonia Ganassi, protagoniste della Maria Stuarda di Donizetti.
Nei ruoli di Maria Stuarda di Scozia ed Elisabetta I, hanno restituito in scena la storica crudele lotta di successione tra le due regine inglesi. Nell'allestimento diretto da Andriy Yurkevych, per la regia di Andrea De Rosa, il capolavoro donizettiano, tra i più intensi e "sanguigni" della produzione del compositore bergamasco, è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico che ha gremito il Massimo partenopeo e che, alla fine dell'opera, ne ha sancito il grande successo tra fragorosi applausi.
Un'ottima accoglienza che gli spettatori hanno esteso all'Orchestra del Teatro di San Carlo, al Coro diretto da Salvatore Caputo e agli altri componenti il cast, da Caterina Di Tonno (nel ruolo di Anna Kennedy) a Ricardo Bernal (Roberto, Conte di Leicester), Carlo Cigni (Giorgio Talbot) e Marco Caria (Lord Guglielmo Cecil). Tutti hanno agito tra le scene di Sergio Tramonti, con i costumi di Ursula Patzak e le luci di Pasquale Mari, in un allestimento che ha siglato la collaborazione tra il Teatro Stabile di Napoli e la Fondazione Teatro di San Carlo.
Si replica al Teatro di San Carlo di Napoli domani e poi il 21, 23 e 25 marzo.

lunedì 15 marzo 2010

INIZIA OGGI, A NAPOLI, "CINEMA MORALIA"

Di Diego Del Pozzo

Anteprime e incontri con gli autori, ma anche cult movies, rarità cinefile, frammenti eccentrici e visioni "di confine": si vedrà questo e tanto altro durante Cinema Moralia, la rassegna di film e video promossa dal Teatro Stabile di Napoli in collaborazione con Stella Film e Galleria Toledo. La kermesse, a cura di Bruno Roberti (aiutato da Rosalba Ruggeri), è in programma da oggi al 25 maggio presso il Mercadante, il cinema Modernissimo e la stessa Galleria Toledo. Al centro del denso cartellone ci sono i riferimenti all'opera di Shakespeare e di Beckett, che ricollegano Cinema Moralia al percorso più generale che sta caratterizzando la stagione in corso dello Stabile partenopeo diretto da Andrea De Rosa.
Saranno davvero tante le proposte stimolanti inserite nelle sottorassegne Tempi fuori sesto. Beckettiana, La stoffa dei sogni. Shakespeariana e Furore e strepito. Immagini malgrado tutto. Visioni del contemporaneo, tutte a ingresso gratuito: si va da Le streghe di Jean-Marie Straub a Ofelia lontana di Tonino De Bernardi, da I misteri del convento di Manoel de Oliveira (nella foto) a Happy days di Patricia Rozema. Ma in programma ci sono anche capolavori di Laurence Olivier, Orson Welles, Jean-Luc Godard, Ernst Lubitsch, Eric Rohmer, Aki Kaurismaki; e poi, video-montaggi, tra gli altri, di Ciprì e Maresco, Martone, Egoyan, Studio Azzurro. In totale, Cinema Moralia proporrà 43 film di 70 registi.
Particolarmente interessanti si annunciano gli incontri con gli autori: il lettone Herz Frank (29 marzo), il "cittadino del mondo" Raul Ruiz (26 aprile), Amos Gitai (18 maggio) e Abel Ferrara (25 maggio). Una menzione speciale, infine, va all'omaggio al grande Leo De Berardinis, che sarà ricordato il 3 maggio nel Ridotto del Mercadante, con le videoproiezioni di King Leor. Leo prova il Re Lear, Leo e Beckett e, soprattutto, con la ripresa dello storico spettacolo Totò principe di Danimarca, nel quale venivano a contatto tra loro i mondi poetici del bardo inglese e del "principe della risata" napoletano.

venerdì 12 marzo 2010

TRE "ALL-STARS" AI VERTICI DI DC ENTERTAINMENT

Di Diego Del Pozzo
(Mega n.° 153 - Marzo 2010)

Già qualche mese fa mi ero occupato dei mutamenti negli assetti delle due majors del fumetto a stelle e strisce, con l'acquisto della Marvel da parte della Disney e la decisione della Warner Bros. di far confluire il marchio DC Comics all'interno di una vera e propria divisione interna, ribattezzata DC Entertainment e meglio integrata nelle strategie complessive della Warner. A dirigerla era stata chiamata la veterana Diane Nelson, già responsabile del successo planetario dei film di Harry Potter. L'obiettivo dichiarato di questa mossa era quello di valorizzare al meglio la forza e il valore del marchio e dei personaggi DC attraverso tutti i media e le piattaforme a disposizione del gruppo Warner, integrando, quindi, come detto, la nuova DC Entertainment ancora più in profondità con l'offerta complessiva della casa madre.
In questi giorni, proprio dalla bocca della presidente Diane Nelson è arrivato l'annuncio che mette ulteriori tasselli in un puzzle che si fa, dunque, di giorno in giorno più interessante. La Nelson, infatti, ha reso noti i nomi dei nuovi vertici esecutivi della divisione. Si tratta di un trio di "all-stars" che, se dovesse ingranare compiutamente, sembra destinato a produrre cose memorabili: Jim Lee e Dan DiDio sono stati nominati co-publishers della DC Comics, mentre Geoff Johns assume il nuovo ruolo di responsabile creativo (chief creative officer) dell'intera DC Entertainment. Oltre a loro tre, John Rood è stato nominato vice-presidente esecutivo alle vendite, al marketing e allo sviluppo del business; e Patrick Caldon vice-presidente esecutivo alle finanze e all'amministrazione...

martedì 9 marzo 2010

DA OGGI, IN MOSTRA A NAPOLI LA WOODSTOCK DI LEVINE

Di Diego Del Pozzo
(Rock Around the Screen - 9 marzo 2010)

Da oggi, il megastore La Feltrinelli - Libri e Musica di Napoli ospita una bella mostra fotografica di Barry Z. Levine, interamente dedicata al megaraduno rock di Woodstock. Con i suoi scatti, il grande fotografo riesce a farci rivivere l'incredibile atmosfera di quei giorni, attraverso i volti e i corpi degli artisti e degli spettatori di un evento che, nell'agosto 1969, cambiò per sempre la storia della musica rock e, grazie al film che lo documentò, anche quella del cinerock.
Nelle foto di Levine (una è riprodotta qui a lato) si possono ammirare le facce del pubblico scottate dal sole, i tecnici che si arrampicano sulle impalcature prima del concerto, rockstar come Jimi Hendrix e le tante altre che deliziarono le centinaia di migliaia di giovani presenti a quegli indimenticabili tre giorni di pace, amore e musica.
E, su Woodstock, ecco ciò che scrive Vincenzo Esposito nel suo bellissimo saggio intitolato Dalla Terra alla Luna e incluso nel libro Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, curato da me e da lui per l'editore Liguori e presentato a inizio mese sempre alla Feltrinelli di Napoli: "Lontana dalla West Coast, una folla sterminata di persone (cinquecentomila, forse più) assistette, per tre giorni, a una serie lunghissima di numeri musicali: Joan Baez, Jefferson Airplane, Joe Cocker, Country Joe and the Fish, Richie Havens, Crosby Stills & Nash, The Who, Santana, Canned Heat, Creedence Clearwater Revival, Janis Joplin, Jimi Hendrix e altri ancora. "Una esposizione sotto il segno dell'Acquario", così recitava la locandina dell'epoca. Il sogno americano, dopo aver toccato il suo punto più occidentale con Monterey, stava tornando indietro, verso Est, come nel viaggio di Easy Rider, dove i due motociclisti Wyatt e Billy vanno alla ricerca di un sogno, che però non riescono a trovare, forse proprio perché lo rincorrono ad Oriente. A Est invece che a Ovest, quindi, ma soprattutto in campagna invece che in città. In quest'ultimo aspetto risiede una delle peculiarità di Woodstock: la grande comunità hippie si assiepò nell'enorme distesa verde della fattoria di Max Yasgur configurandosi come un popolo in fuga dalla città, in cerca di un consesso spirituale con la Natura e di un'utopica società pre-capitalistica e pre-tecnologica. Una materia che si annunciava epica, e che il documentario di Michael Wadleigh ha avuto il merito di saper rappresentare. [...] Attraverso l'uso frequente della pratica dello split-screen (cioè dello schermo occupato contemporaneamente da due o più inquadrature), Wadleigh intende rappresentare qualcosa di "irrappresentabile", un evento che è stato "troppo grande per il mondo", e che quindi rischia di essere troppo grande anche per il cinema. Lo split-screen è il cuore del film, ne scandisce il ritmo dall'interno, liberando la narrazione dalla tradizionale logica dei raccordi tra inquadrature. Esse, al contrario, fluiscono liberamente e parallelamente, talvolta ignorando le strutture spazio-temporali. [...] Woodstock è davvero un vortice atemporale, un presente immanente che, nel tentativo di rappresentare il futuro col meccanismo della reiterazione, pietrifica il sogno in mito. Nel documentario di Wadleigh sembra proprio che la Woodstock Nation sia finita in un "fuori orario" mitologico [...]".
Naturalmente, il saggio di Vincenzo Esposito è molto più lungo, in quanto propone un originale e informatissimo percorso storico-critico lungo le mutazioni della cultura giovanile di fine anni Sessanta nella breve stagione compresa tra gli eventi rock di Monterey e dell'Isola di Wight. Tornando a Woodstock, invece, qui di seguito potete gustarvi il trailer dello straordinario cofanetto "con le frange" - chi ce l'ha sa a cosa mi riferisco - pubblicato l'anno scorso in occasione del quarantesimo anniversario del mega-raduno. Chi può non esiti a procurarselo, perché è davvero imperdibile...

lunedì 8 marzo 2010

OSCAR 2010: THE WINNER IS... KATHRYN BIGELOW

Di Diego Del Pozzo

Kathryn Bigelow e il suo The Hurt Locker sbaragliano la concorrenza alla notte degli Oscar 2010, conquistando ben sei Academy Awards su nove nominations e surclassando letteralmente l'ex marito James Cameron e il suo Avatar.
Tra i premi vinti dal film di Kathryn (qui sotto, sul set di The Hurt Locker) ci sono anche i due più prestigiosi: miglior film e miglior regia (la prima volta di una donna).Cliccando qui è possibile leggere l'elenco completo dei nominati e dei vincitori, direttamente dal sito ufficiale dell'Academy (nella foto in basso, la regista durante la cerimonia di premiazione). Invece, cliccando qui si può godere dell'aspetto più rock di una grande regista che, con i suoi film, ha saputo dare al termine "adrenalina" nuovi significati.

domenica 7 marzo 2010

IL "COMICS JOURNAL" FESTEGGIA I 300 NUMERI

Di Raffaele De Fazio

Il Comics Journal è la prima rivista di critica fumettistica americana, nata nella seconda metà degli anni Settanta dalla mente di Gary Groth con l'ambizione di elevare il livello della discussione critica sul fumetto in quanto forma d'arte, in un mercato nel quale ancora veniva considerato prodotto per pre-adolescenti o compendio alle pagine dei quotidiani.
Negli anni, si è fatto carico anche di istanze scomode, come quella di Kirby nei confronti della Marvel, attirandosi accuse di snobismo per la sua propensione a decantare le lodi solo di fumetti misconosciuti rispetto al panorama americano mainstream. In realtà, Gary Groth ha sempre sbandierato l'indipendenza della sua rivista anche nei confronti delle successive Wizard e Comics Buyers Guide ritenute, dall'intransigente Groth, troppo vicine ai grandi editori e quindi obbligate a parlarne bene.
Tra i vari articoli di critica e le recensioni, il punto forte del Comics Journal sono sempre state le interviste ai grandi autori del fumetto: lunghissime interviste, approfondite e mai banali, nelle quali Groth e i suoi collaboratori affrontavano, con l'autore di turno, argomenti che esulavano dai soliti "Dove trova l'ispirazione?" o "Progetti per il futuro?", toccando temi anche scomodi o politicamente rilevanti. Ricordo ancora con nostalgia il numero dedicato al centenario del fumetto, nel quale i più grandi autori americani - e parlo di gente come Crumb, Spiegelman, Carl Barks o Charles Shultz - stilavano la classifica di quelli che, a parer loro, erano i fumetti più importanti del secolo.
Proprio recentemente il Journal ha toccato quota 300 e lo ha fatto festeggiando con un numero pieno di discussioni a due, mettendo a confronto un veterano con un nuovo e promettente autore del fumetto anglosassone. E, quindi, ecco Howard Chaykin confrontarsi con Ho Chi Anderson oppure Dennis O'Neil e Matt Fraction, Art Spiegelman e Kevin Huizenga. Tra le numerose discussioni presenti mi ha molto colpito quella tra Dave Gibbons e Frank Quitely. Il primo, entrato nel mondo dei comics dalla porta laterale come letterista, si è fatto strada fino a diventare uno dei più noti autori britannici. Oltre a essere il co-autore di Watchmen, è stato anche un pioniere dell'uso del computer nella realizzazione dei fumetti. Mentre il secondo è, complice Grant Morrison, il volto più noto del british power nel mercato dei comics, avendo nel proprio bagaglio tutta una serie di Eisner Awards per All Star Superman. Oltre che su fonti d'ispirazione, metodi di lavoro e sulla strabiliante velocizzazione che l'ingresso delle nuove tecnologie ha apportato al lavoro di disegnatore, mi è sembrato interessante il discorso che i due autori hanno affrontato trattando il tema della figura dell'editor, ovvero quel supervisore che fa da tramite tra la casa editrice e gli autori. Entrambi hanno convenuto che la figura dell'editor si è radicalmente modificata nel tempo: se all'inizio il suo compito era principalmente quello di tutelare i personaggi e il loro ambiente, in modo che nessun autore potesse stravolgerne l'essenza, nel tempo l'editor è diventato più una sorta di "coach" che spinge gli autori a realizzare il nuovo blockbuster. Nel corso della chiacchierata Gibbons, che in parte si è assunto la responsabilità di aver portato con Watchmen a questo tipo di comportamento, ha lamentato la difficoltà di aver a che fare con la Marvel, dove l'editor medio ha un terzo della sua età. Quitely, invece, ha potuto cantare le lodi degli editor DC, che in effetti difendono le proprietà della Warner Bros e possono ancora incarnare quel tipo di editor del quale proprio Gibbons sente la mancanza. In realtà, la questione di fondo è che, se in passato i grandi editor del fumetto americano - e il primo nome che mi viene in mente è quello del mitico Archie Goodwin - erano stati, nella maggior parte dei casi, scrittori o disegnatori, col tempo, per ragioni di business, non si è reso più necessario che gli editor sapessero di cosa stessero trattando.
Ma sarebbe inutile, in ogni caso, tentare di riassumere in poche righe una conversazione lunga trenta pagine. Piuttosto, vi consiglio di recuperarla, perché ne vale davvero la pena. Così come vale ovviamente la pena di leggere anche tutti gli altri incontri presenti nell'imperdibile numero 300 del Journal.

venerdì 5 marzo 2010

IL BOOKTRAILER DI "ROCK AROUND THE SCREEN"

Qui di seguito potete guardare il booktrailer di Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, il libro a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito edito da Liguori. Il video, proiettato con successo martedì sera alla Feltrinelli - Libri e Musica di Napoli in occasione della prima presentazione del volume, è stato realizzato dalla Scuola di Cinema e Fotografia di Napoli Pigrecoemme. Buona visione!

mercoledì 3 marzo 2010

UN "PRESENTE INDICATIVO" TRA TEATRO E LETTERATURA

Di Diego Del Pozzo

La realtà quotidiana di oggi, cioè il "presente indicativo" nel quale viviamo, raccontata grazie all'intreccio tra teatro e letteratura: è questa l'idea semplice ma efficace alla base della quinta edizione di Presente Indicativo, la rassegna diretta da Tina Femiano e Mario Gelardi e organizzata da Luigi Marsano de I Teatrini. Il ciclo di venti monologhi è in programma da domani al 14 marzo presso il teatro Elicantropo di Napoli, con divisione in quattro "blocchi" distinti intitolati Tempo imperfetto 1, Tempo imperfetto 2, Tempo imperfetto 3 e Futuro Prossimo, messi in sequenza unica in modo da assicurare un fluire continuo di parole e suggestioni. Ai monologhi si accompagnerà lo speciale reading Racconti per Nisida, nato dagli incontri tra alcuni degli scrittori napoletani coinvolti con i ragazzi dell'Istituto Penale Minorile (nella foto, alcuni degli autori, dopo la presentazione napoletana di ieri mattina).
Presente Indicativo è stato presentato ieri nella sede campana dell'Agis, dove Tina Femiano e Mario Gelardi ne hanno sottolineato la caratteristica di "progetto che cerca di raccontare il nostro tempo e i giorni che viviamo. Per questa nuova edizione - hanno aggiunto - abbiamo pensato di rivolgerci a venti scrittori napoletani, chiedendo loro di scrivere un testo per il teatro". I venti testi sono stati anche raccolti in una bella antologia pubblicata dalla casa editrice partenopea Ad Est dell'Equatore.
La rassegna, inserita nella programmazione dei Teatri della Legalità, si articolerà in otto percorsi spalmati in questa settimana e nella prossima. La regia delle serate è affidata allo stesso Gelardi, a Giuseppe Miale di Mauro e Vincenzo Manna. Si parte domani col programma inaugurale - alle 21, in replica venerdì 12 alla stessa ora - composto dai monologhi di Alessandra Amitrano, Giusi Marchetta, Massimiliano Palmese, Riccardo Brun, Davide Morganti. A seguire, venerdì e in replica il 13 marzo, andranno in scena gli scritti di Valerio Lucarelli, Luigi Pingitore, Angelo Petrella, Gianni Solla, Massimiliano Virgilio. Quindi, sabato e in replica domenica 14, i testi di Peppe Fiore, Maurizio de Giovanni, Massimo Cacciapuoti, Luigi Romolo Carrino. Mercoledì 10 e giovedì 11, invece, ci sarà spazio per il programma Futuro Prossimo, riservato ai monologhi scritti da esordienti come Daniele Scarpati, Lucio Leone, Luca Maiolino, Marco Marsullo, Rosario Esposito La Rossa, Andrea Porrazzo. Questa domenica (alle 18), invece, sul palco dell'Elicantropo andrà in scena il reading Racconti per Nisida, a cura di Daria D'Antonio e Maria Franco.
Tra gli argomenti affrontati dai vari testi spicca - a testimonianza dell'impegno sociale e civile alla base della rassegna - la storia romanzata di Petru (in Montesanto di Pingitore), il ragazzo rumeno vittima innocente di camorra durante un conflitto a fuoco esploso in pieno centro di Napoli, nel maggio dello scorso anno.

lunedì 1 marzo 2010

DOMANI SI PRESENTA "ROCK AROUND THE SCREEN"

Domani pomeriggio, alle ore 18, presso il megastore La Feltrinelli - Libri e Musica di piazza dei Martiri a Napoli, è in programma la presentazione del volume Rock Around the Screen. Storie di cinema e musica pop, a cura di Diego Del Pozzo e Vincenzo Esposito (Liguori Editore).
Interviene lo storico del cinema Valerio Caprara; coordina la giornalista Teresa Mancini. Saranno presenti i due curatori, gli autori dei vari saggi e il direttore della collana Cinema e Storia Pasquale Iaccio. E' prevista la proiezione di un video realizzato in collaborazione con la Scuola di Cinema e Fotografia di Napoli Pigrecoemme.
"A metà anni Cinquanta, il rock - spiegano i curatori Del Pozzo ed Esposito - determina una svolta epocale nel rapporto tra cinema e popular music. Il nostro libro esplora proprio questo affascinante intreccio attraverso saggi e interviste esclusive a registi rock come Julien Temple e Carlo Verdone e a musicisti come Gaetano Curreri e Fabio Liberatori".
Le interviste sono realizzate da Fabio Maiello, mentre i saggi sono, oltre che dei due curatori, di Simone Arcagni, Alberto Castellano, Giandomenico Curi, Bruno Di Marino, Giacomo Fabbrocino, Rosario Gallone, Michelangelo Iossa, Corrado Morra e Antonio Tricomi.
Ovviamente, chi fosse a Napoli si faccia vedere, perché più siamo e meglio è...