tag:blogger.com,1999:blog-12886284108649519922024-02-19T02:48:42.422+01:00[OFF-TOPIC]TUTTO CIO' CHE E' "FUORI TEMA" RISPETTO AL CONFORMISMO: CINEMA & MUSICA, LIBRI & FUMETTI, SERIE TV & ALTRI SPORT... CULTURA E CULTURE... IL PIACERE DI GUARDARE IL MONDO CON SGUARDO TOTALMENTE LIBERO...Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.comBlogger665125tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-54118195783983022082023-06-14T18:48:00.000+02:002023-06-14T18:48:11.593+02:00NAPOLI, SECONDA EDIZIONE PER "DESIGN BEYOND DESIGN" NEL SEGNO DELL'URBAN <p><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Dopo il successo
dello scorso anno, ritorna per la sua seconda edizione l’evento annuale <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Design
Beyond Design</i></b>, organizzato dalla <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Scuola
di Progettazione Artistica per l’Impresa </b>dell’<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Accademia di Belle Arti di Napoli</b> con i suoi due corsi di Design
della Comunicazione e di Fashion Design.</span></p><p><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">La manifestazione si
svolgerà <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">giovedì 15 giugno nella sede di
Foqus</b> dell’Accademia, nel cuore dei Quartieri spagnoli, e proporrà dalle 10
del mattino fino a sera un ricco cartellone di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">mostre, laboratori, talk, presentazioni editoriali, live drawing,
performance dal vivo e sfilate di moda</b>. A tenere assieme le varie
iniziative c’è il tema scelto per l’edizione di quest’anno, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Urban
Communication & Fashion Design</i></b>, attraverso il quale si vuole
stimolare una riflessione sul rapporto tra il design e il tessuto urbano con i
suoi continui mutamenti. <span class="wixui-rich-texttext">Gli spazi urbani,
infatti, sono ormai <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">ambienti sempre più
complessi</b>, strutturati intorno a forme narrative e di comunicazione di tipo
ipertestuale caratterizzate da densità, contaminazione, sedimentazione,
multidimensionalità, liquidità e da dinamiche in profonda accelerazione sotto
la spinta dei processi di digitalizzazione legati alle nuove tecnologie di interconnessione
e di produzione.</span></span></p><p><span class="wixui-rich-texttext"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">«In tale prospettiva, proprio le lenti della comunicazione e del design – </span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">spiega Enrica D’Aguanno</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, coordinatrice della Scuola di Progettazione
Artistica per l’Impresa dell’Accademia – <span class="wixui-rich-texttext">offrono
preziose prospettive e metodologie per esplorare e raccontare le mille
mutazioni della vita urbana e suburbana attraverso una nuova visione fluida e
interdisciplinare del progetto. </span>Oggi più che mai, infatti, il designer
deve interrogarsi costantemente sulla tipologia di intervento che intende
realizzare nel mondo esterno. E attraverso la tematica centrale di questa
seconda edizione abbiamo voluto esplorare proprio il rapporto fecondo con lo
spazio urbano che ci circonda, partendo dalla centralità della ricerca e
trasformandola in concrete proposte progettuali, tenendo sempre al centro della
nostra azione di docenti – conclude la professoressa D’Aguanno – gli studenti
con le loro capacità e la loro voglia di futuro».</span></p><p><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">La
giornata-evento <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Design Beyond Design</i></b> s’inaugurerà alle
10 di giovedì con i saluti istituzionali dei vertici dell’Accademia di Belle Arti,
la presidente Rosita Marchese e il direttore Renato Lori. Con loro e
con la coordinatrice Enrica D’Aguanno ci saranno i due coordinatori dei corsi
di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Design della Comunicazione</b> e di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Fashion Design</b>, Ivana Gaeta e Angelo
Vassallo. Dopo la p</span><span style="mso-ansi-language: IT;">resentazione delle
attività di giornata e delle mostre si procederà al taglio del nastro della
mostra <i>Poesia forma traduzione</i>, in collaborazione con il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Goethe Institut</b> di Napoli, rappresentato
dalla direttrice Maria Carmen Morese. Alle 11, toccherà al primo talk di
giornata, affidato allo storico del cinema
Diego Del Pozzo sul tema <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>L’immaginario
urbano di Napoli nel cinema</i></b>. All<span style="mso-bidi-font-weight: bold;">e
11.30, nella corte di Foqus si terrà uno spettacolare incontro di live drawing
a cura</span> del fumettista Pako Massimo e dell’illustratrice Daniela
Pergreffi, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>Ring: Fumetto vs</i></b></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">. Illustrazione</span></i></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-style: italic;">, con due squadre di
studenti-artisti a fronteggiarsi a colpi di matita e pennello. Alle </span><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold;">13, poi, il </span><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-style: italic;">Laboratorio di Nuove Tecnologie dell’Arte dell’Accademia proporrà assieme
al cantante-chitarrista Andrea Tartaglia una performance intitolata <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>Atto d’amore</i></b><span style="mso-bidi-font-style: italic;">.</span></span></p><p><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-style: italic;">Il programma
riprenderà alle o</span><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold;">re 16 con un’originale caccia al tesoro dal
titolo </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Poema urbano</span></i></b><i><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"> </span></i><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-style: italic;">a</span><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"> cura del docente Davide Leone, mentre all<span style="mso-bidi-font-weight: bold;">e
17.30 è in programma il secondo talk, nel quale l’antropologo Giuseppe Gaeta e i
sociologi della comunicazione Lello Savonardo e Annalisa Buffardi si
confronteranno su </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>Culture
urbane e creatività giovanile</i></b>. Un’altra interessante performance live è
prevista per le 19.30: il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>Calligraphic
Music Show</i></b><span style="mso-bidi-font-style: italic;"> con le esibizioni
del calligrafo </span>Valerio Sannino e del musicista Marino De Nisio. Col
calare della sera, infine, arriverà il momento delle sfilate di moda curate dal
corso di <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Fashion Design. A partire
dalle 20.30, infatti, la corte di Foqus ospiterà </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i>MeMe / Metamorfosi Metropolitane</i></b><i> </i><span style="mso-bidi-font-style: italic;">a </span>cura delle docenti Mariangela Salvati e
Natascia Rezzuti con azioni performative del professor Mauro Maurizio Palumbo e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">I<span style="mso-bidi-font-style: italic;">l Viceregno dell’immaginario</span></i></b><span style="mso-bidi-font-style: italic;"> a</span> cura della docente Maddalena Marciano con
azioni performative di Barbara Sabella e Antonio Grimaldi. Sfileranno,
indossate da modelle professioniste, le creazioni realizzate rispettivamente
dagli studenti del triennio e del biennio di Fashion Design, con la regia di
Cinzia Mirabella assistita da Sabrina Tosta e le musiche di MēRū e DjUncino.</span></p><p><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Per
l’intera giornata</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, inoltre, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">saranno
visitabili le mostre</b> realizzate dagli studenti e docenti dei corsi di
Design della Comunicazione e Fashion Design. Tutte le esposizioni, allestite
dal docente Massimo Colombo con i suoi studenti, resteranno aperte a Foqus fino
a domenica 18 giugno.</span></p><p><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"> </span><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Ecco i titoli delle varie mostre di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Design Beyond Design</i> 2023:</span>
</p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Omaggio a Bruno
Munari: 55 progetti x 1 racconto</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Ivana Gaeta / Ester Vollono;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";"> </span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Poesia forma
traduzione</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Enrica D’Aguanno e Daniela Pergreffi, Daniela Allocca / Valerio
Sannino;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">O.C.R.I. – Objective
Coding / Relative Interpretation</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Pako Massimo;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Possibile e
impossibile</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Enrica D’Aguanno e Massimo Colombo / Ester Vollono;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Please Touch</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Enrica
D’Aguanno, Massimo Colombo e Pako Massimo / Antonio Petrillo;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Minegarden 3.1 – A
Sandbox Approach to Urban Design</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Pako Massimo;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Tipi e tipe –
Caratteri che compongono parole</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Paola Tuccillo;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Letterhacking –
Quando il lettering compromette i riferimenti</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Francesco Delrosso;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Questi miei fantasmi
– Workshop Antonio Marras</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Mario Laporta e Paola Maddaluno;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Nuovi immaginari
urbani</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Ivana Gaeta / Federica Antea Coppola;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Quelli che… col
disegno me la cavo</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Daniela Pergreffi;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Fashion from
Destructive to Disruptive</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Giulia Scalera;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Corpi e immaginari</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Marco
Petroni;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">MeMe / Metamorfosi
Metropolitane</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Mariangela Salvati e Natascia Rezzuti;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Animation Showcase</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Ivan
Cappiello;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Impatto</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, manifesti a cura
degli studenti del biennio e triennio di Design della comunicazione;</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Il mondo delle mappe</span></b><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">, a cura di Francesca
Cotugno.</span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 14.2pt; margin-right: -.05pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0CP3ut7PNq6wmw1TwjqEuhLsOOl_tTCIILxJq1XjLD11jjsAtveH0EAFCO6BoKIxtGQ6l_jsI3JlS4JVRYhOjiOeFZSpCRr8kBpiPA6WIEMP2ABqrbo9-hhVzYf0qE0Jdy860d1st5lOIM6CpbKRcBjEZfRKK5QNB4gUpoUrGRoxmQ-MKtW1BEw/s800/WhatsApp%20Image%202023-06-09%20at%2015.26.27(1).jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0CP3ut7PNq6wmw1TwjqEuhLsOOl_tTCIILxJq1XjLD11jjsAtveH0EAFCO6BoKIxtGQ6l_jsI3JlS4JVRYhOjiOeFZSpCRr8kBpiPA6WIEMP2ABqrbo9-hhVzYf0qE0Jdy860d1st5lOIM6CpbKRcBjEZfRKK5QNB4gUpoUrGRoxmQ-MKtW1BEw/w400-h400/WhatsApp%20Image%202023-06-09%20at%2015.26.27(1).jpeg" width="400" /></a></div><br /><span style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"><br /></span><p></p>
<p></p>Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-67631149447290921032023-04-26T11:48:00.003+02:002023-05-04T17:35:27.137+02:00L'11 MAGGIO UNA GIORNATA DI STUDIO SULLA MARVEL ALL'ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI NAPOLI<div style="text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">Dal campione d’incassi globale <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Spider-Man:
No Way Hom</span></i><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">e all’attesissimo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Guardiani della Galassia Vol. 3</i> (nei
cinema italiani dal 3 maggio), dalle serie-</span>evento di <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Disney+</span> come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">WandaVision</i> o <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Loki</i> ai
videogames e, naturalmente, ai fumetti di supereroi dai quali tutto ha avuto
inizio, il <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Marvel Cinematic Universe</b>
è sempre più al centro del panorama globale dell’intrattenimento pop. A Napoli,
l’<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Accademia di Belle arti </b>celebra
questo fenomeno crossmediale senza eguali e il leggendario Stan Lee (il
co-creatore dell’universo fumettistico Marvel assieme a Jack Kirby) con la
seconda edizione di <b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">N</i></b></span><b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="ES" style="mso-ansi-language: ES; mso-bidi-font-family: Calibri;">el nome di </span></i></b><b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">Stan Lee. L</span></i></b><b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT; mso-bidi-font-family: Calibri;">a </span></i></b><b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">M</span></i></b><b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span lang="ES" style="mso-ansi-language: ES; mso-bidi-font-family: Calibri;">arvel tra fumetto</span></i></b><b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">,
cinema e nuovi media</span></i></b><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold;">, una giornata di studio a </span><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">cura di Diego Del Pozzo in programma <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">giovedì 11 maggio 2023 dalle ore 10 alle
18.30</b> presso la sede di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Foqus</b>
della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Scuola di Progettazione artistica
per l</b><span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="EN-US" style="mso-ansi-font-weight: bold;"><span dir="RTL"></span>’</span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">impresa</b>
dell’Accademia, nel cuore dei Quartieri spagnoli.</span></div>
<p class="Didefault" style="line-height: normal; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold;">Nel nome di Stan Lee</span></i><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold;"> si articolerà
attraverso <b>un momento mattutino riservato agli studenti e uno pomeridiano aperto
anche al pubblico esterno</b>, con ingresso libero e fino a esaurimento posti:
di mattina, gli studenti dell’Accademia parteciperanno alle </span><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">videoproiezioni dei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">due
documentari</b> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Stan Lee’s Mutants,
Monsters and Marvels</i> e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Marvel
Studios: Assembling a Universe</i> (ore 10-13); mentre a
partire dalle ore 16, per <i style="mso-bidi-font-style: normal;">I giovedì dei
libri</i>, si terrà la presentazione del volume di Diego Del Pozzo <i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Marvel
Cinematic Universe. Dal fumetto agli audiovisivi digitali: i film di supereroi
tra convergenza mediale e nuova serialità</span></i><span style="mso-bidi-font-weight: bold;"> (CentoAutori, 2021). Con l’autore, dialogherà sui temi del libro lo
storico del fumetto <b>Raffaele De Fazio</b>, direttore editoriale di Comicon
Edizioni. Nel corso del pomeriggio, inoltre, la giovane studiosa <b>Carmen
Felicia Marrone</b> terrà una relazione sul tema <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Pubblicità e serialità nella tv statunitense: il Marvel Cinematic
Universe e il caso WandaVision</i>, a partire dalla sua tesi di laurea
magistrale presso il biennio di Design della comunicazione dell’Accademia di
Belle arti di Napoli.</span></span></p>
<p class="Didefault" style="line-height: normal; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">L’iniziativa è promossa dalla cattedra di <b>Comunicazione
pubblicitaria</b> dell<span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="EN-US"><span dir="RTL"></span>’</span><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">Accademia di
Belle arti di Napoli</span>, in collaborazione con l<span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="EN-US"><span dir="RTL"></span>’</span>associazione di promozione
sociale </span><span dir="RTL"></span><b style="mso-ansi-font-weight: normal;"><span dir="RTL" lang="AR-SA" style="mso-ansi-language: AR-SA; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-language: AR-SA;"><span dir="RTL"></span>“</span></b><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold;">Blackout”</span><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;"> (circolo del cinema F.I.C.C.) e con </span><b><span lang="ES-TRAD" style="mso-ansi-language: ES-TRAD; mso-bidi-font-family: Calibri;">COMICON</span></b><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">, all<span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="EN-US"><span dir="RTL"></span>’</span>interno del programma di <span style="mso-bidi-font-weight: bold;">COMIC(ON)OFF</span>; ed è inserita nel
cartellone della rassegna <b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">I giovedì
dei libri</i></b>, organizzata dal corso di<span style="mso-bidi-font-weight: bold;"> <b>Design della Comunicazione</b></span> (Scuola di Progettazione
artistica per l<span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="EN-US"><span dir="RTL"></span>’</span>impresa)
dell<span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="EN-US"><span dir="RTL"></span>’</span>Accademia
e collegata all<span dir="RTL"></span><span dir="RTL" lang="EN-US"><span dir="RTL"></span>’</span>evento
annuale <b><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Design Beyond Design</i></b><span style="mso-bidi-font-weight: bold;">.</span></span></p>
<p class="Didefault" style="line-height: normal; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold;">In occasione
della </span><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">seconda edizione di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Nel nome di Stan Lee</i> è stato indetto un <b>contest</b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> per la realizzazione del logo</b> della
rassegna tra le studentesse e gli studenti del corso di Comunicazione
pubblicitaria del biennio di Design della comunicazione dell’Accademia di Belle
arti di Napoli. Al termine del contest, è stato selezionato il logo realizzato
in duplice versione dallo studente <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Antonio
D’Amato</b>. Sempre nell’ambito delle attività laboratoriali del corso di
Comunicazione pubblicitaria, infine, le studentesse e gli studenti hanno attivato
e gestiscono il profilo Instagram della rassegna (<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">https://www.instagram.com/nelnomedistanlee/</b>) e hanno elaborato i
vari materiali da utilizzare nella comunicazione dell'evento.</span></p>
<p class="Didefault" style="line-height: normal; margin-top: 0cm; text-align: justify;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;"> </span></p>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 14.2pt; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-size: small;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">Programma:</span></b></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 14.2pt; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; font-size: small; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">· </span></span><span style="font-size: small;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">Ore 10.00-13.00:</span></b><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;"> Videoproiezione dei documentari <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Stan Lee’s Mutants, Monsters and Marvels</i>
e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Marvel Studios: Assembling a Universe</i>
(riservato agli studenti).</span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin-left: 14.2pt; text-align: justify; text-indent: -14.2pt;"><span style="font-family: Symbol; font-size: small; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;"><span style="mso-list: Ignore;">·<b> </b></span></span><span style="font-size: small;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span face=""Calibri","sans-serif"" style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: EN-US; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;">Ore 16.00-18.30:</span></b><span face=""Calibri","sans-serif"" style="mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: EN-US; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-US;"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Design Beyond Design. I giovedì
dei libri</i> presenta <i style="mso-bidi-font-style: normal;">I supereroi Marvel
tra presente e futuro</i>: Raffaele De Fazio dialoga con Diego Del Pozzo sul
suo libro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Marvel Cinematic Universe. Dal
fumetto agli audiovisivi digitali: i film di supereroi tra convergenza mediale
e nuova serialità</i> (CentoAutori, 2021); Carmen Felicia Marrone presenta <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Pubblicità e serialità nella tv
statunitense: il Marvel Cinematic Universe e il caso WandaVision</i> (aperto al
pubblico, con ingresso libero fino a esaurimento posti).</span></span> <br /></div><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI_vgjtM1q3PPKlojyAz2KoTffVFzTZVVdxXJ-Ij2-GoAzdlrHgEDeR5kK7Q0TvgjAS5DEbjkZ22tHhcvqPJ3XFk5btLQLtsu2Ywft_XrfKZkB2CekHmsuvN04zI36pTFUvwsCI9VnNqNKGEn0iYc-wSvgQs87Ui6segIysj5WHDEs1fXyKye9jg/s4961/Locandina-NelNomeDiStanLee2023.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4961" data-original-width="3508" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI_vgjtM1q3PPKlojyAz2KoTffVFzTZVVdxXJ-Ij2-GoAzdlrHgEDeR5kK7Q0TvgjAS5DEbjkZ22tHhcvqPJ3XFk5btLQLtsu2Ywft_XrfKZkB2CekHmsuvN04zI36pTFUvwsCI9VnNqNKGEn0iYc-wSvgQs87Ui6segIysj5WHDEs1fXyKye9jg/w453-h640/Locandina-NelNomeDiStanLee2023.jpg" width="453" /></a></div><br />Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-45719181009355302542023-04-12T18:57:00.000+02:002023-04-12T18:57:29.720+02:00"I GIOVEDÌ DEI LIBRI" PRESENTA "NAPOLI CALIBRO 35 MM"<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b style="font-family: arial;"><span>Giovedì
13 aprile a Napoli</span></b><span style="font-family: arial;">,
nella sede dell’<b>Accademia
di Belle Arti presso FoQus</b>, nel cuore dei Quartieri
spagnoli,<b> alle ore
16.00</b>, sarà presentato il volume <b><i>Napoli calibro 35
mm. Dal cinema delle origini a Gomorra</i></b>, edito
da Milieu, a cura di Paolo Spagnuolo e Paolo Speranza, con
la prefazione di <b>Steve
Della Casa</b> </span><span style="font-family: arial;">(“Hollywood
Party” – Radio Rai3, direttore del Torino Film Festival).</span><span style="font-family: arial;"></span></span></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">All’incontro,
coordinato dallo storico del cinema <b>Diego Del Pozzo</b>,
docente all’Accademia di Belle Arti di Napoli,
interverranno assieme ai curatori <b>Luigi Barletta </b>(docente
di Cinematografia presso l’Accademia di Belle Arti di
Napoli), il critico cinematografico <b>Antonio Fiore</b> e
l’etnomusicologa e docente dell’Università “Federico II” <b>Simona Frasca</b>.</span></span></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"></span></span><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">La
presentazione è inserita nel programma de <b>“I giovedì dei
libri”</b>, un ciclo di incontri con gli autori curato
da Diego Del Pozzo e organizzato dal
corso di Design della comunicazione (Scuola di
Progettazione artistica per l’impresa) dell’Accademia di
Belle Arti di Napoli nell’ambito delle iniziative
collegate all’evento annuale <b><i>Design Beyond
Design</i></b>.</span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0HqIBE6Q9uZFWSvzXf11CaaoBCq7t4WiqoIKgEVJxiK-ZbA7jZ91EDt7duAFRB9wuJk7BCPJAMU6WfMvONXDo1T2Zskr2-WY_L9sPL0yKr7CM8y1gd_YUO7huRTSHKFQBND-RudPOQRio5QVidUQZkXpuRJMIZJeJTfSlfpNcoQk-kMTXLVD5sw/s4961/Locandina.03-Napoli35mm.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4961" data-original-width="3508" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0HqIBE6Q9uZFWSvzXf11CaaoBCq7t4WiqoIKgEVJxiK-ZbA7jZ91EDt7duAFRB9wuJk7BCPJAMU6WfMvONXDo1T2Zskr2-WY_L9sPL0yKr7CM8y1gd_YUO7huRTSHKFQBND-RudPOQRio5QVidUQZkXpuRJMIZJeJTfSlfpNcoQk-kMTXLVD5sw/w453-h640/Locandina.03-Napoli35mm.jpg" width="453" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Un
viaggio in un secolo di film sulla Napoli criminale,
attraverso i racconti dei protagonisti e immagini inedite.
Il sole, il mare e l’odore della polvere da sparo. La
città di Napoli nell’immaginario collettivo sorride,
piange e spara. Un fascino che atterrisce, tanto che il
volto contraddittorio della metropoli campana si riflette
anche sul grande schermo, ispirando storie drammatiche e
avvincenti.</span></span></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Il
volume rappresenta un percorso organico e articolato su un
secolo di film ispirati alla Napoli criminale, una pagina
del nostro cinema che ancora oggi unisce intrattenimento e
cultura. Da <i>Processo alla città</i> (1952, Luigi
Zampa) a <i>Il camorrista</i> (1986, Giuseppe Tornatore),
da <i>Operazione San Gennaro</i> (1966, Dino Risi) a <i>Ammore
e malavita</i> (2017, Manetti Bros.), passando per <i>La
sfida</i> (1958, Francesco Rosi) e <i>Napoli violenta</i>
(1976, Umberto Lenzi) fino al fenomeno <i>Gomorra</i> (2008,
Matteo Garrone) e a molti altri titoli si anatomizza la
storia di un intero filone cinematografico e della città
che lo ha generato. </span></span></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Giornalisti,
docenti universitari, storici e critici di cinema
ricostruiscono questo percorso attraverso saggi, nuove
ricerche e interviste inedite ad alcuni tra i protagonisti
come i Manetti Bros., Michele Massimo Tarantini, Maurizio
Braucci, Agostino Ferrente, Toni D’Angelo. </span></span></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Completano
il quadro le numerose e rare immagini (brochure,
cineromanzi, articoli d’epoca, pressbook di lavorazione,
manifesti) dei film chiave. <i>Napoli calibro 35</i> <i>mm.</i> si candida
come testo fondamentale per gli appassionati di storia del
cinema, non solo di genere, e al tempo stesso per i
cultori dell’immaginario <i>crime</i> nostrano, come
attesta anche il lusinghiero riscontro di vendite online e
in libreria.<a name="_GoBack"></a></span></span></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b><span>PAOLO
SPAGNUOLO</span></b><span>
(Avellino, 1975) è giornalista, saggista, studioso di
cinema e redattore per “Quaderni di CinemaSud”. Laureato
in Giurisprudenza. Organizza, da oltre venticinque anni,
rassegne cinematografiche e altri eventi culturali. Sul
cinema di genere ha scritto: <i>Napoli violenta. Un
classico del cinema poliziesco </i>e, per Milieu
Edizioni, <i>Milano odia: la polizia non può sparare.
Storia di un cult nell’Italia degli anni Settanta.</i></span></span></span></p>
<p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b><span>PAOLO
SPERANZA</span></b><span>
(Avellino, 1962) è docente e giornalista, iscritto
all’AIRSC e al SNCCI. Dirige “CinemaSud” e la collana
editoriale “Quaderni di CinemaSud”, collabora a
“Cinecritica”, “la Repubblica” e a riviste nazionali ed
europee. Ha scritto e curato volumi, mostre e convegni di
cultura cinematografica, storia contemporanea, letteratura
meridionalista, narrativa di viaggio. Tra le sue
pubblicazioni più recenti vi sono per le edizioni Gremese
<i>Dante e il cinema </i>e <i>Riso amar</i>o, per La
Valle del Tempo <i>Geografie
pasoliniane</i>, per CinemaSud <i>La canzone dell’amore
</i>e l’antologia <i>Chaplin in Italia</i>, curata
assieme a Orio Caldiron.</span></span></span></p><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: arial;"><span></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEaD7lR3YmAKa0tAjiwLIxzqy3ZlO7KYOFxG0GaIssS3mQU5RvIWyyerZWSFN-yvQCqJkrVM45oBMd4LFZfmdyEBJd1EAB6o-39q2uEfLj5Y-M6l8Bw22pkBN5jVfG847gHVaMaY74CX9U4Vd--yZ_pbwe-LXktURusPYAPpKrhZAIsgUGuosPJQ/s1530/COVER%20Napoli%20calibro%2035.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1530" data-original-width="1080" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEaD7lR3YmAKa0tAjiwLIxzqy3ZlO7KYOFxG0GaIssS3mQU5RvIWyyerZWSFN-yvQCqJkrVM45oBMd4LFZfmdyEBJd1EAB6o-39q2uEfLj5Y-M6l8Bw22pkBN5jVfG847gHVaMaY74CX9U4Vd--yZ_pbwe-LXktURusPYAPpKrhZAIsgUGuosPJQ/w452-h640/COVER%20Napoli%20calibro%2035.jpg" width="452" /></a></span></div><span style="font-size: small;"><br /> </span><p></p>Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-49150881488583346762022-06-09T16:49:00.001+02:002022-06-09T16:49:29.204+02:00DESIGN BEYOND DESIGN: A NAPOLI L'ACCADEMIA DI BELLE ARTI APRE LE PORTE ALLA CITTÀ<p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-6vjrh" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr">La<span style="white-space: normal;"> </span>Scuola<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Progettazione<span style="white-space: normal;"> </span>artistica<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>l’impresa<span style="white-space: normal;"> </span>dell’<strong>Accademia</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>di</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>Belle</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>arti</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>di</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>Napoli</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span>coordinata<span style="white-space: normal;"> </span>da<span style="white-space: normal;"> </span>Enrica<span style="white-space: normal;"> </span>D’Aguanno,<span style="white-space: normal;"> </span>con<span style="white-space: normal;"> </span>i<span style="white-space: normal;"> </span>suoi<span style="white-space: normal;"> </span>due<span style="white-space: normal;"> </span>corsi<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Design<span style="white-space: normal;"> </span>della<span style="white-space: normal;"> </span>comunicazione<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Fashion<span style="white-space: normal;"> </span>Design,<span style="white-space: normal;"> </span><strong>venerdì</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>10</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>giugno</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span>nella<span style="white-space: normal;"> </span><strong>sede</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>di</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>FoQus</strong><span style="white-space: normal;"> </span>nel<span style="white-space: normal;"> </span>cuore<span style="white-space: normal;"> </span>dei<span style="white-space: normal;"> </span>Quartieri<span style="white-space: normal;"> </span>spagnoli,<span style="white-space: normal;"> </span>apre<span style="white-space: normal;"> </span>al<span style="white-space: normal;"> </span>territorio<span style="white-space: normal;"> </span>le<span style="white-space: normal;"> </span>stanze<span style="white-space: normal;"> </span>del<span style="white-space: normal;"> </span>suoi<span style="white-space: normal;"> </span>laboratori<span style="white-space: normal;"> </span>creativi<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>raccontare<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>raccontarsi,<span style="white-space: normal;"> </span>durante<span style="white-space: normal;"> </span>una<span style="white-space: normal;"> </span>giornata<span style="white-space: normal;"> </span>ricca<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>mostre,<span style="white-space: normal;"> </span>eventi,<span style="white-space: normal;"> </span>sfilate<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span><em>live</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>drawing</em>.</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-6vjrh" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr">La<span style="white-space: normal;"> </span>manifestazione,<span style="white-space: normal;"> </span>dal<span style="white-space: normal;"> </span>significativo<span style="white-space: normal;"> </span>titolo<span style="white-space: normal;"> </span><strong><em>Design</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Beyond</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Design</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>restituisce<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>volontà <span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>mettere<span style="white-space: normal;"> </span>in<span style="white-space: normal;"> </span>campo<span style="white-space: normal;"> </span>costantemente<span style="white-space: normal;"> </span>progettualità<span style="white-space: normal;"> </span>che<span style="white-space: normal;"> </span>sappiano<span style="white-space: normal;"> </span>intrecciare<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>didattica<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>l’impegno<span style="white-space: normal;"> </span>verso<span style="white-space: normal;"> </span>il<span style="white-space: normal;"> </span>territorio,<span style="white-space: normal;"> </span>incrociando<span style="white-space: normal;"> </span>linguaggi<span style="white-space: normal;"> </span>differenti,<span style="white-space: normal;"> </span>nel<span style="white-space: normal;"> </span>generativo<span style="white-space: normal;"> </span>interscambio<span style="white-space: normal;"> </span>tra<span style="white-space: normal;"> </span>tradizione<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>modernità.</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-141d4" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"></span></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCHcLkmpTFXPtDXw87J21qkIzIK0g0dMQfDPAJYSvk8iyJCf_UJYYP_7HrTyNxrl8znoWtvqmAr9RPgPBq2qcN2NjIo6WLQfq-09B0KRbsWKTRfqO7_NlTSIRLI4uPujh16-CjyeNNlqR1TSUHkuAoGSSG_Ps7m0MMgA9-4rpFlK3_B-Qtw2RS2w/s1981/DesignBeyondDesign.05.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="945" data-original-width="1981" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCHcLkmpTFXPtDXw87J21qkIzIK0g0dMQfDPAJYSvk8iyJCf_UJYYP_7HrTyNxrl8znoWtvqmAr9RPgPBq2qcN2NjIo6WLQfq-09B0KRbsWKTRfqO7_NlTSIRLI4uPujh16-CjyeNNlqR1TSUHkuAoGSSG_Ps7m0MMgA9-4rpFlK3_B-Qtw2RS2w/w357-h171/DesignBeyondDesign.05.jpg" width="357" /></a></span></div><span style="font-size: medium;">Per<span style="white-space: normal;"> </span>l’intera<span style="white-space: normal;"> </span>giornata<span style="white-space: normal;"> </span>sarà<span style="white-space: normal;"> </span>in<span style="white-space: normal;"> </span>mostra<span style="white-space: normal;"> </span>una<span style="white-space: normal;"> </span>selezione<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>progetti<span style="white-space: normal;"> </span>realizzati<span style="white-space: normal;"> </span>dagli<span style="white-space: normal;"> </span>studenti<span style="white-space: normal;"> </span>nel<span style="white-space: normal;"> </span>corso<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span><strong>due</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>anni</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>difficili</strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>segnati<span style="white-space: normal;"> </span>dalla<span style="white-space: normal;"> </span>pandemia<span style="white-space: normal;"> </span>da<span style="white-space: normal;"> </span>Covid-19<span style="white-space: normal;"> </span>ma<span style="white-space: normal;"> </span>caratterizzati<span style="white-space: normal;"> </span>anche<span style="white-space: normal;"> </span>dall’impegno<span style="white-space: normal;"> </span>collettivo<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>far<span style="white-space: normal;"> </span>continuare<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>vivere,<span style="white-space: normal;"> </span>prima<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>distanza<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>ora<span style="white-space: normal;"> </span>nuovamente<span style="white-space: normal;"> </span>in<span style="white-space: normal;"> </span>presenza<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>FoQus,<span style="white-space: normal;"> </span><strong>quell’idea</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>di</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>Scuola</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>innovativa</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>alla</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>base</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>di</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>un</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>percorso</strong><span style="white-space: normal;"> </span>fatto<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>storie,<span style="white-space: normal;"> </span>domande,<span style="white-space: normal;"> </span>ricerca,<span style="white-space: normal;"> </span>confronto,<span style="white-space: normal;"> </span>aspirazioni.<span style="white-space: normal;"> </span>Un<span style="white-space: normal;"> </span>percorso<span style="white-space: normal;"> </span>che<span style="white-space: normal;"> </span>trova<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>propria<span style="white-space: normal;"> </span>forza<span style="white-space: normal;"> </span>all’interno<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span><strong>una</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>comunità</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>di</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>docenti</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>e</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>studenti</strong><span style="white-space: normal;"> </span>capace<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>dialogare,<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>interrogarsi,<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>proporre,<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>costruire<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>progettare<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>sé<span style="white-space: normal;"> </span>ma<span style="white-space: normal;"> </span>anche<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>soprattutto<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>gli<span style="white-space: normal;"> </span>altri.</span><p></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-8d7fg" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr">«Progettare<span style="white-space: normal;"> </span>l’oltre<span style="white-space: normal;"> </span>–<span style="white-space: normal;"> </span>dice<span style="white-space: normal;"> </span><strong>Enrica</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>D’Aguanno</strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>coordinatrice<span style="white-space: normal;"> </span>della<span style="white-space: normal;"> </span><strong>Scuola</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>di</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>Progettazione</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>artistica</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>per</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>l’impresa</strong><span style="white-space: normal;"> </span>dell’Accademia<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Belle<span style="white-space: normal;"> </span>arti<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Napoli<span style="white-space: normal;"> </span>–<span style="white-space: normal;"> </span>significa<span style="white-space: normal;"> </span>riuscire<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>vedere<span style="white-space: normal;"> </span>cose<span style="white-space: normal;"> </span>che<span style="white-space: normal;"> </span>ancora<span style="white-space: normal;"> </span>non<span style="white-space: normal;"> </span>sono<span style="white-space: normal;"> </span>visibili<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>costruire<span style="white-space: normal;"> </span>strade<span style="white-space: normal;"> </span>praticabili<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>raggiungerle.<span style="white-space: normal;"> </span>Perché<span style="white-space: normal;"> </span>un<span style="white-space: normal;"> </span>buon<span style="white-space: normal;"> </span>progetto<span style="white-space: normal;"> </span>non<span style="white-space: normal;"> </span>è<span style="white-space: normal;"> </span>solo<span style="white-space: normal;"> </span>una<span style="white-space: normal;"> </span>buona<span style="white-space: normal;"> </span>idea,<span style="white-space: normal;"> </span>ma<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>capacità<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>dare<span style="white-space: normal;"> </span>forma<span style="white-space: normal;"> </span>alla<span style="white-space: normal;"> </span>propria<span style="white-space: normal;"> </span>immaginazione<span style="white-space: normal;"> </span>consentendole<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>diventare<span style="white-space: normal;"> </span>componente<span style="white-space: normal;"> </span>concreta<span style="white-space: normal;"> </span>del<span style="white-space: normal;"> </span>mondo.<span style="white-space: normal;"> </span>È<span style="white-space: normal;"> </span>questa<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>visione<span style="white-space: normal;"> </span>del<span style="white-space: normal;"> </span>design<span style="white-space: normal;"> </span>della<span style="white-space: normal;"> </span>scuola<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Progettazione<span style="white-space: normal;"> </span>artistica<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>l’impresa<span style="white-space: normal;"> </span>dell’Accademia<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Belle<span style="white-space: normal;"> </span>arti<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Napoli,<span style="white-space: normal;"> </span>dove<span style="white-space: normal;"> </span>le<span style="white-space: normal;"> </span>culture<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>le<span style="white-space: normal;"> </span>persone<span style="white-space: normal;"> </span>si<span style="white-space: normal;"> </span>incontrano<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>lavorano<span style="white-space: normal;"> </span>insieme<span style="white-space: normal;"> </span>quotidianamente,<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>trasformare<span style="white-space: normal;"> </span>l’impensabile<span style="white-space: normal;"> </span>in<span style="white-space: normal;"> </span>non<span style="white-space: normal;"> </span>ancora<span style="white-space: normal;"> </span>pensato<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>l’impossibile<span style="white-space: normal;"> </span>in<span style="white-space: normal;"> </span>non<span style="white-space: normal;"> </span>ancora<span style="white-space: normal;"> </span>praticato».</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-i68q" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM-Dfpom3jcnXjmtWWanICrCMhEvOg2ScU6yOVc_UviKHlwDmm7vdGKa2nA3nBssdubJU2qTGeZHKp_66Iv1VK-CwPKLUaX9chNag8eJ1-2yBkLu90w5inEGw1jNArckkbKsSydPRko9FK1higmH0WekHXUKMcjnwtDF6jp-dVVVL6I0ODxfCRIw/s1600/DesignBeyondDesign.01.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM-Dfpom3jcnXjmtWWanICrCMhEvOg2ScU6yOVc_UviKHlwDmm7vdGKa2nA3nBssdubJU2qTGeZHKp_66Iv1VK-CwPKLUaX9chNag8eJ1-2yBkLu90w5inEGw1jNArckkbKsSydPRko9FK1higmH0WekHXUKMcjnwtDF6jp-dVVVL6I0ODxfCRIw/s320/DesignBeyondDesign.01.jpeg" width="320" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr">La<span style="white-space: normal;"> </span>giornata-evento<span style="white-space: normal;"> </span><strong><em>Design</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Beyond</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Design</em></strong><span style="white-space: normal;"> </span>si<span style="white-space: normal;"> </span>aprirà<span style="white-space: normal;"> </span>alle<span style="white-space: normal;"> </span>10<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>venerdì<span style="white-space: normal;"> </span>con<span style="white-space: normal;"> </span>i<span style="white-space: normal;"> </span>saluti<span style="white-space: normal;"> </span>istituzionali<span style="white-space: normal;"> </span>dei<span style="white-space: normal;"> </span>vertici<span style="white-space: normal;"> </span>dell’Accademia<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Belle<span style="white-space: normal;"> </span>arti,<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>presidente<span style="white-space: normal;"> </span><strong>Rosita</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>Marchese</strong><span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>il<span style="white-space: normal;"> </span>direttore<span style="white-space: normal;"> </span><strong>Renato</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>Lori</strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>assieme<span style="white-space: normal;"> </span>alla<span style="white-space: normal;"> </span>coordinatrice<span style="white-space: normal;"> </span>della<span style="white-space: normal;"> </span>Scuola<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Progettazione<span style="white-space: normal;"> </span>artistica<span style="white-space: normal;"> </span>per<span style="white-space: normal;"> </span>l’impresa,<span style="white-space: normal;"> </span>Enrica<span style="white-space: normal;"> </span>D’Aguanno.<span style="white-space: normal;"> </span>A<span style="white-space: normal;"> </span>seguire,<span style="white-space: normal;"> </span>alle<span style="white-space: normal;"> </span>11,<span style="white-space: normal;"> </span>si<span style="white-space: normal;"> </span>terrà<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>presentazione<span style="white-space: normal;"> </span>del<span style="white-space: normal;"> </span>libro<span style="white-space: normal;"> </span><strong><em>Digital</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>couture.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Trend</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>digitali</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>nella</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>moda</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>contemporanea</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>curato<span style="white-space: normal;"> </span>da<span style="white-space: normal;"> </span>Mariangela<span style="white-space: normal;"> </span>Salvati<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>pubblicato<span style="white-space: normal;"> </span>dalla<span style="white-space: normal;"> </span>casa<span style="white-space: normal;"> </span>editrice<span style="white-space: normal;"> </span><em>artem</em>.<span style="white-space: normal;"> </span>Nel<span style="white-space: normal;"> </span>pomeriggio,<span style="white-space: normal;"> </span>alle<span style="white-space: normal;"> </span>16,<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>kermesse<span style="white-space: normal;"> </span>entrerà<span style="white-space: normal;"> </span>nel<span style="white-space: normal;"> </span>vivo<span style="white-space: normal;"> </span>con<span style="white-space: normal;"> </span><strong>l’apertura</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>delle</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>varie</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>sezioni</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>della</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>mostra</strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>l’attivazione<span style="white-space: normal;"> </span>dei<span style="white-space: normal;"> </span>laboratori,<span style="white-space: normal;"> </span>le<span style="white-space: normal;"> </span>anticipazioni<span style="white-space: normal;"> </span>editoriali,<span style="white-space: normal;"> </span>accompagnati<span style="white-space: normal;"> </span>da<span style="white-space: normal;"> </span>musica<span style="white-space: normal;"> </span>live.<span style="white-space: normal;"> </span>Alle<span style="white-space: normal;"> </span>16.30,<span style="white-space: normal;"> </span>si<span style="white-space: normal;"> </span>presenterà<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>rivista<span style="white-space: normal;"> </span><strong><em>L’A.PE.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span>/<span style="white-space: normal;"> </span>Università<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>strada,<span style="white-space: normal;"> </span>del<span style="white-space: normal;"> </span>centro<span style="white-space: normal;"> </span>territoriale<span style="white-space: normal;"> </span><em>Mammut</em>.<span style="white-space: normal;"> </span>Infine,<span style="white-space: normal;"> </span>alle<span style="white-space: normal;"> </span>19,<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>manifestazione<span style="white-space: normal;"> </span>si<span style="white-space: normal;"> </span>concluderà<span style="white-space: normal;"> </span>con<span style="white-space: normal;"> </span><strong><em>Wake</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Up</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>una<span style="white-space: normal;"> </span>presentazione<span style="white-space: normal;"> </span>delle<span style="white-space: normal;"> </span>collezioni<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>moda<span style="white-space: normal;"> </span><em>Beyond</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>the</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>Dress</em>,<span style="white-space: normal;"> </span><em>Fili</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>di</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>storie</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>in</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>libertà</em>,<span style="white-space: normal;"> </span><em>Blanc/sur/blanc.</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>Paradiso</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>bianco</em>,<span style="white-space: normal;"> </span><em>Sete</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>di</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span><em>libertà</em><span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span><em>Unhabitus,</em><span style="white-space: normal;"><em> </em></span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>del<span style="white-space: normal;"> </span>corso<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Fashion<span style="white-space: normal;"> </span>Design.</span></span></span><p></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-i68q" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr">Le<span style="white-space: normal;"> </span>mostre<span style="white-space: normal;"> </span>visitabili<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>FoQus<span style="white-space: normal;"> </span>durante<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>giornata<span style="white-space: normal;"> </span>proporranno<span style="white-space: normal;"> </span>temi<span style="white-space: normal;"> </span>connessi<span style="white-space: normal;"> </span>al<span style="white-space: normal;"> </span>concetto<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span><strong>“design</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>oltre</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>il</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>design”</strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>tra<span style="white-space: normal;"> </span>comunicazione<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>fashion,<span style="white-space: normal;"> </span>spaziando<span style="white-space: normal;"> </span>dal<span style="white-space: normal;"> </span>design<span style="white-space: normal;"> </span>dell’accessorio<span style="white-space: normal;"> </span>alle<span style="white-space: normal;"> </span><strong>nuove</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>frontiere</strong><span style="white-space: normal;"> </span>della<span style="white-space: normal;"> </span>moda<span style="white-space: normal;"> </span>al<span style="white-space: normal;"> </span>tempo<span style="white-space: normal;"> </span>dei<span style="white-space: normal;"> </span>metaversi,<span style="white-space: normal;"> </span>dal<span style="white-space: normal;"> </span>Complexity<span style="white-space: normal;"> </span>Design<span style="white-space: normal;"> </span>al<span style="white-space: normal;"> </span>manifesto<span style="white-space: normal;"> </span>cinematografico,<span style="white-space: normal;"> </span>indagando<span style="white-space: normal;"> </span>lo<span style="white-space: normal;"> </span>scarabocchio<span style="white-space: normal;"> </span>come<span style="white-space: normal;"> </span>inizio<span style="white-space: normal;"> </span>del<span style="white-space: normal;"> </span>percorso<span style="white-space: normal;"> </span><strong>dal</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>segno</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>al</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>progetto</strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>in<span style="white-space: normal;"> </span>uno<span style="white-space: normal;"> </span>stimolante<span style="white-space: normal;"> </span>incontro<span style="white-space: normal;"> </span>tra<span style="white-space: normal;"> </span>il<span style="white-space: normal;"> </span>design<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>gli<span style="white-space: normal;"> </span>spazi<span style="white-space: normal;"> </span>espositivi.<span style="white-space: normal;"> </span>Inoltre,<span style="white-space: normal;"> </span><strong>esperienze</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>sensoriali</strong><span style="white-space: normal;"> </span>al<span style="white-space: normal;"> </span>ritmo<span style="white-space: normal;"> </span>delle<span style="white-space: normal;"> </span>parole,<span style="white-space: normal;"> </span><strong>contaminazioni</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span>tra<span style="white-space: normal;"> </span>scritture<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>immagini,<span style="white-space: normal;"> </span>il<span style="white-space: normal;"> </span>fumetto<span style="white-space: normal;"> </span>come<span style="white-space: normal;"> </span>linguaggio<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>arte,<span style="white-space: normal;"> </span>la<span style="white-space: normal;"> </span>ridefinizione<span style="white-space: normal;"> </span>dei<span style="white-space: normal;"> </span>confini<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>delle<span style="white-space: normal;"> </span>narrazioni<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>tanto<span style="white-space: normal;"> </span>altro<span style="white-space: normal;"> </span>ancora.</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-6lave" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong>I</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>titoli</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>delle</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>varie</strong><span style="white-space: normal;"><strong> </strong></span><strong>esposizioni</strong>:</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-dipjc" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Accessorable</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Giulia<span style="white-space: normal;"> </span>Scalera;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-fure9" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Blanc/sur/Blanc.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Paradiso</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>bianco</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Federica<span style="white-space: normal;"> </span>Bombaci<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>Angelina<span style="white-space: normal;"> </span>Terzo;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-bth08" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Complexity</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Design</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Ornella<span style="white-space: normal;"> </span>Formati;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-c6a41" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Comunicare</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>il</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>film.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>La</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>fabbrica</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>del</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>manifesto</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>cinematografico</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Diego<span style="white-space: normal;"> </span>Del<span style="white-space: normal;"> </span>Pozzo;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-5an8e" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Dal</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>segno</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>al</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>progetto.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Dallo</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>scarabocchio</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>alla</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>narrazione</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>per</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>immagini</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Daniela<span style="white-space: normal;"> </span>Pergreffi;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-28rtq" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Design</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>meets</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Space</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Massimo<span style="white-space: normal;"> </span>Colombo;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-810rq" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Digital</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>couture</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Mariangela<span style="white-space: normal;"> </span>Salvati,<span style="white-space: normal;"> </span>Natascia<span style="white-space: normal;"> </span>Rezzuti,<span style="white-space: normal;"> </span>Giulia<span style="white-space: normal;"> </span>Scalera;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-16vn9" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Dynamic</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Lettering.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Esperienze</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>sensoriali</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>nel</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>ritmo</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>delle</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>parole</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Enrica<span style="white-space: normal;"> </span>D’Aguanno;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-doho7" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Emaki.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Contaminazioni</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>tra</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>scritture</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>e</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>immagini</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Ivana<span style="white-space: normal;"> </span>Gaeta;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-fgpj0" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>F</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>x</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>F.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Fumetti</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>per</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>FoQus</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Ernesto<span style="white-space: normal;"> </span>Pugliese;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-4i5m8" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Femminile</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>palestinese.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Ridisegnare</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>i</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>confini</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>e</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>le</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>narrazioni</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Enrica<span style="white-space: normal;"> </span>D’Aguanno<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>Pino<span style="white-space: normal;"> </span>Grimaldi;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-72adv" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Fili</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>di</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>storie</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>in</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>libertà.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Ibridazioni,</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>intrecci,</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>tessiture</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Mariangela<span style="white-space: normal;"> </span>Salvati<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>Natascia<span style="white-space: normal;"> </span>Rezzuti<span style="white-space: normal;"> </span>con<span style="white-space: normal;"> </span>Erminia<span style="white-space: normal;"> </span>Mitrano;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-cctbm" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Hyper</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Views.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Textures</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>&</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Frames</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Nadia<span style="white-space: normal;"> </span>Bronzuto;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-341qb" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Light</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Factories</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Massimo<span style="white-space: normal;"> </span>Colombo;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-c15cu" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Mechanics/Dynamics/Aesthetics.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Orizzonti</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>dell’immaginazione</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>post-tecnologica</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Pako<span style="white-space: normal;"> </span>Massimo;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-83l95" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>No</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>War.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Prima</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>la</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>pace,</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>sempre</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Ivana<span style="white-space: normal;"> </span>Gaeta;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-4rvfl" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Noi</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>a</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>FoQus.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Immagini</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>quotidiane</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>di</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>comunità</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Mario<span style="white-space: normal;"> </span>Laporta;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-2ibf3" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Pianura.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Spazi</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>non</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>periferici</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>di</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>esistenza</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Oreste<span style="white-space: normal;"> </span>Lanzetta;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-a5lvj" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Strappiamo</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>le</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>etichette</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Oreste<span style="white-space: normal;"> </span>Lanzetta;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-8gsgf" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Poetiche</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>visioni.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Sperimentazioni</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>letterarie</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>in</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>versi</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>e</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>voci</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Gabriella<span style="white-space: normal;"> </span>Grizzuti;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-af7" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Public</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Engagement.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Nuove</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>strategie</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>del</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>design</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>per</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>la</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>società</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>contemporanea</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Enrica<span style="white-space: normal;"> </span>D’Aguanno;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-8enah" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Sete</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>di</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>libertà</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Maddalena<span style="white-space: normal;"> </span>Marciano<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>Ivana<span style="white-space: normal;"> </span>Gaeta;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-4qldj" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Shapes</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Marcello<span style="white-space: normal;"> </span>Pisani;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-b1bc0" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Tesseract.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Oltre</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>la</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>forma</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>del</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>libro</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Enrica<span style="white-space: normal;"> </span>D’Aguanno,<span style="white-space: normal;"> </span>Gabriella<span style="white-space: normal;"> </span>Grizzuti<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>Daniela<span style="white-space: normal;"> </span>Pergreffi;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-lj8a" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Texting.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>La</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>forma</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>delle</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>lettere</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Gabriella<span style="white-space: normal;"> </span>Grizzuti;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-frjm0" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>The</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Dreaming</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Room</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Francesca<span style="white-space: normal;"> </span>Biral;</span></span></span></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-d87rc" style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr"><strong><em>Unhabitus.</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>Formazioni</em></strong><span style="white-space: normal;"><strong><em> </em></strong></span><strong><em>rigenerative</em></strong>,<span style="white-space: normal;"> </span>a<span style="white-space: normal;"> </span>cura<span style="white-space: normal;"> </span>di<span style="white-space: normal;"> </span>Maddalena<span style="white-space: normal;"> </span>Marciano<span style="white-space: normal;"> </span>e<span style="white-space: normal;"> </span>Ivana<span style="white-space: normal;"> </span>Gaeta.</span></span></span></p>Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-82581574233700132402022-04-19T14:32:00.005+02:002022-04-19T17:29:35.450+02:00IN RICORDO DI VALERIO EVANGELISTI: UNA MIA INTERVISTA "FANTAPOLITICA" DEL 2009 SULL'ITALIA FUTURA/PRESENTE<div><p></p><p style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: medium;">Ieri sera, Valerio Evangelisti se n'è andato lasciandoci addolorati e increduli, nonostante chi lo conosceva fosse al corrente dei problemi di salute che lo affliggevano da anni. Il creatore della saga letteraria dell'inquisitore Nicolas Eymerich avrebbe compiuto 70 anni a giugno ed è stato (e resta) uno tra gli scrittori italiani più importanti dell'ultimo trentennio, ben al di là degli steccati di genere e delle distinzioni tra "alto" e "basso", per fortuna stantìe da tempo anche in Italia. Nell'ambito della narrativa fantastica, poi, l'importanza di Evangelisti per la scena italiana è addirittura inestimabile, poiché il successo di vendite e di critica del primo romanzo del ciclo di Eymerich, all'epoca dell'uscita in Urania nel 1994 dopo la vittoria dello storico premio collegato alla collana fantascientifica di casa Mondadori, ha aperto le porte delle case editrici e i cuori dei lettori alle generazioni successive di scrittori e scrittrici nazionali, rendendo concretamente possibile, anche nella percezione comune, una via italiana alla fantascienza e al fantastico. <br /></span></i></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i></i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz10ZpftV1qDs8CbAgBAlO5H1VFSvtvtggizRGPsxMJtpQIdpE-JdxNpcPj8ukaGvcWI5oV6jNc2bDMcMng5M8da7OaoewHFpy5wrsPvWtBwm3GnpyIxbBc7mUe_xPyeR5y58Q2y2gDW-F65il9xar-v7goQ1528LDWepqN1ZMSepZ7Eh4nSrWsA/s1971/Evangelisti.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1311" data-original-width="1971" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz10ZpftV1qDs8CbAgBAlO5H1VFSvtvtggizRGPsxMJtpQIdpE-JdxNpcPj8ukaGvcWI5oV6jNc2bDMcMng5M8da7OaoewHFpy5wrsPvWtBwm3GnpyIxbBc7mUe_xPyeR5y58Q2y2gDW-F65il9xar-v7goQ1528LDWepqN1ZMSepZ7Eh4nSrWsA/s320/Evangelisti.jpg" width="320" /></a></i></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><i>Oltre che come grande scrittore e come caposcuola, però, Valerio s'è distinto anche in veste di intellettuale "militante" nel senso migliore del termine e come osservatore serio, acuto, rigoroso e coraggioso della realtà circostante, trasfigurata spesso nelle sue opere narrative e analizzata da par suo nell'ambito della sua densa produzione saggistica, spesso con un approccio amaro e dolente derivante dalla consapevolezza dello stato comatoso dell'esistente. Ma, soprattutto, Valerio è stato un uomo buono e generoso, sempre prodigo di attenzioni e consigli verso i più giovani e sempre attento alle ragioni dei più deboli e di chi vive ai margini, coerentemente con la sua formazione da storico e, soprattutto, con quegli ideali di sinistra mai rinnegati e, anzi, trasformati negli anni finali della sua vita in concreta attività politica nella sua Bologna. Da parte mia, l'ho conosciuto più o meno 25 anni fa e gli ho voluto molto bene. E, oggi più che mai, sono convinto che la sua scomparsa lasci un vuoto enorme nella cultura italiana contemporanea. Per un profilo completo e accurato di Valerio Evangelisti, rimando a <a href="https://www.wired.it/article/addio-a-valerio-evangelisti/" target="_blank">questo bell'articolo scritto dall'amico Carmine Treanni</a> per </i>Wired<i>, mentre da parte mia voglio riproporre qui una lunga intervista, piuttosto "politica" che gli feci per il quotidiano </i>Il Mattino<i> <a href="https://off-topic-off.blogspot.com/2009/08/lanteprima-nazionale-di-valerio.html" target="_blank">a fine luglio 2009</a>. L'occasione era l'uscita di un'interessante antologia di racconti edita da minimum fax, ma finimmo a parlare di tante altre cose, purtroppo oggi più attuali che mai </i>(d.d.p.).</span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">------------------------------------------------------------- <br /></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span style="font-size: large;"><i><b>Un futuro di malavita e tv<br />Evangelisti e la fantapolitica verosimile</b></i></span><br /><b>Di Diego Del Pozzo<br />(da <i>Il Mattino</i> del 31 luglio 2009)</b></span></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibHtaV8XZIkNBOFzkaC-ind1hDLjoYiUGkQPN5x03T7V6UGN_cSkSZrO_xUFCKAbTtlVQtEbwMWM_gJUTMy_7DKnfGJa63HKMEATax98OmsCuK6Xe-dqZj6nhLJc1rfWDrHsOJ__UvDwtsDA4KTbVP30VaIoYCTJWA87z8uZhseq73f-nmsyQL4A/s385/ValerioEvangelisti.Intervista-IlMattino-31.07.2009.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="385" data-original-width="274" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibHtaV8XZIkNBOFzkaC-ind1hDLjoYiUGkQPN5x03T7V6UGN_cSkSZrO_xUFCKAbTtlVQtEbwMWM_gJUTMy_7DKnfGJa63HKMEATax98OmsCuK6Xe-dqZj6nhLJc1rfWDrHsOJ__UvDwtsDA4KTbVP30VaIoYCTJWA87z8uZhseq73f-nmsyQL4A/w190-h267/ValerioEvangelisti.Intervista-IlMattino-31.07.2009.jpg" width="190" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;">Esplorare l'Italia del futuro per decifrare quella attuale: è ciò che si propongono i nove scrittori riuniti dal curatore Giorgio Vasta nell'antologia <i>Anteprima nazionale</i> (minimum fax, 232 pagine, 15 euro), per cercare "una forma nel buio" del nostro presente grazie a quel "dispositivo ottico" chiamato letteratura. </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">Tra i nove autori coinvolti – assieme a Tullio Avoledo, Giorgio Falco, Wu Ming 1, Tommaso Pincio, Ascanio Celestini, Giancarlo De Cataldo, Giuseppe Genna e Alessandro Bergonzoni – c'è anche Valerio Evangelisti, uno tra i narratori italiani più apprezzati all'estero, in particolare grazie alla saga dell'inquisitore Nicolas Eymerich. "L'anno prossimo – anticipa Evangelisti – è prevista l'uscita del nuovo romanzo, che per ora ha un titolo provvisorio, <i>Rex tremendae maiestatis</i>. Si svolge in Sicilia, ma con un finale a Napoli, dentro Castel dell'Ovo". </span><br /><br /><span style="font-size: medium;">In <i>Anteprima nazionale</i>, invece, Evangelisti è presente con <i>Capobastone</i>, racconto nel quale descrive un'Italia futura da incubo, dove la criminalità organizzata è stata definitivamente "sdoganata" e governa il Paese: "Si è fatta le proprie leggi, è rappresentata in Parlamento – spiega lo scrittore bolognese – da diversi partiti ideologicamente affini tra loro (Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Striddia) e ha conquistato il massimo consenso tra gli italiani dando loro ciò che volevano". </span><br /></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b>Proprio questa mi sembra la notazione più disperata e agghiacciante. Come è nato questo approccio così feroce nei confronti dell'esistente?</b><br />"L'ispirazione iniziale viene da un vecchio romanzo di fantascienza di Cyril M. Kornbluth, intitolato in italiano <i>Non è ver che sia la mafia…</i> (sottinteso: "il peggior di tutti i mali"). Vi si narra di un dominio futuro di Cosa Nostra sugli Stati Uniti, con quasi generale soddisfazione. Il romanzo mi è tornato più volte in mente nel constatare che tanti italiani votavano e votano con entusiasmo politici notoriamente corrotti o legati alla malavita organizzata. In una situazione simile, il problema non sono i mafiosi, ma chi vota per loro. Mettiamo che la percentuale cresca e si arriverà, senza troppi sforzi di immaginazione, a uno stato di cose quale quello che prospetto io". <br /><br /><b>Come ha sviluppato l'idea di partenza del racconto?</b><br />"Partendo dalla mentalità che oggi domina in Italia: l'essere subordinato all'avere. Così si votano anche criminali, a tutela dei propri interessi immediati. I dati da cui partire li avevo sotto gli occhi: un clima strano, a metà tra la commedia e il cinismo diffuso, la crudeltà e l'amoralità dilaganti, la voglia di arraffare assurta a ideologia condivisa. Tutto è effimero, corrotto, triviale. Non ho dovuto sforzare troppo la mia immaginazione". <br /><br /><b>Il curatore Giorgio Vasta scrive nella sua introduzione che "L'Italia è tratta da una storia vera". Lei che ne pensa?</b><br />"L'Italia odierna offre uno spettacolo penoso, che all'estero è osservato con irridente simpatia. Siamo tornati ai mandolini, alle storie pecorecce, ai furori nazionalistici e ai fervori clericali. Poi nessuno crede in nulla, ma l'importante è che la commedia continui. Nei confronti di questo Paese provo un sentimento tra l'indignato e il divertito. Ne deriva una sorta di sarcasmo, da non confondere con il distacco, che mi aiuta a sopportare l'insopportabile. Un narratore può rendere vivi tali sentimenti e farvi partecipare più gente di quanto sia in grado di fare uno studioso. Sullo stesso piano si pone, quando ne ha voglia, il giornalista, solo che l'operazione, per lui, dura un solo giorno, o una sola settimana. Un libro, invece, dura più a lungo". <br /><br /><b>Mi hanno colpito, nel suo racconto, quei passaggi nei quali parla di "azzeramento della storia" e dell'eterno presente dei reality show, che lei definisce come "una specie di passaggio obbligato per la politica"…</b><br />"Reality show? Non dimentichiamo che, in Italia, due comunisti hanno di recente ottenuto affermazioni clamorose: Vladimir Luxuria all'<i>Isola dei famosi</i> e Marco Baldini a <i>La fattoria</i>… Ovviamente scherzo, ma non vi è dubbio che la televisione abbia dilagato nella società e le abbia dettato modelli e scale di valori. In un certo senso, politica e televisione sono venute a coincidere. Ciò provoca un automatico e sottile azzeramento della memoria storica. Esiste solo ciò che passa sul piccolo schermo, e chi contesta ciò lo fa dal piccolo schermo, cioè dal territorio in teoria nemico". <br /><br /><b>Cosa c'è, invece, nel futuro di Valerio Evangelisti, dopo <i>Anteprima nazionale</i>?</b><br />"Oltre al nuovo capitolo di Eymerich, attualmente sto scrivendo il "prequel" di <i>Tortuga</i>, il mio recente romanzo sui pirati: s'intitola <i>Veracruz</i>. Inoltre, è da poco uscita una nuova collana mondadoriana da edicola, Epix, con un volume dedicato a una mia antologia, <i>Acque oscure</i>, comprendente anche <i>Gocce nere</i>, un mio romanzo breve inedito. Contemporaneamente ad <i>Anteprima nazionale</i>, infine, è in libreria un'altra antologia, <i>Italia underground</i>, a cura di Angelo Mastrandrea, edita da Sandro Teti: nel mio breve racconto immagino il Paese intero divenuto sede di un reality show su scala planetaria, con il resto del mondo che scommette sulle famiglie italiane per vedere se riusciranno a cavarsela".<br /></span></div><div><span style="font-size: medium;"><br /></span><p></p><p style="text-align: right;"><b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b><span style="font-size: medium;"></span></p></div>Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-64751872874468372072021-03-25T01:04:00.001+01:002022-04-19T15:54:00.081+02:00ECCO IL SAGGIO DI DIEGO DEL POZZO SUL MARVEL CINEMATIC UNIVERSE<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> <br /></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV7EWOA-GK5e3rfO4CMxCITknbcNjhtlRgYiIzf3jc9p9jYJB1WtxcdOuPv799giJiyxwo81o3ig4DHshTkgwKz2T8NNREXNPB09aLBTplMnHV51LZyfQ5-b0QRt7Fi3uu6S7BS_PktA/s2048/CopertinaMioLibroMarvelCinematicUniverse.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1329" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV7EWOA-GK5e3rfO4CMxCITknbcNjhtlRgYiIzf3jc9p9jYJB1WtxcdOuPv799giJiyxwo81o3ig4DHshTkgwKz2T8NNREXNPB09aLBTplMnHV51LZyfQ5-b0QRt7Fi3uu6S7BS_PktA/w259-h400/CopertinaMioLibroMarvelCinematicUniverse.jpg" width="259" /></a></b></div><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><br /></b><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Napoli, 23 marzo 2020
– </b>Dal campione
d’incassi globale <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Avengers: Endgame</i>
alle nuove serie-fenomeno di Disney+ <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">WandaVision</i> </b>e<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> <i style="mso-bidi-font-style: normal;">The Falcon and the Winter
Soldier</i></b>, il Marvel Cinematic Universe espande ulteriormente i propri
confini e si ripropone, dopo la pausa imposta dalla pandemia da Covid-19, come il
più vasto e coraggioso esperimento narrativo seriale dell’intera storia del
cinema e dei media audiovisivi. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Da
giovedì 25 marzo</b>, arriva in libreria e negli store online un nuovo saggio
che ne ripercorre la storia e ne analizza le caratteristiche culturali,
linguistiche e produttive, a partire dalle origini fumettistiche fino agli
attuali sviluppi transmediali. Edito da CentoAutori nella collana Pop &
Cult, il libro (288 pagine, 16.50 euro) s’intitola<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Marvel Cinematic Universe. Dal
fumetto agli audiovisivi digitali: i film di supereroi tra convergenza mediale
e nuova serialità</b></i>. Lo ha scritto <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Diego
Del Pozzo</b>, giornalista e storico del cinema e dell’audiovisivo, con
prefazione del sociologo dei media Gino Frezza, tra i massimi studiosi italiani
dei rapporti tra fumetto e audiovisivi.</span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Basato
sulle avventure dei supereroi della casa editrice americana Marvel Comics, il
Marvel Cinematic Universe finora è composto da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">ben ventitré film</b> realizzati tra il 2008 e il 2019, con un’unica
maxi-trama che li unisce di capitolo in capitolo e, al tempo stesso, li lancia
già verso il futuro. Ai film s’affiancano <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">una
quindicina di serie televisive</b>, distribuite attraverso network tradizionali
come Abc o piattaforme streaming come Netflix, Hulu o Disney+, ma <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">anche webseries e inedite clip narrative
integrative</b>. Tutti questi prodotti audiovisivi, grazie anche alla potenza
di fuoco della Disney, che nel 2009 ha acquistato la Marvel e i suoi
personaggi, hanno cambiato l’industria audiovisiva facendo segnare <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">nuovi record globali</b>, rendendo il
genere supereroico un <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">autentico fenomeno
di massa </b>e ridefinendo<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> </b>in senso <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">seriale e transmediale</b> le
caratteristiche del <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">blockbuster
hollywoodiano</b>.</span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Il
libro ripercorre <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">le radici, le origini e
lo sviluppo</b> di questo fenomeno audiovisivo unico, fino alla definitiva
consacrazione, evidenziandone le peculiari caratteristiche linguistiche e
culturali, senza dimenticare il medium primario dal quale tutto ha avuto
inizio, il fumetto, negli Stati Uniti degli anni trenta e quaranta del
Novecento e poi con l’uscita nel 1961 dell’epocale primo numero di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Fantastic Four</i>, l’albo utilizzato da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Stan Lee e Jack Kirby</b> per porre le basi
dell’universo fumettistico Marvel, cresciuto nel corso dei decenni grazie a
personaggi indimenticabili come gli stessi Fantastici Quattro, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Spider-Man</b>, Hulk, Captain America, gli <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">X-Men</b>, Daredevil, gli Avengers e tanti
altri, capaci di rivoluzionare la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">pop
culture</i> contemporanea. L’itinerario dell’autore approda agli exploit
cinematografici di inizio Terzo millennio (dal primo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">X-Men</i> di Bryan Singer alla trilogia di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Spider-Man</i> di Sam Raimi) e, quindi, all’analisi approfondita del
Marvel Cinematic Universe, dalla nascita nel 2008 alla sua crescita enorme
sotto la guida sicura del produttore <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Kevin
Feige</b>, oggi tra gli uomini più potenti dell’industria cinematografica
globale e tra i responsabili dell’apertura di una nuova fase nella storia del
cinema e dei media audiovisivi.</span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">Dalla
prefazione di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Gino Frezza</b>: «<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Diego Del Pozzo conduce il lettore per mano
in questa indagine che è, altresì, un viaggio a più mete, dentro una storia
capillare, composta di mille episodi e probabilità talora concorrenti e
alternative, ma completa ed esauriente. Con un tale lavoro di analisi e di
puntuale e dimostrata ricostruzione, momento per momento, in ognuna delle sue
complesse fasi, l’autore di questo libro offre al suo lettore una panoramica
essenziale, di grande utilità e accurata precisione e, soprattutto, avvincente
come il suo oggetto di studio</i>».</span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">«<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Questo libro</i> – <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">spiega l’autore Diego Del Pozzo</b> – <i style="mso-bidi-font-style: normal;">nasce dalla mia passione personale per i personaggi a fumetti della
Marvel, con i quali sono cresciuto leggendoli fin da quando ero ragazzino,
durante gli anni settanta del Novecento. Quelle storie mi hanno poi
accompagnato nel corso dei decenni, finché non le ho ritrovate, all’alba del
Terzo millennio, trasposte in modo finalmente convincente <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">sul grande e sul piccolo schermo</b>. Al libro, però, sono arrivato non
soltanto per passione, dato che da anni incrocio questi personaggi e le loro
storie nei miei studi sul cinema, sulla serialità e sugli intrecci tra vecchi e
nuovi media. La pubblicazione di questo volume coincide con l’inizio della mia
direzione della <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">collana Pop & Cult</b>,
edita dalla dinamica casa editrice napoletana CentoAutori, con la quale c’è
perfetta unità d’intenti nel voler proporre ai lettori una saggistica che
sappia abbinare un approccio piacevolmente divulgativo al rigore scientifico
delle analisi e dei contenuti</i>».</span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNormal" style="line-height: 115%; margin-right: -.05pt; text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">L’autore</b></span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">Diego Del Pozzo è giornalista, storico e
critico cinematografico, studioso di comunicazione e media audiovisivi. Attualmente
insegna Storia del cinema e del video presso l’Accademia di Belle Arti di
Bologna ed è docente a contratto presso l’Università degli studi di Napoli <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Federico II</i> e l’Accademia di Belle Arti
di Napoli. È autore di una tra le prime monografie in lingua italiana dedicate
al fenomeno della serialità televisiva statunitense, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ai confini della realtà –
Cinquant’anni di telefilm americani</i></b> (Lindau, 2002). Inoltre, ha curato
(assieme a Vincenzo Esposito) i volumi <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Rock Around the Screen. Storie di cinema e
musica pop</i></b> (Liguori, 2009) e <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il cinema secondo Springsteen</i></b>
(Mephite-Cinemasud, 2012). Ha pubblicato numerosi saggi in volumi collettivi,
cataloghi di festival, dizionari tematici e riviste specializzate come <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Cinemasessanta</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Sentieri selvaggi</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Cinemasud</i>,<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> Fata Morgana</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Quaderni di cinema</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Lo
Straniero</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Quaderni del CSCI</i>. Ha
collaborato con l’Istituto della Enciclopedia Italiana per l’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Enciclopedia del Cinema </i>Treccani diretta
da Enzo Siciliano. Scrive di cinema, audiovisivi e fumetti nelle pagine di
Cultura e Spettacoli del quotidiano <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Il
Mattino</i>.</span></span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-size: 12.0pt;"></span></span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">La
collana Pop & Cult</span></b></span></p><span style="font-family: arial;">
</span><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;">I
saggi di questa collana analizzano e raccontano <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">i fenomeni e i miti dei media e dell’immaginario contemporaneo</b>
italiano e internazionale, abbinando approccio divulgativo e rigore scientifico
delle analisi, scrittura piacevole e serietà dei contenuti, per scoprire o
riscoprire, anche <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">da punti di vista
inediti</b>, storie e protagonisti, avventure e personaggi di cinema, serie tv,
fumetti, videogiochi, grandi classici e nuove frontiere dell’entertainment e
delle narrazioni popolari. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">La collana è
diretta da Diego Del Pozzo</b> e ha un <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">comitato
scientifico</b> composto da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Simone
Arcagni</b> (Università degli studi di Palermo), <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Anna Bisogno</b> (Università <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mercatorum</i>),
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Stefania Carini</b> (Università <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Cattolica del Sacro cuore</i> di Milano), <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Carmela Bruna Mancini</b> (Università della
Calabria), <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Anna Masecchia</b>
(Università degli studi di Napoli <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Federico
II</i>), <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Pako Massimo</b> (Accademia di
Belle arti di Napoli), <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Roy Menarini</b>
(Università <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Alma Mater Studiorum</i> di
Bologna), <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Matteo Pollone</b> (Università
degli studi di Torino), <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Mario Tirino</b>
(Università degli studi di Salerno).</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJM213nI1iR56bz_YTEEvZVs1vssq3YEJ5mTueXhjnbG45Fa9l3ZjCOEMdcVCefx8AudKJ0I96WD6li2_1U3xgfn7eHr2M-pgZULWiaVrr7T4euncZBtXzXSlQGoGL89oZqHFxa_p6VA/s940/banner_facebook_square.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="940" data-original-width="940" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJM213nI1iR56bz_YTEEvZVs1vssq3YEJ5mTueXhjnbG45Fa9l3ZjCOEMdcVCefx8AudKJ0I96WD6li2_1U3xgfn7eHr2M-pgZULWiaVrr7T4euncZBtXzXSlQGoGL89oZqHFxa_p6VA/w400-h400/banner_facebook_square.png" width="400" /></a></div><br /> <p></p>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-50402205890517895302019-11-23T20:59:00.000+01:002019-11-23T21:00:46.695+01:00L'INDUSTRIA DEI COMICS HA SPEZZATO IL CUORE DI ALAN MOORE!<div data-contents="true">
<div class="" data-block="true" data-editor="7mh85" data-offset-key="an2s2-0-0" style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNZIXmQRg8wGJu3k8GVeiEEk1H2RlhyUPEYi-wGCkAU3ssTezoopGU4vsFIAYklGnOEcq3Ojtt8lo-VDBvS5pWlpH0Ejxf0G6Rg5Nnm-vHgdy5wghdko9411V8sxfePZWsx9wgWKKMkw/s1600/alan-moore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="821" data-original-width="1200" height="218" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgNZIXmQRg8wGJu3k8GVeiEEk1H2RlhyUPEYi-wGCkAU3ssTezoopGU4vsFIAYklGnOEcq3Ojtt8lo-VDBvS5pWlpH0Ejxf0G6Rg5Nnm-vHgdy5wghdko9411V8sxfePZWsx9wgWKKMkw/s320/alan-moore.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alan Moore</td></tr>
</tbody></table>
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="i9vo-0-0">
<span data-offset-key="an2s2-0-0"><span data-text="true"><b>Di Diego Del Pozzo</b><br /><br />C'è questo interessantissimo e tristissimo articolo tratto da <a href="https://www.bleedingcool.com/2019/11/22/leah-moore-how-comics-broke-alan-moore/?fbclid=IwAR1gVhYtdKl8Fdf2VSAx1W4Ki7dGTTtQ7sfYL6AIfh4h_C6iSi5qsZZ-R9A" target="_blank"><i>Bleeding Cool</i></a> (e segnalatomi dall'amico </span></span><span class="_247o" data-offset-key="an2s2-1-0" spellcheck="false" start="104"><span data-offset-key="an2s2-1-0"><span data-text="true">Raffaele De Fazio</span></span></span><span data-offset-key="i9vo-0-0"><span data-text="true">) che rimette nella giusta prospettiva l'avversione totale di Alan Moore verso l'industria dei comics e le sue frequenti dichiarazioni contro, per esempio, le trasposizioni delle sue opere in altri media.<br />Nell'articolo, l'autore Rich Johnston riporta una serie di tweet di due giorni fa scritti da Leah Moore, la figlia del creatore di <i>Watchmen</i> e <i>V for Vendetta</i>. E Leah, con toni francamente struggenti e con un utilizzo ripetuto del verbo "to break" (rompere, spezzare; ma anche rompersi, spezzarsi) fa emergere il quadro di un innamorato distrutto nel proprio animo (oltre che di un uomo molto diverso dall'immagine cupa che ne danno comunemente i media).<br />Ma Leah Moore, soprattutto, lascia i lettori con un'unica, sconvolgente domanda-riflessione: se il cuore di Alan Moore non fosse stato distrutto da quella stessa industria alla quale lui aveva dato tutto, probabilmente oggi non avremmo avuto film e serie tv tratti dalle sue opere, ma al tempo stesso avremmo potuto leggere altri trent'anni e oltre (perché di questo stiamo parlando, di quasi quattro decenni) di storie dei supereroi di Marvel e DC Comics scritte da quello stesso autore che a metà anni Ottanta rinnovò per sempre quel particolare genere narrativo e lo rese adulto senza per questo farne sparire la magia.<br />Mi chiedo, allora (ma la domanda è chiaramente retorica): ne è davvero valsa la pena?</span></span><br />
<div style="text-align: right;">
<b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
<span data-offset-key="i9vo-0-0"><span data-text="true"></span></span></div>
</div>
</div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-79516922252342317412019-11-12T19:03:00.001+01:002019-11-23T20:59:47.946+01:00CIRO DI MARZIO È VIVO! E "GOMORRA" DIVENTA TRANSMEDIALE<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY6PX2dmYokeMWIp6ixMUfeEyled1AE8AoGnmUAct5crjQPe2YW8X_CYVw6_nwMF9_qMFKUqMRt8-1w2E3IjKwDr12tlfVvcfeafBpRvZfW2LhpqSFy6_r29jsU8M7kHggrvBzBJXdcA/s1600/gomorra-3-sky-on-demand-venerdi-1-dicembre_ori_crop_MASTER__0x0_1553853021826-ka0D-RjQ3IP6HRKLciGH8py9nKjK-590x445%2540Corriere-Web-Sezioni.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="443" data-original-width="589" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiY6PX2dmYokeMWIp6ixMUfeEyled1AE8AoGnmUAct5crjQPe2YW8X_CYVw6_nwMF9_qMFKUqMRt8-1w2E3IjKwDr12tlfVvcfeafBpRvZfW2LhpqSFy6_r29jsU8M7kHggrvBzBJXdcA/s320/gomorra-3-sky-on-demand-venerdi-1-dicembre_ori_crop_MASTER__0x0_1553853021826-ka0D-RjQ3IP6HRKLciGH8py9nKjK-590x445%2540Corriere-Web-Sezioni.jpg" width="320" /></a><b>Di Diego Del Pozzo</b><br />
<br />
Che Ciro Di Marzio sarebbe sopravvissuto alla sua presunta morte di fine terza stagione lo dissi immediatamente dopo quell'indimenticabile sequenza di <i>Gomorra - La serie</i>. E l'ho ribadito più volte nel corso dei mesi (nonostante la sua assenza nel corso della quarta annata), perché ero convinto che gli autori non si sarebbero lasciati sfuggire l'opportunità di coinvolgere anche l'iconico personaggio interpretato da Marco D'Amore nello showdown conclusivo della serie, fianco a fianco con l'amico di sempre Genny Savastano di Salvatore Esposito. D'altra parte, la quinta stagione dovrebbe essere l'ultima e, come tale, dovrebbe portare a compimento tutte le trame della più importante serie di genere crime mai realizzata in Italia. E, per farlo degnamente, Ciro e Genny dovranno necessariamente essere in scena!<br />
Oggi, il nuovo trailer del lungometraggio d'esordio di D'Amore come regista, l'attesissimo <i>L'Immortale</i> (nei cinema italiani dal 5 dicembre, distribuito da Vision), ufficializza la questione: Ciro Di Marzio è vivo e, dopo un anno o poco più trascorso in Lettonia a rimettersi in sesto e riacquistare potere criminale, è pronto a dire la sua durante la quinta stagione di <i>Gomorra - La serie</i>.<br />
La cosa davvero interessante di questa operazione filmica, però, è un'altra. Il ritorno dell'Immortale anche nel presente e non soltanto nel passato, infatti, fa del film a tutti gli effetti un episodio extralarge ed extralusso della serie tv, un "ponte" ideale tra quarta e quinta stagione sviluppato secondo le tecniche del transmedia storytelling come mai era stato fatto prima in Italia; e come poche altre volte, a questi livelli, è stato tentato finora anche a livello internazionale (mi vengono in mente alcuni intrecci transmediali tra una serie come <i>Marvel's Agents of S.H.I.E.L.D.</i> e film come <i>The Avengers</i> o <i>Captain America: The Winter Soldier</i> all'interno del Marvel Cinematic Universe), certamente con esiti drammaturgici ben distanti da quelli che dovrebbero scaturire dall'incrocio tra <i>L'Immortale</i> e <i>Gomorra - La serie</i>, che a questo punto possiamo iniziare a considerare come tasselli di un più ampio e crossmediale "Gomorra Cinematic Universe", pronto magari per essere sviluppato in futuro in direzioni oggi ancora non preventivabili, anche dopo la conclusione della serie-madre.<br />
<div style="text-align: right;">
<b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
</div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-18186844388376940842019-11-09T19:48:00.001+01:002019-11-23T21:00:05.241+01:00LA CINETECA DI BOLOGNA RICORDA FRANCO LA POLLA (E ANCHE IO)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoij4PuP9gcXX964pnK0njfdgEPsTO6XCtI1eFe3h04Lc5tppUH1dJGeWa9QGrE0TJmUbNNnuxW4T3bH4Mbft79JgoleV6rLIAKClSrmKD-POb-d-BzIOjhHh0IQ1JecQkgsrgf7xc3A/s1600/FrancoLaPolla.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1024" data-original-width="978" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoij4PuP9gcXX964pnK0njfdgEPsTO6XCtI1eFe3h04Lc5tppUH1dJGeWa9QGrE0TJmUbNNnuxW4T3bH4Mbft79JgoleV6rLIAKClSrmKD-POb-d-BzIOjhHh0IQ1JecQkgsrgf7xc3A/s320/FrancoLaPolla.jpeg" width="305" /></a></div>
<b>Di Diego Del Pozzo</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Che bella, la rassegna organizzata in questi giorni (fino a venerdì 15) dalla Cineteca di Bologna per ricordare il grande Franco La Polla!<br />
Sono trascorsi ormai più di dieci anni da una scomparsa decisamente prematura, che ha lasciato un vuoto enorme nella cultura (non soltanto cinematografica) italiana.<br />
La grandezza dello studioso non ha bisogno di troppe parole. L'unicità del personaggio, anche dal punto di vista umano, invece può essere ben testimoniata anche dallo strano modo nel quale lo conobbi personalmente, dopo essermi formato (direi innamorato) da studente di Storia del cinema sui suoi libri.<br />
Nella primavera del 1997, ormai laureato già da un po' e collaboratore della cattedra di Storia del cinema dell'Orientale di Napoli, stavo lavorando all'organizzazione di una lunga rassegna cinematografica all'aperto (<i>Strange Days, Strange Nights</i>) che si sarebbe poi tenuta nei mesi di luglio e agosto nel parco pubblico di Aversa, cittadina in provincia di Caserta. Tra i film che avevo scelto c'era anche <i>Star Trek: First Contact</i>, al quale intendevo dedicare una serata a tema ben oltre la semplice proiezione. Così, attraverso l'amico comune Andrea Plazzi, contattai Franco e lo invitai per presentare il fantastico libro che aveva pubblicato l'anno prima proprio per la casa editrice di Andrea, la mitica PuntoZero di Bologna (il libro, ovviamente, è <i>Star Trek - Foto di gruppo con astronave</i>). Lui accettò subito e, quando giungemmo al giorno della proiezione e al suo arrivo in treno ad Aversa, non si scompose minimamente, nonostante il mio imbarazzo, di fronte all'austera sistemazione nell'alberghetto a tre stelle nei pressi della stazione ferroviaria (all'epoca, l'unico della cittadina normanna). La serata fu memorabile, con questo grande studioso che presentò da par suo il libro e il film di fronte a una rumorosa platea da arena all'aperto (c'erano almeno 600-700 persone, ansiose di vedere il film ma rapite dal suo eloquio!), divertendosi molto perché per tutto il tempo gli fecero da cornice scenografica i membri dello STIC (lo Star Trek Italian Club) rigorosamente in divisa ufficiale della Flotta Stellare.<br />
Dopo quell'incontro, con Franco nacque una bella, sincera e disinteressata frequentazione amicale, portata avanti negli anni soprattutto via email e rinsaldata da periodiche chiacchierate di persona durante festival e iniziative cine-culturali in giro per l'Italia. Nel 2002, poi, ebbi da lui il gigantesco onore di avere la sua prefazione - semplicemente meravigliosa, nei toni e nel contenuto - per aprire il mio libro sulle serie tv, <i>Ai confini della realtà. Cinquant'anni di telefilm americani</i>. E, a conferma del suo spessore umano, Franco accompagnò il testo con alcuni preziosi consigli più privati, che ancora conservo nella mia memoria.<br />
La scomparsa di Franco La Polla nel 2009 è stata davvero un bruttissimo colpo per la comunità degli studiosi di cinema e audiovisivo, perché - come ha opportunamente sottolineato qualche giorno fa Roy Menarini in un suo ricordo qui su Facebook - al di là della grandezza e unicità dell'uomo da un esegeta raffinato e colto come lui in questi anni ci sarebbero arrivate certamente tante altre analisi e intuizioni originali e inattese sul panorama in continua mutazione dei media audiovisivi; analisi che, invece, ci sono state purtroppo negate.<br />
------------------------------------------------<br />
Qui, ecco la breve descrizione-introduzione della rassegna bolognese, dal sito della Cineteca: "<i>Dieci anni fa scompariva Franco La Polla, professore americanista, critico cinematografico, storico del cinema hollywoodiano, per diverse generazioni una luce guida nella scoperta del cinema degli Stati Uniti. La passione americana di La Polla era un’autentica passione culturale e sentimentale, sostenuta sempre dall’analisi critica e dall’ironia, per questo così contagiosa e di lunga eco. La breve rassegna, che vuole servire anche come invito a rileggere i suoi scritti, offre incursioni nella Hollywood classica, nel musical, nel new american cinema, con in più un omaggio al prediletto Truffaut</i>" (<u>http://www.cinetecadibologna.it/lapolla2019</u>).</div>
<div style="text-align: right;">
<b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-74635021303827933402019-10-05T11:48:00.000+02:002019-10-05T11:48:57.786+02:00GRAPHIC JOURNALISM: RIZZO & BONACCORSO "... A CASA NOSTRA"<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 14.0pt;"></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 14.0pt;">Nell’ambito della manifestazione “Ricomincio dai libri”, alle 18 alla fondazione FoQus nei
Quartieri spagnoli di Napoli, lo sceneggiatore Marco Rizzo presenta assieme a Laura
Marmorale e Paquito Catanzaro il suo nuovo, notevole graphic novel <i>… A casa nostra –
Cronaca da Riace</i>, scritto da lui e disegnato da Lelio Bonaccorso per
Feltrinelli Comics (112 pagine a colori, 16 euro).</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRtDABBa01Mmb0TFPsHGjYRUCcYiTsZHHvhoxhQ_JueA-0PPpM8NEtu8TJj9AWfBAINWY_aPV9zpoUVef4q4JK7Ry0WkBPkgWWBATP3HconStWwi9DdOIhewbvfubOwKxGmalsqo4RYg/s1600/ACasaNostraCronacaDaRiace-Copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1080" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRtDABBa01Mmb0TFPsHGjYRUCcYiTsZHHvhoxhQ_JueA-0PPpM8NEtu8TJj9AWfBAINWY_aPV9zpoUVef4q4JK7Ry0WkBPkgWWBATP3HconStWwi9DdOIhewbvfubOwKxGmalsqo4RYg/s200/ACasaNostraCronacaDaRiace-Copertina.jpg" width="135" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 14.0pt;">In questo seguito ideale del
loro precedente lavoro, <i>Salvezza</i>, Rizzo e Bonaccorso tornano a raccontare
storie di migranti e immigrati in fuga dall’Africa verso l’Italia. Ma stavolta,
la loro inchiesta a fumetti (perché <i>… A casa nostra – Cronaca da Riace</i> è un
ottimo esempio di graphic journalism) lascia la nave Aquarius e il mar
Mediterraneo per approdare in Calabria, una tra le regioni italiane meridionali
dove più drammatica è l’assenza di futuro per i suoi giovani e, al tempo
stesso, più vivace è la rete dell’accoglienza verso chi arriva in Italia alla
ricerca della salvezza o di un’esistenza migliore.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 14.0pt;">Gli autori, con un’intervista
a Mimmo Lucano e le testimonianze di migranti e operatori, ricostruiscono così
vicende di successi e tragedie, incubi burocratici e orrori quotidiani,
concentrandosi in particolare su tre esempi di accoglienza “all’italiana”: quel
“modello Riace” ormai smantellato, il caso virtuoso di Gioiosa Ionica e il buco
nero dei diritti della baraccopoli di San Ferdinando a due passi da Rosarno. </span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 14.0pt;"></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: "times new roman" , "serif"; font-size: 14.0pt;"></span><b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-63619796997990517172019-09-28T17:54:00.000+02:002019-10-05T11:48:43.479+02:00"FRIENDS" COMPIE 25 ANNI (DAL MIO LIBRO DEL 2002)<div style="text-align: justify;">
Qui sotto riporto il paragrafo che nel 2002 dedicai a <i>Friends</i> nel mio libro <i>Ai confini della realtà. Cinquant'anni di telefilm americani</i>, edito da Lindau. Con la riproposizione di questo testo, celebro anch'io i venticinque anni dalla prima messa in onda della serie che, lo ricordo a chi legge, all'epoca dell'uscita del libro era ancora in programmazione. Buona lettura! <br />
<i>(d.d.p.) </i><br />
<br />
----------------------------------------------------------<br />
<br />
<b>La definitiva dissoluzione della famiglia: <i>Friends</i> <br /> Di Diego Del Pozzo <br /> (tratto da <i>Ai confini della realtà. Cinquant'anni di telefilm americani</i>, Lindau, 2002 - Pagg. 177-180)</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Stati Uniti, anni ’90: la famiglia tradizionale, in pratica, non esiste più. Il tessuto sociale sempre più disgregato ha la sua prima «vittima» proprio nel nucleo che – nella percezione comune – ne rappresenterebbe il punto di partenza e il fine ultimo: quello familiare costituito da padre, madre, figli, magari simpatici animaletti. Record di divorzi, figli sempre prima fuori dalle mura domestiche per studiare oppure (provare a) lavorare, intere vite da single coerenti con la scelta di privilegiare le carriere rispetto agli affetti, unioni omosessuali e «famiglie di fatto» provocano una mutazione completa nella percezione stessa dell’istituzione che, dai tempi dei padri fondatori al secondo dopoguerra, si credeva inattaccabile.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicegNKBW1pi4Q7nr8wSOOoJNSzwGNs5aFDegmPWm0hAzVHIDoSE4OfCBRC-H7a4l9bwE21mua6nZ5WiZQSSc3ASR3HLtjrgVuH1svFZU_d9bPZmJ1-uycvMrN19-kctwPbnbHjqO1RTA/s1600/friendscast.0.0.1429818191.0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="1200" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicegNKBW1pi4Q7nr8wSOOoJNSzwGNs5aFDegmPWm0hAzVHIDoSE4OfCBRC-H7a4l9bwE21mua6nZ5WiZQSSc3ASR3HLtjrgVuH1svFZU_d9bPZmJ1-uycvMrN19-kctwPbnbHjqO1RTA/s320/friendscast.0.0.1429818191.0.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Anticipato, per certi versi, dall’ottima serie di Marshall Herskovitz e Edward Zwick <i>Thirty Something</i> (id., 1987), il programma televisivo che meglio fotografa tale situazione è, naturalmente, una sit-com, genere «casalingo» per eccellenza: si tratta di <i>Friends</i> (id., 1994), creato da David Crane e Marta Kauffman, prodotto dalla Warner Bros. per la NBC, che lo trasmette a partire dal 22 settembre 1994. È fin dall’inizio un grande successo di critica e, soprattutto, di pubblico, a dimostrazione di quanto lo show sia ben inserito nel proprio tempo. Attualmente, addirittura, l’audience media per ogni episodio si aggira sui 25 milioni di spettatori e fa entrare <i>Friends</i> regolarmente nella «Top Five» dei programmi più visti degli Stati Uniti.</div>
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Al centro del telefilm c’è, appunto, una famiglia allargata in perfetto stile anni ’90. La compongono i sei giovani protagonisti: la cameriera bionda Rachel Karen Green (interpretata da Jennifer Aniston), il nevrotico paleontologo divorziato Ross Geller (David Schwimmer), la sua maniacale sorella cuoca (nonché coinquilina di Rachel) Monica Velula Geller (Courteney Cox), la svampita e bizzarra cantautrice «new age» Phoebe Buffay (Lisa Kudrow), il simpatico Chandler Bing (Matthew Perry) con problemi nei confronti dell’altro sesso e il suo belloccio coinquilino aspirante attore Joey Tribbiani (Matt LeBlanc). I ragazzi, trentenni, vivono a New York, nella zona del Village, dove si trovano, l’uno di fronte all’altro, l’appartamento di Rachel e Monica e quello di Joey e Chandler, ma anche il ritrovo abituale del gruppo: il Central Perk, il locale dove si esibisce Phoebe e il cui stesso nome è fonte di divertenti giochi di parole.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Friends</i> ridà nuova linfa al genere sit-com e ne detta le regole per l’immediato futuro, nell’unico modo ormai possibile: giocando col pluridecennale passato della commedia televisiva, con i suoi cliché e «tipi» ormai entrati nella quotidianità degli spettatori. «Amori, amicizie, lavoro, rapporti con i genitori, omosessualità vengono presentati a un pubblico smaliziato con la tecnica del sottotesto esplicito, cioè mettendo in evidenza i meccanismi e giocando con i generi frequentati» (Andrea Bordoni, Matteo Marino, <i>Tutto quello che avreste voluto sapere su… Friends</i>, Lindau, Torino 2000, p. 9.). È così che le tematiche classiche della sit-com, quella della famiglia in primis, vengono rielaborate all’insegna della contemporaneità. Quindi, diventa normale lo spostamento di fuoco, evidentissimo fin da un titolo che «testimonia l’affermarsi della tendenza di mettere in primo piano le famiglie clan, gruppi di amici solidali che si sostengono e si consigliano nei momenti di bisogno, dividendo gioie e problemi» (<i>Ivi</i>).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimzJsttF0Uzju0Vy61uvXm085rtLj81A_2-V1RTZZSUnUhz6QJjdQ67LgX0o0mICz8oS82280ZvmELKnZtAgZ4ya1sOKDlBsNmJg76r8ZwCmq0kLHL9uS6kNAWZ88dv_vqQ_qZLwcykg/s1600/AiConfiniDellaRealt%25C3%25A0-Cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="710" data-original-width="451" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimzJsttF0Uzju0Vy61uvXm085rtLj81A_2-V1RTZZSUnUhz6QJjdQ67LgX0o0mICz8oS82280ZvmELKnZtAgZ4ya1sOKDlBsNmJg76r8ZwCmq0kLHL9uS6kNAWZ88dv_vqQ_qZLwcykg/s320/AiConfiniDellaRealt%25C3%25A0-Cover.jpg" width="202" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
D’altra parte, il processo è chiarissimo: la famiglia-tipo americana degli anni ’50 – i Nelson, più che i Ricardo – inizia a scricchiolare sinistramente vent’anni dopo, quando <i>Happy Days</i> la descrive con la sensibilità settantesca e, per esempio, fa entrare nel salotto buono il classico teppista con tanto di giubbotto di pelle nera (anche se Fonzie è un bullo dal cuore d’oro); nel decennio ’90, infine, il gruppo di amici – che già nella serie di Garry Marshall diventava, spesso, la causa scatenante di piccole frizioni tra i Cunningham – si sostituisce completamente al nucleo familiare tradizionale: la ribelle Joanie – più che suo fratello Richie – è cresciuta, ha abbandonato il giovane marito Chachi e lasciato Milwaukee per New York, dove cerca di arrangiarsi come può, sia in campo lavorativo che in quello affettivo; la famiglia è lontana e, in caso di bisogno, può contare soltanto sui propri fedeli amici. Il carattere di sequel generazionale di <i>Happy Days</i>, d’altra parte, <i>Friends</i> lo dichiara fin dal primo episodio, «Matrimonio mancato» («The One Where Monica Gets a New Roommate»), dove Rachel – poco dopo essere fuggita dall’altare (ancora in abito bianco) ed essersi rifugiata in casa di Monica – s’immalinconisce guardando l’ultima puntata del telefilm di vent’anni prima, cioè proprio quella in cui Joanie e Chachi si sposano. I tempi sono cambiati, dunque: mentre prima si convolava a nozze felici, adesso è il momento di ridefinire amore e amicizia su basi completamente differenti.</div>
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La post-modernità di <i>Friends</i>, in ogni caso, si evince anche da altri particolari: dai titoli di ciascun episodio, per esempio, che iniziano sempre con «The One Where…» («Quello dove…») oppure «The One With…» («Quello con…»), proprio per giocare con la situazione-tipo del fan che, quando ricorda un episodio della sua serie preferita, non lo fa mai attraverso il titolo ma dall’avvenimento contenuto in quel segmento (nel caso di <i>Happy Days</i>, un buon esempio potrebbe essere «Quello con la sfida tra Mork e Fonzie»); oppure, dalle tante comparsate di notissimi attori hollywoodiani, spesso nei panni di se stessi (tra i tanti, basti citare Julia Roberts, Robin Williams, Isabella Rossellini). Ma anche la celeberrima sigla <i>I’ll Be There for You</i> cantata dai Rembrandts, oltre che come classica canzone d’amore può essere letta pure come invito rivolto ai telespettatori più o meno fedeli, per chieder loro di sintonizzarsi sullo show anche la settimana successiva. I versi, infatti, tradotti in italiano, recitano: «Sarò là per te, come lo sono stato prima; sarò là per te, perché anche tu sei là per me»; quasi un aforisma teorico sul senso ultimo della serialità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, per quanto riguarda i telefilm d’ambientazione e argomento familiare – dal punto di vista linguistico e del reciproco gioco di specchi con la società statunitense – <i>Friends</i> chiude il cerchio e suggerisce nuove direzioni.</div>
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<b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-18690528029222781592019-05-29T20:30:00.002+02:002019-05-29T20:30:57.063+02:00UFFICIALE: "DEATH STRANDING" ARRIVA L'8 NOVEMBRE!<div style="text-align: justify;">
<b>Di Diego Del Pozzo</b></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfwlQerVqUmFrd953uB25pDCvNbOhP_P0Fk3MpenvLCCN2R-2VImtYbEfwUknwAxJ3AN4mM0OzplNczJKpCpiF5UJPSSvaascsozriZ4RRFRgbxCe1sRB9kJoy2UCaiMaUuCHnd52Umg/s1600/47959130482_eac1b74307_c.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfwlQerVqUmFrd953uB25pDCvNbOhP_P0Fk3MpenvLCCN2R-2VImtYbEfwUknwAxJ3AN4mM0OzplNczJKpCpiF5UJPSSvaascsozriZ4RRFRgbxCe1sRB9kJoy2UCaiMaUuCHnd52Umg/s640/47959130482_eac1b74307_c.jpg" width="640" /></a></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'opera dell'ingegno umano più politica del 2019 raggiungerà il suo
pubblico l'8 novembre. Si tratta di un'opera multimediale interattiva,
cioè di un videogioco: l'attesissimo <i>Death Stranding</i> di Hideo Kojima.<br />E
il leggendario artista giapponese oggi ha lanciato il lungo (e
stupefacente!) nuovo trailer del suo gioco, introducendolo col seguente
messaggio: «Le persone hanno creato "muri" e si sono abituate a vivere
isolate. <i>Death Stranding</i> è un tipo di gioco d'azione comple<span class="text_exposed_show">tamente
nuovo, nel quale l'obiettivo del giocatore è ricollegare città isolate e
una società frammentata. È stato creato in modo che tutti gli elementi,
inclusa la narrazione e il gameplay, siano tenuti assieme dal concetto
di "strand" (filo) o connessione. Come Sam Porter Bridges, tenterai di
colmare le divisioni nella società e di creare nuovi legami o "strands"
con altri giocatori in tutto il mondo. Attraverso la tua esperienza di
gioco, spero che riuscirai a comprendere la vera importanza del creare
connessioni con gli altri. Adesso, per favore, goditi il nuovo trailer
di <i>Death Stranding</i>».</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show"> </span><span class="text_exposed_show"><a href="https://www.youtube.com/watch?v=XraipkEAp9g">Death Stranding | Release Date Reveal Trailer | PS4</a></span></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-26441948649022885142019-03-17T20:37:00.002+01:002019-03-17T20:37:41.631+01:00LA MARVEL OMAGGIA L'INDIE U.S.A. ANNI '90 CON "CAPTAIN MARVEL"<b>Di Diego Del Pozzo</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Captain Marvel</i> è una origin story tutta al femminile godibile e
divertente, che - ambientata nel 1995 - dice cose importanti sulla
continuity del Marvel Cinematic Universe e impone all'attenzione un
personaggio che, quasi certamente, sarà decisivo nell'evoluzione di
questo universo narrativo, affidandolo peraltro a un'attrice brava e "in
parte" come Brie Larson (molto meglio in abiti civili che col
super-costume, però).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwQTgSHVw23xx9Qu1Z4_KcL3Ep4A95XenpsZxVDBpPI4HHAr2WBJbkALdwpJasseBdXUlNLbdivD7A2JVS_asfNYEHgmHsnH9Ypc0ZgPxl3b7isHxLko7hInHiwtPGQneXRf1xV2zPzA/s1600/54798618_2615830955157288_3137693288715255808_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjwQTgSHVw23xx9Qu1Z4_KcL3Ep4A95XenpsZxVDBpPI4HHAr2WBJbkALdwpJasseBdXUlNLbdivD7A2JVS_asfNYEHgmHsnH9Ypc0ZgPxl3b7isHxLko7hInHiwtPGQneXRf1xV2zPzA/s400/54798618_2615830955157288_3137693288715255808_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, a mio avviso, il film diretto da Anna Boden e Ryan<span class="text_exposed_show">
Fleck è anche (o soprattutto?) un'intelligente riflessione sul periodo -
la prima metà degli anni Novanta - nel quale la scena indie americana
cinematografica e musicale viene inglobata dall'industria
dell'entertainment globale e trasformata nel nuovo mainstream del Terzo
millennio. In tal senso, il profluvio di citazioni nineties è
assolutamente pregnante e non fine a se stesso.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show">Poi, onestamente, la
caratterizzazione rock del personaggio di Carol Danvers e la sua
predilezione per i Guns n' Roses (certificata dalla scena nella quale la
si vede in una foto, con tanto di maglietta ufficiale e bandana alla
Axl Rose, risalente agli anni di <i>Appetite for Destruction</i> e <i>Lies</i>)
sono davvero fantastiche, così come il più bel cameo (meta-testuale) di
Stan Lee in un film Marvel, con lui colto in metropolitana, impegnato a
ripetere le sue battute, mentre si reca sul set di <i>Mallrats</i> di Kevin
Smith (in Italia <i>Generazione X</i>), film che negli Stati Uniti esce a
ottobre 1995 e che s'inserisce alla perfezione nel ragionamento di cui
sopra sul rapporto indie-mainstream.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show">Tra l'altro, volendo divertirsi
un po' con la timeline del Marvel Cinematic Universe (ma questa è roba
da nerd), proprio il cameo di Smilin' Stan permette di circoscrivere con
precisione l'azione di <i>Captain Marvel</i> in un periodo di circa cinque
settimane compreso tra il 6 marzo e il 12 aprile 1995, le date di inizio
e fine riprese del film di Smith secondo IMDB.</span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="text_exposed_show"> </span><b><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-31066227717876253462019-02-24T12:49:00.002+01:002019-02-24T12:52:20.035+01:00AL CINEMA, DUE SGUARDI ITALIANI SULLA DEVASTAZIONE<div style="text-align: justify;">
<b>Di Diego Del Pozzo</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlGwPr8wZWpR_u8AnS542s0O4P72pPGcuuDqYIi4wA3TnWZLArCJ9YsM7lMvfT88LZUqK8dzg5flI6mZulA6F6WS0BuFaImCbqs5DR6Y0l_77BVHBPOpXGAA8SbxMk8d423V-uZqzHBA/s1600/Paranza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="112" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlGwPr8wZWpR_u8AnS542s0O4P72pPGcuuDqYIi4wA3TnWZLArCJ9YsM7lMvfT88LZUqK8dzg5flI6mZulA6F6WS0BuFaImCbqs5DR6Y0l_77BVHBPOpXGAA8SbxMk8d423V-uZqzHBA/s200/Paranza.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPs-2BKsG4vSzU4gfxGMibQWvx3-ibvuwV50SMfcHrFFyRVklv7gSHaGM6XesEwXr0GkO_Xx4wrYk8UT4JckZGCflN8hc7oSs2A6s8tsaVRLzclWTcR4zOHFxvMkOYonuYv1EwvZTeBQ/s1600/PrimoRe.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="927" data-original-width="1500" height="123" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPs-2BKsG4vSzU4gfxGMibQWvx3-ibvuwV50SMfcHrFFyRVklv7gSHaGM6XesEwXr0GkO_Xx4wrYk8UT4JckZGCflN8hc7oSs2A6s8tsaVRLzclWTcR4zOHFxvMkOYonuYv1EwvZTeBQ/s200/PrimoRe.jpg" width="200" /></a>Qualche giorno fa, con un po' di ritardo sull'uscita in sala, ho finalmente visto <i>La paranza dei bambini </i>di Claudio Giovannesi e <i>Il primo re</i> di Matteo Rovere.<br />
Li ho visti nello stesso pomeriggio, uno di seguito all'altro. E li ho
trovati entrambi bellissimi e coraggiosissimi: due film a modo loro
etici e profondamente politici, che riescono a scavare con straordinaria
efficacia tra le pieghe di una contemporaneità sempre più sfrangiata e
devastata (nella livida, tenera e <span class="text_exposed_show">disperata
Napoli odierna, abbandonata da uno Stato assente; ma anche nel barbaro e
ancestrale racconto epico del mito fondativo di Roma).</span><br />
<span class="text_exposed_show"></span><span class="text_exposed_show">Sia
Giovannesi che Rovere, però, sanno farlo rifacendosi a un'idea di messa
in scena coerente, originale e, per fortuna, di notevoli qualità tutte
cinematografiche, raccontando le loro storie innanzitutto con lo
sguardo, attraverso sequenze di straordinaria visionarietà, nelle quali
la parola si trasforma in atto e l'interazione tra i corpi attoriali a
loro disposizione (tutti magnifici!) con gli ambienti circostanti
produce autentici cortocircuiti sensoriali, resi ancora più estremi e
coinvolgenti dal mirabile lavoro, in entrambi i film, del direttore
della fotografia Daniele Ciprì. </span></div>
<div style="text-align: right;">
<span class="text_exposed_show"> </span><b><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b><b><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;"></span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-58975712528308473292019-02-18T12:30:00.000+01:002019-02-24T13:08:37.605+01:00CLINT EASTWOOD, L'AMERICA, IL TEMPO E LA MORTE: "IL CORRIERE"<div data-contents="true">
<div class="" data-block="true" data-editor="f4jo9" data-offset-key="12e2d-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="12e2d-0-0" style="text-align: justify;">
<b><span data-offset-key="12e2d-0-0"><span data-text="true">Di Diego Del Pozzo</span></span></b><span data-offset-key="3eqj6-0-0"><span data-text="true"> </span></span><br />
<br />
<span data-offset-key="3eqj6-0-0"><span data-text="true">Ma che grandissimo film che è <i>Il corriere - The Mule</i> di Clint Eastwood?<br />Ancora una volta (e lo fa fin da <i>Honkytonk Man</i> del 1982, realizzato quando aveva 52 anni), questo autore straordinario (uno tra i più grandi dell'intera storia del cinema) consegna al proprio pubblico un personaggio "fuori tempo massimo", oltre la propria scadenza naturale, quasi un replicante bladerunneriano (più umano dell'umano) in lotta costante con una morte che avrebbe dovuto portarlo via anni prima e che, pertanto, gli concede il lusso di poter vivere "senza filtri", con leggerezza persino fanciullesca e, al tempo stesso, con l'animo appesantito da rimpianti che, ormai, il tempo ha reso impossibili da trasformare in nuove possibilità.</span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgle5vjewDJC17u9zVDBf5bsJgWcQgrCNi0rn87BrJ6dkAiX1mKi2f89BNmgRxF29jDWwKpjDfJ0iisVxLgXtdWbk5fNDnC5dTJB89WItqv4MeyFTr7UfEgUbjFoqYsAlCFYanHKFaWtA/s1600/Clint.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgle5vjewDJC17u9zVDBf5bsJgWcQgrCNi0rn87BrJ6dkAiX1mKi2f89BNmgRxF29jDWwKpjDfJ0iisVxLgXtdWbk5fNDnC5dTJB89WItqv4MeyFTr7UfEgUbjFoqYsAlCFYanHKFaWtA/s400/Clint.jpg" width="400" /></a></div>
<span data-offset-key="3eqj6-0-0"><span data-text="true">Proprio come l'America profonda che Clint, a quasi 89 anni, continua a raccontare come nessun altro (forse, soltanto il miglior Bruce Springsteen), in modo tenero e dolente, affettuoso e amaro, disilluso ed empatico. E proprio come quei magnifici drop-out che continuano a giocare a scacchi con la morte, interpretati direttamente da lui o incarnati nei suoi tanti alter ego attoriali, dal già citato <i>Honkytonk Man</i> attraverso <i>Bird</i>, <i>Gli spietati</i>, <i>Un mondo perfetto</i>, <i>I ponti di Madison County</i>, <i>Space Cowboys</i>, <i>Million Dollar Baby</i> e, naturalmente, <i>Gran Torino</i>.</span></span><br />
<span data-offset-key="3eqj6-0-0"><span data-text="true">La speranza è che "El Tata" Earl Stone - e il suo corpo rinsecchito ma arzillo, esposto appunto "senza filtri" alla macchina da presa come un'autentica mappa geografica vivente del "God's Country" - non sia l'ultimo di questa magnifica galleria che ha saputo dirci tanto - e continua a farlo - sul tempo e sulla morte, sul cinema e sulla vita. </span></span></div>
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="3eqj6-0-0" style="text-align: right;">
<span data-offset-key="3eqj6-0-0"><span data-text="true"> </span></span><b><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
</div>
</div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-64382641952788972602018-11-14T12:24:00.001+01:002019-02-24T12:51:38.634+01:00STAN LEE, CREATORE DI UNIVERSI<div style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;">Di Diego Del Pozzo</span></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: small;">Dopo averne scritto ieri a caldo per il quotidiano <i>Il Mattino</i>, ritorno ancora una volta sulla morte di Stan Lee, uno tra i talenti creativi più influenti dell’intero Novecento, il creatore (assieme a Jack Kirby) dell’universo narrativo Marvel, gigantesca epica contemporanea senza eguali nella storia delle narrazioni seriali, in continua evoluzione da decenni al ritmo di centinaia di nuove pagine ogni mese e, da qualche anno, anche crossmediale e in quanto tale presente, in pratica, ovunque. Ritorno a parlarne perché ci tengo a spiegare bene alcune cose anche personali, giusto per capirci, nonostante in questi giorni io abbia già letto tanti testi molto simili a questo. Ma con quella Marvel lì la questione è anche generazionale…</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcLzSFYJ4UsVoMcR9jhv9IbHcRz3dkgbnLSt3-rJpQzB0S1T9hRjvSluHTCblVX5_GoVMdznMmmI_XLgVZMLZWVluj7Bu68TlD2zTi0om5IOVhLJIUNrJ81po4rQv6_Doc9C0bj0gH7Q/s1600/IMG-20181113-WA0004.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="640" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcLzSFYJ4UsVoMcR9jhv9IbHcRz3dkgbnLSt3-rJpQzB0S1T9hRjvSluHTCblVX5_GoVMdznMmmI_XLgVZMLZWVluj7Bu68TlD2zTi0om5IOVhLJIUNrJ81po4rQv6_Doc9C0bj0gH7Q/s400/IMG-20181113-WA0004.jpg" width="400" /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: small;">Senza girarci troppo intorno, dunque: Stan Lee è stato il singolo essere umano che ha esercitato la maggiore influenza sulla mia formazione culturale (e sottolineo culturale), in un momento di crescita decisivo come quello della tarda infanzia e adolescenza. Io, infatti, sono uno di coloro che, nella seconda metà degli anni Settanta e inizio Ottanta, sono cresciuti leggendo i fumetti dei supereroi della Marvel delle origini, cioè le meravigliose storie che, dal numero d’esordio di <i>Fantastic Four</i> del 1961 in poi, costituiscono le fondamenta narrative e ideologiche di quello straordinario universo di fantasia. Sto parlando, naturalmente, delle edizioni italiane tradotte dalla casa editrice Corno di Luciano Secchi (il mitico Max Bunker), sulle quali buona parte della mia generazione ha formato il proprio gusto e, in definitiva, la propria visione del mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: small;">Immaginate, infatti, lo shock di un ragazzino dell’epoca che, passando dall’ingenuo divertimento dei fumetti Disney a quelli Marvel, all’improvviso si trova di fronte a una famiglia disfunzionale composta da due fidanzati (in seguito marito e moglie) dotati del potere di allungare e deformare il proprio corpo (lui) e di rendersi invisibile e controllare potenti campi di forza (lei), con l’aggiunta del fratello minore della ragazza, capace di trasformarsi in una torcia umana, e del miglior amico di lui, mutato in un orrendo mostro di pietra dalla forza bruta ma dall’animo nobile come pochi altri. Tutti e quattro questi strani eroi – resi vivi e realistici ma anche epici dai testi di Stan Lee e dai disegni di Jack Kirby – acquisiscono i loro poteri in seguito a un incidente spaziale e, a differenza dei vari Superman e Batman della Distinta Concorrenza (la DC Comics), vivono tali poteri più come una maledizione che come un dono, non esitando nemmeno per un secondo, in ogni caso, a metterli al servizio del bene.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: small;">E immaginate quello stesso ragazzino confrontarsi per la prima volta con la storia di un timido liceale, intelligentissimo ma insicuro e introverso, deriso dai compagni più alla moda e imbranato con le ragazze (soprattutto con quelle che gli piacciono). Ecco, a un certo punto quello stesso liceale viene morso da un ragno radioattivo e acquisisce forza e agilità sovrumane, integrandole con lancia-ragnatele costruiti da lui grazie alle sue conoscenze scientifiche, in modo da poter sparare una tela di ragno sintetica creata artigianalmente nella sua cameretta-laboratorio. Però, come sarebbe accaduto a qualsiasi adolescente immaturo nel mondo reale (perché – attenzione! – sia le storie dei Fantastici Quattro che dell’Uomo Ragno si svolgono a New York, non in fantomatiche Metropolis o Gotham City), il primo impulso del neo-superessere è di utilizzare i propri poteri per divertirsi e racimolare qualche dollaro. Ed è qui che la geniale mente creativa di Stan Lee, assieme a quella di un altro gigante della nona arte come il disegnatore Steve Ditko, inserisce lo scarto decisivo che rende Spiderman e i supereroi Marvel speciali e unici: un rapinatore, che il giovane superessere non ha catturato per puro menefreghismo, pochi giorni dopo gli uccide l’adorato zio e padre putativo e lo cambia per sempre, insegnandogli dolorosamente sulla propria pelle che “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Sì, da un grande potere derivano grandi responsabilità. Chi detiene il potere, dunque, dovrebbe ricordarsi di utilizzarlo sempre responsabilmente, senza lasciarsene sedurre, ma mettendolo al servizio della collettività e, soprattutto, dei deboli e indifesi. Che cosa c’è, allora come soprattutto oggi, di più politico di questo semplice e fortissimo monito?</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: small;">E che cosa c’è di più politico dell’invito ad andare oltre i propri limiti e le proprie debolezze, ma anche a guardare gli altri senza pregiudizi e senza lasciarsi ingannare dall’aspetto o dal colore della pelle o da ciò in cui credono? Così, in quei fumetti Marvel degli anni Sessanta e nelle migliaia di altri che seguiranno (e che io continuo a leggere ancora oggi), viene spiegato ai lettori che è possibile essere eroi anche se si è un adolescente di scarsissimo successo sociale (Peter Parker / Spiderman), o un orribile gigante di pietra marrone guardato da tutti con paura (Ben Grimm / La Cosa dei Fantastici Quattro), uno scienziato trasformato in rabbioso mostro verde (Bruce Banner / Hulk), un avvocato non vedente che sopperisce in parte alla sua cecità con gli altri sensi acuiti in modo superumano ma resta comunque incapace di vedere (Matt Murdock / Daredevil), un inventore alcolizzato che per restare in vita deve contare su supporti tecnologici (Tony Stark / Iron Man), un soldato strappato alla morte e riportato in vita in un mondo che da decenni non è più il suo (Steve Rogers / Capitan America), un motociclista che vende l’anima al diavolo per salvare chi gli è caro (Johnny Blaze / Ghost Rider), un chirurgo di fama che non può più operare a causa di un incidente alle mani ma dalla scienza passa alla magia (Stephen Strange / Dottor Strange). Per non parlare del gruppo-simbolo della lotta contro qualsiasi forma di razzismo e intolleranza, cioè i mutanti X-Men, nati con un cromosoma che li differenzia dai normali esseri umani, dona loro poteri pazzeschi ma li fa temere e odiare (proprio perché “diversi”) da quella stessa umanità che loro hanno, in ogni caso, giurato di proteggere! E, si badi, a guidare gli X-Men è un telepate paraplegico vicino alla mezza età, quanto di più lontano possa esserci dall’iconografia-tipo del supereroe.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: small;">La visione etico-politica del mondo e delle relazioni tra gli esseri umani che emerge dai fumetti Marvel, però, è soltanto uno tra gli elementi di enorme fascino che quelle opere hanno sempre esercitato su di me. Col senno di poi, infatti, ho capito che proprio a Stan Lee e agli altri grandi autori dell’epoca d’oro marvelliana devo il mio amore per la popular culture, per le narrazioni seriali complesse capaci di articolarsi in modo coerente attraverso gli anni (i decenni, nel caso della Marvel), per la contaminazione tra differenti generi narrativi, per la capacità dei prodotti culturali di intercettare le traiettorie di senso e gli immaginari delle società che li hanno prodotti: tutti amori che, in età adulta, si sono trasformati in oggetti di studio e poi in snodi-chiave della mia vita professionale.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: small;">L’importanza di Stan Lee e della sua opera nel panorama della cultura novecentesca, però, non va ovviamente ridotta al mero dato personale, perché mi pare evidente come ciò che è valso per me sia valso per almeno due-tre generazioni di donne e uomini formatisi, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, su quei raffinati prodotti culturali e poi magari, da adulti, diventati studiosi dei media e della cultura popolare anche (o soprattutto?) grazie a quelle decisive influenze. E il fatto che, nel frattempo, i personaggi Marvel e le loro storie siano diventati crossmediali e, quindi, in grado di incontrare i gusti e gli interessi mediali delle ragazze e dei ragazzi del terzo millennio (tra cinema, serie tv, videogames, web…) non fa altro che renderli ancora più “potenti” e capaci, con ogni probabilità, di produrre il medesimo effetto anche sulle generazioni presenti e future di fruitori, magari portandoli anche a riscoprire – chissà… – quei fumetti dai quali tutto ha avuto inizio.</span></div>
<div>
<span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="text-align: right;">
<b><span style="font-family: "helvetica neue" , "arial" , "helvetica" , sans-serif; font-size: x-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-15509493128472313482017-05-26T12:33:00.001+02:002017-05-26T12:33:39.793+02:00WELCOME, AGAIN, TO TWIN PEAKS!<!--[if gte mso 9]><xml>
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<b>Di Diego Del Pozzo</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>In occasione della messa in onda italiana ufficiale dell'attesissima nuova stagione-evento di </i>Twin Peaks<i>, stasera alle ore 21.15 su Sky Atlantic HD (canale 110 del pacchetto Sky), ripubblico qui il paragrafo dedicato alla serie originale del 1990-1991 nel mio libro (oggi fuori catalogo) </i>Ai confini della realtà. Cinquant'anni di telefilm americani<i> (Lindau, 2002). Buona lettura! (d.d.p.)</i></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGvrLE6dSvkNfs-5RAnbI2CFUxr5COOM3BRyZEhoenhxJEg3iqzSDkXlOlrRqK_p33fndwkehcFB49w2OQA1JIG9kjZwsQ_StYMesXncgVzOXDlqriOHMidQ5ufuDGtnhS8UQUq-V09g/s1600/welcome-to-twin-peaks-1200x628-facebook.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="627" data-original-width="1200" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGvrLE6dSvkNfs-5RAnbI2CFUxr5COOM3BRyZEhoenhxJEg3iqzSDkXlOlrRqK_p33fndwkehcFB49w2OQA1JIG9kjZwsQ_StYMesXncgVzOXDlqriOHMidQ5ufuDGtnhS8UQUq-V09g/s400/welcome-to-twin-peaks-1200x628-facebook.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
L’arrivo degli anni ‘90 segna una piccola rivoluzione per quel che riguarda i serial di genere familiare, non necessariamente comici. La decade, infatti, è aperta da una «gemma oscura» che porta sotto l’obiettivo «l’altra faccia» della famiglia a stelle e strisce, il suo lato oscuro e terribile. Per effettuare questo tuffo nell’Incubo Americano, basta spostarsi da Columbus, Ohio, dove vive la famiglia Keaton, fino a una piccola e tranquilla cittadina (immaginaria) quasi al confine col Canada: Twin Peaks. Qui il regista David Lynch e il produttore Mark Frost ambientano un progetto televisivo per molti versi rivoluzionario rispetto alla tradizione della serialità catodica statunitense: «I segreti di Twin Peaks» («Twin Peaks»), in onda sulla ABC per due stagioni dall’aprile 1990 al giugno 1991 e considerato all’epoca come il primo grande esempio di televisione “d’autore”.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il cartello di benvenuto nella placida cittadina recita un beneaugurante «Welcome to Twin Peaks», lungo una strada statale alberata che costeggia pescosi laghi di montagna. Siamo a poco più di cinque miglia dal confine canadese e la piccola Twin Peaks sembra un autentico paradiso, orgoglioso delle sue antiche tradizioni e di una prosperità economica nata e sviluppatasi sul commercio del legname; una realtà, insomma, fatta di concretezza del lavoro materiale quotidiano e di legami familiari decisamente solidi, di torte di mele e feste scolastiche al chiaro di luna. Sembra proprio di trovarsi lontano dalle nevrosi degli anni ‘90, catapultati come d’incanto – con lo stesso effetto straniante subìto dal Marty McFly protagonista di «Ritorno al futuro» («Back to the Future», 1985, di Robert Zemeckis) – in un classico contesto suburbano degli anni ‘50. Ma tutto ciò non è altro che una mera facciata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con «I segreti di Twin Peaks», infatti, David Lynch smaschera definitivamente – perché, si badi bene, lo fa in televisione – le ipocrisie del «Sogno americano», che ha prosperato per decenni proprio sull’immaginario derivante dalle sit-com televisive come «Lucy ed io». Lo fa manipolando e mixando sapientemente gli stilemi di generi che rimandano alla «Golden Age» della tv statunitense, come la soap e il poliziesco, rovesciando del tutto i concetti cardine delle sit-com tradizionali (il riso in pianto, la gioia in dolore…) e rifacendosi per diversi altri elementi a classici del grande schermo come «Passaggio a Nord-Ovest» («Northwest Passage», 1940, di King Vidor) e, soprattutto, «I peccatori di Peyton» («Peyton Place», 1957, di Mark Robson), richiamato fin dal titolo. «Un pesante marchio di Lynch è la predilezione per gli anni ‘50, a cui tutti i suoi film in qualche modo rimandano. Non a caso, è il periodo in cui il regista stesso usciva dall’infanzia. […] In “I segreti di Twin Peaks” la galleria dei personaggi comprende vari modelli – dal ribelle solitario a quelli riuniti in gang, dalla capricciosa figlia di papà agli amanti clandestini, dagli avidi uomini d’affari ai poliziotti integerrimi – fortemente radicati nell’immaginario collettivo degli anni ‘50. Il modo in cui Lynch rievoca questo periodo merita una riflessione: dando sfogo agli impulsi sotterranei, repressi, ipocritamente negati dell’America di allora, permette anche ai suoi valori autentici – il suo spirito d’avventura, il suo ingenuo pragmatismo, il non arrendersi – di risultare senza apparenza di inganno» (Alessandro Camon, «David Lynch e I segreti di Twin Peaks»; supplemento a «Ciak», n. 1, 1991, pag. 61). Ma qui, comunque, ciò che l’autore vuole mostrare sui teleschermi è soprattutto il lato oscuro della famiglia yankee, quello meno confessabile, con tutte le perversioni e violenze (fisiche e psicologiche) tenute sempre serrate sotto chiave nei prodotti seriali del passato. E dunque, a innervare il tessuto sociale di Twin Peaks – come si scopre con l’evolversi degli episodi – ci sono forti conflitti generazionali, persino incestuosi all’interno delle varie famiglie; ammirate reginette di bellezza del liceo locale che, in realtà, si rivelano ninfomani e cocainomani; storie d’amore infarcite di tradimenti, anche multipli; rispettabili uomini d’affari che nascondono trame inconfessabili; psicoanalisti drogati e insospettabili avvocati schizofrenici, con i nervi distrutti e persino posseduti da entità maligne.</div>
<div style="text-align: justify;">
La chiave di ingresso per entrare in questo mondo oscuro e dalla doppia morale è rappresentata dal ritrovamento del cadavere di Laura Palmer (Sheryl Lee), la bionda e apparentemente irreprensibile reginetta del liceo cittadino, il cui corpo nudo emerge all’improvviso dalle acque del lago. L’avvenimento luttuoso dà il via a una serie di vicende destinate a sgretolare, letteralmente, la «placida» Twin Peaks, passata al setaccio nel corso delle sue indagini – con fare quasi da entomologo – dal giovane agente FBI Dale Cooper (Kyle MacLachlan).</div>
<div style="text-align: justify;">
A uno sguardo superficiale, «I segreti di Twin Peaks» può apparire, dunque, come un serial poliziesco, anche se piuttosto anomalo. In realtà, ciò che interessa davvero a Lynch non è la risoluzione del mistero in cui ha calato l’attonito spettatore, bensì «l’annegamento» del suo pubblico in un clima, un’atmosfera di malsana inquietudine, da cui sembra non esserci via di scampo. «“Chi ha ucciso Laura Palmer?” – scrive ancora Alessandro Camon nel suo saggio (Ivi, pagg. 51-52) – non è tanto il quiz da risolvere, quanto la formula iniziatica che permette l’accesso a un mondo di mistero. Il “piacere”, il motivo di interesse, si sposta dall’attesa della soluzione alla moltiplicazione delle domande, dall’estinguersi dei segreti al loro allargarsi verso sempre più numerosi aspetti della vita dei personaggi. Saperne di più, insomma, significa rendersi conto che anche quanto appare normale cela il mistero». E il riferimento alle sit-com degli anni ‘50 – con la loro «realtà normale», edulcorata e semplificata – diventa, a questo punto, quasi obbligatorio e fortemente eversivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
D’altra parte, il rovesciamento perseguito da Lynch diventa ancora più evidente se si pensa all’uso ossessivo che egli fa di alcuni elementi tipici del suo modo di narrare, come, per esempio, le lacrime: come, infatti, nelle sit-com classiche il sorriso – a volte anche un po’ forzato – è centrale e onnipresente; così, all’opposto, in «I segreti di Twin Peaks» si piange tanto e l’identità stessa dei vari personaggi è definita proprio attraverso il dolore. «Raramente, o forse mai, si sono viste versare tante lacrime (cinque scene con uomini che piangono nella prima mezz’ora sono una specie di record): una situazione melodrammatica – sottolinea ancora Camon (Ivi, pag. 53) – tipica della soap opera viene proposta qui con tanta intensità da risultare quasi insostenibile. Ancora una volta, siamo al limite di quella che potremmo chiamare “pornografia del dolore”». E ancora, mentre la morte è addirittura bandita dalle situation comedy (ed è mostrata rigorosamente fuori campo visivo nelle soap), qui funge da punto di partenza e «motore» stesso dell’intera vicenda (Laura Palmer è già stata uccisa, all’inizio), ne è l’antefatto, il presupposto che muove tutti i personaggi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche i conflitti generazionali, sempre ben occultati nelle sit-com degli anni ‘50 (in modo persino stridente, rispetto a un contesto sociale attraversato dai fermenti – ben incarnati pure dalla prima ondata del rock ’n roll – destinati a concretizzarsi nella seconda metà degli anni ‘60), sono morbosamente portati in scena da Lynch, fino all’eccesso dell’incesto, come ben esemplificano perlomeno un paio di sequenze: nella prima, Leland Palmer (Ray Wise) si getta sulla bara della figlia Laura mentre sta per essere calata sottoterra, facendo spezzare il meccanismo della carrucola e costringendo la cassa a sussultare su e giù sotto il proprio peso, come durante un atto sessuale; nel secondo caso, poi, la sensuale Audrey Horne (Sherilyn Fenn) decide di andare a lavorare nel bordello di cui è cliente anche suo padre, il miliardario Benjamin (Richard Beymer), che nella seconda serie non potrà fare a meno d’incontrarla.</div>
<div style="text-align: justify;">
E anche dal punto di vista strutturale, «I segreti di Twin Peaks» propone non poche innovazioni rispetto al passato. La dimensione temporale della narrazione, innanzitutto, è essa stessa allucinogena e allucinata, poiché l’eterno presente della serialità catodica è costantemente sabotato con reiterati cortocircuiti tra passato e futuro che vi fanno irruzione, come flash quasi subliminali, mutandolo di segno (e di senso). La musica «eccentrica» di Angelo Badalamenti «agisce» spesso per contrasto rispetto alle immagini (si pensi all’importante sequenza dell’episodio pilota, ambientata nel Roadhouse, con Julee Cruise che canta un brano romantico e struggente mentre, sullo sfondo, è in atto una violenta scazzottata). L’ipnotica lentezza con cui Lynch gira, poi, contravviene qualunque regola del prime time televisivo (la fascia oraria in cui va in onda «Twin Peaks»), tutto improntato solitamente a ritmi concitati e serrati, per paura di annoiare e, quindi, far perdere potenziali clienti agli inserzionisti dei vari programmi. E proprio lo stacco per la pubblicità è spesso previsto – altra piccola, grande «rivoluzione» – su immagini programmaticamente prive di tensione drammatica e anzi fini a se stesse (il contrario, insomma, del cliffhanger).</div>
<div style="text-align: justify;">
Altro elemento peculiare di «I segreti di Twin Peaks» – e che si rivelerà seminale, per i serial televisivi degli anni successivi – è, poi, costituito dall’irruzione di «schegge» impazzite di fantastico nel tessuto realistico della quotidianità (basti pensare, tra i tanti possibili esempi, ai soli personaggi di Killer Bob e dell’Uomo-da-un-altro-spazio). Così, in un suo bel libro-intervista, Chris Rodley fa notare allo stesso David Lynch come «[…] da “Twin Peaks” in poi si è verificato un evidente incremento di programmi concentrati sul paranormale, gli UFO e altre stranezze: “Wild Palms”, “American Gothic”, “X-Files”. A quanto pare “Twin Peaks” ha inaugurato un filone. […] Determinati argomenti o determinate storie non figuravano regolarmente nella programmazione televisiva, né erano popolari come lo sono oggi. Col senno di poi, potremmo affermare che “Twin Peaks” ha contribuito a creare una certa bramosia per questo genere di materiale» (Chris Rodley, «Lynch secondo Lynch», Baldini & Castoldi, Milano 1998, pag. 256). In particolare, come visto nelle pagine dedicate a «X-Files», sembra abbastanza stretto il legame con quest’ultima serie, come dimostrano le atmosfere e l’ambientazione dell’episodio pilota del telefilm ideato da Chris Carter (che, tra l’altro, vede uno dei due protagonisti, David Duchovny, impegnato in una comparsata «en travesti» proprio all’interno di «I segreti di Twin Peaks»). Insomma, pescando nel vastissimo territorio dell’immaginario compreso tra Stephen King e «Peyton Place», David Lynch porta, per la prima volta all’interno dei tinelli domestici, «un incrocio multidirezionale tra testi diversissimi e generi disparati, usando come unico collante il fanta-horror. E usandolo, si badi bene, con una durezza di linguaggio così efficace che, pur non frequentando per ovvi motivi lo “splatter” (non ci si dimentichi mai della specifica natura del pubblico televisivo), più di un passaggio risulta particolarmente disturbante» (Danilo Arona, «Nuova guida al Fantacinema», PuntoZero, Bologna 1997, pag. 56).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;">
<b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-69284932223604044702017-05-25T11:20:00.000+02:002017-05-26T12:22:46.637+02:00LA BONELLI LANCIA "MERCURIO LOI"!<!--[if gte mso 9]><xml>
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<b>Di Diego Del Pozzo</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dopo tanta attesa, è appena arrivata nelle edicole italiane la prima serie regolare mensile della Sergio Bonelli Editore interamente ambientata in Italia. Si tratta di “Mercurio Loi”, creata e scritta da uno sceneggiatore molto amato dagli appassionati come Alessandro Bilotta assieme al disegnatore Matteo Mosca. Proprio Bilotta la presenta oggi a Napoli, in mattinata durante un seminario alla Scuola Internazionale di Comics e nel pomeriggio presso la fumetteria Star Shop.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9TCSM09ZIpK1ow4t64qdTCBDA8VRvQiyugw_S1DNicE0Moq_l6GPf4BcHsTQkxJI3HSj3qq3iduyRU4FXUGt9ty4x7rFMRLdt2CMe4-9dwX3zs7QRBMjrWfOaZsgSay-EXtXFhBoQSQ/s1600/MercurioLoi-Tavola-03.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1176" height="367" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9TCSM09ZIpK1ow4t64qdTCBDA8VRvQiyugw_S1DNicE0Moq_l6GPf4BcHsTQkxJI3HSj3qq3iduyRU4FXUGt9ty4x7rFMRLdt2CMe4-9dwX3zs7QRBMjrWfOaZsgSay-EXtXFhBoQSQ/s400/MercurioLoi-Tavola-03.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Un'immagine da "Mercurio Loi" n.° 1</b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ambientata nella Roma del 1825-1826 governata dal Papa con la severità di un monarca, la serie ha come protagonista un professore di storia stravagante ed estroso, gentiluomo brillante e ironico, un po’ dandy e un po’ flâneur ante litteram, coinvolto mese dopo mese in vicende misteriose, macchinazioni diaboliche, società segrete e leggende che risalgono alla notte dei tempi. Circa un mese fa, durante Napoli Comicon, la Bonelli ha presentato un volume cartonato a colori di grande formato (128 pagine, 25 euro) con la ristampa della prima avventura di Mercurio Loi, già pubblicata due anni fa in bianco e nero all’interno della serie antologica “Le storie”. Da martedì (23 maggio), invece, è in edicola il primo numero della serie regolare, intitolato “Roma dei pazzi”. Tutte le copertine sono di Manuele Fior, autore di fama internazionale per la prima volta alle prese col mondo Bonelli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho intervistato il creatore della serie, Alessandro Bilotta, proprio in occasione del Comicon, per un servizio pubblicato in quei giorni dal quotidiano “Il Mattino”. Questa qui di seguito, però, è la versione integrale della nostra conversazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Alessandro, come ti è venuta in mente una serie a fumetti ambientata nella Roma dello Stato Pontificio?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
“Volevo collocare “Mercurio Loi” in un periodo storico non contemporaneo, ma che fosse misterioso e suggestivo. E, senza andare troppo indietro nei secoli, la Roma dei primi decenni dell’Ottocento m’è sembrata perfetta, col papa re quasi tiranno, ossessionato dai cospiratori, sempre pronto ad autorizzare tagli di teste, anche per crimini banali, come la prostituzione. A quei tempi, l’ordine era mantenuto attraverso il coprifuoco, segnalato con un colpo di cannone da Castel Sant’Angelo. Ma questo clima oscuro e un po’ inquietante si scontrava costantemente col carattere tipico dei romani, di sufficienza e assoluta diffidenza nei confronti di qualsiasi dittatore”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Che tipo di ricerche hai fatto, per ricostruire il mondo di “Mercurio Loi”?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
“Sono dovuto andare direttamente alle fonti storiche, consultando molti materiali in archivi e biblioteche, perché mi sono reso conto che nella cultura popolare quest’epoca è quasi del tutto assente. Ci sono “Il marchese del Grillo” di Monicelli o i film di Luigi Magni ambientati in quel periodo, ma soltanto “Nell’anno del signore” si svolge proprio nel 1825. Quest’assenza, però, è stata anche un po’ la mia fortuna, perché così ho potuto creare qualcosa di nuovo, con grande rigore storico anche nei dettagli degli abiti e dei luoghi”.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO2dVTb_PXP9W5vBYhh-iVTIDu3MI5Xb5jNN8kKQRzRJiMxoM98H1QwQZjP_jDIfF3osTA3TYoV1qlL4itwbtlW_FEcn9FA2irJnRIXuLc7OEMZiDLVHyf3prMy5e_ctyM2dBrRJC6iw/s1600/bilotta+foto+1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1125" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgO2dVTb_PXP9W5vBYhh-iVTIDu3MI5Xb5jNN8kKQRzRJiMxoM98H1QwQZjP_jDIfF3osTA3TYoV1qlL4itwbtlW_FEcn9FA2irJnRIXuLc7OEMZiDLVHyf3prMy5e_ctyM2dBrRJC6iw/s320/bilotta+foto+1.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Alessandro Bilotta</b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Quali saranno, dunque, le atmosfere caratteristiche della serie?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
“Di grande realismo storico, come detto, ma ovviamente avventurose e anche un po’ sopra le righe, con un pizzico di surreale e metaforico e qualche riflessione filosofica. La mia idea di partenza era addirittura quella di creare una serie quasi supereroica, con cattivi molto cattivi, misteri, cospirazioni, personaggi mascherati, sette segrete. I veri personaggi storici resteranno sullo sfondo, in modo da evitare di essere troppo didascalico”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ma chi è il tuo Mercurio Loi?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
“Si tratta di un personaggio piuttosto originale per quelli che sono gli standard bonelliani, a partire dall’aspetto fisico, tutt’altro che perfetto. Mercurio, infatti, l’ho costruito proprio a partire dai suoi difetti fisici, dandogli un’aria furba e sinistramente ambigua, manifestazione della sua indole. Per lui, professore di storia all’università, conta molto tutto ciò che è sfida di intelligenza e cultura, da affrontare però sempre con un’ironia molto marcata, che spesso sa trasformare in arma per ottenere ciò che vuole. Accanto a lui agisce Ottone, un suo allievo in odore di carboneria, molto più che una semplice spalla, quanto piuttosto l’altra faccia di un’unica medaglia”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Com’è composto lo staff della serie?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
“Per il momento, ai testi ci sono soltanto io. Poi, in futuro, capirò se avrò la necessità di farmi affiancare da altri sceneggiatori. Matteo Mosca è il creatore grafico del personaggio e l’autore delle prime storie. Si tratta del disegnatore col quale ho lavorato di più nella mia vita e, dunque, m’è sembrato subito la scelta più logica. Oltre a lui, ho coinvolto altri ottimi disegnatori bonelliani come, per esempio, Sergio Gerasi o Andrea Borgioli. Il copertinista regolare della serie, invece, è Manuele Fior, un artista molto apprezzato in Italia e all’estero, il cui tratto surreale è perfetto per la capacità di abbinare concretezza di un disegno ben strutturato scenograficamente e suggestioni irreali”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Al Comicon di quest’anno, eri anche candidato al tuo terzo Premio Micheluzzi per la sceneggiatura di “La macchina umana”, un numero recente di “Dylan Dog” amatissimo dai lettori…</b></div>
<div style="text-align: justify;">
“A quella storia tengo davvero molto, perché la considero il mio manifesto sul personaggio, il modo nel quale io lo vedo oggi. Per me, infatti, Dylan dovrebbe sempre mantenere vive le sue caratteristiche più esistenziali e quello sguardo verso l’angoscia e l’orrore più claustrofobico, magari legato alla contemporaneità. Di case infestate e serial killer abbiamo scritto abbastanza. A me, invece, interessa un approccio più filosofico al personaggio e al suo mondo, che poi fondamentalmente è il nostro”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Un approccio che utilizzi anche nel tuo apprezzatissimo ciclo de “Il pianeta dei morti”...</b></div>
<div style="text-align: justify;">
“Sì, assolutamente. Anche nelle storie de “Il pianeta dei morti”, il franchise di Dylan che porto avanti da qualche anno sugli appositi speciali annuali, con ambientazione in un futuro post-apocalittico nel quale l’umanità è ridotta a zombie, m’interrogo in realtà sul nostro presente e sulle angosce dell’animo umano. Tra l’altro, il decadimento fisico del protagonista, i suoi sensi di colpa e la metafora zombie mi permettono di approfondire molto bene questi temi. E anche i lettori sembrano apprezzare questo approccio, dato che il grande successo del ciclo sta facendo ragionare la Bonelli sulla possibilità di cambiarne la periodicità, da annuale a semestrale”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>L’appuntamento annuale del Comicon serve anche per fare il punto della situazione sullo stato di salute del fumetto in Italia. Tu che ne pensi?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
“Bisogna distinguere i piani. Dal punto di vista editoriale, la situazione mi sembra abbastanza chiara, con un’unica grande azienda, la Bonelli, che pubblica ogni mese migliaia di pagine di fumetto inedite e ha una sua struttura industriale di un certo livello. Non a caso, tutti gli autori italiani cercano di allacciare rapporti con questa casa editrice, dato che le altre realtà sono molto più piccole e meno strutturate anche economicamente. Per il resto, gli altri grossi editori italiani sono soprattutto traduttori di materiali esteri, principalmente dagli Stati Uniti e dal Giappone. Dal punto di vista creativo, invece, oggi c’è davvero tantissimo, con molti artisti di alto livello, come non se ne vedevano da anni. Forse, dal mio punto di vista, mi piacerebbe confrontarmi con più sceneggiatori dalle forti ambizioni narrative. Ne vedo troppo pochi e questo un po’ mi dispiace”.<b><span style="font-size: xx-small;"> </span></b></div>
<br />
<div style="text-align: right;">
<b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-68533543123549520842017-05-11T12:54:00.000+02:002020-03-26T19:11:20.904+01:00UN MIO RICORDO DI MINO ARGENTIERI<div data-contents="true">
<div class="" data-block="true" data-editor="4suor" data-offset-key="5h2pn-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="5h2pn-0-0">
<b><span data-offset-key="5h2pn-0-0"><span data-text="true">Di Diego Del Pozzo</span></span></b></div>
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="5h2pn-0-0">
</div>
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="djui3-0-0" style="text-align: justify;">
<span data-offset-key="djui3-0-0"><span data-text="true">Chiunque abbia seguito i corsi universitari di Storia del cinema con Mino Argentieri all'Orientale di Napoli conosce molto bene le "mitiche" dispense che riproduco qui sotto. Oggi il Comune di Napoli, su iniziativa dell'assessore alla cultura Nino Daniele, ricorda Mino a poco meno di due mesi dalla sua scomparsa (avvenuta il 22 marzo), nel corso di un incontro aperto ai suoi ex studenti, amici, collaboratori. E ho pensato che poteva essere bello lasciare anche qui un mio ricordo personale dell'uomo che - come scrissi al momento della sua morte - ha cambiato per sempre il corso della mia vita.</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="4suor" data-offset-key="9gu3d-0-0" style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9JWIECRO62_OwG_t37xxsQKeczBI6RdYuSaF9z2U2wuScE7W6XP4QJb9m8AVoHPdKejdV4VeDWJiRA5QThFaVx_hiyALG3H82WCus7NzLxB2v57bHVBp78bEa1dvmIaABUQ3N8d5O5w/s1600/MinoArgentieri-DispensaCinemaOrientale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg9JWIECRO62_OwG_t37xxsQKeczBI6RdYuSaF9z2U2wuScE7W6XP4QJb9m8AVoHPdKejdV4VeDWJiRA5QThFaVx_hiyALG3H82WCus7NzLxB2v57bHVBp78bEa1dvmIaABUQ3N8d5O5w/s400/MinoArgentieri-DispensaCinemaOrientale.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="9gu3d-0-0">
<span data-offset-key="9gu3d-0-0"><span data-text="true">All'epoca, infatti, al mio terzo anno di università all'Orientale, da studente presso la Facoltà di Scienze politiche, ero già impegnato nella mia tesi di laurea in Storia sociale con un altro professore per me molto importante come lo storico Paolo Frascani (un'avvincente tesi sul commercio ad Aversa durante l'Ottocento!!!) e la mia vita futura mi sembrava già piuttosto indirizzata verso la ricerca storica o, chissà, l'insegnamento di materie collegate. Poi, però, appena iniziai a seguire il corso di Mino (che ero riuscito a inserire, biennalizzandolo, nel piano di studi, sfidando la burocrazia universitaria, poiché era un esame di un'altra Facoltà), impazzii letteralmente, mollai tutto e capii che cosa avrei voluto fare davvero nella vita. Così, andai da Frascani (che, per fortuna, all'epoca era anche il preside di Scienze politiche e che poi mi sarei ritrovato, piacevolmente, come presidente in commissione di laurea) e mi scusai con lui, spiegandogli le mie ragioni. Fui anche fortunato, perché lui era il classico storico illuminato, tra l'altro figlio di un grande critico teatrale e cinematografico come Federico Frascani. Quindi, anche per la stima profonda nei confronti di Mino, non mi creò nessun problema e mi autorizzò a procedere subito in quel nuovo percorso di laurea, che poi rappresentò semplicemente l'inizio di ciò che mi avrebbe aspettato in futuro. Senza aver conosciuto Mino, dunque, quasi certamente la mia vita professionale oggi sarebbe completamente diversa.</span></span></div>
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<div class="" data-block="true" data-editor="4suor" data-offset-key="ao1po-0-0" style="text-align: justify;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="ao1po-0-0">
<span data-offset-key="ao1po-0-0"><span data-text="true">Il ricordo che voglio condividere qui, però, è di tutt'altro genere e riguarda un uomo che, alla soglia dei 70 anni, scoprì il videoregistratore e iniziò a costruirsi la propria videoteca, con l'entusiasmo di un fanciullo. Per tutta la vita, infatti, Mino aveva sempre visto i film al cinema e quelli necessari alle sue ricerche recandosi alla Cineteca nazionale oppure presso qualche altra istituzione amica, quasi sempre comunque direttamente in pellicola. Nonostante ciò, per tutta la sua carriera universitaria a Napoli, durata più di 25 anni, aveva provveduto a far registrare ai tecnici dei nostri laboratori audiovisivi, con una precisione vicina alla pignoleria, qualsiasi film venisse trasmesso dai canali televisivi pubblici, privati, free e poi a pagamento, riuscendo così a creare da zero quello che, negli anni, era diventato il più grande archivio audiovisivo universitario italiano (credo che al suo picco abbia oltrepassato i 20mila titoli!!!), oggi purtroppo andato completamente perduto nel disinteresse generale. Si trattava di videocassette Beta e poi Vhs che noi studenti potevamo visionare, oltre che nelle aule durante i corsi regolari, anche nelle tante postazioni video presenti ai laboratori. E tanti di noi (compreso il sottoscritto) hanno costruito così la propria cultura cinematografica, trascorrendo intere giornate a divorare film in quella che, in pratica, era diventata la nostra seconda casa!</span></span></div>
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<div class="" data-block="true" data-editor="4suor" data-offset-key="21lge-0-0" style="text-align: justify;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="21lge-0-0">
<span data-offset-key="21lge-0-0"><span data-text="true">Ebbene, il ricordo riguardante Mino e la nascita della sua videoteca casalinga va situato intorno alla metà degli anni Novanta, all'epoca degli ultimi anni della sua frequentazione napoletana da pendolare in arrivo col treno da Roma due volte alla settimana, a cavallo tra la mia laurea e gli anni appena successivi nei quali collaboravo informalmente con la sua cattedra e, comunque, continuavo a gravitare lì intorno semplicemente per fare due chiacchiere con lui e, magari, costruire assieme qualche progetto culturale o qualche saggio per la sua storica rivista "Cinemasessanta".</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="4suor" data-offset-key="7fntp-0-0" style="text-align: justify;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="7fntp-0-0">
<span data-offset-key="7fntp-0-0"><span data-text="true">Accadde, dunque, che Mino comprò finalmente un videoregistratore. E accadde che io e un altro paio di amici o ex amici, laureati come me presso la sua cattedra, gli spiegammo che a Napoli esisteva un mercatino nei pressi della stazione dove si potevano trovare autentiche chicche cinéphile a prezzi irrisori (ovviamente, parlo della Duchesca!). Lì dentro, infatti, arrivavano regolarmente tutte le collane vhs da edicola che in quegli anni proliferavano (chi ricorda le tante de "L'Unità" veltroniana?), ma anche migliaia di altri titoli acquistati dai bancarellai alle aste fallimentari e, dunque, venduti poi a prezzi bassissimi (spesso con tanto di scontrino). Non roba falsa, insomma, ma materiali provenienti da circuiti distributivi alternativi, seppur legali.</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="4suor" data-offset-key="4l84s-0-0" style="text-align: justify;">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="4l84s-0-0">
<span data-offset-key="4l84s-0-0"><span data-text="true">Ricordo come fosse oggi la prima volta di Mino in mezzo alla Duchesca. Fermo di fronte a quelle bancarelle stracolme di film di tutti i tipi si guardava intorno con l'eccitazione di un bambino, con gli occhi che sbirciavano ovunque, da un western classico americano a un raro Mizoguchi d'epoca, da una commedia italiana dei telefoni bianchi a Truffaut e Welles, dall'Hitchcock del periodo muto ad Antonioni e Germi. Ogni volta non credeva ai suoi occhi e, ben presto, fece diventare quell'appuntamento una tappa irrinunciabile di quello che divenne un percorso fisso dalla stazione all'università (rigorosamente a piedi, per poter chiacchierare più a lungo, senza fretta). La giornata iniziava con me che lo aspettavo alla stazione di Aversa (l'ultima prima di Napoli) e lui che, sul treno proveniente da Roma, s'affacciava al finestrino e mi salutava per indicarmi la carrozza nella quale era seduto. Proseguivamo assieme per quell'ultimo quarto d'ora di tragitto, fino alla stazione centrale di Napoli, dove ci attendevano gli altri nostri compagni di passeggiata. La prima tappa era presso una minuscola bancarella spuntata all'improvviso in piazza Garibaldi (lui definiva l'omone che la gestiva "il nostro amico") e misteriosamente sempre fornita di chicche rarissime (una volta, Mino mi fregò sul tempo un'ultima copia in vhs fuori commercio de "L'arpa birmana"!). Poi, sempre camminando lentissimi e fermandoci ogni due minuti per chiacchierare meglio, ci tuffavamo nell'affollato e chiassoso mercatino della Duchesca, da dove Mino fuoriusciva ogni volta con la sua borsa ben più pesante rispetto a poco prima. L'itinerario, quindi, proseguiva lungo l'intero Rettifilo (corso Umberto I, per i non napoletani) fino ai laboratori situati a piazza Borsa (dove ora si trova la fermata Università della metropolitana nuova). Qui, Mino provvedeva a fare lezione e ricevimento, mentre noi lo attendevamo per l'immancabile pizza e poi per riaccompagnarlo alla stazione, </span></span><span data-offset-key="4l84s-0-0"><span data-text="true"><span data-offset-key="4l84s-0-0"><span data-text="true">dove avrebbe preso il treno per ritornare a Roma</span></span>, sempre a piedi e sempre immersi in nuove lunghe e avvincenti chiacchierate su qualsiasi argomento.</span></span></div>
</div>
<div class="" data-block="true" data-editor="4suor" data-offset-key="9hf26-0-0">
<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="9hf26-0-0" style="text-align: justify;">
<span data-offset-key="9hf26-0-0"><span data-text="true">Ecco come Mino, a 70 anni suonati ma con l'entusiasmo di un giovane innamorato (del cinema), costruì la propria videoteca!</span></span></div>
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<div class="_1mf _1mj" data-offset-key="9hf26-0-0" style="text-align: right;">
<b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
</div>
</div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-17349423927059663752017-03-10T19:12:00.000+01:002019-06-09T13:44:42.534+02:00CELEBRIAMO I VENT'ANNI DI "BUFFY"<!--[if gte mso 9]><xml>
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<br />
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Il lungo testo che segue - col quale rianimo questo blog dopo più di un anno - è tratto dal mio libro <i>Ai confini della realtà. Cinquant'anni di telefilm americani</i>, edito da Lindau a giugno 2002 e oggi, purtroppo, fuori catalogo. Lo ripubblico qui per celebrare a modo mio i vent'anni dalla messa in onda americana del primo episodio di <i>Buffy</i> (10 marzo 1997), certamente una tra le serie più importanti (e, ancora oggi, più fraintese) della televisione americana. Questo capitolo, intitolato <i>Buffy, Dawson e l'orrore della crescita</i>, rappresenta la prima analisi critica organica pubblicata in lingua italiana sull'epocale serie di Joss Whedon ed è stato riproposto anche nella sezione antologica compresa nel volume di Veronica Innocenti e Guglielmo Pescatore <i>Le nuove forme della serialità televisiva. Storia, linguaggio e temi</i>, pubblicato da Archetipolibri a gennaio 2008 (pagg. 166-173). Buona lettura!</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"><i>(d.d.p.)</i></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"><i><br /></i>----------------------------------------------------------<br /><br /><i><b>Buffy, Dawson e l'orrore della crescita</b></i><b> </b></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"><b>Di Diego Del Pozzo</b></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;"><b>(tratto da <i>Ai confini della realtà. Cinquant'anni di telefilm americani</i>, Lindau, 2002 - Pagg. 133-142)</b></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Un filone particolarmente
fiorente nel panorama della fiction seriale programmata dai network nel corso
degli anni ’90 è quello basato sulle commistioni tra gli stilemi del
fanta-horror e quelli del genere giovanilistico.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheSy0Ls-oKDBGte6i-BdAqD7QYbUUGB42lvBQEXrzF_-fEtp12625KAyyepbK0nZUxAd3fMk76Em7FP0GpPJb6PPgmrBUW4zJTGD7Hb0X1-drmap82YLIHCHj2dx1iUDqa7EIn3bA2EQ/s1600/Buffy-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheSy0Ls-oKDBGte6i-BdAqD7QYbUUGB42lvBQEXrzF_-fEtp12625KAyyepbK0nZUxAd3fMk76Em7FP0GpPJb6PPgmrBUW4zJTGD7Hb0X1-drmap82YLIHCHj2dx1iUDqa7EIn3bA2EQ/s320/Buffy-1.jpg" width="320" /></a></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Il decennio, d’altra parte,
è inaugurato da due telefilm che aspettano soltanto di essere uniti insieme,
per produrre qualcosa di nuovo e mai visto prima: da un lato, l’oscuro “I
segreti di Twin Peaks” di David Lynch e Mark Frost (più volte evocato e di cui
parleremo nel prossimo capitolo); dall’altro, il «glamorous» “Beverly Hills
90210” (id., 1990) di Darren Star. Il primo serial è responsabile del «ritorno
di fiamma», da parte dei network, nei confronti del fantastico, e anticipa
atmosfere e inquietudini di “X-Files” e di tutto ciò che verrà dopo; il secondo
genera uno spin-off altrettanto popolare come “Melrose Place” (id., 1992), fa
scoppiare fenomeni d’isteria collettiva tra gli adolescenti dell’intero pianeta
– che, particolare decisivo, «consumano» come mai prima il vastissimo
merchandising legato alla serie – e, in un certo senso, crea i presupposti per
la nascita di uno show ben più maturo ma tematicamente affine come “Dawson’s
Creek” (id., 1998).</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Un decisivo punto di svolta
arriva nel 1996, quando Wes Craven – partendo da un’ottima sceneggiatura del
giovane Kevin Williamson – dirige “Scream” (id.), film che si propone come
riflessione metanarrativa (iper-citazionista) sul genere horror e che, al tempo
stesso, cerca di rinnovare il filone attraverso commistioni col college movie e
la commedia per teenagers (secondo molti detrattori, però, segna anche la
definitiva morte dell’orrore cinematografico). Il clamoroso successo della
pellicola – confermato da altre due di poco successive, ancora scritte da
Williamson: il sequel-remake “Scream 2” (id., 1997) e “So cosa hai fatto” (“I
Know What You Did Last Summer”, 1997) – si rivela decisivo per convincere i
vertici dei network a sfruttare fino in fondo un filone che potrebbe rivelarsi
estremamente redditizio. Col senno di poi, appare seminale anche un film
stroncatissimo all’epoca della sua uscita: “Classe 1999” (“Class of 1999”),
diretto nel 1990 da Mark L. Lester e incentrato sulla lotta degli studenti del
Liceo «Ronald Reagan» contro tre ferocissimi professori-cyborg. Non a caso, proprio
Kevin Williamson ne scrive una sorta di remake (ben superiore all’originale,
però) con “The Faculty” (id., 1998), diretto da Robert Rodriguez e nel quale i
docenti sono sostituiti silenziosamente da «ultracorpi» alieni che progettano
di far partire l’invasione della Terra dal più classico college americano.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">In particolare, comunque, mostrano
ottimo tempismo i dirigenti del network della Warner Bros., The Wb, poiché
mettono subito in produzione diverse serie televisive basate su spunti di
questo tipo e sulla presenza di giovani interpreti sexy e accattivanti. Il
genere produce immediatamente la nascita di un nuovo tipo di Stardom, con
giovani interpreti che si specializzano in film e telefilm di questo tipo:
Sarah Michelle Gellar, Neve Campbell, Jennifer Love Hewitt, Courteney Cox, Rose
McGowan, Ryan Phillippe, Freddie Prinze Jr., Alyson Hannigan, David Arquette,
per citare soltanto i più noti. Si inaugura, così, una vera e propria tendenza,
con diverse serie di nuova concezione che si riallacciano a una tradizione
pluridecennale, rileggendola all’insegna di una postmodernità caratterizzata
dal definitivo smascheramento della loro funzione di prodotti seriali
d’intrattenimento e, conseguentemente, da una buona dose d’ironia. In
quest’ambito lo stesso Kevin Williamson si vede approvare un suo progetto – di
genere realistico, però – che poi diventerà “Dawson’s Creek”. </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Il primo
telefilm basato sul mix tra tematiche adolescenziali e atmosfere horror,
citazionismo metalinguistico e (auto)ironia postmoderna, in ogni caso, è
realizzato da un giovane sceneggiatore-produttore di nome Joss Whedon.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><br /></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b><span style="font-size: 14.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Buffy</span></b></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Qualche anno prima, infatti,
Whedon sceneggia un trascurabilissimo film intitolato “Buffy - L’ammazzavampiri”
(“Buffy the Vampire Slayer”, 1992), diretto da Fran Rubel Kuzui e interpretato
da Kristy Swanson, Donald Sutherland e Rutger Hauer. </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Nonostante il fallimento
totale del progetto, però, lo sceneggiatore intuisce le potenzialità di storia
e personaggi e ne rileva i diritti di sfruttamento. </span><span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Inizia,
così, a lavorare sull’idea di una serie televisiva basata su presupposti simili
a quelli del film ma che, al tempo stesso, sia in grado di utilizzare gli
elementi che hanno appena decretato il successo delle saghe di “Scream” e “So
cosa hai fatto”.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5FI7aUw5_8YH8mcARFPNQpmh2X4IHwlKvHitqweUCSaOYxV0tqrXScaGfrIDJfd3lxYB9KLUe4gGpOaXY8z_EA1xvR9WAIW2uU_xuMl5FpbJ-TpvqBsxa6rmYT5MXmnCn4AfptbA0Tw/s1600/Buffy-2.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5FI7aUw5_8YH8mcARFPNQpmh2X4IHwlKvHitqweUCSaOYxV0tqrXScaGfrIDJfd3lxYB9KLUe4gGpOaXY8z_EA1xvR9WAIW2uU_xuMl5FpbJ-TpvqBsxa6rmYT5MXmnCn4AfptbA0Tw/s320/Buffy-2.png" width="320" /></a></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">La Warner approva il
progetto di Whedon e, nel 1997, trova uno spazio nel suo palinsesto per gli
episodi della stagione inaugurale del nuovo telefilm: “Buffy”. </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Rispetto al
film di cinque anni prima, le novità immediatamente percepibili riguardano il
cast principale: per il ruolo della sedicenne protagonista Buffy Summers,
infatti, è scelta la biondina Sarah Michelle Gellar; al suo fianco, sono
inseriti altri giovani attori tra i più interessanti della loro generazione, da
Nicholas Brendon (Xander Harris) ad Alyson Hannigan (Willow Rosenberg), da
Charisma Carpenter (Cordelia Chase) a David Boreanaz (il vampiro buono Angel),
capeggiati da due più maturi come Kristine Sutherland (Joyce, la mamma di
Buffy) e l’inglese Anthony Stewart Head nel ruolo del bibliotecario Rupert
Giles. Le azzeccatissime scelte di casting sono uno tra i principali punti di
forza dello show, grazie alla «chimica» perfetta che si crea tra i vari
interpreti e, conseguentemente, tra i diversi personaggi. Con questo ruolo,
Sarah Michelle Gellar diventa un’autentica star e una delle giovani attrici più
richieste a Hollywood.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">L’antefatto della nuova
serie riprende le vicende viste nel film, con l’irrequieta Buffy Summers
costretta a lasciare Los Angeles, assieme alla mamma divorziata, dopo essere
stata cacciata dalla scuola che frequentava, per aver dato fuoco alla palestra.
In realtà, la ragazza è riuscita faticosamente a sventare una strage da parte
di un gruppo di vampiri, dopo aver scoperto di essere la «Slayer», la
Cacciatrice: cioè colei che è predestinata – e ne esiste soltanto una per ogni
generazione – a combattere i vampiri e le forze delle tenebre e a difendere il
genere umano. Buffy, dunque, lascia Los Angeles anche per voltare le spalle a
un destino che, probabilmente, percepisce come troppo gravoso per la sua
giovane età. È ovvio, però, che i suoi problemi siano soltanto all’inizio, dato
che già nel pilot del telefilm – «Benvenuti al college» («Welcome to the
Hellmouth») – scopre che la tranquilla cittadina di provincia dove si è appena
stabilita con la mamma, la ridente Sunnydale, è soprannominata «Hellmouth»,
«Bocca dell’Inferno», perché edificata in un punto di convergenze mistiche che
la rendono particolarmente appetibile per vampiri e demoni assortiti, i quali
proprio da lì potrebbero partire alla conquista della Terra. Più che mai,
dunque, Buffy deve rinunciare alla spensieratezza tipica della sua età e
prendere sulle proprie spalle un fardello che non ha mai chiesto di portare. A
guidarla nella sua crociata c’è il bibliotecario Rupert Giles che, in realtà,
appartiene a una millenaria società occulta, gli Osservatori, il cui compito è
di fare da maestri alle cacciatrici. Gli amici del cuore di Buffy, la rossa
timida e «secchiona» Willow e l’ingenuo e generoso Xander, scoprono ben presto
l’identità della ragazza e l’affiancano spesso nelle sue battaglie notturne.
Dopo pochi episodi, al gruppo s’unisce la ricca e viziata Cordelia e,
soprattutto, il misterioso e affascinante Angel, un vampiro (ha quasi trecento
anni) che – in seguito alla maledizione scatenatagli contro da una zingara – ha
riacquistato la propria anima e, quindi, è dilaniato interiormente dalla
sofferenza per gli orrori che ha provocato nei secoli passati. Tra Angel e
Buffy, tra il vampiro e l’ammazzavampiri, nasce ben presto una problematica
storia d’amore.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Con “Buffy”, Joss Whedon –
che, per il cinema, ha sceneggiato “Toy Story - Il mondo dei giocattoli” (“Toy
Story”, 1995) e “Alien - La clonazione” (“Alien Resurrection”, 1997) – mostra
tutta la sua abilità di scrittore seriale e realizza un telefilm
linguisticamente molto sofisticato, ben oltre l’aspetto esteriore da prodotto
medio televisivo (che, anzi, serve per far avvicinare allo show il più elevato
numero possibile di spettatori). </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Peculiare del suo lavoro di scrittura e
supervisione per la serie è la capacità di caratterizzare con poche pennellate
personaggi che appaiono sempre credibili anche nelle situazioni più assurde (e
la serie ne è piena), di scrivere dialoghi scoppiettanti e ironici, capaci di alleggerire
la tensione senza provocare mai alcuna caduta di ritmo, soprattutto di far
sviluppare archi narrativi lunghissimi e perfettamente coerenti tra loro anche
a distanza di anni. </span><span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Solitamente, infatti, ogni stagione di “Buffy” –
attualmente è in corso la sesta, dopo il polemico cambio di network di cui
parleremo più avanti – è caratterizzata da un’unica lunga trama, della quale
diventa motore il «cattivo» di turno: finora, nelle cinque annate già
terminate, la Cacciatrice se l’è vista col Maestro, un pericoloso «signore del
male» che cerca di liberarsi dalla sua prigione sotterranea (primo anno); con
la coppia di vampiri formata da Spike (James Marsters) e Drusilla
(un’inquietante Juliet Landau), affiancati da Angel che torna momentaneamente
al suo lato oscuro (secondo anno); con il sindaco di Sunnydale, che utilizza le
energie arcane insite nella città per preparare la propria ascensione a demone
(terza stagione); con il super-cyborg Adam, assemblato con pezzi di demoni
uccisi dagli uomini di un’organizzazione governativa occulta denominata
«Progetto Iniziativa» (quarta stagione); addirittura, con la perversa dea Glory
(Clare Kramer), pronta ad aprire le porte che separano la Terra dal suo mondo
popolato da terribili divinità di stampo lovecraftiano (quinta annata). </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Per fermare
Glory, Buffy sacrifica se stessa, uccidendosi pur di impedire l’apertura del
portale extradimensionale, nel centesimo episodio («The Gift») che è anche
l’ultimo trasmesso dalla Warner, prima del passaggio al network Upn, durante l’estate
2001.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Dopo alcuni mesi di roventi
polemiche tra i vertici dei due canali televisivi – i quali si punzecchiano,
per tutta l’estate, sugli organi di stampa americani, definendo il proprio
canale concorrente, rispettivamente, «Without Buffy» (The Wb: «Senza Buffy») e
«Used Parts Network» (Upn: «Network dei pezzi usati»), a ulteriore
testimonianza del successo e della stima che, anche a livello dirigenziale, circonda
la creatura di Joss Whedon – “Buffy” riprende, dunque, la sua programmazione
sulle frequenze del network Paramount, che lo strappa alla concorrenza e
l’affianca al lancio della nuova “Enterprise”: all’inizio della sesta stagione,
in un nuovo ottimo pilot lungo due ore, Buffy torna in vita e si proietta verso
nuove avventure, in un serial potenziato dal cospicuo aumento del budget e che,
per quanto riguarda l’avvio della nuova annata, fa nascere addirittura
lusinghieri paragoni – da parte della critica dotata di minori pregiudizi – con
le serie di qualità prodotte dalla HBO. L’esempio migliore arriva dalla
recensione di Ken Tucker su «Entertainment Weekly» del 27 settembre 2001:
«Prese insieme, le due ore del pilot mostrano come si possa narrare una
leggenda come se fosse la prima volta. Chi avrebbe mai pensato che la modesta
Upn, tanto citata da quando è diventata la nuova casa di “Buffy”, avrebbe
rialzato la testa e si sarebbe proposta allo stesso livello della HBO? Oggi,
infatti, possiede una serie dotata della stessa forza emozionale di “I Soprano”
(sì, con buona pace dei più snob tra voi)». Toni entusiastici sono pure quelli
usati dalla rivista «Spectrum» (n. 27, agosto 2001), secondo cui «nomination
agli Emmy Awards o no, “Buffy” è diventato uno show straordinario e deve essere
considerato tra i migliori serial fantastici di tutti i tempi».</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Tra gli altri personaggi
ricorrenti che fanno il loro esordio nel corso delle varie stagioni, vanno
segnalati ancora almeno Oz (Seth Green), un giovane chitarrista che, per
qualche tempo, diventa il ragazzo di Willow e che ha la condanna d’essere
affetto da licantropia (sì, è proprio un lupo mannaro); Faith (Eliza Dushku),
un’altra cacciatrice che, però, si lascia corrompere dal fascino delle tenebre;
Riley Finn (Marc Blucas), il fidanzato di Buffy durante la quarta serie; Anya
Emerson (Emma Caulfield), un’ex demonessa che, tornata umana dopo aver perso i
propri poteri, diventa la nuova innamoratissima compagna di Xander; Tara (Amber
Benson), la ragazza con la quale Willow inizia una relazione sentimentale
omosessuale; Dawn (Michelle Trachtenberg), la misteriosa sorella minore di
Buffy, apparsa, senza alcun preavviso, all’inizio della quinta stagione.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">E proprio i modi
dell’ingresso in scena del personaggio di Dawn sono indicativi
dell’intelligenza con cui Whedon gioca con tutti gli stereotipi tipici del
racconto seriale televisivo, rovesciandoli a suo favore: nella sequenza finale
del primo episodio del quinto anno, «Il morso del vampiro» («Buffy Vs.
Dracula»), infatti, la protagonista è inquadrata assieme alla sorella e si
comporta come se l’avesse avuta sempre accanto, nonostante fino a quel momento
gli spettatori l’avessero conosciuta come figlia unica. Sciatteria degli
autori? Come mai, in quattro anni, non è mai fatto nemmeno un accenno a questa
sorellina e adesso tutti si comportano come se fosse sempre esistita? Si
potrebbe pensare che, d’altra parte, simili situazioni accadono con molta
frequenza, all’interno delle fiction seriali, dove i personaggi appaiono e
scompaiono come se entrassero e uscissero da porte girevoli sempre in
movimento. La realtà, però, è ben diversa, come emerge dagli episodi
successivi: Dawn, infatti, non è altro che «energia pura» incarnata e capace di
rimodellare la percezione stessa del reale e quella di coloro che la
circondano; una misteriosa «chiave» che può mettere in contatto la Terra con
altri piani dimensionali. Viene incanalata in un involucro umano e inviata alla
Cacciatrice dagli ultimi adepti di una setta antichissima, affinché possa
essere adeguatamente protetta dalle mire della folle dea Glory. Dunque, ancora
una volta, la spiegazione c’è, assolutamente incredibile ma perfettamente
coerente con quelle che sono le premesse della serie e col patto di
«sospensione dell’incredulità» che l’autore stringe con il suo pubblico. </span><span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">E
ancora una volta, in “Buffy”, il fantastico riesce ad agire in profondità sulle
strutture stesse del reale e del quotidiano, proponendosi come chiave
interpretativa per una sua rilettura.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkyv4gRWv7fuyTE8WhKfzjfx5XAoQbcbVipcicugKZGNe-xldEpxhOCLgGaYk2lOO72wdixY9nQltn9gT6YwX4KXIhyphenhyphenSmYx3U3CnKd1kAaWDb-qYi00gnTSwvMvAbzssJrenP0rxY1RA/s1600/AiConfiniDellaRealt%25C3%25A0-Cover.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="710" data-original-width="451" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkyv4gRWv7fuyTE8WhKfzjfx5XAoQbcbVipcicugKZGNe-xldEpxhOCLgGaYk2lOO72wdixY9nQltn9gT6YwX4KXIhyphenhyphenSmYx3U3CnKd1kAaWDb-qYi00gnTSwvMvAbzssJrenP0rxY1RA/s320/AiConfiniDellaRealt%25C3%25A0-Cover.jpg" width="202" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: #0000ee;"><u>La copertina del mio libro del 2002</u></span></td></tr>
</tbody></table>
<span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">La complessa e
sfaccettata cosmogonia messa insieme da Joss Whedon, infatti, è calata in un
contesto ambientale di assoluta normalità: i personaggi, all’inizio della
serie, sono comuni liceali sedicenni che devono confrontarsi con le difficoltà
della crescita, i primi amori, i litigi con gli amici, la difficoltà di essere
accettati dagli altri, il tormentato rapporto col mondo degli adulti, come in
un qualsiasi telefilm adolescenziale. </span><span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">I personaggi adulti, tra
l’altro, sono quasi del tutto assenti, o dipinti in modi mai completamente
positivi, con la sola eccezione del bibliotecario-osservatore Giles (il
depositario del sapere) – tra l’altro, “Buffy” è uno tra i telefilm americani
dove i libri sono più presenti e hanno un ruolo drammaturgicamente importante
–, che nei confronti della sua protetta si pone come il padre che lei non ha
più. </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">La
mamma della protagonista, infatti, è divorziata, superapprensiva nonostante, in
realtà, sembri più presa dalla carriera che dalla figlia (si accorge soltanto
dopo diversi anni delle occupazioni «alternative» di Buffy); il preside del
liceo locale è un sadico «bacchettone»; i professori si trasformano spesso in
mostri; il sindaco aspira a diventare un demone potentissimo attraverso una
strage di studenti da attuare nel giorno della consegna dei diplomi;
all’università – perché, con la quarta stagione, i protagonisti ormai diplomati
s’iscrivono al College di Sunnydale – la dura ma stimata professoressa Walsh si
rivela la mente senza scrupoli del progetto governativo occulto mirato alla
creazione di un cyborg ibrido umano-demoniaco. L’esempio perfetto di un tale
atteggiamento arriva da un episodio della terza serie, «Le streghe di
Sunnydale» («Gingerbread»), nel corso del quale tutti i genitori della
cittadina, posseduti da un’entità maligna, si scatenano in una vera e propria
«caccia alle streghe», contro i loro stessi figli: viene coinvolta anche
Willow, che si sta avvicinando sempre più alla magia e che, nel corso delle
stagioni, diventa una potente strega buona. Il ribaltamento dei ruoli
tradizionali tra genitori e figli, insomma, è totale, con questi ultimi che si
battono affinché il male non contamini il mondo di adulti che non riescono più
– tranne che nell’unico caso di Giles – a educarli e proteggerli.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Sunnydale, dunque, sembra
la classica cittadina californiana di provincia, il tipico sfondo di tante
serie americane impostate sul dominio dei buoni sentimenti: i problemi delle
metropoli sono lontani; le famiglie – tutte rigorosamente bianche – vivono
nelle loro villette unifamiliari con steccato e cagnolino, al liceo si prepara
l’annuale ballo di fine corso, il Bronze è l’unico locale decente dove ci
s’incontra la sera con gli amici, per bere qualcosa e ascoltare buona musica. </span><span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Questa
realtà, però, ne nasconde un’altra più oscura – proprio come in “I segreti di
Twin Peaks” – che rappresenta il suo doppio quasi inevitabile; quando cala la notte,
infatti, a Sunnydale arriva il momento dell’orrore: i vampiri emergono dalle
proprie tombe – il cimitero cittadino è il vero ambiente ricorrente della
serie, assieme al liceo e al Bronze – per attaccare i vivi e attentare alle
esistenze della Cacciatrice e dei suoi amici. Nella seconda parte dell’episodio
italiano «Il sentiero degli amanti» (cioè quello che, in originale, si intitola
«The Wish», dato che per un discreto periodo la programmazione italiana della
serie, su Italia 1, viene fatta accorpando due episodi alla volta sotto l’unico
titolo del primo segmento e, per questo motivo, le puntate che vanno in onda
come seconde non hanno un loro titolo italiano), il duplice volto di Sunnydale
è reso esplicito attraverso una storia che si svolge in una cupa realtà
alternativa, nella quale Buffy non è mai giunta in città e il Maestro e i suoi
adepti hanno il controllo assoluto: con un tocco gustosissimo, persino Willow e
Xander, i due personaggi più positivi dello show, diventano feroci vampiri
punkeggianti.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Quella della Willow
vampira – personaggio che ritorna anche in un altro episodio, mostrando la
bravura di Alyson Hannigan – è soltanto una tra le tante variazioni proposte da
Whedon nel corso della serie. Non mancano, infatti, le puntate nelle quali lo
sceneggiatore-produttore si diverte a sperimentare sulla struttura tradizionale
del suo telefilm: un ottimo esempio è quello di «L’urlo che uccide» («Hush»),
in cui alcune creature magiche, simili al Nosferatu del film di Murnau, rubano
la voce all’intera cittadina, creando lo spunto per l’unico episodio
interamente muto nella storia della (parlatissima) televisione americana;
oppure, «Superstar» (id.), che vede l’inetto liceale Jonathan trasformarsi, per
incanto, nell’ammirato supereroe di Sunnydale; o ancora, «La casa stregata»
(«Where the Wild Things Are»), discusso segmento col quale Whedon – lasciando
Buffy e Riley a letto a fare l’amore, per l’intero episodio – risponde
ironicamente alle pressioni del network, piovutegli addosso dopo la strage nel
liceo di Columbine (la serie, infatti, propone spesso situazioni di violenza
estrema, inserite in contesti scolastici). Il culmine della sperimentazione,
però, arriva con la sesta stagione, nel corso della quale l’autore apre a una
puntata tutta realizzata come un musical classico: piena di numeri di danza e
con i dialoghi interamente cantati. Ottime variazioni – narrativamente
fondamentali nell’economia della serie, però – sono anche quelle degli episodi
retrospettivi nei quali vengono rivelate le origini dei personaggi di Angel e
Spike, prima delle loro vampirizzazioni: il più bello è il doppio «L’inizio
della storia» («Becoming»), a cavallo tra seconda e terza stagione, che inizia
nell’Irlanda del 1753 e si conclude nella Los Angeles degli anni ’90, al tempo
delle vicende narrate dal film del 1992.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Buffy, in realtà, è una
serie che si regge su poche idee, nemmeno troppo originali, poiché già negli
anni ’50 i drive-in si riempiono di giovani coppie urlanti, di fronte alle
sequenze di irresistibili pellicole horror-giovanilistiche come, per esempio, “I
Was a Teenage Werewolf” (1957) di Gene Fowler Jr. e “La strage di Frankenstein”
(“I Was a Teenage Frankenstein”, 1957) di Herbert L. Strock. Tali idee sono sviluppate,
però, in modo egregio. </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">«I vampiri e i cacciatori di vampiri immaginati
da Joss Whedon […] hanno la loro genesi in un’infanzia e un’adolescenza
solitaria, trascorsa con il naso affondato nei fumetti di supereroi, nelle
storie dell’orrore, nei racconti fantastici. </span><span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Un bagaglio di
riferimenti che con Bram Stoker e i vampiri classici hanno una parentela un po’
annacquata, ma che mantengono la stessa forza evocativa: il potere del sangue,
la vita oltre la morte, le doti sovrumane di pochi, isolati, affascinanti e
misteriosi mostri» (Luisella Angiari, Dai cinevampiri ai televampiri, «Duel»,
n. 87, marzo-aprile 2001, p. 68).</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">Il riferimento più diretto,
da questo punto di vista, appare proprio quello ai fumetti di supereroi, genere
fantastico-avventuroso da sempre molto in voga negli Stati Uniti. </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">In particolare,
la serie di Whedon è ricalcata sugli stessi schemi narrativi e formali di
quella fumettistica dell’Uomo Ragno, il popolare personaggio creato da Stan Lee
e Steve Ditko per la Marvel Comics nel 1962: la cosa, però, è dichiarata, dato
che in più d’un episodio personaggi «normali», come Xander, si rivolgono a
Buffy dicendole: «Mi sembri proprio l’Uomo Ragno». Lo Spiderman dei fumetti è
l’emblema di quelli che l’ideatore del Marvel Universe, Stan Lee, definisce
«supereroi con superproblemi», con uno slogan che indica la volontà di proporre
ruoli meno monolitici e unidimensionali rispetto al classico Superman. La
grande novità della Marvel degli anni ’60, infatti, è quella di dare ai propri
personaggi poteri che sono vissuti come una condanna più che come un dono e
che, inevitabilmente, condizionano la quotidianità dei loro alter ego. Lo
stesso Spiderman, per esempio, è soltanto un adolescente come tanti, Peter
Parker, appassionato di scienze e fotografo per diletto: da quando viene morso
da un ragno radioattivo acquisisce la forza e l’agilità dell’insetto e diventa
un essere più che umano che, però, deve rinunciare a un pizzico di
spensieratezza e a tante cose che per ogni adolescente possono sembrare
normali, perché – secondo un altro celebre slogan ideato da Lee per il suo
personaggio – «da grandi poteri derivano grandi responsabilità». Le avventure
dell’Uomo Ragno sono ambientate in una New York quotidiana e descritta in modo
molto realistico, sono arricchite da figure di contorno sempre ben delineate,
sono caratterizzate da un perfetto mix di tragedia e ironia. Inoltre,
propongono una continuity<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>interna alla
serie, nel senso che i vari personaggi crescono, mutano, imparano dalle
precedenti esperienze: e questa è un’altra differenza enorme rispetto ai
classici supereroi della «Golden Age of Comics» (gli anni ’30).</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Ebbene, in Buffy, questi
elementi sono riproposti fedelmente. Dal punto di vista strutturale, anzitutto,
con una continuità nelle trame e un’accentuazione esasperata dei meccanismi
della serialità. Da quello dei contenuti e dell’ambientazione, poi, con lo
stridente contrasto tra l’ambiente liceale diurno e le tensioni di quello
notturno, quando Sunnydale diventa un campo di battaglia; la coesistenza tra
superpoteri e problemi dovuti alla crescita; la solitudine dell’eroe (eroina)
che deve far fronte alle proprie responsabilità; la sua fragilità dovuta alla
difficoltà di accettare la propria particolarissima condizione; un gruppo di
amici che spesso non capiscono fino in fondo cosa voglia dire essere predestinati;
il complicato rapporto con l’altro sesso e quello tormentato con il mondo degli
adulti. Anche la scelta di trasformare l’eroe in eroina si spiega meglio
attraverso un riferimento fumettistico, dato che una tra le tendenze dominanti
nell’industria statunitense anni ’90 dei comic books è – come visto nel
precedente capitolo – quella degli albi imperniati sulle cosiddette «bad
girls». Il cerchio si chiude, quindi, allorquando Buffy Summers diventa un
personaggio a fumetti, in una serie sceneggiata dallo stesso Joss Whedon che,
così, può soddisfare una sua antica passione. Anche il carattere disegnato,
come quello televisivo, mantiene gli stessi tratti di ragazza pienamente calata
nella realtà sociale degli Stati Uniti che s’affacciano al 2000.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Merita qualche parola a
parte, per concludere, il controverso rapporto sentimentale tra Buffy e Angel,
tra la vita-apportatrice-di-morte e la morte-in-vita, soprattutto in
riferimento agli eventi di due particolari episodi della seconda stagione:
«Sorpresa» (Surprise») e «Un attimo di felicità» («Innocence», scritto e
diretto proprio da Whedon), caratterizzati dal nuovo ritorno di Angel al suo
lato oscuro, quello del terribile vampiro Angelus, in seguito al riattivarsi
della maledizione zingara che gli preannunciava la perdita dell’anima appena
avesse assaporato un solo attimo di felicità. E il momento arriva quando il
non-morto fa l’amore con la Cacciatrice, nel preciso momento del raggiungimento
dell’orgasmo sessuale. L’evento lascia trasparire, però, un’ideologia alquanto
reazionaria, quasi a suggerire che l’amore tra adolescenti può andar bene
solamente finché non si trasforma in sesso. D’altra parte, la stessa Willow, a
sua volta desiderosa della «prima volta», è fidanzata con un focoso lupo
mannaro: anche qui, quasi un monito rivolto agli adolescenti, a far attenzione
alle brutte sorprese in campo sessuale.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">Il personaggio di Angel,
comunque, diventa amatissimo dal pubblico dello show e, con il finire della
seconda stagione, raggiunge la stessa Buffy in cima alle preferenze. </span><span style="font-size: small; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Calibri;">È
per questo motivo che, dalla fine dell’annata successiva, Whedon e il
co-sceneggiatore David Greenwalt creano uno spin-off tutto dedicato al
personaggio interpretato da David Boreanaz (“Angel”, 1999; ancora inedito in
Italia). </span><span lang="EN-US" style="font-size: small; mso-bidi-font-family: Calibri;">L’ambientazione è differente, dato che il vampiro buono (nel frattempo
ha riacquistato la propria anima) lascia Sunnydale per Los Angeles, dove apre
un’anomala agenzia investigativa per aiutare tutti quelli che normalmente sono
trascurati dalle forze dell’ordine: diventa così una sorta di campione dei
derelitti e dei perseguitati, in avventure dal sapore chandleriano e,
naturalmente, vissute sempre «ai confini della realtà». Lo aiutano la bella
Cordelia, che a sua volta lascia la serie principale e si scopre dotata della
capacità di avere visioni premonitrici; Wesley Wyndam-Pryce (Alexis Denisoff),
un ex osservatore che, per pochissimo tempo, aveva sostituito Giles accanto a
Buffy; il cupo cacciatore di vampiri Charles Gunn (J. August Richards). Questa,
però, è davvero un’altra storia.</span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: right;">
<span lang="EN-US" style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Calibri;"></span><b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-51741029435197580632015-12-21T20:28:00.001+01:002019-02-05T18:18:21.885+01:00"C'È STATO UN RISVEGLIO...": "STAR WARS VII" DI J.J. ABRAMS<b>Di Diego Del Pozzo</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>[Questo articolo, che non contiene spoiler, uscirà in una versione leggermente diversa a metà gennaio 2016 sul numero 223 del mensile fumettistico <i>Mega</i>]</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIoGs1xWehddGdP4wvrOxs2kfhqvT2nEmWkuDjE16bN4JAmp5tBWeGO2PKlmCleZsJiHvF4GBUMGnpoYPFkQCPnwt8zACj03wbKIuOrRMoEsc8a7z9KBVDmtwRmpHMyGBP32tCC0AuFg/s1600/kylo-ren-battles-his-nemesis-vital-plot-hints-you-missed-in-new-star-wars-7-trailers-703412.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIoGs1xWehddGdP4wvrOxs2kfhqvT2nEmWkuDjE16bN4JAmp5tBWeGO2PKlmCleZsJiHvF4GBUMGnpoYPFkQCPnwt8zACj03wbKIuOrRMoEsc8a7z9KBVDmtwRmpHMyGBP32tCC0AuFg/s400/kylo-ren-battles-his-nemesis-vital-plot-hints-you-missed-in-new-star-wars-7-trailers-703412.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Di fronte a un film attesissimo come </i>Star Wars – Episodio VII: Il risveglio della Forza<i> si rischia facilmente il cortocircuito critico-analitico, a causa di quel surplus fatto di mito-marketing-fans-multimedia-haters e chi-più-ne-ha-più-ne-metta che, inevitabilmente, s’innesca in casi simili, aumentando a dismisura l’attesa nei confronti dell’oggetto in sé ma, al tempo stesso, depotenziandolo proprio in quanto film e trasformandolo in qualcosa di altro. A tutto ciò, s’aggiunga la scelta della Disney – la nuova “padrona” del brand </i>Star Wars<i> dopo l’acquisizione da 4 miliardi di dollari della Lucasfilm conclusa nel 2012 – di affidarsi a un cineasta talentuoso ma controverso come J.J. Abrams, innegabilmente tra quelli da considerare decisivi nel panorama del fanta-blockbuster contemporaneo (assieme a Christopher Nolan, Joss Whedon, Zack Snyder e pochi altri), ma nonostante ciò ancora guardato con sospetto da una larga fetta di nerd globali (peraltro, proprio il target pregiato per un’operazione come il nuovo </i>Star Wars<i>), i quali a distanza di anni ancora non gli perdonano il finale (per me assolutamente coerente e di grande poesia: e, comunque, all'epoca lui non c'era più) di una serie decisiva e seminale come </i>Lost<i>. A costoro, ma non soltanto a loro, avrà fatto certamente male leggere la scritta “A Bad Robot Production” nei titoli di coda del nuovo film, subito dopo la tradizionale “A Lucasfilm Production”. Ma tant’è. <br /><br />Proprio la scelta di Abrams da parte della Disney, invece, è stata secondo me la più logica e forse l’unica possibile, nel momento in cui s’è deciso di lavorare su un concetto elementare ma potentissimo come quello di “risveglio”, della Forza certamente, ma anche – fuor di metafora – dell’intera saga filmica, dopo le tante critiche incassate dalla discussa e discutibile “prequel trilogy”. E tale “risveglio” come avrebbe mai potuto concretizzarsi? Soltanto con un ritorno alle origini (cioè ai tre film di fine anni Settanta – inizio Ottanta) e con la riattivazione dello spirito più profondo e autentico di </i>Star Wars<i>. Ma anche con una certa coerenza e attenzione nei confronti dell’identità della multinazionale neo-proprietaria (vi dice nulla un'ottima serie animata per ragazzi come </i>Star Wars Rebels<i>, peraltro esplicitamente citata nel film?), adattando tutto ciò all’oggi in modo da lanciarlo in maniera di nuovo convincente e affascinante verso un domani radioso. <br /><br />In tutte queste cose, J.J. Abrams è un maestro riconosciuto, come dimostrato anche dal rilancio – seppur decisamente meno rischioso e complicato – del franchise cinematografico di </i>Star Trek<i>. E, infatti, anche stavolta il regista intimamente spielberghiano di </i>Super 8<i> ha saputo destreggiarsi da par suo col fantastico materiale messogli a disposizione, centrifugando </i><i><i>una miriade di influenze e riferimenti per
ricavarne un mix seducente, perfetto per proporsi al pubblico come
familiare e personale allo stesso tempo. Per farlo, Abrams ha abbinato </i>lo sguardo puro da fan-ragazzino innamorato delle cinefiabe e dei racconti epici con l’approccio fatto di straordinaria consapevolezza linguistica tipico dello studioso preparato e pignolo, ma anche con quello dello showrunner abituato a ideare progetti seriali che tengano conto pure delle esigenze industriali e promozionali dei committenti, giocando a volte in maniera ardita con tali esigenze e diktat esterni. Il suo punto di partenza – per lui che, in ogni caso, è anche un gran furbone – è coinciso con un’idea molto chiara, direi persino banale per chi appena ne conosca la produzione precedente: </i>Star Wars – Episodio VII: Il risveglio della Forza<i> sarebbe stato al tempo stesso un sequel, un reboot e un remake; e avrebbe frullato assieme le varie possibili declinazioni seriali-citazionistiche del blockbuster postmoderno del Terzo millennio, con uno sguardo attento e consapevole, com’è ovvio, anche alle sue poderose implicazioni narrative transmediali (non va mai dimenticato, per restare in casa Disney, che rispetto all'epoca dei precedenti film della saga ideata da George Lucas, quelli della "prequel trilogy", lo scenario dei kolossal globali di genere fantastico è deflagrato una volta per tutte con l'avvento del </i>Marvel Cinematic Universe<i>, che ha inevitabilmente fatto segnare un "prima" e un "dopo"). <br /><br />Paradossalmente, però, proprio per restare calato nella contemporaneità, declinare efficacemente </i>Star Wars<i> in un contesto così diverso rispetto a una quindicina di anni fa e rendere tutto credibile dal punto di vista artistico e sostenibile produttivamente, Abrams è dovuto ritornare a quelle origini evocate più su, cioè al film che nel 1977 diede inizio a tutto, riallacciandosi direttamente a quell’irripetibile mélange di fiaba classica, epica cavalleresca, western, affresco generazionale, omaggio alla fantascienza vintage del tempo che fu. Così, di quello che, in occasione della riedizione del 1999, fu reintitolato </i>Star Wars – Episodio IV: Una nuova speranza<i>, il film del 2015 riprende con sincero affetto e notevole padronanza la struttura, le tematiche, i riferimenti iconografici, persino la composizione di molti quadri, i caratteri dei personaggi e l’interazione tra loro, spesso citando in modo fedele intere sequenze o giocando a rovesciarne altre di segno e di senso (in particolare, quelle dedicate al conflitto tra luce e oscurità e tra padri e figli). L’atmosfera complessiva, dunque, è quella giusta, ben metaforizzata dalla già celeberrima battuta “Siamo a casa”, che segna il ritorno in scena di Han Solo e Chewbacca, ma soprattutto incarnata dal corpo e dal volto invecchiati, rugosi e un po’ sfatti dello stesso Solo di Harrison Ford, che porta inscritto nella sua stessa fisicità “ottantesca” lo scorrere del tempo – </i>Il risveglio della Forza<i> è per lui ciò che </i>The Wrestler<i> di Darren Aronofski è stato per Mickey Rourke – e si fa trait d’union vivente tra “vecchio” cinema postmoderno e neobarocco (quello che provocò la resurrezione di Hollywood negli anni Ottanta) e “nuovo” postcinema 2.0, ormai indissolubilmente intrecciato alla serialità televisiva, ai videogames, all’animazione digitale, al web ma, pur in epoca di convergenza mediale, ancora orgoglioso del suo passato e delle sue specificità narrative. <br /><br />Quello scelto da J.J. Abrams è un approccio profondamente umanista, che si poggia sulla predilezione per i set reali rispetto all’abuso di green screen e su quella per gli effetti speciali meccanici rispetto ai digitali (comunque molto presenti), ma soprattutto sull’affettuosa attenzione del regista e del co-sceneggiatore Lawrence Kasdan (“quel” Lawrence Kasdan) nei confronti dei personaggi, fatta di ripetuti primi piani sui loro volti per esaltarne le interiorità, i dilemmi, le paure, le aspirazioni e le speranze. Inoltre, per ricollegarsi realmente alle origini del Mito, le modalità e la struttura del racconto tornano a farsi lineari, persino orgogliose della propria semplicità (che non vuol dire banalità), puntando forte su una prima ora di film dalla straordinaria tenuta ritmica (davvero alla velocità della luce) e, più avanti, sul carattere di saga familiare intergenerazionale che, da sempre, caratterizza </i>Star Wars<i>. <br /><br />Ma le varie famiglie protagoniste sono tutte disfunzionali, allargate, dilaniate, imperfette, con l’umanità e l’imperfezione che emergono anche dove meno ce lo si aspetterebbe: per la prima volta, infatti, viene dato un volto agli stormtroopers, mostrando gli uomini sotto ai caschi bianchi (e si tratta di uomini strappati da bambini alle loro famiglie e poi ricondizionati per servire il Lato Oscuro), fino a trasformarne uno, confuso e spaventato (il Finn di John Boyega), in disertore e poi probabile eroe; per la prima volta, ancora, l’iconico villain del film, lo statuario Kylo Ren di Adam Driver, è un malvagio in itinere, incerto sulla via da seguire, insicuro e non del tutto addestrato, in preda alla paura di non riuscire a essere all’altezza del suo ingombrante retaggio familiare (nei film successivi, sarà questo, probabilmente, il personaggio dal quale attendersi l’evoluzione maggiore e le sorprese più interessanti); per la prima volta, infine, un carattere femminile, la magnifica Rey di Daisy Ridley (in vana attesa dei genitori spariti quando lei era una bambina), assurge al ruolo di fulcro e cuore pulsante dell’intero film, proponendosi fin d’ora come uno tra i personaggi meglio scritti dell’intera saga. Accanto ai tre giovani protagonisti, ideali per raccogliere il testimone dal trio classico interpretato da Harrison Ford, Carrie Fisher e Mark Hamill, meritano però più che una semplice menzione almeno il coraggioso pilota della Resistenza Poe Dameron di Oscar Isaac (altro personaggio destinato a crescere nei sequel) e, dalla parte del Lato Oscuro, il fanatico generale Hux (Domhnall Gleeson) al vertice del Primo Ordine (l’organizzazione militare che porta avanti la malvagia eredità dell’Impero galattico) e alle dirette dipendenze del leader supremo Snoke (Andy Serkis, che recita in performance capture). Oltre, naturalmente, al nuovo droide rotondeggiante ideato da J.J. Abrams, l’irresistibile BB-8, perfetto per conquistare i bambini di tutto il mondo e attentare con successo ai portafogli dei genitori, a loro volta felici di ritornare bambini di fronte al “risveglio” della saga epica popolare più importante della contemporaneità.</i></div>
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<b><span style="font-size: xx-small;">© RIPRODUZIONE RISERVATA</span></b></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-66684624596045285242015-11-22T18:36:00.000+01:002015-11-22T18:45:13.577+01:00PIETRO MARCELLO E LA SUA (NOSTRA) ITALIA "BELLA E PERDUTA"<b>Di Diego Del Pozzo</b><br />
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<i>Il nuovo film di Pietro Marcello, scritto assieme a Maurizio Braucci è un magnifico esempio di quello che Pasolini definì "cinema di poesia".<br /> </i></div>
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<i><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgujtYfcceHznTJxa1xnxJ1KTisxu-M8_92OuV2fsE9KIsKYRZ2H7XSfWcSEcuwF4eH1drfdCpQsTLODxB1KPHILsF_e4r_698FkIWL5xF_w3ulPYMhedvXMoTIJB3kwCsqF676WMjbLw/s1600/1437055130295.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgujtYfcceHznTJxa1xnxJ1KTisxu-M8_92OuV2fsE9KIsKYRZ2H7XSfWcSEcuwF4eH1drfdCpQsTLODxB1KPHILsF_e4r_698FkIWL5xF_w3ulPYMhedvXMoTIJB3kwCsqF676WMjbLw/s400/1437055130295.jpg" width="400" /></a></i></div>
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<i>Un orgoglioso bufalo campano di nome Sarchiapone (che parla con la voce di Elio Germano), la dolente e irriverente maschera tradizionale di Pulcinella posta al confine tra mondo dei vivi e dei morti (ne è interprete un ottimo Sergio Vitolo), la purezza rara dell'Angelo di Carditello (il compianto Tommaso Cestrone, purtroppo morto durante le riprese), la stessa Reggia borbonica di Carditello e il territorio circostante (una volta noto come "Campania Felix" e oggi come "Terra dei Fuochi"), utilizzati quali metafore-emblemi del rapporto irrisolto tra l'uomo e il mondo che lo circonda, sono protagonisti di un apologo affascinante e di grande originalità tematica e, soprattutto, formale che, come sempre accade nel cinema del regista casertano, abbatte i confini (ma quali, poi?) tra documentario e ricostruzione finzionale per abbandonarsi alla piacevole ma rischiosa ricchezza dell'imprevisto e della riscrittura in itinere.<br /> "Bella e perduta" è un fantasy visionario e un road movie dell'anima, ma anche un film arrabbiato (negli anni Settanta si sarebbe detto "d'impegno civile") e un atto d'accusa nei confronti di istituzioni disattente verso le tante bellezze ambientali e storico-monumentali che in Italia spuntano un po' dovunque e che, in un Paese più furbo e lungimirante, sarebbero motivo d'orgoglio e fonti di ricchezza.<br /> Marcello e Braucci, miscelando generi e formati, riferimenti culturali e suggestioni arcane, Mito e Storia consegnano al cinema italiano ed europeo una riflessione avanzata su ciò che vuol dire lavorare oggi con le immagini in movimento. E, al tempo stesso, costringono gli spettatori a specchiarsi negli occhi del bufalo Sarchiapone, guardarsi dentro e confrontarsi con lo spaesamento che, fondamentalmente, caratterizza le loro (nostre) esistenze quotidiane.</i></div>
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<span style="font-size: xx-small;"><b>© RIPRODUZIONE RISERVATA</b></span></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-75755343495539966752015-11-03T12:58:00.002+01:002015-11-03T12:58:54.403+01:00SPRINGSTEEN, PORTELLI E UN INCONTRO SULL'AMERICAN DREAMDa <a href="http://rockaroundthescreen.blogspot.it/2015/11/springsteen-portelli-e-un-incontro.html"><i>Rock Around the Screen</i></a><br />
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<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span>Mercoledì
4 novembre, all’Accademia di Belle Arti di Napoli è in programma una giornata
di studio per riflettere sull’<i>american
dream </i>e sulle sue promesse mancate, attraverso la musica, il cinema, la letteratura
e la storia sociale.</span><span> </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv-7lPjduuEN_Qxmi0hMPKAc4tZDMu8u6fHcl77M5FU-1eJXzicyAqLI-diG7-Btynch9Kj7OsKzpbE0PNpj3fnMHgXXzA0fx0tJQ2WlWAGS11aN6e8SzUuK58OsbfKxifRTx-PauApg/s1600/LibroSpringsteenPortelli-Copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv-7lPjduuEN_Qxmi0hMPKAc4tZDMu8u6fHcl77M5FU-1eJXzicyAqLI-diG7-Btynch9Kj7OsKzpbE0PNpj3fnMHgXXzA0fx0tJQ2WlWAGS11aN6e8SzUuK58OsbfKxifRTx-PauApg/s320/LibroSpringsteenPortelli-Copertina.jpg" width="236" /></a></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span>Intitolata
opportunamente <i>Bruce Springsteen e lo
“sfuggente sogno americano”</i> (con riferimento a quel “runaway american
dream” citato nella hit <i>Born to Run</i>)
e organizzata dal Triennio di Fotografia, Cinema e Televisione (cattedre di
Storia e teoria dei nuovi media e Teoria e analisi del cinema e
dell’audiovisivo), la giornata ha come occasione la presentazione a Napoli del nuovo
libro di Alessandro Portelli, <i>Badlands.
Springsteen e l’America: il lavoro e i sogni</i>, edito da Donzelli.</span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span>Portelli
ne dialogherà, alle 17 nel teatro “Niccolini” dell’Accademia, con i docenti Diego
Del Pozzo e Vincenzo Esposito (curatori del libro <i>Il cinema secondo Springsteen</i>, Mephite/Cinemasud, 2012), moderati
dal saggista e critico Stefano Fedele. La presentazione sarà preceduta, alle 15,
dalla proiezione del film <i>La rabbia
giovane</i> (<i>Badlands</i>, 1973) di
Terrence Malick e di alcuni videoclip di Springsteen.</span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span>Alessandro Portelli è un fan specialissimo del
rocker del New Jersey. Considerato tra i fondatori della storia orale, è professore
di Letteratura angloamericana all’Università “La Sapienza” di Roma, ha fondato
e presiede il Circolo Gianni Bosio per la conoscenza critica e la presenza
alternativa della cultura popolare; e collabora con la Casa della Memoria e
della Storia di Roma e col quotidiano <i>il
manifesto</i>.</span></span></div>
<div class="MsoNoSpacing" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span>Col suo nuovo libro, slittando dalla musica alla
letteratura e dalla storia al presente, mette la sua nota affabulazione al
servizio del cantore dell’America che più ama, quella tutta fondata sul lavoro;
un’America in cui la promessa della mobilità sociale e della realizzazione di sé
è spesso frustrata e tradita e nella quale il “sogno americano” si fa ogni
giorno più sfuggente. Attraverso una rilettura dei testi che Portelli sa ancorare
al contesto culturale e storico, il libro guarda al mondo di Springsteen sotto
la lente del lavoro che divora le vite dei suoi personaggi; ma mette in
evidenza anche il sound travolgente dell’artista americano, capace di evocare,
nonostante tutto, l’orgoglio di essere ancora vivi e di non arrendersi mai.</span></span></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-70304905178066704212015-01-10T19:35:00.003+01:002015-01-10T19:35:24.846+01:00ADDIO A FRANCESCO ROSI, "LEONE" DEL GRANDE CINEMA<div style="text-align: justify;">
Per ricordare a modo mio il grande Francesco Rosi, scomparso oggi a 92 anni, ripropongo qui un mio servizio del 17 ottobre 2013, pubblicato sul quotidiano <i>Il Mattino</i> in occasione dell'ultima visita del regista a Napoli, quando incontrò più di 500 studenti al multicinema Modernissimo dopo la proiezione della copia restaurata del suo capolavoro <i>Le mani sulla città</i>. Rosi teneva tantissimo a quel confronto con così tanti giovani della sua città e lo rese assolutamente indimenticabile, a modo suo, con grinta, rigore e lucidità. <i>(d.d.p.)</i></div>
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</div>
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<br />
<b>Di Diego Del Pozzo</b><br />
<b>(<i>Il Mattino</i> - 17 ottobre 2013)</b><br />
<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgvHWjr0yjlndSfHiW6iynkF6kSF6YAjC-kKwepzkBBI5e1D_NMyv2o1CH8yugx_lxvSN3vfGgGwJCYgzvo5WPbeoWv1A1Jz8Le3cBQpoGheX4Lp8Lb4RO_TmAjzDAGlbi0igEMnky0g/s1600/Rosi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgvHWjr0yjlndSfHiW6iynkF6kSF6YAjC-kKwepzkBBI5e1D_NMyv2o1CH8yugx_lxvSN3vfGgGwJCYgzvo5WPbeoWv1A1Jz8Le3cBQpoGheX4Lp8Lb4RO_TmAjzDAGlbi0igEMnky0g/s1600/Rosi.jpg" height="391" width="400" /></a></div>
<i>Quando Francesco Rosi varca la soglia della sala grande del Modernissimo l’emozione in platea è forte, quasi palpabile. Gli oltre 500 studenti napoletani riuniti nella multisala napoletana dall’associazione Moby Dick Scuola nell’ambito di “Venezia a Napoli – Il cinema esteso”, infatti, hanno appena finito di vedere “Le mani sulla città”, nella splendida copia restaurata dalla Cineteca nazionale. E hanno potuto confrontarsi, per la prima volta nella maggior parte dei casi, con la potenza stilistica e contenutistica del grande cinema italiano d’impegno civile e con l’approccio rabbioso e visionario di un regista che, grazie a quel film giustamente premiato col Leone d’oro alla Mostra di Venezia 1963, seppe anticipare i tempi e denunciò praticamente in diretta il sacco edilizio di Napoli da parte di una classe politico-imprenditoriale più interessata al proprio personale profitto piuttosto che al bene pubblico.</i></div>
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<i>L’applauso per Rosi è scrosciante, intenso. E il grande regista non nasconde la propria commozione, per un incontro fortemente voluto fin da quando, a dicembre scorso, rivolse proprio ai giovani della sua città d’origine un pensiero commosso dal palco del teatro San Carlo, durante la serata-omaggio per i suoi 90 anni. “Ho accettato l’invito a “Venezia a Napoli” proprio perché volevo incontrare voi”, dice rivolto alla platea: “E sono interessato a capire che effetto vi ha fatto il mio film, a 50 anni dall’uscita”.</i></div>
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<i>Le domande dei ragazzi non si fanno attendere e, come nel suo carattere, il vecchio leone, oggi novantunenne, ruggisce ancora. “All’epoca, “Le mani sulla città” aprì alla comprensione di ciò che la politica avrebbe dovuto fare per migliorare la vita dei nostri figli. Quello che accadde a Napoli in quegli anni, infatti, ha mutato per sempre il corretto sviluppo, non soltanto urbanistico ma anche sociale, della città. Tutti quei palazzoni brutti fanno parte da allora della quotidianità dei ragazzi: veri e propri insulti alla bellezza e alla qualità della vita, le cui conseguenze hanno inevitabilmente colpito soprattutto i più giovani, buttati per strada e diventati vittime della criminalità. A volte, mi sembra quasi come se da parte della politica e degli adulti vi fosse una sorta di accanimento contro le necessità primarie dei più giovani: accanimento evidentemente finalizzato a impedire una loro piena presa di coscienza”.</i></div>
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<i>C’è chi chiede a Francesco Rosi di parlare dei suoi inizi (“Mi sono formato con i maestri del neorealismo, che anche voi dovreste riscoprire, magari con l’aiuto dei vostri professori”), chi lo sollecita sulla rinascita del documentario italiano (“Credo che sia dovuta alla voglia di comprendere la realtà e al fatto che, col documentario, la si può raccontare in modo diretto”) e chi ne stuzzica la vis polemica nei confronti del momento attuale della città (“Nei secoli, Napoli è caduta e si è rialzata talmente tante volte che io, da napoletano, devo credere in una nuova rinascita futura, anche se la lotta diventa sempre più difficile”). Il grande autore di “Salvatore Giuliano” e “La sfida”, però, s’infervora soprattutto quando parla di ciò che gli studenti dovranno fare per vincere le sfide che li attendono: “Dovete innanzitutto studiare, conoscere il vostro passato per decodificare meglio il presente. Rispettate chi ha vissuto più di voi – dice rivolto ai ragazzi in sala – e crescete puntando sul lavoro onesto e sulla voglia di fare sempre il meglio. Magari, rivolgetevi ai grandi esempi di coloro che, nel passato, hanno combattuto le ingiustizie. E non fatevi ingannare da quegli adulti, per esempio i criminali, che vogliono soltanto sfruttarvi e avvelenarvi le vite con falsi obiettivi puramente distruttivi”. E, come esempio positivo, Rosi cita Roberto Saviano. “Per me, è un grande uomo, civile e coraggiosissimo, capace di affrontare una vita quotidiana impossibile pur di difendere le proprie idee. Sono stato felice, quando ha detto di aver preso tanto dai miei film e da come li ho realizzati per analizzare e raccontare la società italiana. La vita è una lunga lotta. E sono convinto che la si debba vivere proprio così: in modo civile e storicamente fondato”. Dopo una veloce pizza nel centro antico, nel pomeriggio il maestro è di nuovo al Modernissimo per salutare gli spettatori di un’altra proiezione de “Le mani sulla città”. E, introdotto dal regista Stefano Incerti, che qualche anno fa realizzò un bel documentario su di lui, Rosi parla soprattutto dell’eterno innamoramento verso quello che lui continua a chiamare cinematografo. Poi, a conferma delle sue parole, non resiste alla tentazione di rivedere l’inizio del film. Un’auto lo attende all’esterno per riportarlo a Roma, ma il vecchio leone decide di restare seduto in platea: “Rimango fino alla fine, perché queste emozioni mi piacciono troppo”.</i></div>
Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1288628410864951992.post-83166270966600196522015-01-10T19:13:00.001+01:002015-01-10T19:13:38.258+01:00PINO DANIELE (19/03/1955 – 04/01/2015)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS6I0zdB9tG3vFnsJyzJ_TtEfoEKFG-6VmIPtuig3ak1byE1M2Gk0CpR3EiaqREyk_6itlhWC6xeVMrks-jLAWNBkotsEx_mgpb-HOLY6WbAd_JMAuodn539oByyzO4Bt3TYF8D_6Y0Q/s1600/10407079_805647842842284_9042978651881400012_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS6I0zdB9tG3vFnsJyzJ_TtEfoEKFG-6VmIPtuig3ak1byE1M2Gk0CpR3EiaqREyk_6itlhWC6xeVMrks-jLAWNBkotsEx_mgpb-HOLY6WbAd_JMAuodn539oByyzO4Bt3TYF8D_6Y0Q/s1600/10407079_805647842842284_9042978651881400012_n.jpg" /></a></div>
<br />Diego Del Pozzohttp://www.blogger.com/profile/05217126375196275265noreply@blogger.com1