mercoledì 25 agosto 2010

L'ESTATE STA FINENDO, MA IL SURF E' ANCORA QUI...

Di Diego Del Pozzo

Un paio di mesi fa, ho scritto di un interessante fumetto sul surf, realizzato da una coppia di giovani autori italiani: Zai Point 3492, sceneggiato da Giuseppe Grispello e disegnato da Mauro Balloni, per il neonato marchio editoriale Ostro Media (64 pagine, 10 euro).
Adesso, quando le vacanze estive si avviano verso la conclusione, voglio soffermarmi brevemente sui molteplici link esistenti tra surf e linguaggi artistici. Sono già diversi anni, infatti, che l'onda lunga partita dalle spiagge californiane degli anni Sessanta e Settanta ha rotto tutti gli argini, trascinando il surf al museo e in passerella, al cinema e nelle pubblicità, nei videoclip e nelle canzoni. E, ovviamente, anche nei fumetti.
Ma, prima di entrare in argomento, vorrei spendere qualche riga su quello che è il senso ultimo di uno sport che ha saputo trasformarsi, ben presto, in vero e proprio stile di vita, le cui ramificazioni sociali e culturali non sembrano conoscere confini. A tale proposito, appaiono illuminanti le parole di Sam George, direttore della rivista specializzata Surfer Magazine: "La tavola da surf - spiega - è un oggetto ideale, perché non esiste simbolo americano che meglio rappresenti il senso di libertà, avventura e sentimento. E, oggi, in questo sport così legato ai temi dell'immagine, ci si può trovare davvero di tutto".
Non a caso, allora, qualche anno fa il Laguna Art Museum di Laguna Beach (a sud di Los Angeles) ha riscosso un clamoroso successo con una mostra a tema, intitolata Surf Culture. The Art History of Surfing, la prima nel suo genere: uno straordinario mosaico adrenalinico e coloratissimo di oggetti, fotografie, stampe, poster, quadri, sculture, video, installazioni e parole scritte che seguono l'evoluzione di questo sport dalle origini - con la ricostruzione delle sue prime tracce, risalenti addirittura a tremila anni fa, in Perù - fino ai giorni nostri. Anche il cinema s'è ripetutamente interessato al surf, con numerose pellicole documentaristiche o di finzione: tra queste ultime, spiccano senz'altro i due "cult movies Un mercoledì da leoni di John Milius (1978) e Point Break di Kathryn Bigelow (1991).
Di fronte alla crescente popolarità del surf, però, il fumetto non poteva certo restare immobile. Così, alcuni sportivi-creativi cominciarono a produrre autentici "surf comics". Per esempio, Rick Griffin, cartoonist di Surfer Magazine, creò Tales from the Tube, in assoluto il primo fumetto sulla cultura del surf. Col passare degli anni il suo personaggio protagonista, Murphy, che all'inizio è il tipico biondo californiano, si trasforma in "dude" psichedelico, finendo per apparire anche nei fumetti underground della Zap Comics. E, a proposito di psichedelia e comics, cosa c'è di più lisergico delle tavole che il grande John Buscema disegnò in pieni Sixties per la mitica testata Marvel dedicata all'altrettanto mitico Silver Surfer?
(In alto, la spettacolare copertina del primo numero italiano della storica serie)

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