La lavorazione andrà avanti per undici settimane, tra Napoli (e dintorni) e Roma. Ieri, intanto, in attesa di spostarsi tra qualche giorno all'interno di una villa vesuviana diroccata a San Giovanni a Teduccio e poi a San Giorgio a Cremano e nei saloni del Grand Hotel La Sonrisa di Sant'Antonio Abate (dove sarà ambientata la sequenza di un matrimonio che si preannuncia particolarmente kitsch), Garrone ha scelto di battere i primi ciak del nuovo film in pieno centro storico partenopeo. E, poiché il regista ha l'abitudine di girare i suoi film seguendo la sequenza narrativa prevista dalla sceneggiatura (che, in questo caso, è scritta da lui assieme a Ugo Chiti, Massimo Gaudioso e Maurizio Braucci), le scene girate ieri dovrebbero essere anche quelle con le quali si aprirà Big House.
Ieri mattina, dunque, poco dopo il sorgere del sole, il piazzale antistante la scuola elementare "Giovanni Bovio" di via Carbonara, a poche centinaia di metri da Porta Capuana, viene invaso dai camion della produzione, che allestisce il primo set all'interno di un tipico basso napoletano situato nell'adiacente vico Sant'Elmo, un angusto budello che scorre in profondità alle spalle dell'edificio scolastico e sbuca dal lato di via Rosaroll. Qui, appena il vicolo curva verso sinistra, Garrone prende possesso del territorio e, assieme al direttore della fotografia Marco Onorato, inizia a studiare i tagli di luce resi infidi dalla particolare conformazione del vicolo. Maglioncino a girocollo verde chiaro e jeans stropicciati, capelli arruffati e modi sicuri, il regista sembra perfettamente a suo agio nel ventre più autentico della città, circondato dagli sguardi dei residenti, curiosi per la pacifica invasione da parte della troupe, composta - oltre che da Onorato - da altri fedelissimi del regista, come lo scenografo Paolo Confini, il montatore Marco Spoletini, il tecnico del suono Maricetta Lombardo; mentre i costumi sono stati affidati a Maurizio Millenotti, David di Donatello nel 1999 per La leggenda del pianista sull'oceano di Giuseppe Tornatore e nominato all'Oscar nel 1986 per Otello e nel 1990 per Amleto, entrambi di Franco Zeffirelli.
Big House, la cui trama è ancora ufficialmente top secret, racconterà la storia di un pescivendolo vesuviano, appassionatissimo di reality show televisivi come il Grande Fratello e fermamente convinto che, da un momento all'altro, toccherà proprio a lui raggiungere la fama attraverso il piccolo schermo. La sua convinzione, però, si trasformerà ben presto in ossessione sempre più totalizzante e pericolosa, per sé e per gli altri. Nei prossimi giorni, col supporto tecnico della Film Commission Regione Campania, il set del film di Garrone si sposterà a più riprese tra l'hinterland vesuviano e il centro di Napoli, con ciak previsti pure al largo San Marcellino (nell'omonimo chiostro monumentale) e sulle banchine del porto. Per quel che riguarda il cast, infine, stavolta Garrone ha scelto di non affidarsi a interpreti particolarmente affermati, ma di privilegiare esordienti e attori di derivazione teatrale e televisiva. Nei due ruoli principali, per esempio, recitano una novità assoluta come Aniello Arena e l'attrice napoletana Loredana Simioli.
Ps: Un'altra versione di questo articolo è stata pubblicata sul quotidiano Il Mattino in edicola oggi (chi volesse leggerla può cliccare sull'immagine riprodotta all'interno del testo).
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