(Il Mattino - 31 ottobre 2010)
Le storie di Gregorio (qui nella foto) e di tanti altri pionieri dell'emittenza privata italiana rivivono nell'avvincente documentario I televisionari - Quando in Italia la tv era libera, che andrà in onda venerdì alle ore 22 su History Channel (canale 407 di Sky). Prodotto da Zeta Group per Fox Channels Italy, con la regia di Lorenzo Pezzano (che lo ha anche scritto con Barbara Iacampo), I televisionari ripercorre, grazie alla voce narrante di Vincenzo Mollica e a un sapiente mix di interviste e immagini d'epoca, la straordinaria avventura di questi coraggiosi e intraprendenti rivoluzionari del tubo catodico: "Artigiani del video - sottolineano i due autori - che trasformarono soggiorni, cantine e garage in studi televisivi, per sperimentare una tv alternativa, di paese o di quartiere, realizzata da cittadini per i cittadini; e per dare a tutti, in un'epoca nella quale c'era il monopolio della televisione di Stato, la possibilità di esprimersi".
Tra le vicende rievocate dal documentario, quella di Pietrangelo Gregorio e della sua Telediffusione Italiana - Telenapoli, della quale ricorrono i quarant'anni il 17 dicembre, merita un posto d'onore. "Iniziai le trasmissioni collegando a un amplificatore le antenne del palazzo di piazza Cavour dove abitavo", racconta l'oggi ottantaduenne ingegnere, ancora attivo nel campo della web-tv: "Poi, feci accordi con bar ed esercizi commerciali della zona e - prosegue - aumentai il numero di locali collegati. Dopo qualche mese trasmettevamo, ogni giorno dalle sette di sera, in tanti locali lungo via Toledo fino a piazza Plebiscito: in molti casi, c'erano sale dedicate, nelle quali ci si riuniva per seguirci. I primi programmi erano semplici: rulli commerciali, notizie locali, canzoni napoletane, barzellette e cabaret. E facevamo tutto in diretta, perché non potevamo registrare. Con noi, hanno iniziato gruppi comici storici come i Cabarinieri di Lucia Cassini, Renato Rutigliano e Aldo De Martino; ma, negli anni, anche tanti futuri professionisti dello spettacolo e dell'informazione".
Proprio l'informazione divenne una caratteristica peculiare di Telediffusione. "Ci sembrava giusto - prosegue Gregorio - riempire quel vuoto, dato che all'epoca la Rai, ancora senza la terza rete, non dedicava troppa attenzione alle realtà locali. Noi abbiamo cercato di proporre una televisione che fosse a contatto con la gente e che, magari, potesse rendersi utile sul territorio". Un buon esempio è un programma anticipatore come Filo diretto. "Fu un'autentica rivoluzione perché - ricorda Gregorio - fummo i primi a far telefonare il pubblico in diretta per parlare liberamente, lamentarsi di ciò che non andava in città, chiedere aiuto. All'inizio, mi dicevano che ero pazzo e che la cosa sarebbe finita male, invece non ho mai avuto problemi, anzi ho aiutato tanta gente, perché ci seguivano pure i rappresentanti delle istituzioni, che spesso raccoglievano le nostre segnalazioni".
Tra i record, purtroppo misconosciuti, fatti segnare dall'emittente di Pietrangelo Gregorio c'è quello della prima trasmissione italiana a colori, il 24 maggio 1971, resa possibile grazie a un'intuizione dello stesso ingegnere napoletano (negli anni, autore di oltre 300 brevetti per conto proprio e per ditte nazionali e multinazionali). Nel 1973, il clamoroso successo della sua tv libera era racchiuso in pochi semplici numeri: con oltre 380 chilometri di cavo diffusi lungo l'intera area metropolitana, 6 studi televisivi, 150 dipendenti, tra i quali 15 giornalisti, Telediffusione Italiana - Telenapoli era la più importante televisione via cavo d'Europa. "Poi, con la liberalizzazione dell'etere – conclude il "televisionario" napoletano - e l'abbandono del cavo tutto cambiò. Ben presto, la tv libera si trasformò in commerciale e, qualche anno dopo, con l'ingresso di Silvio Berlusconi, il mercato televisivo italiano cambiò per sempre".
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