(Il Mattino - 17 aprile 2011)
Com'è stato allora, Ianniello, il passaggio dal teatro più impegnato e dai film con Moretti e Servillo a una fiction televisiva popolare, capace di totalizzare quasi sei milioni e mezzo di telespettatori la scorsa settimana?
"Ovviamente ci sono differenze, nell'organizzazione del set e in altri particolari più o meno rilevanti. Però, a me ha colpito un elemento comune: come a teatro, infatti, anche in questo caso s'è creato un gruppo coeso di persone impegnate a condividere un'esperienza. Dal punto di vista tecnico, poi, si tratta sempre di recitare. E averlo già fatto a teatro con grandi attori e su testi impegnativi ti permette, poi, di spendere ovunque questo bagaglio che ti sei costruito nel corso degli anni".
Un passo dal cielo è girato in Trentino Alto Adige, tra i paesaggi mozzafiato delle Dolomiti. In questo contesto molto caratterizzato viene inserito, quasi come un corpo estraneo, il suo personaggio di poliziotto napoletano…
"In effetti, il commissario di Polizia che interpreto, Vincenzo, è un uomo decisamente "fuori luogo", che viene "promosso" e, dunque, trasferito dal caos metropolitano di Napoli alla calma placida di San Candido, paesino delle Dolomiti dove gli abitanti si conoscono tutti e, soprattutto, sono abituati a rivolgersi al capo della Forestale, Pietro interpretato da Terence Hill, per risolvere i loro problemi".
All'inizio, il rapporto tra i due personaggi principali è abbastanza problematico. Come si evolverà nel corso della serie?
"Al suo arrivo a San Candido, Vincenzo deve superare una serie di shock culturali e, direi, persino orografici. Tra i vari problemi, naturalmente, c'è anche l'ingombrante presenza di Pietro, ex campione di alpinismo ritiratosi sulle Dolomiti in seguito a un misterioso incidente. Comunque, nel corso delle settimane, tra i due si svilupperà un'intesa crescente, che sarà utilissima per risolvere i vari casi. Un'altra storia destinata a crescere è quella con la veterinaria interpretata da Gaia Bermani Amaral, i cui scontri iniziali con Vincenzo, che arriva lì fidanzatissimo con una ragazza lasciata a Napoli, si trasformeranno ben presto in qualcos'altro".
Com'è stato, sul set, il rapporto con Terence Hill?
"Ottimo. Anche perché mi ha fortemente voluto lui, dopo aver visto i miei provini. Di lui ho apprezzato la grande professionalità, la limpida serietà e la naturale capacità di far gruppo. Anche se questo aspetto è stato favorito pure dal fatto che, tolti lui, Katia Ricciarelli e Francesco Salvi, il resto del cast era composto da giovani attori".
In attesa di girare una seconda stagione di Un passo dal cielo che, data l'ottima partenza, dovrebbe essere quasi automatica, a cos'altro sta lavorando in questo periodo?
"Innanzitutto, interpreto un giornalista in Habemus Papam di Nanni Moretti: è un personaggio un po' surreale che, invece di fare il vaticanista diventa quasi un telecronista sportivo. E quella con Nanni è stata davvero una magnifica esperienza. Poi, lavorerò in una docu-fiction di Giovanna Gagliardo dedicata alle crisi socio-economiche di questi anni. E tornerò a teatro a maggio, quando all'Eliseo di Roma riprenderemo Tradimenti di Pinter con la regia di Andrea Renzi".
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