domenica 24 aprile 2011

UNA DOCU-FICTION PER DAR VOCE ALLE VITTIME INNOCENTI

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 24 aprile 2011)

Inizieranno nella prima settimana di maggio a Napoli le riprese di La ferita, la docu-fiction che il trentacinquenne filmaker indipendente partenopeo Luigi Pingitore (nella foto) ha tratto dall'omonimo spettacolo teatrale e poi libro di Mario Gelardi, coinvolto nella sceneggiatura assieme allo stesso regista e a Peppe Ruggiero.
Il film, sostenuto dal Ministero per i Beni e le attività culturali, ricostruirà alcune storie di camorra con particolare attenzione al dolore delle vittime innocenti e alle loro ferite fisiche e interiori. E lo farà, anticipa Pingitore, "miscelando documentario e cinema di fiction con un occhio a modelli nobili come Godard o il Wenders del recente, bellissimo lavoro su Pina Bausch. Insomma, intendo completare - prosegue l'autore - un lavoro che abbia in sé i crismi della forma ibrida, poco definibile; e che, pur avendo un "cuore" legato al sociale, sia capace di adottare una forma esteticamente solida. Per questo, cercherò di evitare in ogni modo le trappole tipiche del reportage televisivo, poiché il documentario cinematografico è tutt'altra cosa".
Il libro La ferita, pubblicato nel 2009 dalla casa editrice Ad Est dell'Equatore, è una raccolta di "racconti per le vittime innocenti di camorra", firmati da Brun, Cantone, De Crescenzo, Esposito La Rossa, Gelardi, Marino, Miale Di Mauro, Petrella, Ruggiero, Russo, Sannino, Sanzone e Saviano (la sua invettiva contro i casalesi): ogni racconto una dedica, per tenere sempre desta la memoria, ma anche per lasciare una traccia concreta contro la criminalità organizzata ricordando le storie, le vite e le tragiche morti, tra gli altri, di Giancarlo Siani, Attilio Romano, Annalisa Durante, Simonetta Lamberti, Gigi Sequino e Paolo Castaldi, Silvia Ruotolo, don Peppino Diana. Il docu-film di Pingitore si avvarrà dei contributi di tanti giovani professionisti napoletani, come gli attori Ivan Castiglione, Giuseppe Gaudino e Giuseppe Miale di Mauro, la direttrice della fotografia Francesca Amitrano, i musicisti Lucariello e Francesco Forni. E anche la produzione sarà interamente vesuviana, grazie al coinvolgimento della società Mediadigitali. "Il progetto di Gelardi - aggiunge Luigi Pingitore - è stato più volte indicato, nel corso degli anni e attraverso le sue differenti incarnazioni, come mirabile esempio di una nuova sintesi tra teatro d'impegno civile e memoria collettiva. Ecco, io proverò ad applicare a questa sintesi il linguaggio degli audiovisivi, coerentemente con quello che è il mio percorso artistico".
Autore di cortometraggi, documentari, spot e videoclip musicali, Pingitore è, infatti, anche scrittore e poeta. In tale veste, ha pubblicato nel 2006 il suo primo romanzo, In the Mood (Cadmo editore), mentre è appena uscito il nuovo Tutta la bellezza deve morire (Hacca editore). "Tra i miei riferimenti - spiega - c'è, naturalmente, Pier Paolo Pasolini, sul quale peraltro ho anche svolto la mia tesi di laurea di qualche anno fa. Oggi, ci sarebbe un gran bisogno del suo atteggiamento eretico, nella vita così come nell'arte. Invece, purtroppo, in Italia si è smesso di produrre vera arte da più di dieci anni, tranne poche eccezioni. Nel mio piccolo, cerco di seguire le sue tracce utilizzando la libertà creativa che mi offre il digitale e dedicando una grande attenzione al linguaggio e alla forma, che in molti casi coincidono con i contenuti fino a caratterizzarli in maniera decisiva. Dopo La ferita, vorrei dedicarmi - conclude Pingitore - alla trasposizione filmica del romanzo di Angelo Petrella La città perfetta, alla cui sceneggiatura ho lavorato proprio assieme ad Angelo e col regista di Tatanka Giuseppe Gagliardi".

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