sabato 23 luglio 2011

TOM HOOPER E L'OSCAR CHE TI CAMBIA LA VITA

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 18 luglio 2011)

“Non è la conquista dell’Oscar a cambiarti la vita professionale, ma già il fatto di arrivare alla nomination”: e se lo dice Tom Hooper, il trentanovenne regista inglese che quest’anno ha fatto incetta di Academy awards per Il discorso del re, c’è certamente da credergli. Nel contesto rilassante e informale tipico dell’Ischia Global Fest, infatti, il cineasta vincitore anche della statuetta per il miglior regista si lascia andare a considerazioni interessanti sulle conseguenze di un successo che, in molti casi, può cambiarti completamente la vita. “La conseguenza più significativa – aggiunge Hooper – l’ho notata, come dicevo, già dopo essere stato nominato. In quel momento, infatti, mi sono reso conto di essere entrato in un circolo ristretto di autori che, in un modo o nell’altro, potevano avere accesso facilitato a materiali più interessanti della media, come per esempio sceneggiature particolarmente originali. Forse è questo, più che la fama in sé e per sé, il cambiamento maggiore che ho notato”.
Naturalmente, però, un regista giovane e in piena attività come Tom Hooper non può permettersi di cullarsi sugli allori. “Mi rendo perfettamente conto – sottolinea – che appena inizierò a girare un nuovo film non potrò certo chiedere aiuto all’Oscar, ma dovrò cavarmela da solo e contare solo sulle mie capacità. Da questo punto di vista, dunque, non è cambiato proprio nulla. In realtà, credo che vincere un premio come quello sia pazzesco soprattutto da un punto di vista emotivo, ma che poi non debba lasciare troppe conseguenze sulla tua concreta attività quotidiana”.
E, a proposito, di nuovi progetti cinematografici, Hooper parla senza problemi del suo prossimo film a margine della premiazione tenutasi nella baia del Regina Isabella di Lacco Ameno, dove è stato omaggiato con l’Ischia award come regista dell’anno. “Si tratta – racconta – di una versione del classico romanzo I miserabili di Victor Hugo realizzata a partire, però, dal musical londinese musicato nel 1985 da Claude Michel Schoberg. Comunque, per la costruzione drammaturgica mi rifarò direttamente a romanzo originale, che peraltro amo e conosco molto bene. Il musical mi servirà per l’aspetto puramente emotivo, al quale tengo molto e che ho particolarmente curato anche in occasione del mio film precedente con Colin Firth”.
Il kolossal musicale, dunque, sarà prodotto da Cameron McKintosh, già responsabile del musical di riferimento, per Universal Pictures e Working Title, mentre la sceneggiatura sarà firmata da Bill Nicholson. Le riprese dovrebbero iniziare entro la fine dell’anno, tra Parigi e Londra. La casa di produzione, nel frattempo, ha già annunciato il nome del protagonista, che sarà il divo australiano Hugh Jackman, nel ruolo di Jean Valjean. “In effetti, Hugh è un grande attore – sottolinea il regista – e sarò davvero felicissimo di dirigerlo mentre interpreta questo magnifico personaggio”.

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