lunedì 18 luglio 2011

UNO SGUARDO AI FILM DI GIFFONI 2011 / 2

Di Diego Del Pozzo

Il viaggio tra i film del Giffoni Film Festival 2011 prosegue con la sezione Generator +13, riservata ai giurati tra 13 e 15 anni. Qui il tema ricorrente è quello delle relazioni pericolose, sviscerato con classe dal regista tedesco Marcus O. Rosenmuller in Wunderkinder (sull’amicizia tra una ragazzina tedesca e due coetanei ebrei durante la Seconda guerra mondiale), ma anche dall’inglese Toast di S.J. Clarkson e dall’americano The Art of Getting By di Gavin Wiesen, entrambi interpretati dall’enfant prodige Freddie Highmore. Ma molto interessante è anche l’israeliano The Flood, diretto da Guy Nattiv, che ha imbastito un dramma sulle difficoltà di un ragazzino a relazionarsi con i coetanei e con una famiglia segnata dal grave handicap del fratello maggiore.
Grazie alle pellicole di Generator +16, invece, si procede a un vero e proprio viaggio tra le vite degli adolescenti di oggi, come nel bellissimo Hermano del venezuelano Marcel Rasquin, ambientato nello squallido barrio di La Ceniza, dove due fratelli cercano nel calcio una via d’uscita da un destino fatto di povertà e lusinghe della criminalità. L’ansia di riscatto è al centro anche del norvegese King of Devil’s Island di Marius Holst e del dramma austriaco Breathing di Karl Markovics, nel quale un ragazzo che ha trascorso l’adolescenza in carcere torna in libertà e, privo di qualunque legame affettivo, deve capire come recuperare le coordinate della propria esistenza. Umorismo raffinato, sfrenato citazionismo e continuo oscillare tra fantasia e realtà caratterizzano, invece, la commedia britannica Submarine (nella foto) di Richard Ayoade, uno tra i nomi più interessanti della nuova scena d’Oltremanica. Il film, arricchito da uno stile di regia fresco e originale, ha già conquistato la platea del Sundance, grazie soprattutto all’interpretazione dell’esordiente Craig Roberts, il quale tratteggia un adolescente che sembra quasi un “giovane Holden” postmoderno.
Nei film della sezione per i giurati maggiorenni Generator +18, infine, si parla soprattutto di conflitti familiari e del rapporto complesso tra genitori e figli, argomento del cupo Beautiful Boy dell’americano Shawn Ku, del canadese The Year Dolly Parton Was My Mom di Tara Johns (sul tema dell’adozione) e dell’ottimo Neds, firmato da un big come il britannico Peter Mullan (già vincitore del Leone d’oro a Venezia nel 2002 con Magdalene). Nell’apocalittico francese Notre jour viendra, diretto dal figlio d’arte Romain Gavras (il papà è Constantin Costa-Gavras), si racconta invece il viaggio senza speranza di un mefistofelico Vincent Cassell attraverso un’autentica “no man’s land” fatta di violenza e razzismo. In questa sezione, tra l’altro, è incluso anche l’unico lungometraggio italiano in concorso, Oggetti smarriti di Giorgio Molteni, nel quale Roberto Farnesi interpreta un uomo alle prese col suo nuovo ruolo di padre e con l’improvvisa scomparsa della figlia.
2/Fine

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