
Nello scenario post-industriale dell'ex insediamento militare, la coppia di protagonisti è impegnata nelle sequenze con le quali la trama del film giunge a compimento: in particolare, la scena più elaborata della giornata è quella di una sparatoria nel covo di un boss della camorra, con gli attori che, al ciak, fuggono in tutte le direzioni mentre la macchina da presa li segue con una vertiginosa carrellata all'indietro e, tutt'intorno, impazzano le assordanti esplosioni a salve dei finti proiettil

A dispetto della sequenza apparentemente cruenta, Il fodero è, però, una commedia esilarante, basata soprattutto sull'interazione tra Imparato e Servillo nonché sulla particolare scelta stilistica dell'autrice. "Ho voluto fare un esperimento – spiega Paola Livia Randi – mettendo assieme l'umanità e l'attenzione alla realtà circostante tipiche della commedia all'italiana con uno stile minimale e quasi astratto da cinema nord-europeo: certo che due attori bravissimi come Gianfelice e Peppe hanno reso tutto più semplice".
E in effetti si capisce immediatamente come la relazione artistica tra i due protagonisti sia il vero e proprio "cuore" del film. "Abbiamo cercato – racconta Gianfelice Imparato (nella foto di scena, qui in alto, a sinistra) – di far affacciare nella storia differenti dimensioni e sfumature, parlando di temi seri e attuali con grande leggerezza". Il fodero, infatti, tratta di criminalità e politica collusa, di immigrazione e integrazione, ma anche di crisi economica e disoccupazione. "Sì, perché – aggiunge Imparato – il mio personaggio, Alfonso, è un ricercatore universitario precario che, perso il lavoro, chiede una raccomandazione a un imprenditore che ha deciso di scendere in politica e candidarsi alle elezioni provinciali. Questo torbido personaggio, però, ha strani legami e, in cambio del favore, obbliga Alfonso a fare una misteriosa cons

"Da parte mia, nel personaggio di Vincenzo Cacace – spiega Peppe Servillo (nella foto di scena, qui a sinistra) – ho messo cinismo e umorismo in dosi eguali, anche perché li considero come binari che viaggiano paralleli. Questo politico-imprenditore è il classico tipo che, quando gli parli, ti guarda come se ti stesse ascoltando, ma in realtà sta pensando ai fatti suoi". Accanto ai due protagonisti, ha un ruolo importante anche il personaggio di un ex campione di cricket, Gayan Perera, interpretato da Saman Anthony, selezionato all'interno della folta comunità napoletana di immigrati dallo Sri Lanka. "Gianfelice, io e lui – sottolinea Servillo – mettiamo in contatto tre mondi diversi: un attore di formazione teatrale, un musicista che occasionalmente recita e un non professionista, proveniente da un'altra cultura. Il confronto continuo tra noi tre, asserragliati su di un tetto del centro storico, fa procedere la trama, anche con gag spesso esilaranti".
