Quest'anno, però, al Toronto International Film Festival hanno fatto le cose davvero in grande, anche per quel che riguarda i documentari. Tra i ventiquattro titoli in programma, infatti, spiccano le anteprime mondiali dei nuovi lavori di autori del calibro di Werner Herzog, Erroll Morris e Frederick Wiseman ma, soprattutto, l'apertura della sezione affidata all'inusuale presenza - per un festival del cinema - del "Boss" del rock 'n' roll in persona, ovvero mister Bruce Springsteen da Freehold, New Jersey.
Il più grande rocker vivente inaugurerà la rassegna canadese presentando il documentario di Thom Zimny The Promise: the Making of Darkness on the Edge of Town, un lavoro che farà tornare gli appassionati al periodo della creazione del capolavoro del 1978, che a dicembre sarà ridistribuito come strenna natalizia in una nuova versione de-luxe rimasterizzata, nel cui cofanetto verrà incluso anche il dvd del documentario diretto da Zimny. Lo stesso regista aveva già realizzato, nel 2005, un documentario dedicato alla lavorazione di un altro celebre album springsteeniano, Born to Run, a sua volta allegato alla versione del trentennale. L'anteprima mondiale a Toronto, però, assicura al nuovo making of dedicato a Darkness on the Edge of Town un respiro ben diverso rispetto all'analoga operazione di cinque anni fa.
In The Promise, dunque, lo specialista Thom Zimny - vincitore di Grammy ed Emmy per i suoi documentari musicali - ricostruisce l'atmosfera delle sessioni durante le quali Bruce Springsteen e la sua E-Street Band registrarono il loro quarto album. La collaborazione diretta con Springsteen e col suo manager Jon Landau ha permesso a Zimny di avere accesso a tanti materiali video e audio inediti, risalenti al biennio 1976-1978. In questo modo, dal documentario emergeranno alcune caratteristiche peculiari del processo creativo del Boss con la sua storica band, colti in un momento cruciale della loro parabola artistica. Darkness on the Edge of Town, infatti, è un album-chiave nella carriera springsteeniana, collocato tra Born to Run del 1975 e The River del 1980. Le dieci tracce in scaletta, non a caso, sono ancora oggi tra le più amate dello sterminato repertorio del Boss e hanno costituito l'ossatura dei suoi concerti per almeno dieci-quindici anni. I soli titoli dei brani (Badlands, Adam Raised a Cain, Something in the Night, Candy's Room, Racing in the Street, The Promised Land, Factory, Streets of Fire, Prove It All Night, Darkness on the Edge of Town) danno l'esatta idea dell'importanza storica dell'album e della conseguente attesa che circonda l'anteprima di Toronto e la successiva uscita natalizia del cofanetto de-luxe. A proposito del quale, mi piace rimandare alla sentita e dotta analisi - con sorpresa finale da brividi - di Vincenzo Esposito pubblicata sul suo blog Due Lune: per leggerla, basta cliccare qui.
Tra gli altri documentari che si vedranno al Toronto International Film Festival spicca, come accennato all'inizio, anche quello di Werner Herzog, Cave of Forgotten Dreams, girato in 3D e dedicato agli scavi di Chauvet, nel sud della Francia, dove sono situate le più antiche testimonianze pittoriche attribuite agli esseri umani. E, proprio con l'ausilio del 3D, Herzog porterà gli spettatori trentamila anni indietro nel tempo.
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