Un'efficace metafora del rapporto conflittuale e irrisolto tra quelle che a volte sembrano due città distinte è, per Antonio Capuano, lo stupro col quale si apre il film e attorno al quale, poi, si sviluppa seguendo in parallelo le intimità della ragazzina alto-borghese violata nel corpo e nello spirito e dello scugnizzo sottoproletario adolescente (recluso nel carcere minorile di Nisida) che, con ingenuità quasi animalesca, scambia quell'atto brutale per amore. "Chi vive in zone come il Vomero o Posillipo - ha sottolineato il regista - non conosce praticamente nulla del "corpo" più vivo della città, del suo "ventre". Nel film, infatti, un primo momento di avvicinamento tra i personaggi di Irene e Ciro si ha proprio quando lei decide di attraversare la barriera tra la sua realtà un po' asettica e "l'altra" Napoli: quella dei Decumani, dei vicoli, del brulicare di umanità, dei tesori dell'arte e della storia. Da quel momento, Irene inizia a guardare a Ciro con altri occhi". Peccato che ieri pomeriggio non fossero presenti alla Feltrinelli i due giovani protagonisti, Irene De Angelis e Gabriele Agrio, ai quali il regista ha dedicato buona parte dell'incontro: "Ho impiegato quasi due anni - ha raccontato - per sceglierli, girando tra tante scuole del centro e della periferia. Alla fine, Irene l'ho scelta un mese prima dell'inizio delle riprese e Gabriele poco dopo, quando mi mancavano le ultime tre-quattro scuole. In particolare, il ragazzo mi ha conquistato con il suo sguardo bellissimo e infinitamente tenero, tanto che mi sono anche chiesto se non fosse troppo bello per interpretare un ruolo negativo come quello di un giovane stupratore". Inevitabilmente, tra i due giovani protagonisti si è sviluppato un rapporto di complicità: "Però, tutto è nato pochi giorni fa, mentre eravamo all'aeroporto dopo la proiezione a Venezia. A causa di un ritardo dell'aereo, siamo rimasti bloccati per alcune ore e, in quell'occasione, Irene e Gabriele hanno iniziato a conoscersi e a familiarizzare. Anche perché sul set hanno recitato quasi sempre separati. E' stato allora che ho provato la tenerezza più grande, per loro e per come i loro due universi stavano entrando davvero in comunicazione. Sarebbe bello se anche le Napoli alle quali appartengono potessero conoscersi con la stessa tenerezza e sincerità".
Oltre che dai due esordienti, L'amore buio è interpretato anche da attori professionisti come Corso Salani (al suo ultimo film prima della scomparsa prematura), Luisa Ranieri, Valeria Golino, Anna Ammirati e Fabrizio Gifuni.
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