Alla prestigiosa rassegna canadese, il cineasta inglese presenterà in anteprima mondiale l'atteso thriller fanta-spionistico The Debt, remake dell'omonima pellicola israeliana diretta da Assaf Bernstein. "Si tratta di un film d'azione ma anche d'atmosfera - racconta Madden - che abbiamo girato tra Londra, Budapest e Tel Aviv. E' sceneggiato da Matthew Vaughn e Jane Goldman assieme agli autori dello script originale, Ido Rosenblum e lo stesso regista Bernstein. La storia mi è piaciuta subito e ho provato a interpretarla mettendoci anche qualcosa di personale".
Di che parla il film?
"La trama oscilla tra passato e presente. Nel 1965, tre giovani agenti israeliani del Mossad catturano e uccidono, nel corso di una missione segreta, un feroce criminale di guerra nazista, ricercato da diversi anni. Almeno questo è ciò che i tre fanno credere. Trent'anni dopo, infatti, un uomo che pretende di essere quel nazista riappare in Ucraina, costringendo gli ex agenti a insabbiare nuovamente il caso, mentre uno di loro, sotto copertura, proverà a far emergere la verità".
Lei è noto per aver lavorato spesso con grandi attori. Chi ha scelto stavolta per i ruoli principali?
"I tre agenti israeliani sono interpretati da Jessica Chastain, il Sam Worthington di Avatar e Marton Csokas, mentre le loro versioni più mature hanno i volti di tre attori che amo molto: Helen Mirren, Tom Wilkinson e Ciaràn Hinds. Nel cast ci sono anche Jesper Christensen e Romi Aboulafia. Credo che proprio il livello degli interpreti sarà uno tra i punti di forza della pellicola".
Dopo l'anteprima a Toronto, quando è prevista l’uscita del film?
"La Miramax lo distribuirà negli Stati Uniti il 29 dicembre, in tempo per poter concorrere ai prossimi Oscar. Poi, nei primi mesi del prossimo anno, uscirà nel resto del mondo, Italia compresa" (qui, nella foto, una scena del film).
Nel frattempo, però, lei non resterà certo con le mani in mano, no?
"Assolutamente no. Già dopo l'estate, infatti, inizierò a girare in India un nuovo film che s’intitolerà The Best Exotic Marigold Hotel. E, anche in questo caso, mi avvarrò di un cast di grandi interpreti, composto tra gli altri da Julie Christie, Judi Dench, ancora Tom Wilkinson, Maggie Smith e Dev Patel. La pellicola racconterà di un gruppo di anziani inglesi che andrà in un particolarissimo "buen retiro" indiano per trascorrere assieme gli ultimi momenti di vita. Nessuno di loro, però, si abbandonerà allo sconforto ma, anzi, tutti cercheranno di vivere alla grande il tempo che gli resta".
C'è qualche altro progetto cinematografico nel suo immediato futuro?
"Ce ne sono altri due, entrambi di un certo interesse. Il primo è un adattamento del romanzo di Sadie Jones The Outcast, che è stato vendutissimo bestseller in Gran Bretagna e racconta una storia ambientata nella provincia inglese del Dopoguerra. Il secondo, invece, è un originale lavoro imperniato su un personaggio letteralmente ossessionato da Sylvia Plath e da altri celebri poeti morti suicidi. Inizierò a lavorare ai due film subito dopo il progetto in India".
Nonostante le sue origini inglesi, lei è considerato, ormai, a tutti gli effetti un regista hollywoodiano. Com'è il suo rapporto con l'industria cinematografica a stelle e strisce?
"Naturalmente, tutto è iniziato col clamoroso successo di Shakespeare in Love. E, in tutta onestà, non avrei mai immaginato che quel film mi avrebbe catapultato nel caos hollywoodiano in modo così improvviso. Comunque, anche con tutti i suoi eccessi, Hollywood continua a divertirmi molto".
Il suo sguardo nei confronti della Gran Bretagna, però, è sempre molto attento. Come giudica i mutamenti politici degli ultimi mesi?
"Mi sembra che, da questo punto di vista, in Inghilterra si stiano seguendo le orme dell'Italia, sia per quanto riguarda gli scandali politici sempre più frequenti, sia per il generale spostamento della scena politica nazionale verso il centro, col superamento dei tradizionali partiti inglesi. E proprio questo passaggio mi fa pensare a una vera e propria rivoluzione politica alle porte".
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