(Il Mattino - 30 settembre 2010)
In effetti, Castellabate e il Cilento sono quasi co-protagonisti di Benvenuti al Sud, più che semplici scenari, poiché proprio la lussureggiante bellezza dei luoghi, assieme al calore di coloro che li abitano, riesce a far breccia nelle diffidenze e nei pregiudizi dei due ottusi pseudo-leghisti interpretati da Claudio Bisio e Angela Finocchiaro. "Abbiamo tentato di dissacrare - racconta il protagonista meridionale, Alessandro Siani - tutti i luoghi comuni sul Sud che troppo spesso dominano in televisione. Con la scelta di Castellabate, infatti, abbiamo voluto proporre un Meridione normale, anche se è un po' triste che proprio la normalità mostrata nel film possa apparire straordinaria, perché invece le cose dovrebbero andare sempre così ovunque". Nonostante il regista Luca Miniero e lo sceneggiatore Massimo Gaudioso (lo stesso di Gomorra) abbiano evitato volutamente troppi riferimenti all'attualità, è indubbio, però, che un film sulla contrapposizione tra Nord e Sud sia destinato, in questo momento storico, a suscitare polemiche. "Ma noi non volevamo rispondere ai politici - aggiunge Siani - anche perché sarebbe impossibile. Un giorno parla Brunetta, un altro Bossi e ci vorrebbero tutti i film del mondo. Noi abbiamo semplicemente provato ad andare contro i cliché, raccontando quello che vediamo intorno a noi". Nel film, Siani interpreta Mattia, un timido postino di Castellabate innamorato da sempre della bella collega Maria (Lodovini), alla quale però non riesce a dichiararsi. Sarà proprio l'incontro col nuovo direttore dell'ufficio postale locale, il "nordista" Alberto (Bisio), trasferito al Sud per punizione, a sbloccarlo da quel punto di vista, mentre a sua volta lui riuscirà a far ricredere il "forestiero", con la collaborazione degli altri abitanti del luogo, su un'immagine del Meridione vittima dei peggiori pregiudizi. "Assieme agli attori - conclude il regista Luca Miniero - abbiamo lavorato innanzitutto sull'umanità dei personaggi, per mettere in scena conflitti che fossero, comunque, lontani dalla cattiveria ideologica imperante al giorno d'oggi e che, invece, si potessero superare semplicemente attraverso l'apertura e la fiducia verso l'altro".
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