lunedì 18 ottobre 2010

PIERA DEGLI ESPOSTI PARLA DEL DELITTO DI AVETRANA

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 17 ottobre 2010)

Attrice teatrale e cinematografica, regista e scrittrice, Piera Degli Esposti (qui sotto nella foto) è un'attenta indagatrice degli angoli più oscuri dell'animo umano. Tra l'altro, nel 2003 ha scritto un libro per Rizzoli, con Dacia Maraini, intitolato Piera e gli assassini e incentrato su sue personali ricognizioni attraverso alcuni omicidi reali di questi anni. I recenti sviluppi delle indagini sulla morte di Sarah Scazzi, dunque, la hanno particolarmente colpita. "Fin dall'inizio, c'erano troppi elementi - spiega - che non mi convincevano. E poi, in televisione, i volti dei componenti di quella famiglia mi hanno sempre trasmesso un qualcosa di teatrale e poco decifrabile, quasi da tragedia greca".
Le cronache di queste ore vedono coinvolta nell'omicidio anche la cugina di Sarah, Sabrina Misseri, che per gli inquirenti ha concretamente aiutato il padre. Cosa le trasmette la figura di questa ragazza, che per più di un mese è stata onnipresente sui teleschermi italiani, in un ruolo poi smentito in modo clamoroso dalle indagini?
"Innanzitutto, mi aveva sempre colpito l'aria che Sabrina aveva in tutti i programmi televisivi che m'è capitato di seguire: quasi sorniona. Tant'è che ho pensato che assumesse calmanti prima di entrare in studio. Inoltre, anche lei ha fatto molti dietrofront, in particolare nei confronti del padre, verso il quale nutre, evidentemente, un affetto ossessivo che potrebbe aver scatenato in lei una gelosia inconscia nei confronti della cugina".
In che senso?
"Nel senso che questo padre da lei così adorato preferiva rivolgere le proprie attenzioni, anche se malate, verso Sarah, che peraltro appariva più rispondente ai canoni di bellezza e avvenenza che i mass media trasmettono continuamente alle adolescenti. E anche questo aspetto, sempre inconsciamente, potrebbe aver influito sulla psicologia di Sabrina: la cuginetta snella, bionda, carina; lei un po' grassa, pesante. Così, quando le voci sullo strano rapporto tra suo padre e la cugina si sono fatte più insistenti, non ha esitato a farsi coinvolgere per mettere a tacere la cosa e, contemporaneamente, consumare la propria vendetta inconscia".
Ma, anche da attrice e regista, come spiega la capacità di questa ragazza di recitare un ruolo, per tanto tempo, davanti alle telecamere dei talk show?
"Probabilmente, nella mente di Sabrina, le apparizioni in televisione sono state vissute con una sorta di gioia nera, per la fama pienamente vissuta rubandola alla cugina uccisa. E mi spiego meglio. Il sogno di quasi tutti i ragazzi di oggi è di andare in tv. E anche Sarah, infatti, diceva di voler lasciare il suo paesino per tornarvi qualora fosse diventata famosa. Rispetto alla cugina assassinata, dunque, Sabrina è riuscita a ottenere tutto ciò restando viva, mentre la povera Sarah ha raggiunto sì la notorietà agognata, ma soltanto da morta: è proprio questa, secondo me, la vera vendetta di Sabrina su quella cugina tanto più carina di lei e così ammirata anche dall'adorato padre. E, anzi, credo che questa brama narcisistica della ragazza proseguirà pure nei prossimi giorni, tra controaccuse, ritrattazioni e quant'altro le permetterà di restare sotto la luce dei riflettori".
Ma come crede che si possa sentire, adesso, questa ragazza?
"A volte provo a interrogarmi sulla vita degli assassini in carcere e mi dico che, probabilmente, dal loro punto di vista non stanno poi tanto male. Attraverso la potenza assoluta della morte, infatti, sono riusciti a far sparire fisicamente le persone che li ossessionavano. E, in una vita senza arte e cultura ma soltanto bassezza, questa soddisfazione è impagabile".

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