mercoledì 17 giugno 2009

SERIE TV: INTERVISTA A GIORGIO PASOTTI

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 17 giugno 2009)

Un clima adrenalinico alla «E.R.» ma anche giochini sentimentali degni di «Grey’s Anatomy»: è il mix che propone «La scelta di Laura», la nuova serie tv di ambientazione ospedaliera (a dispetto della crisi del genere medical) prodotta da Taodue e in onda da stasera su Canale 5 per sei settimane (dodici episodi da 50 minuti ciascuno, in onda due alla volta).
A dirigere la serie è Alessandro Piva, regista salernitano, ma pugliese d’adozione, proveniente dal cinema: suo, dieci anni fa, il premiatissimo esordio a basso budget «LaCapaGira». In un contesto di grande coralità, nel cast spiccano le due coppie medico-specializzanda composte da Laura e Fabio e da Rebecca e Jonas, interpretati rispettivamente da Giulia Michelini, Giorgio Pasotti (i due, nella foto sopra), Camilla Filippi e Ivan Franek. E sarà proprio il punto di vista di Laura, nel corso della serie, ad accompagnare lo spettatore tra le corsie del Pronto Soccorso, descritto come un’autentica arena nella quale s’intrecciano le vicende umane e professionali dei medici, tra piccole e grandi conquiste quotidiane, drammi e sorrisi, compromessi e giochi di potere; e, naturalmente, gli inevitabili intrecci sentimentali.
Reduce dal successo del «David Copperfield» tv, dopo aver girato come regista uno spot per sensibilizzare i giovani all’uso del profilattico e prima del set estivo di «Baciami ancora» (l’atteso sequel de «L'ultimo bacio» di Muccino), Giorgio Pasotti si dice entusiasta di questa serie. Nel frattempo ha preparato un progetto per una fiction su uno dei suoi miti, il pugile Tiberio Mitri perché, spiega, «amo il pugilato come metafora della vita». A ottobre, invece, uscirà per Mondadori il suo romanzo di formazione «La mia Cina».
Pasotti, quali sono i punti di forza della serie?
«Sicuramente la leggerezza dell’approccio, con punte di ironia anche abbastanza insolite in fiction italiane di questo tipo. Credo che in ciò sia stato determinante lo sguardo del regista Alessandro Piva».
Vuole presentare il suo personaggio?
«Fabio Moreno è un medico serio e coscienzioso, reduce da una esperienza africana con Medici senza frontiere, nel corso della quale ha conosciuto la morte e la sofferenza. Si ritrova al Pronto Soccorso perché ha deciso di prendersi un anno sabbatico, in trincea. Fabio, infatti, ama il suo mestiere e, anche nel nuovo ruolo, diventa subito il punto di riferimento del reparto, pur non essendone il primario».
Al centro c’è il rapporto con Laura.
«Si tratta di una storia che Fabio vive con imbarazzo, proprio per non confondere vita privata e professionale, ma anche perché, volendo tornare in Africa, non intende creare illusioni nella ragazza».
Per costruire il suo personaggio si è rifatto a qualche modello delle serie americane più famose?
«Non ho mai avuto modo di seguire queste serie. Non per snobismo, ma per pura mancanza di tempo. Di Fabio ho cercato di valorizzare soprattutto l’aspetto umano. Tra l’altro, per essere più convincenti, noi attori abbiamo seguito un training sul campo, assistendo a piccoli interventi in un vero ospedale, imparando a eseguire suture, massaggi cardiaci e a maneggiare il defibrillatore. E pensare che da bambino io volevo fare davvero il medico».
Dopo «La scelta di Laura», lei è pronto per il seguito de «L'ultimo bacio».
«Sì. Cominceremo a girare a fine giugno e andremo avanti per tutta l’estate, fino alla metà di settembre. Tranne Giovanna Mezzogiorno, in “Baciami ancora” ci sarà tutto il gruppo di attori del primo film. E sarà interessante ritrovare i nostri personaggi a dieci anni di distanza, per raccontarne i mutamenti, la crescita e la nuova consapevolezza che si può avere a quarant’anni rispetto a quando se ne avevano trenta».