domenica 7 febbraio 2010

COMICS: INTERVISTA A RICCARDO BURCHIELLI

Di Diego Del Pozzo

Venerdì pomeriggio, la fumetteria Alastor di Napoli ha ospitato un interessante incontro col disegnatore Riccardo Burchielli, co-creatore della serie "cult" DMZ assieme allo sceneggiatore Brian Wood.
Burchielli (qui nella foto), trentacinquenne fiorentino grande tifoso della Viola, appare giustamente orgoglioso per il contributo artistico dato a uno tra i fumetti seriali più interessanti degli ultimi anni: "Non sono il primo italiano - spiega - ad avere successo come disegnatore di fumetti negli Stati Uniti. Però, sono il primo a firmare una serie mensile di successo da co-creatore, per un marchio come la Vertigo e una major editoriale come la DC Comics".
Di fronte al folto pubblico presente nei locali della fumetteria napoletana, Riccardo entra nei dettagli, per spiegare i retroscena e i significati di un progetto come DMZ, riuscitissimo mix tra fantascienza apocalittica e apologo politico, memore della lezione di un capolavoro cinematografico come 1997: fuga da New York di John Carpenter (la sigla del titolo sta per "DeMilitarizedZone"). La serie è ambientata in un'ipotetica America dilaniata da cinque anni di guerra civile tra Stati Uniti e i cosiddetti "Stati Liberi". L'azione si svolge prevalentemente a Manhattan che, proprio come nel capolavoro carpenteriano di riferimento, è diventata una sorta di "terra di nessuno" da incubo. A Napoli, Burchielli ha anche presentato, in anteprima, il settimo volume di DMZ, Poteri di guerra (168 pagine, 14.95 euro), edito in Italia, come gli altri, da Planeta DeAgostini.
Come giudichi il lavoro che stai portando avanti su DMZ?
"Se riguardo i numeri più vecchi non sono mai soddisfatto, ma questo credo che sia abbastanza normale. Comunque, rispetto ai primi numeri il mio stile si è decisamente evoluto, anche perché, rispetto ad altri colleghi, ho avuto la fortuna-sfortuna di arrivare subito a un progetto importante, senza poter fare troppa gavetta, ritrovandomi così immediatamente sotto i riflettori ed esposto al giudizio dei lettori. Nel corso degli anni, ho cambiato anche gli strumenti di disegno: oggi, per esempio, faccio un uso maggiore e più regolare del pennarello".
Ma come sei arrivato a lavorare per la Vertigo/DC Comics senza rilevanti esperienze precedenti?
"Tutto è iniziato proprio a Napoli, in occasione del Comicon 2003, dove l'editor Vertigo Will Dennis fu colpito dai miei disegni in un albetto promozionale che la casa editrice Eura aveva stampato per "lanciare" la serie John Doe. Dennis portò quell'albo con sé negli Stati Uniti e, dopo diversi mesi, mi contattò per farmi sapere che stava pensando a me per qualche nuovo progetto. Dopo un anno, mi cercò di nuovo, come se fossero passati solo pochi giorni, per dirmi che aveva trovato il lavoro ideale per me: una nuova serie propostagli dallo sceneggiatore underground Brian Wood, che all'epoca stava iniziando a collaborare con la DC Comics".
Da allora, sei stato il disegnatore regolare della serie, saltando solo pochissimi numeri e mantenendo un ritmo di lavoro davvero frenetico. Riesci a ritagliarti il tempo anche per altri progetti?
"Il lavoro su una serie regolare mensile non mi lascia troppo spazio per altri progetti o per sperimentare nuove soluzioni grafiche. Così, esercito il mio stile direttamente sulle pagine di DMZ, anche grazie alle sceneggiature di Brian, che lasciano spazio alla mia interpretazione grafica. Comunque, in estate uscirà una mia storia per Bonelli sul nuovo Dylan Dog Color Fest e, inoltre, sto per iniziare a lavorare su un volume per le edizioni francesi Soleil".
Quali sono i tuoi punti di riferimento artistici?
"Se devo fare qualche nome, tra i tanti disegnatori che ammiro e che, in qualche modo, mi hanno anche influenzato, allora dico Joe Kubert, Jordi Bernet, Juan Gimenez. Ma ho un'autentica venerazione per il maestro spagnolo Alfonso Font: se potessi staccare le mani a qualcuno lo farei a lui".
Un mio articolo sull'incontro napoletano con Riccardo Burchielli è stato pubblicato anche sul quotidiano Il Mattino di oggi. Chi volesse leggerlo può cliccare qui.

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