lunedì 15 febbraio 2010

LA SINCERITA' DI RAOUL BOVA A SCAMPIA

Di Diego Del Pozzo

Venerdì mi è capitato di dover seguire, per Il Mattino, la presentazione napoletana della commedia sentimentale per adolescenti Scusa ma ti voglio sposare, nuova regia di Federico Moccia che fa da seguito al campione d'incassi Scusa ma ti chiamo amore, del quale ripropone la stessa coppia di protagonisti: Raoul Bova e Michela Quattrociocche.
Quella che doveva essere una semplice giornata di lavoro, però, si è trasformata in un'esperienza molto interessante, grazie alla sensibilità di Bova, che ha insistito con la produzione del film per inserire all'ultimo momento un "fuori programma" in una scuola di Scampia, l'Itis "Galileo Ferraris", dove ha incontrato gli studenti assieme al resto del cast. Ne ho scritto ampiamente sul giornale uscito sabato e, dunque, chi volesse leggere l'articolo può cliccare qui.
In questa sede, invece, mi preme solo sottolineare quanto sincero sia stato il confronto tra i ragazzi di Scampia e il loro idolo Raoul Bova, che peraltro tornava nel difficile quartiere della periferia napoletana per la terza volta. L'attore, infatti, ha risposto alle loro domande, ha dato consigli e, soprattutto, ha condiviso con la giovane platea le sue paure quotidiane, raccontando anche episodi dolorosi del proprio passato e spronando gli studenti a non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, personali o ambientali che esse siano. "In occasione delle mie visite precedenti - ha spiegato Bova - ho lasciato a Scampia un pezzo del mio cuore. Per questo, ho deciso che verrò qui per presentare ogni mio nuovo film: voglio crescere assieme a questi ragazzi e, magari, essere per loro un riferimento positivo. Spesso, infatti, in questi quartieri non ci sono troppe scelte per chi ci vive. E io, nel mio piccolo, voglio fare qualcosa proprio per aumentare la possibilità di scelta di questi giovani".

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