Ripreso da Pompea Santoro e Veli-Pekka Peltokallio, lo straordinario balletto, creato nel 1982 dal regista e coreografo svedese, definito "rivoluzionario" al suo apparire, è nel tempo divenuto uno dei più celebri "remake" del repertorio classico. Come avviene nel tradizionale modello ottocentesco, anche qui si consuma, in punta di piedi, la struggente storia di Giselle, interpretata dalla prima ballerina del San Carlo, Alessandra Veronetti, e del suo drammatico amore. Mats Ek la ambienta, però, in un manicomio, dove rinchiude la protagonista sconvolta per amore, e dove impone allo sventato Albrecht, "non più principe - spiega il regista - ma solo un nobile ricco attratto da una ragazza strana, capace di fargli provare emozioni nuove", un'iniziatica e penitenziale nudità.
Col Corpo di ballo del Massimo napoletano, diretto da Giuseppe Carbone, completano il cast Edmondo Tucci (Hilarion), Marcello Pepe (Amico di Albrecht; in alternanza con Gianluca Nunziata domani sera e l'11 giugno), Giulia Di Stefano (Myrtha), Giorgia Cappelli (Bathilde; in alternanza con Alessandra Carloni giovedì sera e l'11 giugno). Le scene e i costumi sono di Marie-Louise Ekman, il disegno luci di Jörgen Jansson. L'Orchestra del Teatro San Carlo è diretta dal maestro Barry Francisco Perez. L'allestimento è della Fondazione Teatro alla Scala di Milano.
Dopo la prima rappresentazione di stasera, sono previste repliche domani, giovedì e poi il 9, 10 e 11 giugno.
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