mercoledì 1 giugno 2011

INTERVISTA A MANUEL DE SICA, IN MEMORIA DI PAPA'

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 1 giugno 2011)

Quella tra Vittorio De Sica e Maria Mercader fu una storia d’amore travolgente, nata nel 1942 sul set del film Un garibaldino al convento, con lui quarantunenne divo affermato e lei venticinquenne attrice spagnola giunta a Cinecittà da Parigi. Quando si conobbero Vittorio era sposato con Giuditta Rissone, ma Maria divenne ben presto la donna della vita, poi sposata anni dopo addirittura due volte: prima a Città del Messico nel 1959 e poi, dopo che la precedente unione fu dichiarata non valida, nel 1968 in Francia, dove la coppia si era trasferita per tre anni assieme ai due figli giunti nel frattempo, Manuel e Christian (nella foto, la famiglia De Sica).
E proprio Manuel De Sica, musicista e presidente dell’associazione Amici di Vittorio De Sica, introdurrà stasera al cinema Filangieri (alle 20.30) la proiezione della versione restaurata del film di Gianni Franciolini Buongiorno, elefante!, del quale i celebri genitori furono protagonisti nel 1952. L’evento, presentato da Giuliana Gargiulo, è organizzato da Annalisa De Paola con Provincia di Napoli, Camera di Commercio e Unione Industriali. “Questa serata napoletana – racconta Manuel – è dedicata in particolare a mia madre, scomparsa a inizio anno. Il film scelto è l’ultimo da lei interpretato, un anno dopo la nascita di Christian, perché poi papà le chiese di dedicarsi a tempo pieno al ruolo di mamma. E, devo dire, in questo lei fu meravigliosa, crescendo me e mio fratello con ogni premura e attenzione”.
Poi, però, anni dopo Maria Mercader tornò a recitare, no?
“Finché mio padre fu vivo, lei rispettò le sue richieste. Poi, rimasta vedova troppo presto nel 1974, con noi figli ormai grandi, riscoprì la sua passione per la recitazione, sia al cinema che al teatro. E, per diversi anni ancora, proseguì in una seconda carriera intensa e di qualità. A lei, sempre stasera, sarà dedicato anche un video inedito realizzato da mio figlio Andrea. Lo proietteremo prima del film”.
Buongiorno, elefante! si differenzia dagli altri capolavori desichiani che lei, negli anni, ha contribuito a restaurare con la sua associazione. Come mai la scelta di questo titolo?
“Dopo aver restaurato tanti capolavori conclamati di mio padre, stavolta ho deciso di rivolgere l’attenzione a una pellicola apparentemente minore, ma che in realtà, secondo me, va considerata come una perla rara del cinema italiano. D’altra parte, Buongiorno, elefante! è scritto da Cesare Zavattini e co-prodotto dalla società di papà. Poi, nonostante la regia firmata da Gianni Franciolini, presenta molti momenti nei quali è evidente come Vittorio De Sica si sia riservato una sorta di direzione artistica, in particolare per quel che riguarda il lavoro con gli attori”.
Grazie al lavoro meritorio dell’associazione Amici di Vittorio De Sica, l’opera cinematografica di suo padre è tra quelle meglio conservate, se guardiamo al periodo classico del cinema italiano.
“Ormai, sono vent’anni che mi concentro sul restauro dei film di mio padre, perché sono convinto che la memoria storica sia fondamentale e che le opere d’arte prodotte in passato debbano essere godute al meglio anche dalle generazioni future. Ed è un peccato che ciò non sia possibile per altri giganti del cinema italiano e mondiale, come Rossellini o Visconti”.
Come di consueto, il restauro del film è accompagnato anche da un volume monografico.
“Anche se stavolta non abbiamo realizzato una pubblicazione dedicata al film, ma distribuiremo a chi sarà con noi al Filangieri un’edizione speciale del libro Maria Mercader. Una catalana a Cinecittà, che Gualtiero De Santi ha pubblicato con l’editore napoletano Liguori. E, a proposito di libri, l’anno prossimo uscirà per Bompiani un mio volume di memorie che s’intitolerà Di figlio in padre e che aggiungerà ulteriori pezzetti di memoria alla memoria che tuteliamo da anni restaurando i capolavori di Vittorio De Sica”.

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