(Il Mattino - 25 giugno 2011)
Ieri mattina, in una pausa delle riprese, c’è stato l’atteso incontro tra la protagonista Manuela Arcuri e la vera Assunta Maresca, da sempre nota come Pupetta, una donna che a modo suo ha fatto epoca, fin dall’omicidio del killer di suo marito (il camorrista Pasquale Simonetti detto Pascalone ‘e Nola), compiuto a metà anni Cinquanta, quando era poco più che ventenne e incinta di sei mesi; per passare, poi, attraverso la condanna a diciotto anni di carcere; la grazia concessale nel 1965; la storia tormentata con l’altro boss Umberto Ammaturo; la clamorosa conferenza stampa del 1982 nella quale sfidò, in piena guerra di camorra tra Nuova famiglia e Nuova camorra organizzata, il boss rivale Raffaele Cutolo; la sentenza del 1986, nella quale la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Napoli la indicò ufficialmente come appartenente alla camorra e affiliata alla Nuova famiglia, ordinandone la confisca dei beni. “Rievocare tutte queste cose – racconta Pupetta Maresca – mi fa soffrire molto ancora oggi. Anche per questo, durante la visita sul set mi sono quasi sentita male e mi sono commossa. Vedere un’altra persona ricostruire certi episodi e interpretare la mia vita è stata un’esperienza forte”.
Pupetta Maresca è stata coinvolta nella lavorazione fin dall’inizio. “Mi hanno fatto leggere la storia – spiega – e ho chiesto di modificarla in alcuni punti che mi sembravano troppo romanzati. Ho cercato di far capire innanzitutto ai produttori, al regista e alla Arcuri chi era la vera Pupetta, al di là dell’immagine pubblica che mi è stata costruita addosso. Perché io penso di essere stata anche infangata e spero che questa fiction possa contribuire a far capire alla gente chi sono stata veramente”. La materia, però, è delicata e controversa, poiché quando si portano all’interno di opere romanzate figure reali legate alla malavita si rischia, in qualche modo, di giustificarle. “Ma è lo stesso rischio – sottolinea la protagonista Manuela Arcuri – presente in tutti i lavori di questo tipo. Noi, comunque, vogliamo raccontare la Pupetta figlia e sorella sottomessa, finita in collegio per lo spirito ribelle; e poi la donna per quei tempi eccezionale per vigore e determinazione: non una donna di boss, ma lei stessa un capo, un personaggio senza dubbio affascinante, seppure nel male”.
Ma cosa pensa la vera Pupetta Maresca dell’attrice che la impersona sul piccolo schermo? “Per quanto riguarda la somiglianza fisica, lei è più alta di com’ero io. Comunque, si tratta di un’attrice già affermata, che sta lavorando bene e che credo riuscirà a ottenere un buon risultato. Anche perché è diretta da un regista esperto”. “Pupetta – aggiunge, quasi a risponderle, Manuela Arcuri – è una donna forte, una leonessa, che mi ha detto “chi mi tocca mi trova”. Lei tiene a questa fiction perché in qualche modo pensa che possa riscattarla, far capire che le sue azioni furono dettate da un prepotente desiderio di vendetta”. La parola definitiva, però, è proprio di Pupetta: “Io – conclude – sono una donna abbastanza primitiva e che ho una certa età. Dunque, senza entrare in discorsi troppo complicati spero semplicemente che questo progetto televisivo mi possa far sentire bene. Infatti, vorrei davvero che la gente riuscisse a capire io chi sono stata…”.
Prodotta dalla Ares di Alberto Tarallo e sceneggiata da Teodosio Losito, Pupetta, la ragazza con la pistola presenta nel cast anche Tony Musante, Stefano Dionisi, Barbara De Rossi, Guia Ielo, Luigi De Filippo, Eva Grimaldi, Gabriele Morra, Christopher Meireles, Stephan Kaefar, Sergio Arcuri. Sempre su Canale 5, però, il mondo della camorra sarà al centro anche dell’altra fiction Il clan dei camorristi, diretta da Alberto Angelini e prodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi.