giovedì 28 aprile 2011

PIU' FORTE DELLE POLEMICHE, RITORNA IL TORINO GLBT FESTIVAL

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 28 aprile 2011)


Centoventi film in rappresentanza di trentacinque Paesi, ospiti prestigiosi come Lindsay Kemp (qui sotto, in una foto d'epoca, assieme a David Bowie) e la contessa-modella Veruschka, un successo di pubblico che l'anno scorso ha prodotto più di 40mila spettatori da tutto il mondo: è così che il Torino GLBT Film Festival - Da Sodoma a Hollywood taglia di slancio il traguardo della ventiseiesima edizione, a dispetto delle polemiche che ne hanno accompagnato la vigilia. Infatti, dopo che la giunta regionale guidata dal leghista Roberto Cota aveva negato il patrocinio dell'ente, per la prima volta in 26 anni, a soccorrere il direttore Giovanni Minerba e gli organizzatori è prontamente intervenuto il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, che ha messo il proprio sigillo sull'iniziativa culturale torinese, conquistandosi la simpatia del movimento gay-lesbian italiano, ma suscitando più di un imbarazzo nel centrodestra piemontese e nazionale. Sia come sia, comunque, il Torino GLBT Film Festival - la rassegna di settore più importante d'Europa e la terza al mondo - s'inaugura stasera (fino al 4 maggio) col gala in programma all'Uci Cinemas Lingotto, dove Noemi farà da madrina musicale della serata e presenterà dal vivo alcuni brani tratti dal nuovo album RossoNoemi, a partire dalla hit Vuoto a perdere.
Accanto alla tradizionale folta rappresentanza di pellicole provenienti da Stati Uniti, Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna, la novità di quest'anno è la presenza, nelle varie sezioni, di ben dodici film italiani, tra i quali spiccano nel concorso documentari 365 Without 377 di Adele Tulli prodotto da Ivan Cotroneo e in quello dei cortometraggi K@biria di Sigfrido Giammona. Ma c'è molta attesa anche per il durissimo documentario Angels on Death Row di Rocco Bernini e Alessandro Golinelli, realizzato in collaborazione col festival e incluso nel Focus: Iran, nodo alla gola. Il film, in anteprima mondiale sabato alle 20.30, è un atto d'accusa contro il regime iraniano di Ahmadinejad e le sue persecuzioni degli omosessuali, spesso impiccati nel totale disprezzo dei diritti umani. Nel ricco cartellone del festival torinese spiccano, poi, i film recuperati della sezione Vintage sull'omosessualità nel cinema italiano in occasione dei 150 anni dell'Unità; il documentario Veruschka diretto da Paul Morrissey e Bernd Böhm; le tre nottate del Midnight Madness presentate da Dario Argento e aperte dall'anteprima mondiale del thriller lesbo-splatter di Val Castro The Craving; le anteprime italiane de Il richiamo di Stefano Pasetto con Sandra Ceccarelli e Francesca Inaudi (nelle sale dal 6 maggio) e di Becoming Chaz di Fenton Bailey e Randy Barbato, sulla storia della figlia lesbica di Sonny & Cher, Chaz Bono, che recentemente ha deciso di diventare uomo. Domenica sera, infine, il Premio Dorian Gray alla carriera sarà consegnato al maestro inglese Lindsay Kemp, ballerino, mimo, attore, coreografo che, dagli anni Settanta in poi, ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo.

domenica 24 aprile 2011

UNA DOCU-FICTION PER DAR VOCE ALLE VITTIME INNOCENTI

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 24 aprile 2011)

Inizieranno nella prima settimana di maggio a Napoli le riprese di La ferita, la docu-fiction che il trentacinquenne filmaker indipendente partenopeo Luigi Pingitore (nella foto) ha tratto dall'omonimo spettacolo teatrale e poi libro di Mario Gelardi, coinvolto nella sceneggiatura assieme allo stesso regista e a Peppe Ruggiero.
Il film, sostenuto dal Ministero per i Beni e le attività culturali, ricostruirà alcune storie di camorra con particolare attenzione al dolore delle vittime innocenti e alle loro ferite fisiche e interiori. E lo farà, anticipa Pingitore, "miscelando documentario e cinema di fiction con un occhio a modelli nobili come Godard o il Wenders del recente, bellissimo lavoro su Pina Bausch. Insomma, intendo completare - prosegue l'autore - un lavoro che abbia in sé i crismi della forma ibrida, poco definibile; e che, pur avendo un "cuore" legato al sociale, sia capace di adottare una forma esteticamente solida. Per questo, cercherò di evitare in ogni modo le trappole tipiche del reportage televisivo, poiché il documentario cinematografico è tutt'altra cosa".
Il libro La ferita, pubblicato nel 2009 dalla casa editrice Ad Est dell'Equatore, è una raccolta di "racconti per le vittime innocenti di camorra", firmati da Brun, Cantone, De Crescenzo, Esposito La Rossa, Gelardi, Marino, Miale Di Mauro, Petrella, Ruggiero, Russo, Sannino, Sanzone e Saviano (la sua invettiva contro i casalesi): ogni racconto una dedica, per tenere sempre desta la memoria, ma anche per lasciare una traccia concreta contro la criminalità organizzata ricordando le storie, le vite e le tragiche morti, tra gli altri, di Giancarlo Siani, Attilio Romano, Annalisa Durante, Simonetta Lamberti, Gigi Sequino e Paolo Castaldi, Silvia Ruotolo, don Peppino Diana. Il docu-film di Pingitore si avvarrà dei contributi di tanti giovani professionisti napoletani, come gli attori Ivan Castiglione, Giuseppe Gaudino e Giuseppe Miale di Mauro, la direttrice della fotografia Francesca Amitrano, i musicisti Lucariello e Francesco Forni. E anche la produzione sarà interamente vesuviana, grazie al coinvolgimento della società Mediadigitali. "Il progetto di Gelardi - aggiunge Luigi Pingitore - è stato più volte indicato, nel corso degli anni e attraverso le sue differenti incarnazioni, come mirabile esempio di una nuova sintesi tra teatro d'impegno civile e memoria collettiva. Ecco, io proverò ad applicare a questa sintesi il linguaggio degli audiovisivi, coerentemente con quello che è il mio percorso artistico".
Autore di cortometraggi, documentari, spot e videoclip musicali, Pingitore è, infatti, anche scrittore e poeta. In tale veste, ha pubblicato nel 2006 il suo primo romanzo, In the Mood (Cadmo editore), mentre è appena uscito il nuovo Tutta la bellezza deve morire (Hacca editore). "Tra i miei riferimenti - spiega - c'è, naturalmente, Pier Paolo Pasolini, sul quale peraltro ho anche svolto la mia tesi di laurea di qualche anno fa. Oggi, ci sarebbe un gran bisogno del suo atteggiamento eretico, nella vita così come nell'arte. Invece, purtroppo, in Italia si è smesso di produrre vera arte da più di dieci anni, tranne poche eccezioni. Nel mio piccolo, cerco di seguire le sue tracce utilizzando la libertà creativa che mi offre il digitale e dedicando una grande attenzione al linguaggio e alla forma, che in molti casi coincidono con i contenuti fino a caratterizzarli in maniera decisiva. Dopo La ferita, vorrei dedicarmi - conclude Pingitore - alla trasposizione filmica del romanzo di Angelo Petrella La città perfetta, alla cui sceneggiatura ho lavorato proprio assieme ad Angelo e col regista di Tatanka Giuseppe Gagliardi".

giovedì 21 aprile 2011

ARRIVA "TATANKA", FILM DI BOXE CONTRO LA CAMORRA

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 19 aprile 2011)

Nelle terre di Gomorra, lo sport può servire anche per sfuggire alla cappa opprimente della criminalità organizzata. Ciò è tanto più vero per la boxe, la "nobile arte" che si regge su un equilibrio assoluto tra corpo e mente e che vive di codici di lealtà sportiva lontanissimi da quelli camorristici. Forse è anche per questo che Marcianise è diventata, negli anni, la capitale del pugilato italiano, dai tempi del bronzo olimpico (ma doveva essere oro) di Angelo Musone a Los Angeles 1984 fino ai più recenti trionfi olimpionici e mondiali dei vari Domenico Valentino e Clemente Russo, passando per almeno due generazioni di atleti emersi dalla storica palestra Excelsior di Mimmo Brillantino e da altre realtà oggi altrettanto consolidate.
La boxe e il sudore del ring, la camorra e la sua cieca violenza sono al centro di Tatanka, l'atteso secondo film del regista cosentino Giuseppe Gagliardi, in uscita il 6 maggio nei cinema italiani. Protagonista della pellicola, tutta giocata sul cortocircuito tra finzione e realtà, è proprio il vero Tatanka (che vuol dire bisonte in lingua sioux), cioè il ventinovenne peso massimo marcianisano Clemente Russo (qui, in una scena del film), il quale interpreta Michele, giovane atleta che conosce prima il carcere e poi sa resistere alle tentazioni del facile arricchimento offerto dalla camorra dedicandosi proprio alla boxe e vedendo premiati i suoi sforzi col titolo di campione del mondo conquistato (come nella realtà) nel 2007 a Chicago. Cuore del film è la storia dell'amicizia che lega Michele al coetaneo Rosario (interpretato da Carmine Recano) che, a differenza sua, sceglie la strada della camorra fino a diventare un boss.
Prodotto da Margherita Film e Minerva Pictures e distribuito da Bolero, Tatanka è tratto dal bellissimo racconto boxistico di Roberto Saviano incluso nella sua raccolta intitolata La bellezza e l'inferno. "Ho incontrato Saviano - ricordava Russo qualche mese fa, in una pausa delle riprese - quando doveva scrivere il suo racconto e ho conosciuto una persona davvero fantastica, simpatica e che riesce a farsi capire da chiunque, da Nord a Sud. E poi, a me che conosco bene la realtà da lui narrata in Gomorra, sono piaciuti molto sia il suo libro che il film realizzato da Garrone". Assieme a Russo e Recano, nel film recitano anche veterani come Giorgio Colangeli e Rade Serbedzija, mentre il cantante Raiz interpreta il ruolo di un boss della camorra. Tatanka, riconosciuto film d'interesse culturale nazionale, è stato girato tra Marcianise, Castelvolturno, Santa Maria Capua Vetere, Bacoli, ma anche a Berlino. "Di boxe sapevo poco - confessò qualche mese fa il regista Gagliardi - ma, come corso accelerato, ho praticamente imparato a memoria Toro scatenato di Scorsese. Comunque, il mio film racconta soprattutto il percorso di formazione di Michele, che riesce a sfuggire ai tentacoli della criminalità organizzata grazie all'incontro con un bravo allenatore e alla passione per la boxe".

mercoledì 20 aprile 2011

ANCHE PER ASTERIX UN NUOVO FILM IN 3D!

Di Diego Del Pozzo

La risposta europea ai cine-kolossal tratti dai fumetti supereroistici della Marvel e della DC Comics - da Thor a Capitan America, da X-Men: First Class a Green Lantern, fino agli attesissimi (per il 2012) nuovi capitoli di Spiderman e Batman e a The Avengers - arriva dalla Francia. Infatti, anche il piccolo e fortissimo guerriero gallico Asterix, protagonista della serie a fumetti creata nel 1959 dal duo franco-belga composto da René Goscinny e Albert Uderzo, avrà la sua versione cinematografica in 3D. Gli appassionati di cine-comics, però, dovranno aspettare fino a ottobre del prossimo anno, quando il nuovo kolossal digitale Asterix e Obelix - Dio salvi la Britannia uscirà in contemporanea europea. Le riprese, infatti, sono partite all'inizio di aprile, al largo delle coste dell'isola di Malta, da dove poi si sposteranno in Ungheria, Irlanda e Francia, per concludersi in autunno e lasciar spazio a una post-produzione che si annuncia piuttosto complessa e articolata.
A dirigere quello che sarà il quarto capitolo cinematografico delle avventure del popolarissimo personaggio di Goscinny e Uderzo - dopo Asterix e Obelix contro Cesare (1999), Asterix & Obelix: missione Cleopatra (2002) e Asterix alle Olimpiadi (2008) - è stato chiamato quel Laurent Tirard che due anni fa ha saputo conquistare le platee internazionali col suo film campione di incassi Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, a sua volta tratto da un altro fumetto di René Goscinny. Ed è stata proprio la figlia dell'autore francese, Anne Goscinny, a scegliere il regista, dopo averlo conosciuto sul set di Nicolas e averne apprezzato l'amore sincero per i lavori del padre. Asterix e Obelix - Dio salvi la Britannia è la trasposizione filmica del celebre albo a fumetti del 1966 Asterix e i Britanni, che nel 1986 era stato già trasformato in un cartone animato di successo come Asterix e la pozione magica. La trama del fumetto di riferimento, che sarà seguita piuttosto fedelmente, vede le legioni romane di Giulio Cesare sbarcare in Britannia per conquistarla senza trovare troppa resistenza. Soltanto un villaggio di irriducibili guerrieri britanni resiste a questa invasione, nonostante l'evidente inferiorità di uomini e mezzi. Così, preoccupato per le sorti della guerra, il capo del villaggio invia un suo guerriero, lontano cugino di Asterix, a chiedere aiuto e la loro magica pozione ai Galli del villaggio tanto amato dagli appassionati di fumetti di tutto il mondo.
Per la terza volta, dopo Christian Clavier e Clovis Cornillac, cambia l'attore che interpreta Asterix: Edouard Baer. Accanto a lui, però, Gerard Dépardieu torna a vestire i panni del gigantesco e ingenuo Obelix, l'amico del cuore del protagonista, suo compagno inseparabile di mille battaglie contro gli odiati romani. Ma anche il resto del cast presenta star internazionali del livello di Catherine Deneuve (nel ruolo della regina d'Inghilterra), di Fabrice Luchini (Giulio Cesare) e del Dany Boon lanciato dal film-miracolo Giù al Nord (che ha ispirato il remake italiano Benvenuti al Sud) nei panni del normanno Popcornbaf. Per tener viva la tradizione dei film precedenti, però, anche il cinema italiano è ottimamente rappresentato. Così, dopo il Roberto Benigni del primo film, la Monica Bellucci del secondo e la coppia Luca & Paolo del terzo, pure in Asterix e Obelix - Dio salvi la Britannia ci sono attori italiani di primo livello, come Filippo Timi, Neri Marcoré e Luca Zingaretti. I primi due interpretano una coppia di bizzarri centurioni, mentre al volto del Montalbano televisivo tocca impersonare addirittura un generale dell'esercito romano. Oltre a loro, nel film c'è anche il giovane Niccolò Senni nel ruolo del soldato romano Megacursus. E particolarmente soddisfatto per il livello degli attori messigli a disposizione è il regista Laurent Tirard, che ha voluto sottolineare soprattutto il coinvolgimento di una diva come Catherine Deneuve: "Appena l'ho incontrata - ha spiegato poco prima dell'inizio delle riprese maltesi - mi è sembrata subito molto divertita dal ruolo che avevamo pensato per lei. Sarà certamente un valore aggiunto per il nostro film".
Asterix e Obelix - Dio salvi la Britannia è una co-produzione europea tra la società francese Fidélité, la casa di produzione italiana Film Kairós, la società ungherese Cinetotal e la spagnola Morena Films. Il budget è superiore ai 60 milioni di euro e le aspettative dei realizzatori sono elevatissime, tenendo anche conto dei notevoli risultati al botteghino ottenuti dai precedenti capitoli cinematografici, tutti e tre campioni d'incasso in Francia e in buona parte d'Europa, Italia compresa.

lunedì 18 aprile 2011

ENRICO IANNIELLO: POLIZIOTTO TV CON TERENCE HILL

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 17 aprile 2011)

Dal teatro di ricerca e dai film di Mario Martone e Nanni Moretti ai serial polizieschi televisivi: ci sono molte similitudini nelle recenti parabole artistiche di Andrea Renzi ed Enrico Ianniello, entrambi interpreti di scuola Teatri Uniti (Renzi è tra i fondatori della compagnia) ed entrambi a un punto di svolta delle rispettive carriere, grazie a due ruoli di poliziotti in fiction catodiche di larghissimo consumo. Ma se per vedere Andrea Renzi su Canale 5 nei panni del nuovo commissario alla guida del Decimo Tuscolano in Distretto di Polizia 11 bisognerà aspettare l'autunno (le riprese sono in corso a Roma in queste settimane), il quarantenne casertano Ianniello - in questo momento nelle sale col film-evento morettiano Habemus Papam - è invece già da domenica scorsa tra i protagonisti di Un passo dal cielo, serial di Rai Uno che lo vede recitare accanto a Terence Hill (stasera la seconda e terza puntata delle dodici previste).
Com'è stato allora, Ianniello, il passaggio dal teatro più impegnato e dai film con Moretti e Servillo a una fiction televisiva popolare, capace di totalizzare quasi sei milioni e mezzo di telespettatori la scorsa settimana?
"Ovviamente ci sono differenze, nell'organizzazione del set e in altri particolari più o meno rilevanti. Però, a me ha colpito un elemento comune: come a teatro, infatti, anche in questo caso s'è creato un gruppo coeso di persone impegnate a condividere un'esperienza. Dal punto di vista tecnico, poi, si tratta sempre di recitare. E averlo già fatto a teatro con grandi attori e su testi impegnativi ti permette, poi, di spendere ovunque questo bagaglio che ti sei costruito nel corso degli anni".
Un passo dal cielo è girato in Trentino Alto Adige, tra i paesaggi mozzafiato delle Dolomiti. In questo contesto molto caratterizzato viene inserito, quasi come un corpo estraneo, il suo personaggio di poliziotto napoletano…
"In effetti, il commissario di Polizia che interpreto, Vincenzo, è un uomo decisamente "fuori luogo", che viene "promosso" e, dunque, trasferito dal caos metropolitano di Napoli alla calma placida di San Candido, paesino delle Dolomiti dove gli abitanti si conoscono tutti e, soprattutto, sono abituati a rivolgersi al capo della Forestale, Pietro interpretato da Terence Hill, per risolvere i loro problemi".
All'inizio, il rapporto tra i due personaggi principali è abbastanza problematico. Come si evolverà nel corso della serie?
"Al suo arrivo a San Candido, Vincenzo deve superare una serie di shock culturali e, direi, persino orografici. Tra i vari problemi, naturalmente, c'è anche l'ingombrante presenza di Pietro, ex campione di alpinismo ritiratosi sulle Dolomiti in seguito a un misterioso incidente. Comunque, nel corso delle settimane, tra i due si svilupperà un'intesa crescente, che sarà utilissima per risolvere i vari casi. Un'altra storia destinata a crescere è quella con la veterinaria interpretata da Gaia Bermani Amaral, i cui scontri iniziali con Vincenzo, che arriva lì fidanzatissimo con una ragazza lasciata a Napoli, si trasformeranno ben presto in qualcos'altro".
Com'è stato, sul set, il rapporto con Terence Hill?
"Ottimo. Anche perché mi ha fortemente voluto lui, dopo aver visto i miei provini. Di lui ho apprezzato la grande professionalità, la limpida serietà e la naturale capacità di far gruppo. Anche se questo aspetto è stato favorito pure dal fatto che, tolti lui, Katia Ricciarelli e Francesco Salvi, il resto del cast era composto da giovani attori".
In attesa di girare una seconda stagione di Un passo dal cielo che, data l'ottima partenza, dovrebbe essere quasi automatica, a cos'altro sta lavorando in questo periodo?
"Innanzitutto, interpreto un giornalista in Habemus Papam di Nanni Moretti: è un personaggio un po' surreale che, invece di fare il vaticanista diventa quasi un telecronista sportivo. E quella con Nanni è stata davvero una magnifica esperienza. Poi, lavorerò in una docu-fiction di Giovanna Gagliardo dedicata alle crisi socio-economiche di questi anni. E tornerò a teatro a maggio, quando all'Eliseo di Roma riprenderemo Tradimenti di Pinter con la regia di Andrea Renzi".

venerdì 15 aprile 2011

domenica 10 aprile 2011

ECCO COM'ERA IL SET NAPOLETANO DI TERRY GILLIAM!

Di Diego Del Pozzo

Dopo il grande riserbo che ha circondato le riprese a Napoli e dintorni realizzate a gennaio, gli appassionati del cinema di Terry Gilliam possono dare una prima sbirciatina a ciò che è venuto fuori dal magico cilindro del visionario regista ex Monty Python sul set partenopeo del cortometraggio The Wholly Family. L'antico pastificio Garofalo di Gragnano, che ha prodotto il breve film nell'ambito del suo progetto cultural-promozionale Garofalo firma il cinema, ha infatti diffuso sul proprio sito Internet alcune sequenze tratte dal backstage girato sul set di Gilliam dal regista Tonino Zangardi col supporto di Nico Cirasola (qui sotto nella foto).Dal breve filmato si ha un'idea abbastanza fedele del taglio onirico e fiammeggiante scelto dall'autore di Brazil e Parnassus, nonché dell'estrema fascinazione che il folklore napoletano - e, in particolare, la maschera di Pulcinella - ha avuto sulla sua inesauribile fantasia. Per la prima volta, inoltre, nel video Gilliam commenta il proprio coinvolgimento nel progetto, al tempo stesso dicendo anche la sua sul non facile momento dell'industria cinematografica italiana: "Credo che sia abbastanza interessante - spiega - che questo lavoro sia finanziato da un'azienda che produce pasta. L'Italia, dove è stato prodotto il più grande cinema mai visto al mondo, ha ora questo grande vuoto: non c'è supporto per il cinema ed è davvero deprimente. Ed è perciò interessante che questo vuoto, questo spazio sia riempito da compagnie private, che usano l'idea del cinema anziché fare pubblicità per promuovere i propri prodotti o puntare l'attenzione sui propri prodotti. Per me, insomma, è stato meraviglioso lavorare con loro".Nel filmato presente sul sito di Garofalo c'è ampio spazio per la sequenza onirica realizzata tra l'Ospedale delle bambole in pieno centro storico partenopeo, l'Antro della Sibilla a Cuma e la Casina vanvitelliana al Fusaro (tutte location scelte col supporto della Film Commission Regione Campania): nelle immagini, si vede il piccolo Jack, interpretato da Nicolas Connolly, circondato da mostruosi e inquietanti Pulcinella di ogni foggia e dimensione, col culmine rappresentato da una sorta di sabba-processione, sottolineato dalle musiche di Daniele Sepe, che di The Wholly Family firma la colonna sonora (fotografia e costumi sono di Nicola Pecorini e Gabriella Pescucci, mentre la produzione esecutiva è di Gabriele Oricchio e Amy Gilliam).Sul set, spicca un Terry Gilliam molto coinvolto e divertito, che guida gli attori da par suo, dando loro indicazioni anche piuttosto originali, come quando si rivolge alla protagonista femminile Cristiana Capotondi: "Questa è divertente: penso che potresti avere gli occhi spalancati e magari potremmo metterti un pomodorino in bocca. Guarda che ti sembra…". La Capotondi e l'attore anglosassone Douglas Dean interpretano i genitori del bambino. I tre, nella finzione, sono in gita turistica a Napoli, quando durante una passeggiata lungo un'affollatissima via San Gregorio Armeno perdono di vista il figlioletto, per ritrovarlo poco dopo assieme a un misterioso venditore di pastori interpretato da Sergio Solli. Al loro ritorno in albergo, come anticipato dal quotidiano Il Mattino già nei giorni delle riprese, il piccolo Jack sarà vittima di un inquietante incubo notturno, che occupa più di metà cortometraggio e che lo vedrà inseguito e sbeffeggiato da tanti Pulcinella di volta in volta buffi e minacciosi, grandi e piccoli, mostruosi e malinconici, neonati e con la gobba, con i volti, tra gli altri, di Antonino Iuorio, Renato De Maria e Nico Cirasola. La trama misteriosa è destinata a risolversi in un poetico finale a sorpresa, nel quale avranno un ruolo significativo il venditore interpretato da Solli e la sua bottega di pastori napoletani.Ps: Sullo stesso argomento, ho scritto un articolo pubblicato ieri sul quotidiano Il Mattino.

sabato 9 aprile 2011

LEO GULLOTTA IN UN CORTO INDIPENDENTE IN CAMPANIA

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 9 aprile 2011)


Una scommessa sui giovani, in un Paese come l'Italia sempre meno capace di guardare al futuro: ecco perché Leo Gullotta reciterà nel nuovo cortometraggio del regista casertano Angelo Cretella, che col suo precedente DisAbili ha vinto il premio di Amnesty International al Giffoni Film Festival e quello per la sceneggiatura a O' Curt. L'attore catanese, dunque, sarà il protagonista di Corti, prodotto dalla factory indipendente Blow Up Film e presentato ieri a Napoli pochi giorni prima dell'inizio delle riprese, previste da lunedì a sabato nel borgo medioevale di Sant'Agata de' Goti.
Reduce dal successo teatrale dello shakespeariano Le allegre comari di Windsor, Gullotta ha accettato con entusiasmo la proposta di Cretella di interpretare Michele, il barbiere al centro della trama del cortometraggio tratto dal racconto omonimo di Giusi Marchetta (incluso nella sua antologia Dai un bacio a chi vuoi tu, edita da Terre di Mezzo). "La cosa più sorprendente - sottolinea il regista - è che Leo abbia scelto di lavorare con noi senza chiedere alcun compenso, anzi dicendoci di reinvestire nella nostra produzione la somma che avremmo destinato a lui".
Da parte sua, però, l'interprete vincitore di tre David di Donatello e tre Nastri d'Argento come miglior non protagonista - che in Campania ha lavorato numerose altre volte, per esempio ai tempi di Mi manda Picone e Scugnizzi di Nanni Loy o Il camorrista di Giuseppe Tornatore - si schermisce: "Io che ho 65 anni e quest'anno ne festeggio cinquanta di carriera ho il dovere di prestare attenzione ai giovani. Anzi, in un momento di crisi morale imbarazzante come quello attuale, mi sembra il minimo che potessi fare. E sarebbe bello se molti altri miei colleghi scommettessero di più sulla gioventù, aderendo con entusiasmo a progetti originali e magari rischiosi, in modo da provare a fare qualcosa per vincere il senso di spaesamento che ci avvolge tutti".
Gullotta non fa nulla per nascondere le sue preoccupazioni sul momento attuale dell'Italia: "D'altra parte, se un ministro che dovrebbe rappresentarmi dice che con la cultura non si mangia, allora ho molto di cui preoccuparmi. Ancora di più, dunque, diventa importante riuscire a raccontare la realtà che ci circonda e i suoi orrori, come fa questo cortometraggio, che in maniera delicata e poetica affronta il tema della violenza sui minori all'interno della famiglia". Corti, infatti, è l'indicazione che il bimbo protagonista - interpretato dall'esordiente Francesco Esposito - dà al barbiere Michele (Gullotta) al momento di farsi tagliare i capelli: il più corti possibile, in modo da evitare che il padre-orco possa tirarglieli mentre si accanisce su di lui. Accanto ai due protagonisti, recitano anche Ernesto Cunto, Ciro D'Errico, Peppe Miale e la costumista Ortensia De Francesco, qui impegnata nel ruolo di un'infermiera.

venerdì 8 aprile 2011

IL RITORNO DEL MUSICARELLO: "A SUD DI NEW YORK"

Di Diego Del Pozzo

Senza troppe pretese, ma con sincerità e passione, Elena Bonelli batte il sentiero della fiaba musicale rivolta al pubblico giovane che ama i talent-show televisivi (ma anche a chi, al di là dell'appartenenza anagrafica, abbia voglia di buoni sentimenti, melodie orecchiabili, personaggi simpatici e qualche risata) per il suo coloratissimo e molto ironico esordio alla regia A sud di New York, che arriva dopo una carriera trascorsa prevalentemente a esportare la melodia romana e napoletana in giro per il mondo. E, in ossequio agli esordi teatrali con Roberto De Simone ma soprattutto alla composizione fortemente vesuviana del cast, la neo-cineasta ha scelto proprio Napoli per presentare in anteprima nazionale, al multicinema Modernissimo, questa sua prima esperienza davanti e dietro la macchina da presa.
Il film, auto-prodotto e distribuito dalla Show Service della stessa Bonelli, esce oggi nei cinema italiani in ben 50 copie. "All'inizio, il passaggio alla regia cinematografica - racconta Elena Bonelli - mi spaventava. Adesso, invece, sono entusiasta di questa esperienza e vorrei ripeterla in futuro, soprattutto per il rapporto con i giovani attori e tecnici che ho coinvolto nel progetto". A sud di New York - tra una strizzata d'occhio ai musicarelli anni Sessanta e un'altra alle commedie giovanilistiche a base di sogni da realizzare e inevitabile lieto fine - racconta la storia di Jenny (alias Gennarina, interpretata dalla Bonelli), disillusa artista italiana di mezza età, residente da anni nella Grande Mela dove il successo le ha voltato le spalle, lasciandola in balìa degli strozzini col solo aiuto del socio e storico spasimante Salvatore (Francesco Paolantoni). Per i due, l'occasione del riscatto si presenta sotto le sembianze di Carmelina (l'esordiente Carmen Napolitano), ragazzina scovata in uno sperduto borgo dell'Italia meridionale e dotata di una magnifica voce. Il rapporto tra le due donne farà sì che ciascuna possa superare le proprie paure e insicurezze, all'insegna del "think positive". "Ho voluto fare - aggiunge la regista - un film fresco, musicale, solare, che desse spazio ai sogni giovanili come a quelli più adulti, attraverso una storia di amore, amicizia e voglia di realizzare i propri desideri".
Nel cast, accanto ai tre protagonisti, recitano anche Gianfranco Gallo, il comico Franco Neri, Gianluca Di Gennaro, Nunzio De Luca, Federica Sammarco, il giovane cantautore partenopeo Luca Napolitano (anche autore delle canzoni principali incluse in colonna sonora), Marina Marchione, Patrick Rossi Castaldi e Fioretta Mari. Girato tra New York e la Puglia, il film si giova del coinvolgimento di un direttore della fotografia rinomato come Blasco Giurato, vincitore di un Oscar per Nuovo cinema Paradiso di Tornatore.

mercoledì 6 aprile 2011

OMAGGIO A TOTO' AL SENATO DELLA REPUBBLICA

Di Diego Del Pozzo

Quarantaquattro anni dopo la sua scomparsa, Totò viene omaggiato dal Senato della Repubblica con un ricordo inserito nel quadro delle celebrazioni dei centocinquant’anni dell'Unità d'Italia. All'evento, in programma domani nella sala "Caduti di Nassiriya" di palazzo Madama, interverranno la figlia di Totò, Liliana De Curtis; la giornalista de Il Mattino Titta Fiore; il professore Alfonso Amendola dell'Università degli studi di Salerno; e alcuni personaggi del mondo del cinema, del teatro e della televisione: hanno già confermato la loro presenza, per esempio, Lino Banfi, Serena Autieri, lo scultore Lello Esposito e il produttore Aurelio De Laurentiis, che peraltro proprio in questi mesi sta restaurando con la sua Filmauro la versione 3D della storica pellicola Il più comico spettacolo del mondo, diretta nel 1953 da Mario Mattoli e sceneggiata, tra gli altri, anche da Mario Monicelli (Totò vi interpreta il clown Tottons). "Sono davvero molto contenta che si renda omaggio a Totò in un luogo come il Senato" spiega Liliana De Curtis: "E, sono ancora più felice - aggiunge - che lo si faccia per metterne in evidenza le caratteristiche di rappresentante della migliore cultura popolare italiana. Comunque, è sempre bello constatare come Totò riesca a suscitare ammirazione e affetto ancora oggi, a quasi cinquant'anni dalla scomparsa".

venerdì 1 aprile 2011

UNA WEB SERIES NAPOLETANA PREMIATA NEGLI USA

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 1 aprile 2011)

C'è anche una serie realizzata da autori napoletani tra i lavori premiati nei giorni scorsi a Hollywood nell'ambito del Los Angeles Web Festival, il principale evento internazionale riservato alle web series, cioè a quei prodotti di fiction seriali realizzati appositamente per la diffusione attraverso Internet. La serie, premiata nella categoria "web comedy in lingua non inglese" durante la cerimonia tenutasi allo Stage 52 Theatre, s'intitola Travel Companions (cioè, compagni di viaggio) ed è realizzata da una coppia di filmaker indipendenti partenopei, Ferdinando Carcavallo e Luca Napoletano (qui nella foto).
Ideata l'anno scorso e mandata in rete a partire da maggio, Travel Companions ha suscitato anche l'interesse di Comedy Central, il canale del pacchetto Sky interamente dedicato all'umorismo, dove è stata trasmessa la prima stagione (dieci episodi) durante il mese di febbraio. "La serie - spiegano i due autori - aderisce perfettamente a quelle che sono le caratteristiche richieste alle fiction realizzate per il web: inquadratura fissa, azione basata essenzialmente sul ritmo dei dialoghi, breve durata e budget ridottissimo. L'idea alla base di Travel Companions è molto semplice: raccontare piccoli estratti della vita quotidiana di due colleghi, che ogni mattina si recano al lavoro in auto e che, durante il tragitto, discutono tra loro di tutto e di più, col coinvolgimento occasionale anche di qualche altro passeggero. Per la serie abbiamo utilizzato soltanto una telecamera, la nostra auto e tante idee".
A fare la differenza a favore della serie di Carcavallo e Napoletano, però, è stata la qualità della recitazione e della scrittura, basata su una forte ironia e caratterizzata da riferimenti all'attualità ma anche da tanti surreali non-sense, da citazionismo squisitamente cinéphile e da una buona dose di leggerezza: tutti ingredienti che hanno certamente fatto ottenere al progetto il gradimento della selettiva giuria americana del LAWebFest. Tra l'altro, il riconoscimento conquistato Oltreoceano ha permesso a Travel Companions, giunta intanto alla sua seconda stagione, di essere selezionata d'ufficio, assieme ad altre cinque web series provenienti da tutto il mondo, per la prossima edizione del Marseille Web Festival, il principale evento europeo specializzato, in programma a Marsiglia nel mese di ottobre.