martedì 27 aprile 2010

ROBERTO BOLLE AL TEATRO SAN CARLO DI NAPOLI

Di Diego Del Pozzo

Fa registrare il "tutto esaurito" la Giselle di Adolphe-Charles Adam che andrà in scena al Teatro San Carlo di Napoli, stasera alle 20.30, nella provocatoria versione "moderna" del grande Mats Ek, con l'etoile Roberto Bolle nel ruolo di Albrecht.
Ripreso da Pompea Santoro e Veli-Pekka Peltokallio, lo straordinario balletto, creato nel 1982 dal regista e coreografo svedese, definito "rivoluzionario" al suo apparire, è nel tempo divenuto uno dei più celebri "remake" del repertorio classico. Come avviene nel tradizionale modello ottocentesco, anche qui si consuma, in punta di piedi, la struggente storia di Giselle, interpretata dalla prima ballerina del San Carlo, Alessandra Veronetti, e del suo drammatico amore. Mats Ek la ambienta, però, in un manicomio, dove rinchiude la protagonista sconvolta per amore, e dove impone allo sventato Albrecht, "non più principe - spiega il regista - ma solo un nobile ricco attratto da una ragazza strana, capace di fargli provare emozioni nuove", un'iniziatica e penitenziale nudità.
Col Corpo di ballo del Massimo napoletano, diretto da Giuseppe Carbone, completano il cast Edmondo Tucci (Hilarion), Marcello Pepe (Amico di Albrecht; in alternanza con Gianluca Nunziata domani sera e l'11 giugno), Giulia Di Stefano (Myrtha), Giorgia Cappelli (Bathilde; in alternanza con Alessandra Carloni giovedì sera e l'11 giugno). Le scene e i costumi sono di Marie-Louise Ekman, il disegno luci di Jörgen Jansson. L'Orchestra del Teatro San Carlo è diretta dal maestro Barry Francisco Perez. L'allestimento è della Fondazione Teatro alla Scala di Milano.
Dopo la prima rappresentazione di stasera, sono previste repliche domani, giovedì e poi il 9, 10 e 11 giugno.

lunedì 26 aprile 2010

WOODEN SHJIPS A NAPOLI: CONCERTONE DA NON PERDERE!

Di Diego Del Pozzo

Un concerto da non perdere, quello che - giovedì sera, alle 22, al Cellar Theory di Napoli - concluderà la quarta edizione di Retronuevo. Percorsi di musiche sghembe, la rassegna itinerante a cura di Wakeupandream. Nel club partenopeo, infatti, saranno "on stage" i californiani Wooden Shjips.
Il nome lo hanno preso, modificandolo appena un po', da un celebre brano anti-militarista dei grandissimi Jefferson Airplane. E questo ci fa capire molto bene quale sia il retroterra dei Wooden Shjips e la fonte alla quale si abbevera il loro sound: Sixties, psichedelia californiana immersa in piena Summer of Love, Doors, 13th Floor Elevators, sonorità lisergiche, ossessive e allucinate, ipnotiche e intorpidenti, con trame fluide di organo, voce leggermente riverberata, chitarre sature di feedback, batteria minimale ma capace di penetrare sorniona nella mente dell'ascoltatore.
Il loro album più recente s'intitola Vol. 2, pur essendo il loro terzo, e ospita anche due cover d'autore: Vampire Blues di Neil Young e Contact di Serge Gainsbourg.
Da non perdere!

domenica 25 aprile 2010

FACCIA A FACCIA TRA AL GORE E ROBERTO SAVIANO

Di Diego Del Pozzo

Ecco un ottimo modo per festeggiare il 25 aprile: i video, tratti dal sito de La Repubblica, degli interventi di Roberto Saviano e Al Gore andati in scena ieri, a Perugia, nell'ambito del Festival internazionale del giornalismo. Entrambi gli interventi, così come il lungo faccia a faccia tra i due, sono dedicati al tema, vitale, dell'indipendenza dell'informazione.
Buona visione, dunque! E buona Festa della Liberazione!




venerdì 23 aprile 2010

MUSICA SENZA CONFINI NELLE DUE GALLERIE DI NAPOLI

Di Diego Del Pozzo

Domani e domenica, a Napoli, la Galleria Principe e la Galleria Umberto I faranno da palcoscenici per la rassegna La musica è senza confini, diretta da Giulio Baffi e inserita in chiusura del cartellone di Emozioni Pasqua, il progetto culturale dell'Assessorato regionale al Turismo organizzato dall'Ente provinciale per il Turismo di Napoli.
Si parte domani alla Galleria Principe, da mezzogiorno a mezzanotte, con un lungo concerto-spettacolo che farà incrociare tra loro differenti espressioni musicali: Musicisti dell’Est incontrano musicisti napoletani, questo il titolo dell'evento, vedrà alternarsi, infatti, ben trenta artisti lungo un'autentica maratona che abbinerà il repertorio classico napoletano alle canzoni tradizionali dell'Ucraina, alle sonorità zingare, alla musica rumena, fino a quella festiva klezmer e alle sonorità popolari dell'Italia meridionale, dei Balcani e della tradizione rom.
La seconda giornata della rassegna, invece, proporrà, domenica dalle 11 alle 23 nella Galleria Umberto I, il ciclo Il tango per noi, con possibilità di lezioni gratuite per gli appassionati ed esibizioni dei professionisti di Bellini tango club (Volver), Las tangatas, Margheritango, Milonga portena, Mujeres del tango, Napoli tango, Quattertango, Salon Baires, TamoTango.

giovedì 22 aprile 2010

NEOMELODICO, PRESIDENTE, DAVVERO TRASH

Di Diego Del Pozzo

Un film come Un neomelodico presidente è operazione bizzarra e persino spiazzante, col suo miscuglio di commedia trash un po' surreale e di invettiva socio-politica all'acqua di rose. Certo, il fatto che ne sia protagonista il cantante neomelodico partenopeo Mimmo Dany, ruspante come sempre, colora l'intero progetto soprattutto con le tinte del trash, inserendolo fin d'ora nelle graduatorie degli scult movies di questi anni. Comunque, sia come sia, la pellicola co-prodotta da Quality Sound e Gruppo Catapano esce oggi in Campania, distribuita in tredici copie, dopo l'anteprima a inviti di ieri sera al multiplex The Space Cinema - Med.
Un neomelodico presidente è stato presentato dal cast al completo all'Hotel Mediterraneo di Napoli, nel corso di una conferenza stampa trash come il film, conclusasi con la scherzosa richiesta del "padrone di casa" Toto Naldi, l'imprenditore alberghiero già presidente del Napoli, prontissimo a proporsi, dopo l'incontro, come attore per una futura produzione dell'amico Vincenzo Catapano. "Ci penserò sicuramente", gli ha risposto il neo-produttore, che ha aggiunto: "Con questo primo film siamo voluti entrare in un settore nuovo, per noi che ci occupiamo di servizi finanziari per le piccole e medie imprese. Lo abbiamo fatto per provare a dare, nel nostro piccolo, un contributo concreto a un'industria, quella cinematografica, che in Campania è quasi inesistente. E, magari, il nostro esempio potrà essere seguito da altri imprenditori".
Se i risultati sono questi, però, speriamo sinceramente di no, tanto sconclusionato appare il film, scritto e diretto da Alfonso Ciccarelli (anche patròn della Quality Sound), che racconta la storia di un artista molto simile al vero Mimmo Dany, il quale, stanco di essere sempre scartato nei casting di show televisivi come L'isola dei famosi o X-Factor e cosciente di quanto servano le raccomandazioni politiche, decide di proporsi in prima persona agli elettori, come leader di un nuovo partito chiamato Uvc (Una voce per la Campania). Accanto all'istrionico protagonista, recitano diversi volti più o meno noti del sottobosco cabarettistico e televisivo campano: Lello Musella, Nando Morra, l'ex "meteorina" Francesca Cipriani, Denise Sicignano, Barbara Indaco, Biagio Gragnaniello, Vincenzo Sorice e Francesco Invigorito. Nel ruolo di un boss della camorra, ha un cameo persino Tony Sperandeo. "Mi sono divertito - ha spiegato Mimmo Dany - perché sul set sono stato me stesso. Però, rispetto alla televisione, dove vado in diretta e posso anche improvvisare, al cinema mi hanno un po' infastidito le interruzioni, che a volte mi facevano perdere spontaneità. Comunque, se questo film dovesse funzionare, mi piacerebbe farne altri".
La pellicola è stata girata tra Giugliano, Lago Patria, Gaeta, il Centro direzionale di Napoli, Castellammare di Stabia, Palma Campania, dove, durante il tradizionale Carnevale, la produzione è riuscita a raccogliere ben trentamila persone in piazza, per la scena di un comizio politico del bizzarro "neomelodico presidente".

lunedì 19 aprile 2010

HILARY SWANK A LUGLIO ALL'ISCHIA GLOBAL

Di Diego Del Pozzo

Sono stati resi noti, nei giorni scorsi, i primi nomi delle star hollywoodiane che saranno presenti all'ottava edizione dell'Ischia Global Film & Music Fest, in programma dal 11 al 18 luglio sull'isola del golfo di Napoli. Prima tra tutte, l'attrice due volte Premio Oscar Hilary Swank, vincitrice dell'ambita statuetta nel 2000 per Boys Don't Cry e nel 2005 per l'eastwoodiano Million Dollar Baby. Con lei saranno presenti alla kermesse, tra gli altri, anche Vanessa Redgrave e Franco Nero, i registi Paul Haggis e Alfonso Cuaron, gli interpreti Massimo Ghini e Martina Stella, tutti protagonisti del quarto Social Cinema Forum, la sezione dedicata ad argomenti d'interesse sociale, presieduta per il secondo anno consecutivo dal regista e sceneggiatore Steven Zaillian.
Il Social Cinema Forum 2010, col titolo Sharing Solid Values, svilupperà il tema della condivisione dei valori reali della vita tra i giovani e affiancherà ai dibattiti anche un concorso per cortometraggi, videoclip e spot intitolato Make Your Life Useful, che sarà presentato ufficialmente durante il festival di Cannes.

domenica 18 aprile 2010

SAN CARLO: ANTONIO PAPPANO IN CONCERTO A NAPOLI

Di Diego Del Pozzo

Al Teatro San Carlo di Napoli, sabato 24 aprile alle 20.30, è in programma l'unica tappa italiana della tournée europea di Antonio Pappano (qui nella foto) e della Gustav Mahler Jugendorchester. Il maestro torna a Napoli, dunque, dopo lo strepitoso successo dello scorso luglio in piazza del Plebiscito, con un concerto-evento che proporrà musiche di Strauss e Šostakovič.
Si tratta di un programma già presentato con grande successo nei più prestigiosi teatri di Lisbona, Parigi, Amsterdam, Vienna e Zurigo. Pappano, già direttore musicale del Covent Garden di Londra e dell'Accademia di Santa Cecilia, dirigerà al San Carlo la Gustav Mahler Jugendorchester, una delle più importanti formazioni giovanili al mondo, fondata da Claudio Abbado nel 1986 e composta da oltre cento musicisti selezionati tra i migliori talenti di tutta Europa. L'orchestra, che in questa particolare circostanza accoglierà la ventottenne violoncellista coreana Han-Na Chang, allieva di Rostropovic e Maisky, eseguirà Morte e Trasfigurazione e La Vita d'un Eroe di Strauss e il Concerto per violoncello e orchestra n. 1 op. 107 di Šostakovič.
Dopo la data al San Carlo di Napoli, Antonio Pappano terminerà con la Gustav Mahler Jugendorchester la sua applauditissima tournée all'Auditorium Nazionale di Musica di Madrid.

sabato 17 aprile 2010

LA E.C. COMICS E L'HORROR U.S.A. ANNI '50

Di Diego Del Pozzo
(Mega n.° 154 - Aprile 2010)

Questo mese saltiamo a bordo della nostra DeLorean DMC-12 opportunamente modificata e, sulle orme di Marty McFly, facciamo un salto indietro nel tempo fino agli Stati Uniti di metà anni Cinquanta. Il nostro, però, è un viaggio molto particolare, fatto di fumetti, cinema, televisione e narrativa popolare fanta-horror.
Nel campo dei mass media, infatti, proprio il fantastico e l'orrore rappresentano le chiavi di lettura più efficaci per provare a decodificare un periodo cruciale per l'America e l'Occidente come quello a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta, proponendosi come "specchi" sensibilissimi per riflettere (sul)le inedite complessità della società circostante, con prodotti spesso innovativi, capaci di portare alla luce le tensioni e le incertezze che albergano nei più oscuri recessi degli animi dei rappresentanti della dominante "middle class", attraverso immagini ambigue e storie perturbanti.
A tale proposito, grande merito deve essere riconosciuto a quell'autentico fenomeno di costume costituito dalle tante testate fanta-horror pubblicate fino alla metà del decennio dalla "mitica" EC Comics dell'editore William Gaines (lo stesso di Mad Magazine)...

venerdì 16 aprile 2010

IL TRANCE-ROCK DEI TERRIBLE EAGLE A NAPOLI

Di Diego Del Pozzo

Prosegue, domenica sera alle 22.30 al Mamamù di Napoli (in piena zona universitaria), la bella rassegna musicale Retronuevo. Percorsi di musiche sghembe. Per il suo terzo appuntamento, la kermesse organizzata da Wakeupandream proporrà un live set dei Terrible Eagle.
Formatasi a New York nel 2007 ma oggi residente a Berlino, la band rappresenta il progetto di Brandon Davis, chitarrista degli eccellenti Indian Jewelry (autori di un gran disco come Free Gold) assieme a Ken Wiatrek (synth, live electronics). A loro si è unito, recentemente, il batterista tedesco Till Van Daalen.
Il sound dei Terrible Eagle è innervato di sporco, sgangherato groovy e magnetico trance-rock, a base di macchinari vintage, tra estetica electro-punk molto Eighties, chitarre distorte e psichedelia texana. Il loro live, dunque, promette autentiche scintille. Prima di loro, comunque, penseranno a riscaldare l'atmosfera del Mamamù i napoletani Endorgan, con le loro violentissime frustate sonore.

mercoledì 14 aprile 2010

DAVIDE FERRARIO SULLE ORME DI GARIBALDI

Di Diego Del Pozzo

Oggi mi sono occupato, per il quotidiano Il Mattino, di un interessante documentario che il regista e sceneggiatore Davide Ferrario (qui nella foto) inizierà a girare a Bergamo lunedì prossimo (19 aprile). Il film s'intitola Piazza Garibaldi e, dopo Bergamo, attraverserà l'Italia seguendo l'itinerario della spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi a centocinquant'anni di distanza. L'obiettivo di Ferrario è verificare cosa sia rimasto oggi di quell'impresa, in seguito alla quale, già a fine Ottocento, furono intitolate a Garibaldi decine di migliaia di vie e piazze in tutta la penisola. Con questo nuovo progetto Ferrario ritorna al documentario "on the road", scritto assieme a Giorgio Mastrorocco da un'idea di Marco Belpoliti, con la produzione di Rossofuoco e Rai Cinema.
Nel corso del suo viaggio attraverso l'Italia, Ferrario incontrerà i discendenti dei garibaldini, intrecciandone i racconti con quelli di altri personaggi più legati ai luoghi, ma anche con brani di classici della letteratura nazionale (Machiavelli, Leopardi, Saba, Sciascia) incentrati sul "carattere degli italiani", messi in scena, tra gli altri, da attori come Marco Paolini, Toni Servillo e Filippo Timi. Dopo i ciak di Bergamo (la città che diede più volontari alla spedizione), il set di Piazza Garibaldi si sposterà a Pavia, Torino, Genova, sull'isola di Caprera, in Sicilia; per poi risalire lungo la Calabria, la Basilicata e terminare in Campania: a Napoli, lungo il Volturno, a Teano e nel Sannio, l'unico luogo nel quale i garibaldini furono sconfitti da un'insurrezione locale sanfedista.

martedì 13 aprile 2010

ANCHE A NAPOLI IL "ROCKY HORROR PICTURE SHOW"!

Di Diego Del Pozzo
(Rock Around the Screen - 13 aprile 2010)

Giovedì sera, alle 21.30, il multicinema Modernissimo di Napoli ospiterà un evento imperdibile per ogni vero "credente": una proiezione-rappresentazione di The Rocky Horror Picture Show, l'ideale per immergersi nell'universo di ironia, sensualità e trasgressione che, dal 1973 a teatro e dal 1975 al cinema, ha conquistato milioni di spettatori in tutto il mondo.
Sì, perché sia il musical originale di Richard O'Brien sia, ancora di più, il film diretto due anni dopo dall'australiano Jim Sharman hanno letteralmente polverizzato tutti i record di longevità sui palcoscenici e nelle sale, diventando autentici fenomeni di culto e suscitando vera e propria venerazione nei fan, pronti a rivederli anche centinaia di volte, magari in uno dei cinema che li programmano una volta alla settimana da trentacinque anni a questa parte, travestendosi come i propri beniamini e facendo dei messaggi di apertura verso la diversità e di opposizione al grigiore perbenista dell'omologazione addirittura una filosofia di vita.
La serata napoletana di giovedì abbinerà alla proiezione del film anche la messa in scena contemporanea del musical teatrale, a cura del Teatro dell'Anima. Con la regia di Dario Aquilina, le coreografie di Teresa Giaccio e i costumi di Veronica Quaranta, sul palco del Modernissimo si esibiranno il Frank-N-Furter interpretato da Riccardo Pisani, la Janet Weiss di Marialuisa Firpo, il Brad Majors di Armando Cortese, il Riff Raff di Donato Giliberti e, naturalmente, il Rocky di Maurizio Scotto di Santolo; mentre sullo schermo cinematografico gli stessi personaggi avranno i consueti tratti di una giovanissima Susan Sarandon (Janet), Barry Bostwick (Brad), lo stesso Richard O'Brien (Riff Raff), Peter Hinwood (Rocky) e, naturalmente, di un Tim Curry indimenticabile nel caratterizzare il "dolce travestito del pianeta Bisesso della galassia Transilvania" che già nel nome, Frank-N-Furter, racchiude in sé gli universi stilistici del rock 'n' roll e del cinema horror di Serie B, dei quali si nutre il cult movie di Jim Sharman.

lunedì 12 aprile 2010

POI DICE CHE UNO SI BUTTA A... DESTRA

Di Diego Del Pozzo

Sul quotidiano Il Mattino in edicola ieri ho trovato una notiziola, in breve nelle pagine degli Spettacoli, che mi ha molto colpito e che mi ha confermato amaramente quanto il centrosinistra italiano sia indietro su determinati argomenti, apparentemente banali ma invece fondamentali per comprendere in profondità l'evoluzione della società contemporanea.
Ebbene, il trafiletto informava come scaricare musica da Internet per il ministro degli Interni, Roberto Maroni (qui a sinistra, in una foto "informale"), non fosse "un'azione illegale" né pirateria: "Non è come andare in un supermercato - spiegava, infatti, il ministro - e rubare la merce: quando scarico c'è un collegamento peer to peer, da un computer privato ad un altro privato. È lo stesso meccanismo di quando compro un cd e faccio una copia per gli amici". La conclusione di Roberto Maroni, dunque, è stata la medesima di tanti appassionati "comuni" di musica: non servono - ha sottolineato - "sanzioni pesanti come in Francia, ma un grande sito nazionale dal quale si possa scaricare musica gratis legalmente e trovare degli sponsor che pagano i diritti d'autore".
Ricordo, per la cronaca, che Maroni è stato l'unico esponente politico italiano a opporsi con decisione, l'anno scorso, all'ipotesi di una cancellazione o di uno spostamento del concerto romano di Bruce Springsteen per la concomitanza con i Mondiali di nuoto in corso di svolgimento a poche centinaia di metri dallo stadio Olimpico. Nemmeno Veltroni - l'unico nel centrosinistra italiano che, probabilmente, sa cos'è il download di un file mp3 - ebbe il coraggio di prendere posizione su un'eventualità che fece scatenare il panico tra tanti appassionati italiani di musica rock...

sabato 10 aprile 2010

ENRICO CARIA GIRA UN "MOCKUMENTARY" ANTI-CAMORRA

Di Diego Del Pozzo

In questi giorni, il regista e sceneggiatore napoletano Enrico Caria sta girando, in pieno centro della città partenopea, il suo nuovo film L'era legale. La pellicola racconterà le tragicomiche avventure di una sorta di Zelig napoletano che, in un futuro prossimo venturo, partendo da un basso dei Quartieri spagnoli, diventerà sindaco di Napoli e riuscirà a sconfiggere definitivamente la criminalità organizzata grazie alla legalizzazione delle droghe che azzererà i proventi del narcotraffico (qui, due foto di scena). Nei panni del protagonista, Nicolino Amore, c'è l'attore Patrizio Rispo, che però, proprio come nel film di riferimento di Woody Allen, Zelig appunto, è inserito all'interno di quello che è, a tutti gli effetti, un mockumentary, cioè un falso documentario.
Ho incontrato Caria qualche giorno fa, per un'intervista che ho realizzato per il quotidiano Il Mattino. "Per quanto parodistico e di fantasia - mi ha raccontato il regista - il lavoro è confezionato come un documentario vero: quindi, più classico è dal punto di vista formale, più il gioco sarà divertente e la sua provocazione riuscita. Perciò, mi sono rifatto allo stile del documentarismo storico e scientifico anglosassone, con voce del narratore, intreccio di immagini di repertorio e amatoriali, uso di fotografie e interviste a gente comune o a testimonial autorevoli come, per esempio, Roberto Saviano, che è apparso già nel mio precedente Vedi Napoli e poi muori, Tano Grasso, Amato Lamberti, Dario Fo, Ettore Scola. Il narratore sarà Stefano De Sando, cioè la voce italiana di James Gandolfini e di Robert De Niro dopo la scomparsa di Ferruccio Amendola. Sarà lui a riportare seriamente le varie situazioni comiche, mentre le false immagini di repertorio saranno girate appositamente con lo stile del reportage e gli intervistati parleranno del presente come se fosse il passato. In questo modo, nel film si mescoleranno finzione e realtà, favola e denuncia, analisi e sogno, con tanto di lieto fine".
D'altra parte, Enrico Caria nasce come giornalista satirico e anche al cinema ha privilegiato spesso i toni della commedia graffiante e surreale, capace di dire qualcosa sulla realtà circostante e, in particolare, sulla piaga della criminalità organizzata meridionale (come nella trilogia fanta-criminale composta da 17, Carogne e Blek Giek). "Credo che attraverso la commedia - mi ha spiegato ancora Caria - si possa andare in profondità nell'analisi di questioni scottanti come la criminalità o il narcotraffico, però riuscendo anche a fare buon intrattenimento per coinvolgere più spettatori possibile".
Le riprese del film, prodotto dalla società di Renzo Rossellini, sono iniziate in coincidenza col passaggio all'ora legale e andranno avanti per tutto il mese di aprile: "Gireremo a Posillipo, nella Galleria Umberto, nei Quartieri spagnoli e in altre zone del centro, in modo da ricreare il contrasto stilistico tra le due Napoli, quella "alta" e quella "bassa", ben incarnate dal protagonista, che dal cuore popolare della città arriva a conquistare il Municipio quasi per caso e senza capire bene come possa essere accaduto: il suo percorso sarà, in qualche modo, simile a quello del giardiniere Chance interpretato da Peter Sellers nel bellissimo Oltre il giardino di Hal Ashby". Al termine delle riprese sarà piuttosto elaborata, invece, la fase di post-produzione, "perché - ha sottolineato Caria - farò uso anche di numerosi effetti speciali e del 3D, per esempio in una spettacolare sequenza ambientata a Bagnoli, dove il nostro "sindaco" edificherà una futuristica Napoli 2, interamente ricostruita in digitale". L'era legale sarà pronto prima dell'estate, in tempo per eventuali passaggi festivalieri autunnali (Locarno, Venezia, Torino), mentre l'uscita commerciale potrebbe avvenire all'inizio del prossimo anno.

venerdì 9 aprile 2010

A NAPOLI, SECONDO CICLO PER "ASTRA DOC"

Di Diego Del Pozzo

Riprende stasera, dopo la pausa per le festività pasquali, l'interessante rassegna Astra Doc, tutta dedicata al documentario e organizzata dall'Arci Movie di Ponticelli presso il cinema Astra di via Mezzocannone, nel "cuore" della zona universitaria di Napoli.
E per il suo secondo ciclo, che andrà avanti fino al 28 maggio ogni venerdì, Astra Doc propone numerose novità, come il ciclo di laboratori dedicati ai vari aspetti del linguaggio cinematografico (Astra Docet), affidati al regista e sceneggiatore Maurizio Fiume; e come i tanti eventi speciali, che s'inaugurano proprio questa sera, quando all'Astra sarà presente, alle 20.30, l'autore napoletano Leonardo Di Costanzo (qui nella foto), uno tra i più importanti documentaristi dell'attuale scena italiana, premiato in molti festival specializzati per il suo A scuola (2003), che sarà proiettato stasera abbinato a un altro suo celebre lavoro, Odessa (2006), quest'ultimo realizzato assieme a Bruno Oliviero. Entrambi ambientati a Napoli, i due documentari di Di Costanzo sono esempi perfetti di quel "cinema del reale" che è al centro di Astra Doc: A scuola, infatti, ricostruisce la complessa quotidianità di un istituto scolastico della periferia partenopea, mentre Odessa rievoca l'incubo dei marinai ucraini che furono abbandonati qualche anno fa su una nave vecchia e insicura nel porto di Napoli.
La rassegna proseguirà venerdì prossimo con L'orchestra di Piazza Vittorio di Agostino Ferrente; e poi, con The Cambodian Room - Situations with Antoine D'Agata di Tommaso Lusena e Giuseppe Schillaci e Pinuccio Lovero - Sogno di una morte di mezza estate di Pippo Mezzapesa (entrambi il 23 aprile), Hair India di Raffaele Brunetti e Marco Leopardi (30 aprile), Feltrinelli di Alessandro Rossetto (7 maggio), Valentina Postika in attesa di partire di Caterina Carone (14 maggio), La bocca del lupo di Pietro Marcello (21 maggio) e, in anteprima il 28 maggio, Novembre di Andrea Canova e Gianluca Loffredo abbinato a Il quarto piano del collettivo Chi Rom e chi no. Dopo i due documentari conclusivi, la rassegna si chiuderà col concerto dei napoletani Slivovitz.
Le "lezioni di cinema in pillole" di Astra Docet, a cura di Maurizio Fiume, si svolgeranno, invece, il 23 e 30 aprile e il 7 e 14 maggio, dalle 19 alle 20. E, come tutte le attività incluse nel cartellone di Astra Doc, avranno un prezzo d'ingresso simbolico di un euro.

giovedì 8 aprile 2010

UN DOCUMENTARIO DEDICATO ALL'AVVOCATO "DEI LUMI"

Di Diego Del Pozzo

Qualche giorno fa, per il quotidiano Il Mattino, ho intervistato il filmaker napoletano Marcello Sannino (qui nella foto), che mi ha anticipato alcuni dettagli riguardanti il suo nuovo progetto cinematografico: un documentario dedicato all'inimitabile parabola esistenziale dell'avvocato Gerardo Marotta e, ovviamente, all'avventura del "suo" Istituto italiano per gli Studi filosofici.
Il nuovo film proporrà preziosi materiali di repertorio, ma lascerà spazio, innanzitutto, all'eloquio affabulatorio dello stesso Marotta. Il titolo scelto è L'homme de lumière, da una definizione che il filosofo francese Jacques Derrida diede proprio dell'infaticabile avvocato napoletano. "Sarà pronto a settembre - spiega Sannino - e lo presenteremo in anteprima al festival di Mosca. Nei suoi sessanta minuti, racconterò buona parte della vita di Marotta, soffermandomi anche sulla sua intensa carriera di avvocato negli anni Cinquanta, spesa sempre dalla parte dei più umili. Poi, naturalmente, attraverso il racconto diretto del protagonista, ripercorrerò la parabola dell'Istituto Studi filosofici, dalla fondazione nel 1975 fino ai giorni nostri".
L'homme de lumière è prodotto, come il precedente Corde, dalla Parallelo 41 di Antonella Di Nocera e cercherà di restituire allo spettatore la dedizione totale di Marotta verso la cultura. "E nel documentario - conclude il regista - parleremo anche del vero sogno, per ora irrealizzato, dell'avvocato: quello di una grande biblioteca da donare alla città, nella quale trovino posto le centinaia di migliaia di libri da lui raccolti nel corso di una vita consacrata alla conoscenza".

lunedì 5 aprile 2010

OMAGGIO A JOHN CARPENTER (IN ATTESA DEL NUOVO FILM)

Di Diego Del Pozzo

La magnifica classicità del grande cinema "Made in Hollywood", filtrata attraverso una sensibilità personalissima e irriducibile a ogni compromesso, artistico e ideologico: è questo il binomio che domina ogni inquadratura della filmografia di John Carpenter, un regista che - scegliendo la presunta "lente deformante" del cinema fantastico - è riuscito a descrivere con straordinaria acutezza gli Stati Uniti dell'ultimo quarto del Novecento.
Decisamente sottovalutato come autore, soprattutto in patria, Carpenter rientra, infatti, senza dubbio tra i grandi cineasti del nostro tempo: un uomo di cinema colto e completo, abbevetarosi alla fonte inesauribile del cinema classico hollywoodiano - è nota, per esempio, la sua predilezione per i film di Howard Hawks - ma capace, al tempo stesso, di essere sempre perfettamente calato nella realtà socio-politica del suo tempo; un autore con proprie ossessioni contenutistiche e linguistiche che rendono ogni suo film immediatamente riconoscibile; un artista che ha operato irriducibilmente ai margini del sistema dei grandi Studios e i cui lavori non somigliano in niente a ciò che si produce oggi a Hollywood.
Dal punto di vista stilistico, un suo film si riconosce immediatamente per la maestria nella composizione dell'inquadratura in formato Cinemascope, per la padronanza nella gestione - spesso persino virtuosistica - del tempo (tensione, attesa, suspense), per l'utilizzo della musica (quasi sempre composta personalmente) come autentico spazio sonoro: l'eredità legittima dei registi americani di una volta è evidente, infatti, proprio nel lavoro concreto dell'artista-artigiano che cerca di controllare tutte le fasi della realizzazione di un film, dalla sceneggiatura - Carpenter scrive spesso, anche sotto pseudonimo - alle musiche e al montaggio. Per quanto riguarda i temi presenti nelle sue pellicole, invece, ce n'è uno assolutamente centrale: il Male, inteso di volta in volta come minaccia interna o esterna e che assedia (letteralmente: proprio il concetto di assedio, infatti, è fondamentale nella filmografia carpenteriana) i protagonisti di turno tra i quali si nasconde l'eroe della vicenda, spesso solitario e malinconico ma sempre irriducibile a ogni conformismo e a tutte le forme di controllo da parte dell'odiata Autorità (qualunque essa sia).
La sua, dunque, è una filmografia compatta e fortemente politica, con tanti elementi e persino volti ricorrenti; una filmografia personalissima ma che è diventata anche indicativa delle tendenze più originali e meno banali in atto nel panorama cinematografico statunitense degli ultimi trent'anni, dai paradigmatici Distretto 13: le brigate della morte (Assault on Precint 13, 1976) e Halloween: la notte delle streghe (Halloween, 1978) a Fog (The Fog, 1979), da Il seme della follia (In the Mouth of Madness, 1993) e Villaggio dei dannati (Village of the Damned, 1995) a ritroso fino a La cosa (The Thing, 1982), dalle due "Fughe" - 1997: Fuga da New York (Escape from New York, 1981) e Fuga da Los Angeles (Escape from L. A., 1996) - attraverso Il signore del male (Prince of Darkness, 1987) ed Essi vivono (They Live, 1988), fino ai più recenti Vampires (John Carpenter's Vampires, 1998) e Fantasmi da Marte (Ghosts of Mars, 2001).
Nel deserto di idee che è diventato il cinema hollywoodiano contemporaneo, questo grande regista non gira un film ormai da quasi dieci anni, se si escludono due episodi inclusi nella serie televisiva "d'autore" Masters of Horror. Comunque, dopo tanti progetti arenatisi per svariati motivi, più o meno seri, Carpenter sarà di nuovo nelle sale dal 24 settembre di quest'anno, col suo nuovo film intitolato The Ward. Speriamo bene...

giovedì 1 aprile 2010

ROCK AROUND THE SCREEN RECENSITO SU "ROLLING STONE"

Di Raffaella Giancristofaro
(Rolling Stone n.° 78 - Aprile 2010)

Undici saggi, colti e non pallosi, su cinema e rock. Un altro libro sul tema? Già, ma vale la spesa. Per la scioltezza di linguaggio, la ricchezza dei riferimenti, la non "gonzità" degli scriventi (fa strano forse leggerlo qui, ma in questo genere saggistico è più che apprezzabile).
Una manciata competente di studiosi, cinefili, giornalisti, ispirati da un taglio trasversale, ricostruisce contesti e scenari, senza fermarsi alle curiosità da fan né parlare solo agli iniziati. Dalla nascita della cultura rock col teen movie e Elvis al rockumentary, dal cinema "dei" Beatles, Pink Floyd e Dylan all'opera rock e al citazionismo dei clip. Chiudono le interviste a Julien Temple, Carlo Verdone, Gaetano Curreri e Fabio Liberatori.
Non considerate la grafica, polverosa.

Diego Del Pozzo, Vincenzo Esposito
(a cura di)
Rock Around the Screen
Liguori, pp. 243, euro 24.50