venerdì 30 settembre 2011

DA SABATO, "VENEZIA A NAPOLI: IL CINEMA ESTESO"

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 29 settembre 2011)

La parola-chiave che meglio descrive la prima edizione di Venezia a Napoli: il cinema esteso è “condivisione”, non a caso utilizzata spesso dall’assessore comunale alla Cultura, Antonella Di Nocera, durante la presentazione della rassegna cinematografica organizzata dal Comune di Napoli con la Biennale di Venezia da questo sabato a venerdì prossimo. “Condivisione di un progetto culturale da parte di realtà consolidate presenti sul territorio cittadino - precisa l’assessore - e di un’idea di cinema e cultura che va oltre il circuito commerciale e si trasforma in proposta culturale solidale per gli appassionati. Le caratteristiche più evidenti che differenziano la nostra iniziativa da quelle simili di Milano e Roma sono due: la totale gratuità degli eventi e la scelta di privilegiare visioni che altrimenti non sarebbero arrivate a Napoli, in lingua originale con sottotitoli come durante i festival. In effetti, con la nostra manifestazione proseguiamo, d’accordo col direttore di Venezia Marco Muller, in quella che è la missione culturale della Mostra del cinema”.
Il programma è denso e diffuso in tutta la città, dal centro alle periferie. Si comincia sabato pomeriggio (alle 18) al Pan con l’apertura della retrospettiva Orizzonti - Cinema italiano di ricerca 1960-1978 alla presenza di Muller e del curatore Enrico Magrelli. A seguire, alle 20, al Modernissimo, serata dedicata al Leone d’oro alla carriera, Marco Bellocchio, che introdurrà la proiezione di Nel nome del padre assieme alla montatrice Francesca Calvelli e a Luciano Sovena di Cinecittà Luce. Domenica, quindi, Il cinema esteso si sposterà a Ponticelli, dove il cinema Pierrot ospiterà, alle 19, il neo-candidato italiano all’Oscar, Emanuele Crialese, col suo Terraferma (nella foto, una scena); alle 22, invece, alla Perla di Fuorigrotta sarà proiettato Là-Bas di Guido Lombardi, alla presenza del regista e del produttore Gaetano Di Vaio. Lunedì s’inizia alle 16 all’Astra, dove si vedranno Moloch, Taurus e Il sole di Aleksandr Sokurov. Il grande cinema del regista russo, Leone d’Oro a Venezia 2011 con Faust, sarà protagonista anche la sera dopo, sempre all’Astra dalle 20.30, quando la sua collaboratrice Aliona Shumakova presenterà proprio la proiezione della pellicola trionfatrice al Lido. Tornando a lunedì, previsti anche il giapponese Himizu di Sion Sono al Vittoria (alle 18) e il cinese A Simple Life di Ann Hui al Modernissimo (alle 20.30). Ancora martedì, invece, al Vittoria si vedrà Un Eté brulant di Philip Garrel con Monica Bellucci (alle 18.30).
Mercoledì, dalle 18, Enrico Ghezzi introdurrà all’Astra i corti del regista armeno Artavadz Pelesjan, seguiti dal film-omaggio di Pietro Marcello Il silenzio di Pelesjan. Al Filangieri, invece, Ugo Gregoretti, Carlo Lizzani, Francesco Maselli e Nino Russo presenteranno, alle 20.30, il loro film a episodi Scossa, dedicato al terremoto messinese del 1908. Giovedì, alla Perla, dalle 19.30, si vedranno il documentario Tahrir 2011 sulle rivolte egiziane di pochi mesi fa e, alle 21.30, Summer Games di Rolando Colla con Antonio Merone (presente in sala); al Modernissimo, alle 20.30, il film spagnolo Eva di Kike Maillo; al Pierrot alle 21 (e il giorno dopo alle 19 all’Auditorium di Scampia) Cose dell’altro mondo di Francesco Patierno; mentre al Martos Metropolitan - a pagamento: 5 euro - Radici di Carlo Luglio con Enzo Gragnaniello e, a seguire, concerto dello stesso Gragnaniello con i Sud Express. Per il gran finale di venerdì, l’Astra proporrà, dalle 20, tre documentari alla presenza dei rispettivi registi: In attesa dell’avvento di Felice D’Agostino e Arturo Levorato, Pasta nera di Alessandro Piva e Amore carne di Pippo Delbono.

mercoledì 28 settembre 2011

CINEMA INDIPENDENTE: "IO SONO LI" DI ANDREA SEGRE

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 28 settembre 2011)

Dopo il successo ottenuto alle Giornate degli autori durante la Mostra di Venezia, è da venerdì in sala (in 25 copie, a Napoli al Filangieri) Io sono Li, il primo lungometraggio di finzione del bravo documentarista veneto Andrea Segre. La pellicola, prodotta da Jolefilm e Aeternam Films in collaborazione con Rai Cinema e distribuita da Parthenos, può schierare un cast artistico di notevole livello: l’attrice cinese Zhao Tao (già in Still Life, Leone d’Oro 2006 a Venezia), il croato Rade Serbedzija (protagonista di Prima della pioggia di Milco Mancevski, Leone d’Oro 1994), Marco Paolini, Giuseppe Battiston e Roberto Citran.
Quasi interamente girato a Chioggia e nella Laguna di Venezia, tranne alcune scene a Roma e Padova, Io sono Li è incentrato sull’incontro tra la giovane cinese Shun Li che lavora in un bar del porto e il vecchio pescatore-poeta Bepi di origini croate. Attraverso la loro amicizia, il regista prova a dire la sua sul rapporto tra individui e identità culturali in un mondo nel quale le appartenenze geografiche e identitarie sono sempre più confuse. Con questo film, Segre propone una sintesi del suo percorso artistico decennale, sviluppatosi in ambito documentaristico e sempre molto attento alle tematiche delle migrazioni verso l’Europa e delle mutazioni del territorio sociale e geografico veneto.
“Ricordo ancora il mio incontro - racconta il regista - con una donna che potrebbe essere Shun Li. Era in una tipica osteria veneta, frequentata dai pescatori del luogo da generazioni. Il ricordo di questo volto di donna, così estraneo e straniero a questi luoghi ricoperti dalla patina del tempo e dell’abitudine, non mi ha più lasciato: c’era qualcosa di onirico nella sua presenza e gli spunti per il racconto nascevano guardandola. Quali rapporti avrebbe potuto instaurare in una regione come la mia, così poco abituata ai cambiamenti? Sono partito da questa domanda per cercare di immaginare la sua vita. Le varie esperienze di regia con il cinema documentario - conclude Segre - mi hanno permesso di apprezzare il racconto non solo del reale, ma anche nel reale, aiutandomi a capire come con esso sia possibile scoprire la dimensione intima e profondamente umana della realtà, anche quando si affrontano tematiche urgenti e attuali della società odierna”.

giovedì 22 settembre 2011

BYE BYE R.E.M.: ECCO UN CONCERTO TEDESCO DEL 1985


Di Diego Del Pozzo

Ieri sera, la notizia dello scioglimento dei R.E.M. ha colpito all'improvviso gli appassionati di tutto il mondo, e me tra loro, come il classico fulmine a ciel sereno. Così, per ricordare come merita la band di Athens, ho pensato di recuperare e pubblicare, qui sopra, il video di questo ottimo concerto integrale del 2 ottobre 1985 in Germania.
Il terzo album dei R.E.M., Fables of the Reconstruction, è uscito a giugno di quell'anno e, dunque, è presente nella scaletta del concerto tedesco con sette brani sui dieci totali. Inoltre, ve ne sono due tratti dal disco d'esordio Murmur e altri sette dal secondo Reckoning. Ecco, comunque, il live set completo: Feeling Gravitys Pull, Harborcoat, Sitting Still, Maps and Legends, Fall On Me, Green Grow the Rushes, Driver 8, Hyena, So. Central Rain, Have You Ever Seen the Rain?, Can't Get There From Here, King of the Road, Seven Chinese Brothers, Auctioneer, Old Man Kensey, Little America, Pretty Persuasion, Theme From Two Steps Onward, Toys in the Attic, See No Evil, Second Guessing, Ghost Riders in the Sky, (Don't Go Back to) Rockville, We Walk-Falling In Love Again-Behind Closed Doors, Paint It Black. Tra l'altro, sia l'audio che il video del concerto sono sorprendentemente buoni.
Dunque, buon divertimento a tutti. E ciao ciao a Michael, Peter, Mike (e Bill). Grazie davvero per questi trentuno anni di grande musica.

lunedì 19 settembre 2011

ANTONIO PASCALE SULLA "GOMORRA" IMPUNITA

Di Antonio Pascale
(Il Mattino - 19 settembre 2011)

Per commentare l'incresciosa vicenda, ovvero la prescrizione dei 95 imputati nell'inchiesta Cassiopea (relativa al traffico dei rifiuti illegali dal nord al sud Italia) si potrebbe partire da un'intervista. Nel 1989, sulla rivista Tempo Economico, l'allora amministratore delegato della Fintermica (un'impresa interessata al settore rifiuti), Giorgio Poidomani disse a Lorenzo Pinna: "Attualmente il trattamento di un rifiuto speciale viene valutato 200-300 lire al chilo, per un rifiuto nocivo si parla si 2000-3000. Sono prezzi allucinanti, fuori da qualsiasi logica di mercato. Questi prezzi generano fenomeni speculativi di operatori che vogliono far colpo, approfittando dello squilibrio tra domanda e offerta. Qui c'è solo un’enorme domanda di smaltimento, l'offerta, quella seria, qualificata, non esiste, perché gli investimenti necessari a costruire impianti di smaltimento hanno bisogno di un quadro legislativo chiaro e articolato. Solo la presenza di questo quadro consentirebbe agli operatori di settore di effettuare gli investimenti necessari".
Se si fosse provveduto per tempo a riequilibrare la domanda e l'offerta, con norme e regolamenti chiari, i costi dei trattamenti sarebbero scesi e si sarebbe così ridotta la spinta verso lo smaltimento illegale. Noi scegliamo i politici affinché con preveggenza analizzino i problemi e offrano una soluzione. Quindi, per prima cosa dobbiamo ammettere che abbiamo scelto male. Nulla è stato fatto in questi anni per equilibrare il sistema e la camorra si è inserita con prepotenza nel settore.
È una lezione che dovremmo sempre tenere a mente, la camorra è forte ogni volta che noi siamo deboli. Infatti, fu solo a causa di problemi politici, ossia la difficoltà nel concedere autorizzazioni per la costruzioni degli impianti. E fu, in fondo, solo perché noi cittadini non ci siamo mai chiesti che fine fanno i nostri rifiuti, vittime come siamo del concetto dell"allontana e dimentica".
E questo nonostante il decreto del 1982 e successive modifiche e integrazioni impegnassero le Regioni a realizzare un piano per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, la Campania è stata per decenni, è in fondo sta ancora, in alto mare. Insomma, fu solo a causa delle nostre lacune che la camorra si è inserita nel settore: la "munnezza è oro", come disse in un'ormai famosa telefonata, roba da teche storiche, nel 1992, il camorrista, poi pentito, Nunzio Perrella. La camorra possiede (purtroppo bisogna usare il tempo presente) infatti sia "capitale umano", tra l'altro, molto preparato per gestire traffici illeciti, sia può controllare ampi spazi di territorio, contando sul silenzio della popolazione.
È inoltre più vicina rispetto ad altre forme di criminalità all'aerea industriale del nord, dove si producono tra il 75% e l'80% dei rifiuti tossici. E non basta. Rispetto agli altri traffici più rischiosi (armi, droga, prostituzione) con i rifiuti si rischiava poco, al massimo una multa. Solo l'otto marzo 2001, giusto per far capire che ritardi cronici subisce questo paese, è stata approvata la legge (n.93) che inasprisce le pene, trasformando il traffico dei rifiuti in un "delitto" e ha quindi reso possibile le intercettazioni ambientali e l'attuazione di strumenti di indagini adeguati: rogatorie internazionale e indagini patrimoniali, flagranza di reato, ecc. Ma era troppo tardi, perché in questi anni, larghe zone della Campania si sono trasformate in pattumiera. È inutile e penoso riassumere la situazione, chiunque lavorava in quelle zone, periti agrari, geometri, commercialisti, avvocati e dottori, aveva capito che cosa succedeva. Decine e decine di pseudo imprese, riuscivano a farsi rilasciare autorizzazioni illecite a raffica. Alcuni settori della Pubblica Amministrazione (come scopriranno poi diverse inchieste giudiziarie), in particolare l'assessorato all'Ambiente della Provincia di Napoli, fra il 1985 e il 1995, rilasciarono, appunto, autorizzazioni non solo per discariche, cioè semplici buche da riempire ma anche per importare rifiuti pericolosi da altre zone del paese. Così, queste pseudo imprese camorristiche potevano così esibire uno straccio di legalità, trattare con le imprese industriali, proporre prezzi ribassati grazie alle quali sono finiti in Campania, per dirne una, anche i fanghi della famigerata Acna di Cengio.
Ora non resta che costatare il disastro. Oltre alla constatazione delle differenze statisticamente rilevabili, cioè le incidenze di tumori tra il 10% e il 15%, oltre a una alta frequenza di malformazioni neonatali, rispetto alla media italiana, dobbiamo, inoltre, costatare che vari impacci burocratici e cattive gestioni processuali, hanno portato alla prescrizione di un'inchiesta (la Cassiopea) che avrebbe dovuto solo sottolineare una cosa ovvia e risaputa, a nord come al sud: interrare silenziosamente i rifiuti è convenuto a molti.

domenica 18 settembre 2011

NAPOLI IN PIAZZA CON SIANI PER SAN GENNARO

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 18 settembre 2011)

Sono tante le sorprese che Alessandro Siani sta continuando a organizzare in queste ore per soddisfare i napoletani che, lunedì sera, accorreranno in piazza del Plebiscito per celebrare assieme a lui la ricorrenza di San Gennaro assistendo allo spettacolo gratuito organizzato dal Comune di Napoli. Il protagonista, comunque, sarà lui, l’attore partenopeo ormai popolarissimo in tutta Italia dopo il successo di Benvenuti al Sud e reduce dai ciak conclusivi del sequel del campione d’incassi diretto da Luca Miniero, quel Benvenuti al Nord finito di girare proprio ieri pomeriggio a Castellabate. Nella colonna sonora del nuovo film, tra l’altro, ci sarà spazio anche per una versione in arabo di ’O sole mio, cantata da ‘M Barka Ben Taleb come già in Passione di John Turturro.
Appena terminato l’ultimo ciak cilentano di Benvenuti al Nord, Siani corre a Napoli per festeggiare il suo compleanno in famiglia - ieri ha compiuto 36 anni - e presentare a palazzo San Giacomo lo spettacolo di lunedì sera, intitolato Benvenuti in piazza del Plebiscito. Con lui c’è il vicesindaco Tommaso Sodano, in rappresentanza del primo cittadino Luigi de Magistris, fuori città per impegni istituzionali. “Sono sicuro che la gente si divertirà - racconta il comico - perché stiamo organizzando cose grosse, anche se i tempi strettissimi con i quali ci siamo mossi m’impediscono di fare i nomi di chi interverrà, per evitare di venire smentito all’ultimo momento. Comunque, una cosa posso anticiparla: sul palco con me ci saranno i calciatori del Napoli. E, poiché la sera prima si gioca la partita col Milan, sono sicuro che in caso di vittoria ci sarà tutta la squadra”.
Un altro nome lo aggiunge Sodano: “Sarà con noi anche Guido Lombardi, il giovane regista di Là-Bas, la pellicola premiata alla Mostra di Venezia come migliore opera prima, a ulteriore testimonianza della vitalità artistica della nostra città. E, a proposito di vitalità, ringrazio Alessandro Siani per il bel regalo fatto a tutti noi, decidendo di esibirsi gratis in occasione della festa più sentita dai napoletani”. E, in previsione del forte afflusso che dovrebbe esserci lunedì sera in piazza Plebiscito, il Comune ha predisposto il prolungamento degli orari delle funicolari fino a mezzanotte e mezza, in modo da facilitare gli spostamenti con i trasporti pubblici.
Siani ci tiene a spiegare il senso del titolo dello spettacolo: “Sulla scia del successo di Benvenuti al Sud voglio accogliere quanta più gente possibile in piazza con me, anche per ringraziarla dell’affetto che continua a darmi. Soprattutto, però, quel “Benvenuti” vuol essere un’occasione per parlare delle cose belle della nostra Napoli, spesso messe in secondo piano da problemi che spero vivamente possano essere superati grazie al lavoro di questa nuova giunta comunale e alla disponibilità crescente di tutti i napoletani”. Questo show, organizzato in maniera estemporanea, potrebbe avere un seguito più strutturato il prossimo anno. “La nostra volontà c’è - conclude Sodano - e vorremmo studiare la cosa, con più tempo a disposizione, proprio assieme a Siani”.

sabato 17 settembre 2011

ANTEPRIMA PER "LA'-BAS" NEI LUOGHI DELLA STRAGE

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 17 settembre 2011)

Dopo il successo ottenuto alla Mostra di Venezia, dove ha ottenuto il premio del pubblico “Kino” per i film in concorso alla Settimana della Critica e il Leone del Futuro - Premio “Luigi De Laurentiis” per la migliore opera prima, Là-Bas - Educazione criminale di Guido Lombardi viene proiettato in anteprima nazionale questa sera, alle 19, presso la Casa del bambino di Castelvolturno, la località del litorale domitio nella quale ebbe luogo, il 18 settembre 2008, una terribile strage di camorra nella quale furono uccisi sei cittadini africani innocenti. Il tragico evento è raccontato proprio all’interno della pellicola d’esordio di Lombardi e, dunque, la proiezione di stasera vuol essere anche un modo per ricordare quelle vittime senza colpa e riflettere sulla situazione esplosiva di un’area nella quale vive, generalmente in condizioni di degrado, una comunità africana di oltre 20mila persone.
Alla serata organizzata con ingresso gratuito dall’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Napoli, dai missionari comboniani di Castelvolturno, dalla Casa del bambino e dall’associazione “Black and White” saranno presenti, assieme al regista e ai produttori, anche il protagonista Kader Abdou Alassane, il resto del cast composto quasi interamente da non professionisti, l’assessore napoletano alle Politiche sociali Sergio D’Angelo, il consigliere comunale Sandro Fucito, il presidente della Film Commission Regione Campania Valerio Caprara, il critico cinematografico Enrico Ghezzi.
Prodotto dalla factory partenopea Figli del Bronx assieme a Eschimo e Minerva Pictures, col contributo della Regione Campania e del consorzio sociale Gesco e la collaborazione della Film Commission regionale, il film segna l’esordio nel lungometraggio del talentuoso trentaseienne regista e sceneggiatore napoletano Guido Lombardi, dopo i numerosi riconoscimenti ottenuti come autore di corti. Al centro della trama di quello che gli addetti ai lavori hanno già soprannominato “Gomorra nero” c’è Yssouf (Alassane), un ragazzo della media borghesia africana giunto in Italia in aereo dal Burkina Faso per lavorare onestamente con lo zio Moses, del quale però ignora le collusioni con i clan camorristici locali.

venerdì 16 settembre 2011

INTERVISTA ESCLUSIVA A CATHERINE DENEUVE

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 16 settembre 2011)

Tra le caratteristiche più evidenti di Catherine Deneuve, oltre a un fascino che il trascorrere degli anni non è riuscito a scalfire, c’è anche una innata curiosità: chiede, s’informa, approfondisce, si guarda continuamente intorno, in contrasto con quell’aura da mito del cinema mondiale che la circonda. E proprio questa sua ansia di conoscenza emerge in maniera spontanea anche durante la breve visita al sito borbonico monumentale del Belvedere di San Leucio, a pochi chilometri da Caserta. Qui, mercoledì sera, le è stato attribuito il nuovo premio “Chiamata alle arti” nell’ambito della tredicesima edizione del Leuciana Festival ideato e diretto da Nunzio Areni. “Ed essendo stata per anni ambasciatrice dell’Unesco - sottolinea la grande attrice (qui sotto in una foto d'epoca) - sono particolarmente contenta di aver ricevuto questo riconoscimento proprio all’interno di un sito che è patrimonio Unesco”.Nonostante la brevità di questo soggiorno campano, signora Deneuve, è riuscita a visitare altri siti storico-monumentali?
“Ho trascorso l’intera giornata di mercoledì a passeggiare nel centro storico di Napoli, che è un enorme monumento a cielo aperto. E poi, sono rimasta affascinata dalla storia di San Leucio, dove all’epoca dei Borbone si lavoravano le più pregiate sete d’Europa”.
Lei l’altra sera, sul palco del Leuciana, ha letto con grande trasporto un brano tratto da Ferito a morte di Raffaele La Capria. Cosa la affascina della città partenopea e della sua cultura?
“C’è qualcosa nella sua storia, ma anche nella luce e nelle atmosfere, che me l’hanno fatta entrare subito nel cuore, fin dalla prima volta che l’ho visitata, purtroppo appena tre anni fa. E’ scattato qualcosa di misterioso e profondo, forte e dolce al tempo stesso, dovuto non soltanto alla presenza del mare e del Vesuvio o allo straordinario passato, ma al carattere stesso della città”.
Ha riscontrato qualche differenza rispetto al suo precedente soggiorno di tre anni fa?
“Ho trovato Napoli più pulita e sgombra dalla spazzatura. E spero vivamente che possa restare così il più a lungo possibile. Vorrà dire che, appena potrò, tornerò per controllare di persona”.
Il suo rapporto con l’Italia si conferma saldissimo. Come giudica lo stato attuale del cinema italiano?
“Mi sembra che ci sia grande vitalità, sia nei suoi autori più consolidati che in quelli emergenti. Recentemente, per esempio, ho molto apprezzato Habemus Papam di Nanni Moretti e Vincere di Marco Bellocchio ma, tornando a Napoli, mi piace tanto anche il cinema di un regista più giovane come Paolo Sorrentino. Il limite vero del cinema italiano di oggi, forse, sta nella sua scarsa visibilità all’estero, dove non è più distribuito bene come in passato. Anche in Francia, arrivano pochi film dall’Italia”.
Lei (qui in una foto recente), che nel corso di una carriera straordinaria ha avuto il privilegio di lavorare con alcuni tra i più importanti autori della storia del cinema, cosa cerca nel suo regista ideale?
“A me piacciono quegli artisti dotati di un loro punto di vista forte e personale sulla realtà che li circonda. E per questo motivo ho sempre privilegiato il cinema d’autore, ben oltre l’età o la nazionalità dei vari registi. All’inizio della mia carriera, per esempio, ho potuto imparare tanto da un grande maestro come Luis Bunuel, come ho fatto ancora di recente lavorando con l’ultracentenario Manoel de Oliveira. Spesso, invece, sono stata diretta da giovani talenti, com’erano Jacques Demy e Roman Polanski a metà anni Sessanta, o il Francois Truffaut di La mia droga si chiama Julie e, più avanti, L’ultimo metrò. Tra i tanti, proprio Truffaut, Demy e Polanski occupano un posto speciale nel mio cuore”.
Ancora oggi, comunque, lavora con registi giovani, come Francois Ozon o Christophe Honoré…
“In realtà, ho sempre lavorato con registi giovani. Rispetto a una volta, però, la differenza principale è che all’epoca ero una loro coetanea, mentre oggi non è più così. Comunque, a proposito dei grandi cineasti con i quali ho recitato a inizio carriera, la loro frequentazione è stata decisiva per farmi comprendere le possibilità che avevo”.
In questo periodo, invece, a cosa sta lavorando?
“Ho appena finito di interpretare la regina d’Inghilterra nel nuovo film di Asterix che uscirà l’anno prossimo: è stato divertente, anche perché ho dovuto recitare in francese con accento inglese. E poi, ho ritrovato in un contesto completamente diverso Gerard Depardieu e Fabrice Luchini, che poco tempo prima erano stati con me in Potiche di Ozon. Infine, è appena uscito in Francia Les bien-aimé di Christophe Honoré, un originale dramma musicale nel quale recito accanto a mia figlia Chiara Mastroianni e a Ludivine Sagnier”.

giovedì 15 settembre 2011

SAN GENNARO IN PIAZZA CON ALESSANDRO SIANI

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 15 settembre 2011)

Lunedì sera Alessandro Siani farà segnare un nuovo primato in una carriera artistica in continua ascesa: in coincidenza con la festa patronale di San Gennaro, infatti, sarà il primo comico a esibirsi con un proprio spettacolo personale nello scenario di piazza Plebiscito. “Per me - spiega Siani in una pausa delle riprese cilentane di Benvenuti al Nord a Castellabate - è davvero un sogno che si realizza, perché quel luogo ha un incredibile valore simbolico per i napoletani”. Lo show, organizzato dal Comune di Napoli a ingresso gratuito, s’intitola Benvenuti in piazza del Plebiscito, proprio per richiamare il titolo del film campione d’incassi diretto da Luca Miniero, Benvenuti al Sud, al cui sequel l’attore sta lavorando in queste settimane.
Siani, com’è nata l’idea di questo spettacolo così speciale?
“Stavo pensando da tempo a un evento col quale ripagare il pubblico del travolgente affetto che mi ha sempre dato in questi anni, sostenendomi nei vari passaggi della mia carriera. Proprio per questo, non ho voluto nemmeno un euro e, anzi, ho insistito per regalare lo spettacolo alla gente”.
L’idea, però, si è concretizzata di recente.
“Ha preso forma concreta a fine agosto, durante la serata di presentazione del Napoli allo stadio San Paolo. In quell’occasione, io che facevo da presentatore ebbi modo di intrattenermi, oltre che col presidente De Laurentiis, anche col cardinale Sepe e col sindaco De Magistris. E, proprio parlando col sindaco, siamo riusciti a mettere in piedi lo show di piazza Plebiscito”.
Certo che, per un comico, lo scenario di quella piazza piena come per un concerto rock è da far tremare i polsi…
“Sicuramente: per me sarà una grande emozione ma anche un grande onore. E il fatto che lo spettacolo vada in scena a San Gennaro rende l’occasione ancora più speciale. E’ mia intenzione offrire alla gente una serata di divertimento e positività, magari mettendo in evidenza anche, come abbiamo fatto con Benvenuti al Sud, quelle che sono le eccellenze meridionali”.
Cosa devono aspettarsi i napoletani?
“Tante sorprese. Lo show, comunque, pescherà nel mio repertorio, anche se si baserà soprattutto sullo spettacolo teatrale più recente, Più di prima… Benvenuti a teatro, che naturalmente sarà adattato alle esigenze, anche sceniche, di piazza Plebiscito nonché a quelle dell’attualità e dell’improvvisazione. E, in tal senso, stiamo ancora studiando come inserire nella maniera più efficace e divertente le varie ospitate a sorpresa”.
Ci sarà spazio, sul palco, anche per il sindaco?
“Lo spero davvero. D’altra parte, nel mio piccolo m’è sembrato giusto provare a fare qualcosa per dare una mano a lui e alla nuova amministrazione comunale in un momento difficile come questo. Soltanto con l’impegno di tutti noi, infatti, potremo provocare realmente una nuova rinascita di questa città. L’esempio perfetto è quello della spazzatura: bisogna capire presto e bene il meccanismo per attuare una raccolta porta a porta, così da dare vantaggi a tutti. Ecco, io voglio lanciare un messaggio di positività e speranza. E, da questo punto di vista, mi auguro che il successo del mio spettacolo in piazza possa essere di buon auspicio pure per il sindaco”.
Prima dello show napoletano di lunedì sera, però, la attendono gli ultimi giorni di riprese di Benvenuti al Nord. Com’è l’atmosfera a Castellabate?
“Assolutamente incredibile. La gente ci ha accolti con un calore indescrivibile. Venerdì scorso, poi, mi hanno anche fatto emozionare, quando mi hanno consegnato la cittadinanza onoraria. In questi giorni, sul territorio hanno organizzato tante iniziative culturali e turistiche in concomitanza con le riprese e attorno al nostro set c’è un clima di festa continua. E sarà sicuramente così fino al ciak conclusivo, previsto per domani”.
Intanto, ieri sera, il tifosissimo azzurro Alessandro Siani è riuscito a convincere la produzione a sospendere le riprese di Benvenuti al Nord per due ore, in modo da poter seguire in televisione il ritorno del Napoli in Champions League ventuno anni dopo i fasti maradoniani. “Non mi sarei perso la partita col Manchester City - conclude Siani - per nulla al mondo”.

martedì 13 settembre 2011

SPARTACUS NON CE L'HA FATTA: MORTO ANDY WHITFIELD!

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 13 settembre 2011)

La sua storia aveva commosso l’America, quando all’inizio dello scorso anno la terribile malattia che lo aveva colpito lo costrinse a fermarsi all’apice del successo per farsi curare, costringendo i vertici del network Starz ad annullare in fretta e furia la seconda stagione della popolarissima serie tv della quale era protagonista. Purtroppo, però, le cure non hanno sortito l’effetto sperato e così il trentanovenne attore gallese Andy Whitfield, star assoluta dello show televisivo Spartacus: sangue e sabbia, s’è dovuto arrendere al cancro contro il quale aveva combattuto nell’ultimo anno e mezzo.Whitfield, che nel 2010 aveva fatto in tempo a recitare anche nel film The Clinic, è morto domenica a Sidney, in Australia, dove si era trasferito da qualche anno assieme alla moglie Vashti, che ha voluto salutarlo con queste parole dense di affetto e commozione: “In una bella mattina di sole, a Sydney, circondato dalla sua famiglia, tra le braccia di sua moglie, il nostro bello e giovane guerriero Andy Whitfield ha perso i suoi 18 mesi di battaglia contro il linfoma”.
La malattia di Whitfield aveva provocato prima il rinvio e poi la cancellazione della seconda stagione di Spartacus: sangue e sabbia, nonostante il clamoroso successo ottenuto da questa rilettura pop-adulta - con dosi abbondanti di sesso patinato e violenza fumettistica - del peplum ambientato nell’antica Roma. Così, per correre ai ripari, i produttori avevano realizzato velocemente un prequel, Spartacus: gli dei dell’arena, ambientato qualche anno prima degli eventi narrati nella serie originale e attualmente in programmazione italiana su Sky Uno dopo l’anteprima di luglio all’Ischia Global Film & Music Fest. Il presidente del network Starz, Chris Albrecht, si è detto “profondamente rattristato” per la scomparsa di Whitfield, aggiungendo: “Siamo stati fortunati ad aver lavorato con Andy in Spartacus. Lui, infatti, ha interpretato un campione sullo schermo, ma è stato anche un campione nella vita, in quanto fonte d’ispirazione per come ha affrontato questa battaglia con coraggio e forza”.

STASERA SU RAI STORIA COMENCINI E I "SUOI" BAMBINI

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 13 settembre 2011)

C’era una volta una Rai che realizzava straordinarie inchieste televisive a puntate affidandole a grandi nomi del cinema italiano, come per esempio Luigi Comencini. Chi volesse vedere o rivedere l’esito più felice della collaborazione extracinematografica tra il maestro di Pane amore e fantasia - poiché il suo Pinocchio televisivo è cinema puro - e la tv pubblica può sintonizzarsi stasera alle 23 su Rai Storia, il canale del pacchetto Rai Educational presente sul digitale terrestre, per gustarsi la prima delle sei puntate de I bambini e noi, lo storico reportage artistico che Comencini realizzò per la Rai nel 1970. Gli altri cinque episodi, inseriti come il primo all’interno del programma Res di Giuseppe Giannotti e Davide Savelli, andranno in onda nei prossimi cinque martedì alla stessa ora.
Con I bambini e noi, Luigi Comencini - non a caso definito “il regista dei bambini” grazie alla sensibilità innata nel narrare vicende e drammi infantili: basti pensare a Incompreso (1967), Le avventure di Pinocchio (1972) e Cuore (1982) - fotografò in maniera mirabile la condizione di vita dei piccoli italiani a partire dalla fine degli anni Sessanta, mettendo a confronto le voci di bambini appartenenti a contesti socio-economici e geografici differenti. Naturalmente, però, attraverso il suo sguardo focalizzato sulle problematiche del mondo giovanile, il regista riuscì a indagare anche tra le pieghe più ampie del Paese adulto, catturandolo in un cruciale momento di passaggio.
La serie fu inaugurata da una puntata ambientata a Napoli - quella che Rai Storia manda in onda stasera - nella quale i più piccoli sono costretti a lavorare invece di andare a scuola e studiare come tanti altri loro coetanei. L’episodio s’intitola La fatica, termine che a Napoli indica proprio il lavoro; e al suo interno, scorrono l’una dopo l’altra le storie più o meno incredibili di tanti bambini vetrai, meccanici, fabbri, carrozzieri, che si pongono fino a un certo punto come casi-limite: ed è utile, nel periodo della riapertura delle scuole, riflettere su una realtà che ancora oggi, in determinati contesti sociali, non è poi così diversa. In questa e nelle successive puntate, comunque, la macchina da presa di Comencini osserva i bambini al lavoro, li segue a casa, li interroga sui loro sogni e desideri. Il tono del regista è affettuoso, spesso preoccupato per ciò che individui ancora indifesi devono affrontare nelle loro quotidianità. Dal punto di vista stilistico, poi, le scene dialogate e la quasi totale assenza di speaker riescono a restituire allo spettatore di ieri e di oggi la complessità delle varie situazioni narrate, invitandolo a meditare su ciò che sta osservando.

giovedì 8 settembre 2011

ALLA MOSTRA DI VENEZIA ARRIVA "HOLLYWOOD INVASION"!

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 8 settembre 2011)

Tre decenni di rapporti tra cinema americano ed europeo, inseriti nel più ampio contesto delle relazioni sociali e culturali tra nuovo e vecchio continente, riprendono vita nei 60 minuti di Hollywood Invasion, il documentario scritto e diretto dal critico cinematografico napoletano Marco Spagnoli, con produzione e distribuzione di NbcUniversal e musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, in programma giovedì alla Mostra di Venezia come evento speciale della sezione Controcampo italiano. Dopo l’anteprima mondiale al Lido, poi, il film andrà in onda in prima tv il 21 settembre alle 21.15 su Studio Universal.
“Ma il mio - anticipa Spagnoli - vuol essere, più che altro, un “controcampo americano”, poiché Hollywood Invasion è un progetto complementare a un altro mio lavoro di due anni fa, Hollywood sul Tevere, rispetto al quale attinge allo stesso periodo storico, quello compreso tra anni ’50 e ‘70, raccontandolo però dal punto di vista americano invece che europeo come nel precedente documentario”. L’autore, infatti, ripercorre trent’anni di grande cinema internazionale attraverso materiali spesso inediti tratti da reportage e servizi televisivi del network statunitense Nbc, “che se da un lato - precisa - confermano la potenza invasiva delle produzioni hollywoodiane in Europa, dall’altro testimoniano la fascinazione nei confronti dei talenti europei, capaci a loro volta di “invadere” l’immaginario collettivo statunitense, segnandolo in profondità grazie al carisma e talento”. E se il precedente documentario era nato scavando nell’archivio Luce a Cinecittà, stavolta Spagnoli ha lavorato a New York all’interno dell’immenso archivio NbcUniversal, quasi tutto inaccessibile al pubblico e, dunque, pieno di sorprese inattese e gemme rare.
Tra gli inediti più sorprendenti ce n’è uno ambientato a Napoli: il lungo filmato televisivo a colori della visita in città del presidente americano John Fitzgerald Kennedy il 2 luglio 1963. “Quando l’ho visto - spiega Spagnoli - sono sobbalzato sulla sedia, perché sembravano le immagini di quattro mesi più tardi a Dallas, quando Kennedy fu assassinato. Naturalmente, però, lo sfondo del centro di Napoli è inconfondibile, come dimostrano i minuti del corteo tra piazza Plebiscito e piazza Garibaldi montati nel film. Queste immagini, tra l’altro, hanno anche un valore storico, perché Napoli fu l’ultima tappa dell’ultimo viaggio europeo di Kennedy prima della morte”. Ma quando si parla di rapporti tra l’Italia e Hollywood negli anni Sessanta, il primo nome che viene in mente è quello di una star globale di origini napoletane come Sophia Loren, non a caso effigiata sul manifesto di Hollywood Invasion. “Nel film - conferma Spagnoli - lei compare ben tre volte. In particolare, risulteranno sorprendenti le immagini tratte da una biografia televisiva della Nbc, con la Loren intervistata nel 1962 sul set parigino del film di Anatole Litvak Il coltello nella piaga, dove appare simpaticissima e, come gran parte degli artisti italiani ed europei dell’epoca, in possesso di un inglese fluente”. E Sophia è protagonista anche di un altro momento emblematico dell’ammirazione nutrita da Hollywood verso gli artisti europei, quando un annoiato inviato della Nbc a Cannes si esalta definendola “Queen of movies”, aggiungendo che senza di lei i film non sarebbero altro che semplice celluloide. “Più in generale, comunque, lo sguardo degli americani su noi italiani ed europei - aggiunge Spagnoli - risulta più accurato e intelligente rispetto ai tanti cliché presenti oggi nelle produzioni hollywoodiane”.
Dopo Venezia, Marco Spagnoli sarà presente probabilmente anche al Festival di Roma con un altro suo documentario, che si preannuncia interessante fin dal titolo: Saviano racconta Scarface. “Avevo intervistato lo scrittore per gli extra di una nuova edizione in dvd, ma la conversazione di quasi 90 minuti era talmente densa e sorprendente da meritare un film autonomo. E anche qui - conclude - le sorprese non mancheranno, come quando Saviano racconta di aver scritto Gomorra col poster di Scarface appeso alle spalle, perché quel film è stato decisivo per la sua crescita culturale”.

mercoledì 7 settembre 2011

SABRINA FERILLI IN TV: DA TATA A BRIGANTESSA

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 7 settembre 2011)


Se tra qualche mese sarà accanto a Christian De Sica nel nuovo cinepanettone Natale a Cortina prodotto da Aurelio De Laurentiis, da stasera Sabrina Ferilli torna a vestire i panni della sexy tata, nonché ex spogliarellista, Anna nella seconda stagione di Anna e i cinque, in onda in prima serata su Canale 5 per sei settimane. La seconda serie, diretta da Franco Amurri, vede ancora la protagonista impegnata con i cinque figli del ricco finanziere Ferdinando Ferrari interpretato da Pierre Cosso, “ma in questa nuova stagione - spiega Sabrina - ci sono molti cambiamenti, a partire dal trasferimento di Anna da Milano a Roma, dove arriva per incontrare la mamma che, fino ad allora, ha sempre creduto morta”.
Nella Capitale, la donna inizia anche un’altra professione: quella di attrice in una soap opera. “La sua vita da tata, comunque, prosegue, perché Ferdinando - aggiunge la Ferilli - si trasferisce a sua volta a Roma con i cinque figli, pur di restare accanto ad Anna. Ci saranno tanti colpi di scena. E molto spazio pure per i momenti sul set della soap opera, realizzata prendendo in giro quelle tipiche sudamericane, con effetti molto divertenti”. In una trama da garbata commedia romantica per famiglie, inoltre, fa capolino anche l’attualità della crisi economica globale. “Infatti, la società di Ferdinando va in bancarotta, in seguito a una serie di raggiri finanziari. Così, come nel Paese reale, i vari personaggi devono affrontare la povertà. E proprio la semplicità di Anna fa capir loro come a contare non sia la ricchezza materiale bensì valori più profondi e genuini”.
Da tata a brigantessa il passo non è breve. “Ma è proprio questo - racconta Sabrina - il ruolo che mi aspetta in un’altra fiction che ho appena finito di girare”. Si tratta di Né con te né senza di te, diretta dal regista e sceneggiatore partenopeo Vincenzo Terracciano e ambientata a metà Ottocento durante la breve esperienza della Repubblica romana. Nella serie, che andrà in onda tra qualche mese su Raiuno, la Ferilli recita, tra gli altri, accanto a un’attrice napoletana importante come Isa Danieli: “Una grande interprete davvero, con la quale è stato un onore lavorare”. Il personaggio di Sabrina Ferilli è ispirato alla figura di Francesca Sipicciani, realmente vissuta a metà Ottocento a nord del Garigliano, tra Fondi e le paludi pontine: “Era una brigantessa chiamata la Capitana, che per un periodo era riuscita ad avere sotto il suo comando un centinaio di uomini”. E, a proposito di polemiche su brigantaggio e Unità, l’attrice ha le idee chiare sui contrasti ideologici che, da Sud e da Nord, hanno accompagnato il centocinquantesimo anniversario dell’Italia unita: “Penso che gli interessi di chi governa e detiene il potere siano sempre gli stessi, oggi come allora, spesso a discapito della povera gente. Inoltre, non riesco a sopportare quelle teste di zucca che vogliono dividere a tutti i costi l’Italia: non è così, infatti, che si fa un grande Paese”.

lunedì 5 settembre 2011

TSUI HARK FA ANCORA CENTRO COL DETECTIVE DEE...

Oggi pomeriggio, ho visto al cinema Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma, l'ottimo nuovo film del maestro Tsui Hark: perfetto "Hong Kong Style" con budget da kolossal "ufficiale" cinese (ma la pellicola è tutt'altro che apologetica col potere, anzi...). Qui sotto, ho inserito il backstage di Detective Dee, purtroppo non sottotitolato ma comunque in grado di restituire la spettacolarità estrema e l'accesa visionarietà del film. (d.d.p.)