mercoledì 28 settembre 2011

CINEMA INDIPENDENTE: "IO SONO LI" DI ANDREA SEGRE

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 28 settembre 2011)

Dopo il successo ottenuto alle Giornate degli autori durante la Mostra di Venezia, è da venerdì in sala (in 25 copie, a Napoli al Filangieri) Io sono Li, il primo lungometraggio di finzione del bravo documentarista veneto Andrea Segre. La pellicola, prodotta da Jolefilm e Aeternam Films in collaborazione con Rai Cinema e distribuita da Parthenos, può schierare un cast artistico di notevole livello: l’attrice cinese Zhao Tao (già in Still Life, Leone d’Oro 2006 a Venezia), il croato Rade Serbedzija (protagonista di Prima della pioggia di Milco Mancevski, Leone d’Oro 1994), Marco Paolini, Giuseppe Battiston e Roberto Citran.
Quasi interamente girato a Chioggia e nella Laguna di Venezia, tranne alcune scene a Roma e Padova, Io sono Li è incentrato sull’incontro tra la giovane cinese Shun Li che lavora in un bar del porto e il vecchio pescatore-poeta Bepi di origini croate. Attraverso la loro amicizia, il regista prova a dire la sua sul rapporto tra individui e identità culturali in un mondo nel quale le appartenenze geografiche e identitarie sono sempre più confuse. Con questo film, Segre propone una sintesi del suo percorso artistico decennale, sviluppatosi in ambito documentaristico e sempre molto attento alle tematiche delle migrazioni verso l’Europa e delle mutazioni del territorio sociale e geografico veneto.
“Ricordo ancora il mio incontro - racconta il regista - con una donna che potrebbe essere Shun Li. Era in una tipica osteria veneta, frequentata dai pescatori del luogo da generazioni. Il ricordo di questo volto di donna, così estraneo e straniero a questi luoghi ricoperti dalla patina del tempo e dell’abitudine, non mi ha più lasciato: c’era qualcosa di onirico nella sua presenza e gli spunti per il racconto nascevano guardandola. Quali rapporti avrebbe potuto instaurare in una regione come la mia, così poco abituata ai cambiamenti? Sono partito da questa domanda per cercare di immaginare la sua vita. Le varie esperienze di regia con il cinema documentario - conclude Segre - mi hanno permesso di apprezzare il racconto non solo del reale, ma anche nel reale, aiutandomi a capire come con esso sia possibile scoprire la dimensione intima e profondamente umana della realtà, anche quando si affrontano tematiche urgenti e attuali della società odierna”.

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