lunedì 28 febbraio 2011

ASSEGNATI A LOS ANGELES I PREMI OSCAR

Ecco, qui di seguito, l'elenco completo dei premi assegnati stanotte a Los Angeles, nell'ambito dell'ottantatreesima edizione degli Academy Awards.
- FILM: Il discorso del Re
- REGIA: Tom Hooper (Il discorso del Re)
- ATTORE PROTAGONISTA: Colin Firth (Il discorso del Re)
- ATTRICE PROTAGONISTA: Natalie Portman (Il cigno nero)
- ATTORE NON PROTAGONISTA: Christian Bale (The Fighter)
- ATTRICE NON PROTAGONISTA: Melissa Leo (The Fighter)
- FILM D'ANIMAZIONE: Toy Story 3
- FILM STRANIERO: In un mondo migliore (Danimarca)
- SCENEGGIATURA ORIGINALE: David Seidler (Il discorso del Re)
- SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: Aaron Sorkin (The Social Network)
- CORTO D'ANIMAZIONE: The Lost Thing
- FOTOGRAFIA: Wally Pfister (Inception)
- SCENOGRAFIA: Robert Stromberg e Karen O'Hara (Alice in Wonderland)
- COLONNA SONORA ORIGINALE: Trent Reznor e Atticus Ross (The Social Network)
- SONORO: Lora Hirschberg, Gary A.Rizzo, Ed Novick (Inception)
- MONTAGGIO SONORO: Richard King (Inception)
- TRUCCO: Rick Baker e Dave Elsey (Wolfman)
- COSTUMI: Colleen Atwood (Alice in Wonderland)
- CORTOMETRAGGIO: God of Love
- DOCUMENTARIO: Inside Job
- CORTO DOCUMENTARIO: Strangers No More
- EFFETTI VISIVI: Paul Franklin, Chris Corbould, Andrew Lockley e Peter Bebb (Inception)
- MONTAGGIO: Angus Wall e Kirk Baxter (The Social Network)
- CANZONE ORIGINALE: We Belong Together (di Randy Newman per Toy Story 3).

venerdì 25 febbraio 2011

IL 15 APRILE TORNA MORETTI CON "HABEMUS PAPAM"

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giovedì 24 febbraio 2011

JOHN TURTURRO TRA "PASSIONE" E CRISI ECONOMICA

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martedì 22 febbraio 2011

ARRIVA IL TERZO "MANUALE D'AMORE"...

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lunedì 21 febbraio 2011

SCOOP DEL "MATTINO": ECCO IL NUOVO FILM DI GARRONE

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 18 febbraio 2011)

I reality show televisivi come il Grande fratello e la loro influenza sulle vite e le menti della gente comune saranno al centro del nuovo, attesissimo film di Matteo Garrone che, dopo la consacrazione internazionale del 2008 con Gomorra, ha scelto di girare nuovamente in Campania, regione nella quale, peraltro, aveva ambientato anche l'altro suo titolo più conosciuto e celebrato, L'imbalsamatore del 2002.
Rispetto a questi due film, però, il quarantaduenne regista romano (qui nella foto) ha deciso stavolta di alleggerire i toni della narrazione e di praticare il territorio della commedia, seppur graffiante e persino acida e un po' pulp. Per ora, il nuovo progetto s'intitola Big House, con chiaro riferimento alla "casa" televisiva del Big Brother, cioè il Grande fratello televisivo: magari, al momento della scelta definitiva, il titolo potrebbe anche essere italianizzato e trasformarsi in Grande casa. La produzione sarà firmata, come al solito, dalla Fandango, partner storica di Garrone, il quale dovrebbe iniziare le riprese nella seconda metà di maggio tra Napoli e l'area vesuviana. In questi giorni, infatti, alcuni location manager sono impegnati, col supporto dei tecnici della Film Commission Regione Campania, a fotografare luoghi e ambienti utili nel territorio compreso tra i comuni di San Giorgio a Cremano, Portici e Torre del Greco, sulla base delle indicazioni estremamente dettagliate del regista.
Ufficialmente, della misteriosissima trama non si sa ancora quasi nulla. Il film, però, dovrebbe raccontare la storia di un pescivendolo vesuviano, grandissimo appassionato dei reality show televisivi e fermamente convinto che, da un momento all'altro, toccherà a lui raggiungere la fama attraverso il piccolo schermo. Nel frattempo, influenzato da quella passione che rischia di trasformarsi in ossessione, inizia a comportarsi nella vita di tutti i giorni proprio come se fosse all'interno della famigerata "casa", iniziando ad atteggiarsi in maniera poco naturale e decisamente eccentrica. Il Big House del titolo, dunque, dovrebbe essere riferito proprio al fittizio reality show che Garrone inserirà nel film, ispirandosi chiaramente al Grande fratello della realtà televisiva di questi anni.
Per quanto riguarda i possibili attori protagonisti, si sa soltanto che dovranno essere un uomo e una donna di età compresa tra i trenta e i trentacinque anni, con accento napoletano e bei volti tipicamente mediterranei, meglio se ancora non troppo noti. Intanto, la settimana scorsa a Napoli si sono svolte le prime sessioni di casting per le comparse e i figuranti speciali, con la responsabile Marita D'Elia e alcuni assistenti di produzione che, in un paio di giorni, hanno "provinato" centinaia di aspiranti all'interno del Lanificio 25 a Porta Capuana. E ha destato parecchia curiosità, tra le centinaia di persone in fila provenienti da tutta la città e dall'hinterland, la presenza del cantante Franco Ricciardi, che sarebbe stato contattato direttamente dal regista come papabile per un ruolo di contorno. Ma tra la gente in attesa di un provino c'era davvero di tutto: studenti universitari, lavoratori precari, pensionati settantenni, ex comparse di Gomorra, giovani coppie di coniugi, disoccupati e, naturalmente, tanti attori in bilico tra semiprofessionismo e amatorialità (dalle comparsate nel serial La squadra alle recite nel teatrino della parrocchia) e persino qualche professionista che, in un momento di crisi come quello attuale, si accontenta anche di piccole partecipazioni pur di lavorare.
Qualche altra indicazione sui possibili contenuti del film arriva anche dall'interesse che hanno mostrato, la settimana scorsa, gli addetti al casting nei confronti di un piccolo gruppo di catechisti, proprio come se il requisito avesse una certa importanza per lo sviluppo della trama. Ciò che è certo, comunque, è che - archiviato per ora il progetto cinematografico dedicato alle figure di Lele Mora e Fabrizio Corona - Matteo Garrone si appresta a dire la sua sul sempre più stretto legame tra illusioni televisive e vita quotidiana nell'Italia d'inizio Terzo millennio.

giovedì 17 febbraio 2011

EVA SECONDO JIM PHELPS

(Foto di Jim Phelps)

mercoledì 16 febbraio 2011

lunedì 14 febbraio 2011

DA SCAMPIA, DUE DOCUMENTARI SU LEGALITA' E RESISTENZA

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 14 febbraio 2010)

Scampia continua a ispirare quei cineasti desiderosi di raccontare il mondo senza filtri attraverso il linguaggio audiovisivo. In questi giorni, infatti, Napoli ha ospitato le anteprime nazionali di due documentari che proprio nel problematico ma vitalissimo quartiere della periferia nord trovano materia narrativa preziosa per decodificare il presente: nella sede del Forum delle Culture nell'ex asilo Filangieri, il duro e dolente Il loro Natale diretto da Gaetano Di Vaio e prodotto dalla sua società Figli del Bronx; al cinema La Perla, (R)esistenza diretto da Francesco Cavaliere, regista e fotografo napoletano residente da anni in Olanda.
Con Il loro Natale, Gaetano Di Vaio (intervistato ieri sera su Raitre, nella trasmissione di Riccardo Iacona Presa diretta) parte da Scampia per affrontare un tema specifico come quello della reclusione in carcere e dell'ingiusta ricaduta della pena sulle famiglie dei detenuti: giovani donne e bambini innocenti, costretti a pagare a loro volta per reati commessi da altri, spesso unicamente per sfuggire alla miseria e al degrado. Protagoniste dell'intenso e rabbioso documentario di Di Vaio sono le mogli di ragazzi detenuti a Poggioreale per reati comuni come il furto e lo spaccio di droga. "Si tratta di donne - racconta il regista e produttore - lontane dalla camorra e che, anzi, cercano di andare avanti senza il sostegno dei loro uomini, ma senza scendere a compromessi con la criminalità organizzata". Sono donne che escogitano mille stratagemmi per far mangiare i propri figli e che, periodicamente, da Scampia si recano stanche ma emozionate a Poggioreale per il colloquio con i loro congiunti. Per quel breve incontro, però, sanno già di doversi sottoporre a umilianti tour de force - come le logoranti attese in fila per strada dalla notte prima, per non rischiare di vedersi negare l’ingresso - "che non dovrebbero assolutamente esistere in una società civile - sottolinea Di Vaio - e che derivano dall'allucinante sovraffollamento delle carceri italiane e di Poggioreale in particolare. In questi mostri di pietra, infatti, si è completamente perduto il fine rieducativo della pena e la loro stessa esistenza non fa altro che aumentare, alla lunga, la distanza che già esiste, in determinate realtà, tra lo Stato e i cittadini".
(R)esistenza, invece, si concentra su otto storie di vita nel quartiere a nord di Napoli, inserite in un contesto caratterizzato da degrado sociale, criminalità e disoccupazione, all'interno del quale, però, i protagonisti narrano le loro quotidiane azioni di resistenza civile. "Con questo film - spiega il regista Francesco Cavaliere - ho voluto dar voce alla gente comune che vive a Scampia; a coloro, cioè, che resistono e combattono tutti i giorni per rendere il loro quartiere un posto migliore nel quale continuare a vivere". Tra i personaggi che raccontano la loro esperienza quotidiana vi sono il prete anti-camorra Aniello Manganiello, operatori sociali come Ciro Corona e Angelo Ferrillo, l'ex boss camorristico oggi redento Tonino Torre, la band 'A67, due ex tossicodipendenti oggi volontari come Daniela Ruocco Terracciano e Marco Pirone, il giovane scrittore e poeta Emanuele Cerullo. "Nel mio documentario - conclude Cavaliere - ho cercato di raccontare le storie di tutti loro, utilizzando direttamente il punto di vista di ciascuno, piuttosto che quello tipico dei mass media, spesso distorto per puri fini di audience e spettacolarizzazione".

sabato 12 febbraio 2011

COMICDOME: ALONSO SOSTITUISCE QUESADA ALLA MARVEL

Di Raffaele De Fazio (Welcome to Geeksville)

Dopo la sbornia dei Finger Awards del mese scorso e il party selvaggio che ne è seguito, torniamo a parlare di mercato Usa in un mese nel quale ne sono successe di cotte e di crude, come per esempio il cambio al vertice della Casa delle Idee.
Ebbene sì, dopo undici anni Joe Quesada (qui nella foto) lascia la carica di editor-in-chief per diventare creative editor del gruppo Marvel: una carica che ha più a che vedere con lo sfruttamento del brand Marvel in altri media che con l'aspetto puramente editoriale della casa editrice. Il suo sostituto è Axel Alonso, editor da anni in seno alla Marvel, per la quale ha gestito l'Universo Mutante e per un periodo Amazing Spiderman. Ma, oltre che per queste due ciofeche, io lo ricordo soprattutto come editor per la Vertigo di gioielli quali Preacher e 100 Bullets e come la persona che ha portato Garth Ennis sul Punitore. Insomma, sicuramente non è un pavido e spero che abbia un occhio di riguardo per i lettori più adulti del Marvel Universe.
Salutiamo dunque Quesada, il traghettatore della Marvel verso la Disney. Io lo ricorderò sempre nella sua versione "Sora Lella" al Comicon di Napoli mentre, uscendo dalla proiezione del film Daredevil assieme al mitico Gianni Tarquini del Forbidden Planet di Roma, alla domanda "Joe, ma te lo sapevi che faceva così schifo?" annuiva ridacchiando, forse già pregustando di fare al Marvel Universe quello che il regista aveva appena fatto all'Uomo senza Paura. Ma grazie comunque, Joe! Dopo tutto, abbiamo avuto Bendis e Brubaker su Devil, Morrison e Wheadon sugli X-Men, i Nextwave di Ellis, il Punitore di Ennis e tante piccole chicche assediate da illeggibili minkiate.
In chiusura, però, voglio ricordare una sua dichiarazione all'atto di insediarsi come cervellone della Casa delle Idee: "Ho intenzione di portare aria fresca nella Marvel. Finché ci sarò io alle redini non vedrete più quei ridicoli escamotage di uccidere un personaggio per poi farlo resuscitare pochi mesi dopo. Da oggi in poi, nel Marvel Universe chi è morto resta morto! Da oggi contano le idee!". Sappiamo tutti come è finita: ne ha resuscitati più lui di quel fricchettone di Nazareth!

venerdì 11 febbraio 2011

ARRIVA NEI CINEMA "INTO PARADISO" DI PAOLA RANDI

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 11 febbraio 2010)

Dopo il successo di critica e pubblico ottenuto in numerosi festival italiani e internazionali, approda oggi in sala la scoppiettante commedia Into Paradiso di Paola Randi, che ieri sera ha presentato il film in anteprima a Napoli, città dov'è interamente ambientato, accompagnata al multicinema Modernissimo dal cast tecnico e artistico quasi al completo, a partire dall'affiatato trio di protagonisti Gianfelice Imparato, Peppe Servillo e Saman Anthony.
Prodotto dalla Acaba di Fabrizio Mosca e distribuito da Cinecittà Luce in trenta copie (dieci in Campania) destinate ad aumentare nei prossimi giorni, Into Paradiso racconta le tragicomiche disavventure di Alfonso (un grande Imparato), scienziato napoletano timido e impacciato, costretto a nascondersi in una catapecchia abusiva costruita sopra un tetto del centro cittadino, assieme a un ex campione di cricket dello Sri Lanka (Anthony) e a un imprenditore-politico corrotto che, in cambio di una raccomandazione, lo ha costretto a fare una pericolosa consegna, a sua insaputa, per conto di un boss locale. In questo bizzarro microcosmo, collocato nel bel mezzo della comunità srilankese di Napoli, i tre uomini si legano in maniera indissolubile, tra paradossi esilaranti e riflessioni sui propri destini. "Sono davvero felice dell'anteprima a Napoli - racconta la regista - perché la città è l’autentica co-protagonista del film, la cui idea iniziale è nata da una scena precisa che mi capitò di vedere durante un mio precedente soggiorno partenopeo: ero in piazza Dante e, a un certo punto, vidi da un lato un gruppo di scugnizzi giocare a pallone, dall'altro alcuni ragazzini cingalesi praticare il cricket. E' stato allora che ho pensato a una commedia che parlasse anche di immigrazione e confronto tra culture differenti".
"E, in effetti, quello dell'integrazione - aggiunge Imparato - è un messaggio centrale del film. Anche se, come è giusto in una commedia, abbiamo cercato di dire cose importanti in modo divertente. Tra l'altro, questa città potrebbe ripartire proprio dalla capacità di accoglienza che, per fortuna, ancora la caratterizza". E Servillo precisa: "Determinate questioni affrontate dal film non vanno considerate come tipiche di Napoli, anche perché bisognerebbe smetterla di trattare la città come un corpo separato dal resto del Paese, come purtroppo fanno ancora oggi troppi italiani".
Per le cinque settimane di riprese di Into Paradiso, la produzione si è avvalsa del supporto della Film Commission Regione Campania, che ha contribuito alla scelta delle efficaci location utilizzate nell'estate 2009: il centralissimo quartiere del Cavone, dove risiede la più numerosa comunità cingalese d'Italia; e poi, Ponticelli, Casoria, l'Acquario, l'ex base Nato di Agnano. "Ovunque, siamo stati letteralmente adottati dalla gente e - ricorda Imparato - quando abbiamo girato in una zona affollata come il Cavone al ciak si fermava l'intero quartiere". "Era sorprendente - conferma Servillo - vedere tanta partecipazione. Addirittura, qualche volta i residenti ci hanno lanciato i gelati sul tetto, per darci sollievo dal gran caldo nel quale eravamo costretti a lavorare". Tra i punti di forza del film, oltre alle tante invenzioni visive con le quali la regista arricchisce la raffinata messa in scena, c'è pure la colonna sonora etno-western-rock composta da Fausto Mesolella, abituale complice di Peppe Servillo negli Avion Travel. "E il contributo di Fausto - conclude Paola Randi - è stato determinante, per come ha saputo tradurre in musica le suggestioni e le atmosfere presenti già nella sceneggiatura".

sabato 5 febbraio 2011

I TAVIANI GIRERANNO UN DOCUMENTARIO DENTRO REBIBBIA

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 5 febbraio 2010)

Il loro nuovo film, ambientato tra i detenuti del carcere di Rebibbia, sarà un documentario narrativo col quale due maestri del cinema italiano come Paolo e Vittorio Taviani si ricollegheranno idealmente alle origini della densa filmografia, cioè a quei lavori documentaristici (come San Miniato luglio '44) realizzati negli anni Cinquanta e, purtroppo, andati quasi tutti perduti nel corso dei decenni. Stavolta, però, in ossequio alla predisposizione dei due fratelli per un cinema profondamente narrativo, la loro nuova regia, intitolata Progetto Rebibbia, miscelerà finzione e realtà. "Inizieremo a girare il mese prossimo - conferma Paolo Taviani - e costruiremo il film come una docu-fiction. Riprenderemo, infatti, i laboratori teatrali realizzati dentro Rebibbia dal regista Fabio Cavalli, autore di interessantissime versioni di classici shakespeariani interpretate dai detenuti. Seguiremo le loro prove e la messa in scena finale del Giulio Cesare, ma anche le vite dei detenuti nelle loro celle. Ci interrogheremo, in particolare, sul contrasto tra la libertà assoluta dell'attore e la costrizione di chi deve vivere recluso".
Di Progetto Rebibbia Paolo Taviani parla a margine dell'incontro organizzato a Napoli dall'Università "Federico II" nell'ambito della rassegna Visioni e revisioni del Risorgimento nel cinema italiano (1905-2010), a cura degli storici Marcella Marmo e Massimo Cattaneo. Poco prima, il regista introduce la proiezione di Allonsanfan (1974), rispondendo alle sollecitazioni dello storico del cinema Vincenzo Esposito e di Luigi Mascilli Migliorini, soprattutto a proposito del rapporto tra passato e presente quando si realizzano film di argomento storico. "Io e Vittorio - racconta Paolo - abbiamo sempre rifiutato di fare i semplici "illustratori" e, così, ogni volta che ci siamo rifatti a un periodo storico o a un testo letterario, lo abbiamo sempre utilizzato per parlare di noi stessi e del nostro presente. Per esempio, proprio Allonsanfan, ambientato durante gli anni del primissimo Risorgimento e della Restaurazione, ci servì per dire la nostra sulla realtà italiana post-sessantottina e sulle inquietudini e speranze infrante presenti nella cultura di sinistra all'inizio degli anni Settanta. All'epoca, tra l'altro, restammo davvero scioccati dall'accoglienza controversa che il film ricevette in Italia, dove tanti giovani militanti, che di lì a poco però fecero la scelta della lotta armata, ci contestarono in maniera anche violenta al termine delle proiezioni".
L'impegno civile ha caratterizzato il cinema di Paolo e Vittorio Taviani fino ai giorni nostri. "E, da questo punto di vista, il documentario narrativo su Rebibbia - aggiunge Paolo - rappresenta un ulteriore capitolo della nostra ricerca di libertà. Peccato, però, che oggi il cinema italiano abbia così pochi mezzi a disposizione, perché talenti interessanti in giro ce ne sono: basti pensare a Sorrentino e Garrone. Ma lo Stato, a differenza di quanto succede in nazioni come la Francia, non investe nei giovani autori, a prescindere dai loro risultati commerciali e pensando a una crescita futura. Io, comunque, nonostante tutto resto un anti-pessimista".