lunedì 31 agosto 2009

CLAMOROSO: LA DISNEY SI COMPRA LA MARVEL!

Di Diego Del Pozzo

Una mezz'oretta fa una notizia clamorosa ha iniziato a fare il giro delle redazioni di tutto il mondo: La Walt Disney Company ha annunciato di aver raggiunto l'accordo per l'acquisto della Marvel Entertainment per una cifra pari a quattro miliardi di dollari in titoli e azioni.
Con questa operazione, la Disney - e, dunque, Steve Jobs (patròn anche di Apple e Pixar) - consolida ulteriormente la sua posizione di dominatrice dell'immaginario mondiale.

SERIE TV: IL 18 SETTEMBRE TORNA JACK BAUER

Di Diego Del Pozzo

I tantissimi appassionati della serie hanno già fatto partire il loro conto alla rovescia, perché venerdì 18 settembre, alle ore 21, sul canale Fx (e non più su Fox) del pacchetto satellitare Sky ritornano le adrenaliniche avventure dell’agente speciale Jack Bauer, interpretato da Kiefer Sutherland. Il protagonista di 24, la serie televisiva più innovativa degli ultimi anni, infatti riappare sui teleschermi italiani, dopo diversi mesi di assenza, nel tv movie 24: Redemption, che s’inserisce tra sesta e settima stagione. E il film fa da vero e proprio prequel per quest’ultima, grazie all’introduzione di nuovi personaggi e situazioni che saranno sviluppati, poi, nel corso del “settimo giorno” (ogni stagione di 24 si svolge “in tempo reale” e narra gli avvenimenti di un’unica giornata nelle vite dei personaggi). Negli Stati Uniti, 24: Redemption è stato trasmesso già da diversi mesi ed è stato visto da ben dodici milioni di telespettatori. Scritto da Howard Gordon e diretto da Jon Cassar, il film è ambientato tre anni e mezzo dopo la drammatica conclusione della sesta stagione, con Jack Bauer fuggito in Africa per ritrovare se stesso. Qui, assieme al collega inglese Carl Balton (interpretato da Robert Carlyle), lavora con i bambini in una scuola che fa parte dei programmi umanitari delle Nazioni Unite. Naturalmente, però, proprio mentre in America si sta insediando il primo presidente donna della storia (Allison Taylor, interpretata dall’attrice Cherry Jones), il nostro eroe si troverà a dover fronteggiare l’ennesima crisi internazionale, che vedrà coinvolti alcuni feroci “signori della guerra” africani e un paio di misteriosi e potentissimi “burattinai”, sullo sfondo di un genocidio che rimanda chiaramente a quello del Ruanda.
Molti personaggi presentati qui per la prima volta sono destinati a trovare un maggiore spazio nel corso della settima stagione, come per esempio il malvagio Jonas Hodges al quale dà il volto una “guest star” d’eccezione come Jon Voight. “Questo film – racconta Kiefer Sutherland, che di 24 è anche produttore esecutivo – è stato un’esperienza molto diversa rispetto a una classica stagione della serie, perché avevamo un inizio e una fine ben precisi: la cosa è stata liberatoria soprattutto per gli sceneggiatori. All’inizio della lavorazione, il sottotitolo era Exile, perché il personaggio di Jack si trovava, appunto, in una sorta di esilio, per provare a ritrovare se stesso. Lo abbiamo cambiato in Redemption, poi, perché alla fine della storia Jack arriva proprio a una sorta di redenzione personale e si prepara per gli avvenimenti della settima stagione”. Girato tra il Sud Africa e gli Stati Uniti, 24: Redemption fa segnare una piccola svolta nell’evoluzione del personaggio di Jack Bauer e, più in generale, nelle atmosfere della serie, con una più netta demarcazione tra bene e male e un approccio appena più buonista da parte del carismatico protagonista. La svolta narrativa sarà ancora più evidente nel corso della settima stagione, che si aggancia direttamente alla conclusione del tv movie e che in Italia si vedrà, sempre su Fx, a partire da venerdì 25 settembre.
Per molti commentatori le novità nella caratterizzazione dei personaggi e nelle atmosfere della serie sarebbero dovute alla sempre maggiore disapprovazione del popolo americano nei confronti della guerra in Iraq e, più in generale, di una politica estera aggressiva come quella che ha contraddistinto l’Amministrazione Bush. Inoltre, era quasi inevitabile anche che una serie così attenta all’attualità, com’è sempre stata 24, tenesse nel giusto conto la nuova idea di America emersa e consolidatasi in seguito all’elezione di Barack Obama come presidente. In realtà, però, il fatto che il film inizi con Jack impegnato in una missione umanitaria in Africa è dovuto anche alla volontà degli autori di far conoscere ai telespettatori americani quell’immane tragedia che è il genocidio ruandese, attraverso le vicende di fantasia ambientate nell’immaginaria nazione africana del Sangala, dove si svolge l’azione. “Girare in Africa – spiega ancora Sutherland – è stato fantastico, anche per la gente straordinaria che abbiamo incontrato e per le possibilità narrative che abbiamo potuto sperimentare. Anzi, posso tranquillamente dire che questo film mi è subito sembrato il classico progetto nel quale tutto filava via per il verso giusto: da parte mia, dunque, lo considero come uno dei lavori migliori che abbiamo realizzato da quando è partita la serie”.
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Nota: In una versione leggermente diversa, questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino di sabato 15 agosto. Una precisazione: il rinvio di 24: Redemption al 18 settembre (con conseguente cambio di canale) è stato deciso nel corso del mese di agosto, mentre in un primo momento Fox ne aveva annunciato la messa in onda per lunedì 31 agosto.

NEGRO 2009: CHIUSURA "COL BOTTO"

Si è conclusa ieri sera, nell'incantevole scenario naturale delle Grotte dell'Angelo a Pertosa, la quattordicesima edizione del Negro Festival, la bella manifestazione dedicata alla musica etnica italiana e internazionale.
A chiudere "col botto" ci ha pensato Roy Paci, con un concerto davvero esplosivo, pieno zeppo di ospiti speciali. A seguire, si è ballato fino alle prime luci dell'alba, con le trascinanti selezioni etno-dance del dj Stefano Miele (qui sotto, nella foto). (d.d.p.)

domenica 30 agosto 2009

NEGRO 2009: INTERVISTA A ROY PACI

Di Diego Del Pozzo


L’irresistibile onda sonora di Roy Paci e i suoi Aretuska travolgerà gioiosamente, questa sera alle ore 22, la platea del Negro Festival, durante la serata conclusiva della manifestazione ambientata nel suggestivo scenario naturale delle Grotte dell’Angelo a Pertosa.
Per chiudere degnamente il Negro 2009, il trombettista siciliano porterà sul palco che dà le spalle alle grotte un progetto sonoro internazionale concepito appositamente per il festival diretto da Dario Zigiotto: e già il titolo, Extra vagante, fa pensare a qualcosa di sorprendente e originale. Così come il cast arricchito da tanti artisti provenienti da diverse parti del mondo. Ma cos’è esattamente Extra vagante, chiediamo al vulcanico musicista nativo di Augusta?
“E’ una produzione unica, che nasce in modo estemporaneo, a partire dal rapporto umano che ho sviluppato negli anni con una serie di artisti di differenti estrazioni geografiche e culturali”.
Chi sono questi artisti?
“Con me e gli Aretuska, saranno sul palco del Negro il rapper italo-egiziano Amir Issaa, la cantante brasiliana Ana Flora, il palestinese Faisal Taher, il clarinettista e sassofonista italiano Guglielmo Pagnozzi e la danzatrice e percussionista guineiana Sirè. Con tutti loro daremo vita a una serata all’insegna dell’improvvisazione, nella quale “contaminarci” reciprocamente con le rispettive esperienze e culture”.
Quella di Pertosa resterà l’unica esecuzione di Extra vagante?
“Per adesso sì, anche perché abbiamo pensato il progetto per questo scenario. Comunque, stasera noi registreremo tutto il concerto e, dunque, non escludo a priori la possibilità di pubblicarne in qualche modo gli esiti”.
Extra vagante nasce dalla voglia di contaminare differenti espressioni artistiche. Ma cos’è per lei la contaminazione?
“E’ tutto. Direi, anzi, che quella di abbattere steccati meschini e superare qualsiasi etichetta o barriera, culturale e geografica, può essere considerata addirittura la nostra “mission”. In tal senso, dunque, la Lega, con le sue politiche ghettizzanti, non ci fa paura”.
Nella sua musica, d’altra parte, è sempre stato centrale l’utilizzo dei vari dialetti italiani, oltre che il rapporto forte con le radici.
“E anche questo va ricondotto alla nostra voglia di abbattere gli steccati: anzi, credo che in futuro, dopo il salentino e il siciliano, inizieremo a fare anche qualcosa con dialetti del nord, come il veneto o il friulano”.
Cosa c’è nel suo immediato futuro, dopo l’esibizione di stasera al Negro?
“Saremo in tour italiano fino a fine settembre, per poi partire per una tournée in Australia. Al ritorno, ultimeremo il nuovo disco firmato Roy Paci & Aretuska, che uscirà all’inizio del prossimo anno”.

SERIE TV: "INTELLIGENCE" CON RAOUL BOVA

Di Diego Del Pozzo

Ci sarà un po’ di Jack Bauer, ma anche un pizzico di Jason Bourne e di James Bond, nell’affascinante personaggio che Raoul Bova interpreta nella nuova serie-kolossal spionistica che Canale 5 manderà in onda in prima serata a partire dal 21 settembre. S’intitola “Intelligence – Servizi & segreti” e, con le sue sei puntate costate venti milioni di euro, è la prima serie dedicata allo spionaggio e all’universo dei servizi segreti prodotta per la televisione italiana. E proprio un serial adrenalinico come “24” e pellicole “all action” come “The Bourne Ultimatum” e quelle recenti su 007 sono tra le fonti d’ispirazione dichiarate del nuovo progetto. Bova vi interpreta Marco Tancredi, ex militare delle forze speciali dell’Esercito ritiratosi dal servizio in seguito a un grave incidente. Nonostante il suo unico desiderio sia quello di vivere in pace, però, una tragedia personale lo costringe a tornare in azione e a confrontarsi con un mondo nel quale nulla è davvero così come appare. Accanto a lui ci sono anche Ana Caterina Morariu, Massimo Venturiello, Dino Abbrescia, Salvatore Lazzaro, Daniela Virgilio, Sandra Franzo, Stefano Fresi, Francesco Foti, Vincent Riotta e Irene Ferri nel ruolo della moglie Lidia, valente psichiatra che aiuta il protagonista a superare un momento terribile. La regia della serie è di uno specialista come Alexis Sweet, già apprezzato per “R.I.S.”, mentre la produzione è della collaudata Taodue di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt. Azione, continui colpi di scena, utilizzo delle più avanzate tecnologie, ricorso a sofisticati effetti speciali rendono “Intelligence – Servizi & segreti” un caso unico nel panorama televisivo italiano. “In effetti, si tratta quasi di un esperimento – sottolinea Raoul Bova – che ha richiesto grande coraggio da parte dei produttori e del network. Il progetto mi ha colpito proprio per la voglia di battere strade nuove e di cercare soluzioni inedite nel panorama produttivo nostrano. Un altro elemento che ha suscitato il mio interesse, poi, è stato la costante ricerca della verità, che ha portato noi attori a recitare quasi tutte le sequenze, anche le più pericolose, senza l’ausilio di stunt o controfigure: e anche questa è una novità assoluta per l’Italia”.
La trama della serie è stata curata nei minimi dettagli, come dimostra la presenza di un giallista come Sandrone Dazieri a capo del team di story editors. “Questo perché – prosegue Bova – sono davvero tanti i misteri che terranno i telespettatori col fiato sospeso fino all’ultima puntata. Una volta tornato in azione, infatti, il mio personaggio dovrà confrontarsi con nemici molto più insidiosi di quelli ai quali era abituato da militare: nemici che si annidano nel torbido mondo dei servizi segreti italiani e internazionali e che preparano piani destinati a sconvolgere gli equilibri mondiali, in un universo narrativo dove verità e menzogna si confondono costantemente e non ci si può fidare di nessuno”. In seguito al tragico evento che si vedrà nella puntata inaugurale, infatti, il personaggio interpretato da Bova verrà a conoscenza di verità che non avrebbe mai potuto immaginare e dovrà scontrarsi con fantasmi che tornano dal suo passato di militare e con nuovi, inquietanti scenari. “Non ci sono riferimenti precisi alla realtà – aggiunge il protagonista – anche se, naturalmente, alcune situazioni si rifanno al mondo circostante. Il ritmo della regia e il taglio della recitazione, invece, fanno riferimento alle grandi serie televisive americane, anche se i nostri produttori sono stati bravi a fare con venti milioni di euro ciò che a Hollywood riescono a fare con settanta”.Nel futuro di Raoul Bova ci sono anche altri progetti che abbinano spettacolarità e ricerca di una originalità tematica e produttiva: “Per esempio – conclude l’attore – una miniserie televisiva ambientata nel mondo del nuoto e ispirata alla vita del grande ranista Domenico Fioravanti: da co-produttore cercherò di coinvolgervi anche numerosi veri campioni, proprio per ottenere un risultato il più realistico possibile”.
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Nota: Una versione più breve e leggermente modificata di questo articolo è stata pubblicata sul quotidiano Il Mattino del 29 agosto. Qui di seguito, sempre a proposito di Raoul Bova, riporto un lungo articolo che ho pubblicato, sempre sullo stesso giornale, martedì 11 agosto.
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Raoul Bova: "Il mio futuro, tra cinema e televisione".
Continua a dividersi, senza pause, tra grande e piccolo schermo: e, sia al cinema che in televisione, Raoul Bova si conferma uno tra gli attori italiani più apprezzati dal pubblico, non soltanto femminile.
Così, a settembre sarà al Lido di Venezia, nel cast dell’attesissimo Baarìa di Giuseppe Tornatore; e praticamente in contemporanea sui teleschermi di Canale 5, come protagonista della nuova fiction-kolossal Intelligence, diretta da Alexis Sweet – lo stesso di R.I.S. – e prodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt con budget di ben 16 milioni di euro e location in Italia, Tunisia e Romania. “Si tratta – spiega l’attore – di una serie di azione e detection ambientata nell’universo dei servizi segreti, ma col motore drammaturgico di una storia d’amore”. Nelle sei puntate della fiction, Bova interpreta Marco Tancredi, un ex-paracadutista dell’esercito italiano ritiratosi a vita privata in seguito a un incidente. Una triste vicenda personale, però, costringe l’uomo a entrare nei Servizi segreti italiani e a confrontarsi, quindi, con un mondo fatto di segreti inconfessabili e di torbidi interessi sovranazionali. Accanto a Bova, recitano anche Ana Caterina Morariu, Massimo Venturiello, Dino Abbrescia, Salvatore Lazzaro, Vincent Riotta e Irene Ferri. Sono davvero tanti, poi, gli impegni di Raoul Bova sul grande schermo, a partire dal film annunciato durante i recenti Mondiali di nuoto disputatisi a Roma: “Una pellicola ispirata alla vita e alla carriera del grande ranista Domenico Fioravanti, vincitore di due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Sidney nel 2000, ma poi costretto a un prematuro ritiro a causa di problemi cardiaci”. A dirigere il film sarà Stefano Reali. “Proprio il successo dei Mondiali di Roma – prosegue Bova – mi ha convinto che i tempi erano maturi per questo film. Tra l’altro, io ho nuotato per 16 anni, iniziando quando ne avevo soltanto quattro. Ero anche promettente come atleta. Poi il destino mi ha portato verso la professione di attore, ma il mio sogno sarebbe stato quello di partecipare a Mondiali e Olimpiadi”.
Tra gli altri impegni cinematografici di Raoul Bova ce n’è anche uno internazionale: il thriller di Nicholas Roeg Night Train, nel quale è affiancato da star del calibro di Sigourney Weaver, Michael Madsen e Nick Nolte. In Italia, l’attore sarà presente nel sequel di Scusa ma ti chiamo amore, sempre diretto da Federico Moccia e interpretato dalla protagonista della precedente pellicola: Michela Quattrociocche. E, come per ogni seguito che si rispetti, il titolo è quasi uguale: Scusa ma ti voglio sposare. “Si tratta – spiega Bova – di una pellicola divertente che si ricollega alla migliore tradizione della commedia all’italiana”. Un ruolo diversissimo, in un progetto cinematografico inassimilabile a quello di Moccia, lo attende, invece, nel nuovo film di Daniele Luchetti, La Vita, dove vestirà i panni del fratello del protagonista Elio Germano: “E questo – sottolinea – è un ruolo estremamente problematico, poiché interpreto un uomo che non ha mai superato il trauma della morte della mamma e che, quindi, si rifà ossessivamente a ricordi materni che gli rendono impossibile relazionarsi con le altre donne”.
Sempre sul grande schermo, però, Raoul Bova intende portare presto anche alcuni lavori nei quali sia coinvolto non soltanto in veste di interprete. “Dopo il successo di Sbirri, infatti, sto pensando – racconta – a una trilogia che ne riprenda temi e stile, tra fiction e documentario, da produrre con la mia società: vorrei ispirarmi alle inchieste giornalistiche del reporter Fabrizio Gatti e realizzare tre film sull’immigrazione clandestina, sulle tifoserie violente negli stadi e sulle violenze sessuali e la pornografia on line”. E ancora in tema di impegno civile, Bova – che è direttamente coinvolto in una Fondazione per la cultura della legalità, creata assieme al capitano “Ultimo”, da lui interpretato in una celebre fiction – sta lavorando anche a un progetto su Derek Rocco Barnabei, l’americano di origini italiane ingiustamente condannato a morte nel 2000.

sabato 29 agosto 2009

OMAGGIO A DE ANDRE' AL NEGRO 2009

Di Diego Del Pozzo


Il Negro Festival di Pertosa entra nel vivo, questa sera, con un atteso omaggio alla musica di Fabrizio De André, a dieci anni dalla scomparsa del grande cantautore genovese. E proprio il ricordo di Faber sarà il momento centrale del cartellone allestito quest’anno dal direttore artistico Dario Zigiotto per la quattordicesima edizione del festival immerso nell’incantevole scenario naturale delle Grotte dell’Angelo.
A omaggiare De André, nel triplo concerto intitolato Canti randagi, penseranno alcuni tra gli interpreti più raffinati della musica etnica e tradizionale italiana: la cantante sarda Elena Ledda, esponente di punta del nuovo etno-sound isolano; i lombardi Baraban, gruppo storico della scena folk italiana; e Peppe Barra, indiscusso maestro della canzone e della scena napoletana. «La nostra - sottolinea Dario Zigiotto - è stata una scelta non casuale, poiché in occasione di questa serata ricomponiamo quasi interamente il cast del progetto musicale originale Canti Randagi, realizzato quattordici anni fa come unico tributo a Fabrizio De André ancora in vita, tra l’altro col suo sincero apprezzamento». Già all’epoca, Canti Randagi portò in scena una serie di interpreti della musica popolare italiana, più noti nel resto d’Europa che in Italia, nella non facile operazione di rielaborazione di alcune canzoni scelte nel vastissimo repertorio di Faber e adattate da ciascun artista nel proprio dialetto e secondo la propria sensibilità personale.
Peppe Barra, per esempio, eseguì una versione originalissima di Bocca di rosa, che naturalmente riproporrà anche stasera, alle ore 22, sul palco davanti alle grotte di Pertosa. «Quando Fabrizio mi telefonò per propormi questo insolito adattamento - ricorda Barra - pensai a uno scherzo. Poi, però, mi misi al lavoro per rispondere a una sfida tanto affascinante ed ebbi modo di confrontarmi con le difficoltà di un testo complicato da trasporre in napoletano. Nella traduzione, per fortuna, mi diede una mano Vincenzo Salemme, che riscrisse da par suo il testo originale».
Prima di Canti randagi, Elena Ledda si esibirà anche all’interno delle Grotte (alle ore 21), nell’ambito della sezione sperimentale Antro Suono, accompagnata da Mauro Palmas. Anche la serata odierna, infine, come tutte quelle del Negro 2009, si concluderà a notte fonda con la selezione etno-dance del dj Stefano Miele. Oltre alla musica, il festival di Pertosa propone ogni sera tante altre attività parallele, all’interno del Negro Village, luogo multietnico dove s’intrecciano cultura, enogastronomia, amore per la natura, solidarietà e impegno.

SERIE TV: ARRIVA "HARPER'S ISLAND"

Di Diego Del Pozzo


Sarà un autunno all’insegna delle emozioni forti, quello che Raidue ha preparato per il pubblico delle serie televisive americane, grazie alle nuove stagioni dei suoi successi e, soprattutto, all’arrivo sui teleschermi italiani di una novità molto attesa dai fans: Harper’s Island. L’esordio dell’inquietante serie creata da Ari Schlossberg per la Cbs è previsto per domenica 6 settembre, alle ore 21.50, dopo un episodio inedito di Ncis.
Harper's Island è uno show dalle atmosfere thriller-horror, articolato in un’unica stagione composta da tredici episodi. Nell’ideare la serie, i produttori si sono rifatti esplicitamente a film come Scream di Wes Craven, ma anche a classici del giallo letterario come Dieci piccoli indiani di Agatha Christie. «La trama - racconta il creatore Ari Schlossberg - è imperniata su un gruppo di amici e familiari che si recano per un matrimonio su un'isola situata a pochi chilometri dalla costa di Seattle. Qui, sette anni prima, si erano verificati alcuni efferati omicidi, per mano di un serial killer. E, una volta giunti sull’isola, misteriosa come quella di Lost, gli invitati si troveranno nuovamente di fronte all’orrore. In seguito agli eventi, poi, i loro rapporti personali saranno messi a dura prova e parecchi segreti riemergeranno da un passato che tutti credevano dimenticato». Caratteristico della serie sarà anche il ritmo con il quale avverranno gli omicidi: uno ogni settimana.
Nel composito cast di Harper’s Island spiccano Elaine Cassidy (che interpreta Abby Mills, figlia dello sceriffo dell’isola e di una donna uccisa sette anni prima), Christopher Gorham (Henry Dunn, lo sposo), Katie Cassidy (Trish Wellington, la sposa), Jim Beaver (lo sceriffo Charlie Mills, padre di Abby); e poi, Adam Campbell, Richard Burgi (apprezzato in Desperate Housewives come Carl, il primo marito di Susan), Claudette Mink, Cameron Richardson, Chris Gauthier, Harry Hamlin (già tra i protagonisti della storica L.A. Law - Avvocati a Los Angeles) e Gina Holden.
Harper’s Island è la classica serie assurta a fenomeno di culto su Internet, grazie ai tanti blog e siti non ufficiali. Non a caso, dunque, la produzione ha pensato di affiancarle fin dall’inizio - negli Usa la messa in onda è avvenuta dal 9 aprile al 9 luglio - un sito web denominato Harper’s Globe, proprio come il fittizio giornale dell’isola: e tramite il sito sono stati trasmessi una decina di mini-episodi aggiuntivi, realizzati per l’occasione con l’obiettivo di fornire ulteriori indizi e dettagli utili per giungere alla soluzione del mistero che si nasconde nel cuore nero dell’isola. Soluzione che, comunque, anche per i telespettatori italiani giungerà già al termine della prima - e per ora unica - stagione.
La domenica sera di Raidue, però, sarà caratterizzata, oltre che da Harper’s Island, anche dai venticinque episodi della sesta stagione inedita di Ncis, la serie ideata da Donald P. Bellisario come spin-off di Jag, ormai punto di forza delle prime serate della seconda rete Rai. Il venerdì sera, invece, a partire dall’11 settembre, Raidue darà spazio alla detection pura, con la sesta serie di Senza traccia e la quarta di Criminal Minds: due show dedicati, rispettivamente, alle indagini della squadra speciale Fbi di New York per il ritrovamento delle persone scomparse e a quelle dei criminal profiler Fbi incaricati di elaborare profili psicologici e comportamentali degli assassini seriali. Dal 12 settembre, infine, il sabato sera sarà riservato ai casi irrisolti di un’altra serie investigativa molto amata, Cold Case, ancora una volta con i suoi innovativi flashback.

NEGRO 2009: GOOD VIBRATIONS...

Di Diego Del Pozzo

Grande musica e ottime vibrazioni per le prime due serate del Negro Festival di Pertosa, la manifestazione diretta da Dario Zigiotto e ambientata nel suggestivo scenario delle Grotte dell'Angelo a una settantina di chilometri più giù di Salerno.
Ecco un po' di foto delle esibizioni di Raiz con i Radicanto (all'interno della grotta) e di Cisco & Porto Flamingo (qui sotto), andate in scena nella serata inaugurale di giovedì.

METALLICA: ENTER SANDMAN

Cercando su You Tube alcuni materiali video sul Negro Festival di Pertosa, mi sono piacevolmente imbattuto nel bel video d'epoca di Enter Sandman dei Metallica. E non ho potuto fare a meno di riproporlo anche qui su [OFF-TOPIC]. Buona visione e altrettanto buon ascolto. (d.d.p.)

giovedì 27 agosto 2009

DA STASERA, A PERTOSA, IL "NEGRO" 2009

Di Diego Del Pozzo

L'estate sta finendo e, dopo la pausa agostana, [OFF-TOPIC] riprende le pubblicazioni dall'incantevole scenario naturale delle Grotte dell'Angelo di Pertosa, piccolo centro situato settanta chilometri a sud di Salerno. Qui è in programma, fino a domenica, il Negro Festival 2009, la manifestazione diretta da Dario Zigiotto e dedicata ai mille volti della musica etnica italiana e internazionale. E sarà la voce senza tempo di Raiz a inaugurare il festival, questa sera. L'ex vocalist degli Almamegretta, infatti, si esibirà all'interno delle grotte - nell'ambito della sezione sperimentale Antro Suono - a partire dalle ore 21, interagendo con la voce femminile e con i mandolini dei Radicanto, al ritmo della tammorra. A seguire, ci si sposterà sul palco centrale allestito nell'area antistante le grotte per il combat-folk e l'etno-rock dei Porto Flamingo e di Cisco, l'ex leader dei Modena City Ramblers: i due concerti avranno alcune connessioni inattese, col carismatico co-fondatore di una delle band storiche della scena indipendente italiana pronto a scambiare "energia sonica" con i componenti di questo nuovo interessante gruppo specializzato nel mescolare la musica tradizionale col rock più viscerale. Intorno alla mezzanotte, poi, il dj Stefano Miele proporrà una selezione etno-dance, per chi vorrà ballare fino alle prime luci dell'alba.
Il Negro Festival di Pertosa - che si caratterizza anche per la ricchezza delle attività collaterali proposte all'interno del Negro Village - andrà avanti fino a domenica e proporrà ogni sera concerti di grande interesse, sui due palchi dentro e fuori le grotte. Domani toccherà a Mimmo Maglionico, prima con Gino Evangelista (ore 21, Antro Suono) e poi con i suoi Pietrarsa accompagnati da Marzouk Mejri (ore 22, Palco centrale); a seguire, si esibirà la Tangeri Cafè Orchestra. Sabato sera, dopo il concerto di Elena Ledda e Mauro Palmas nelle grotte, c'è grande attesa per Canti randagi, l'etno-tributo a Fabrizio De André con la stessa Elena Ledda, Baraban e Peppe Barra. La chiusura di domenica sarà affidata, invece, a Mario Arcari e, soprattutto, all'esplosività di Roy Paci, che proporrà il suo progetto Extra vagante. Tutte le serate si concluderanno con le selezioni etno-dance di Stefano Miele.

giovedì 6 agosto 2009

UN CORTO PER L'ESTATE: "BASETTE"

Di Diego Del Pozzo

[OFF-TOPIC] va in vacanza per qualche giorno. Lascio ai lettori questo piacevole cortometraggio intitolato Basette. Ciao a tutti e... buona visione!

Basette from artibale on Vimeo.

TERRENCE HOWARD PARLA DI "IRON MAN"

Di Diego Del Pozzo


Recentemente, mi è capitato di incontrare a Ischia l’attore statunitense Terrence Howard, che gli appassionati di “cine-comics” conoscono molto bene per aver interpretato Jim Rhodes, “Rhodey”, nel primo capitolo cinematografico delle avventure di Iron Man (qui sotto, una scena del film). Con Terrence, ovviamente, c’è stato modo di parlare anche – o soprattutto? – del suo coinvolgimento in Iron Man, soffermandoci in particolare sulla sorprendente decisione di non riconfermarlo nello stesso ruolo anche nel secondo film della serie, dove sarà sostituito dal secondo me meno adatto Don Cheadle.
Allora, Terrence, com’è andata questa strana vicenda?
Ancora non l’ho ben capito fino in fondo. L’esperienza nel primo film, dal mio punto di vista, è stata fantastica. E, ovviamente, mi sarebbe piaciuto partecipare anche al secondo, nonostante si parlasse di una possibile riduzione dello spazio dedicato al mio personaggio. Comunque, questo è il business…”.
Sì, ma una spiegazione te la avranno pur data…
In realtà, no. La sostituzione con Don Cheadle è stata la sorpresa più grande della mia vita, anche se c’erano alcune divergenze e stavamo ancora discutendo per provare a superarle”.
C’è chi ha scritto che sarebbe dipeso dal tuo atteggiamento sul set.
Guarda, io amo profondamente il cinema e sono un attore che lavora duro e che, quando deve interpretare un ruolo, ne diventa quasi ossessionato. Durante ogni mio film, ho sempre cercato di imparare qualcosa di nuovo da tutti i registi con i quali ho avuto la fortuna di lavorare. Ovviamente, è andata così anche per Iron Man, dove ho cercato di rendere il mio personaggio più umano possibile. Evidentemente, qualcuno non ha apprezzato”.
In effetti, pare che il regista Jon Favreau e lo sceneggiatore Justin Theroux non fossero completamente soddisfatti della prestazione di Howard, poiché hanno dichiarato più di una volta di avergli dovuto far rigirare diverse volte alcune scene, con dispendio di tempo e denaro. In realtà, Terrence Howard – che può vantare pure una nomination all’Oscar per Hustle & Flow – è stato il primo attore contrattualizzato, quando Iron Man venne messo in cantiere. E pare che il suo compenso dell’epoca fosse superiore persino a quello di Robert Downey jr., protagonista del film nei panni di Tony Stark / Iron Man. I contrasti sul set, in particolare col regista Favreau, avrebbero convinto i vertici dei Marvel Studios a ridurre notevolmente il ruolo di Rhodey nel sequel, con conseguente proposta di riduzione dell’ingaggio tra il cinquanta e l’ottanta per cento fatta pervenire a Howard. Dopo un primo rifiuto dell’attore, la sostituzione con Cheadle (nella foto qui sotto, i due attori a confronto) sarebbe stata decisa improvvisamente, mentre le parti erano ancora impegnate in trattativa. Il tutto con la “benedizione” del boss dei Marvel Studios, Avi Arad, che ha sentenziato lapidario: “Nessuno è insostituibile”. Purtroppo, invece, tra i fans c’è grande malcontento, poiché tutti pregustavano già di vedere Terrence Howard – che, comunque, nel primo film ha dato vita a un ottimo Rhodey – nell’armatura di War Machine. Comunque, Howard non resterà certamente senza lavoro.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho appena finito di recitare nel nuovo film scritto e prodotto da George Lucas. S’intitola Red Tails e sarà diretto dal regista afroamericano Anthony Hemingway. Il film si rifà a un progetto che Lucas ha in cantiere da una trentina di anni e che all’inizio voleva anche dirigere personalmente. L’idea è originale: una sorta di Top Gun con attori prevalentemente afroamericani, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Io interpreto il personaggio principale, il colonnello A.J. Bullard, una specie di Martin Luther King dell’Aeronautica statunitense. E con me recitano anche Cuba Gooding jr., Tristan Wilds e Jesse Williams”.
Red Tails sarà uno dei titoli di punta dell’estate 2010, ma non è la sola grossa produzione nella quale sei coinvolto. So che ti stai contendendo il ruolo di Marvin Gaye con Will Smith nell’atteso biopic che lo specialista di “music movies” Cameron Crowe dedicherà al grande artista.
Sì, è vero. Attualmente, Cameron sta terminando la sceneggiatura e, quindi, non ci sono ancora contratti firmati. Però, io ho già partecipato a diverse riunioni preliminari e, ovviamente, sono davvero interessato a ottenere questo ruolo, per il quale lotterò con passione con Will”. Il film più recente nel quale hai lavorato è stato Fighting di Dito Montiel, visto in anteprima italiana all’Ischia Global Film & Music Fest, dove lo hai presentato assieme al regista (nella foto qui sopra, Howard a Ischia).
L’esperienza con Dito Montiel è stata straordinariamente positiva e mi ha reso un attore meno arrogante. Quando ho visto il primo film di questo regista, mentre ero in giuria al Sundance Festival, ho subito deciso che avrei lavorato con lui: il suo cinema, infatti, mi ricorda quello urbano del Coppola e dello Scorsese degli anni Settanta, con grande attenzione all’umanità dei personaggi e alle loro storie”.

mercoledì 5 agosto 2009

LOCARNO 2009: PARLA DOMENICO BALSAMO

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 5 agosto 2009)

C’è anche Pasquale Marrazzo, col suo nuovo film Sogno il mondo il venerdì, nella selezione dei Cineasti del presente al Festival internazionale di Locarno che s’inaugura oggi. E con Marrazzo è presente alla prestigiosa rassegna elvetica anche Domenico Balsamo (qui nella foto), il trentenne attore napoletano lanciato qualche anno fa da Antonio Capuano in Luna rossa e poi da Francesco Patierno in Pater familias. Balsamo, infatti, è tra i protagonisti del film diretto dal regista originario di Sant’Antimo, col quale è tornato a frequentare i territori del cinema d’autore meno conciliante.
Interamente girato a Milano, Sogno il mondo il venerdì getta uno sguardo quasi in presa diretta su un’Italia multiculturale, marginale, devastata dalla crisi economica. Nel film si parla di lavoro nero, sfruttamento, transessualità, extracomunitari e traffico d’armi. E con Domenico Balsamo sono protagonisti della pellicola anche Orsetta Borghero, Anis Garbi, Giovanni Brignola, Laura Ferrari, Elena Callegari.
Dunque, Domenico, che film è Sogno il mondo il venerdì?
“Certamente una pellicola spiazzante, molto cruda e non imbellettata, ma con tanta poesia pronta a scaturire proprio da questa crudezza. C’è molta sperimentazione, ma con ritmi serrati che non annoiano mai. Dal punto di vista stilistico, Marrazzo alterna uno sguardo iperrealistico e per nulla politicamente corretto sulla realtà circostante a improvvisi squarci lirici che emergono dai brani musicali che cantiamo noi attori”.
Sembra quasi un procedimento da musical…
“Ma in realtà non è così: le canzoni che io e gli altri attori interpretiamo renderanno, anzi, ancora più stridente il contrasto col resto del film. La cosa funziona in questo modo: ogni tanto, ci fermiamo e guardiamo verso la macchina da presa, cantando questi brani pop-rock molto ritmati scritti dallo stesso Marrazzo, con testi tutti in inglese. E proprio attraverso le canzoni emergono più nitidamente i sentimenti di ciascun personaggio. Un altro aspetto importante è quello linguistico, poiché ognuno parla nella propria lingua, senza doppiaggio ma con i dialoghi sottotitolati: nel film (nella foto qui sotto, una scena), ci sono almeno cinque-sei lingue differenti, dall’arabo al cinese, dal greco all’italiano fino all’indiano. E proprio il linguaggio è un altro elemento che caratterizza fortemente i personaggi”. A proposito di personaggi, ci parla di quello che interpreta lei?
“Si tratta di un giovane napoletano che vive da qualche tempo a Milano, dov’è perfettamente integrato, ha moglie e figlia, lavora in banca e apparentemente non ha nulla da temere. Ma dietro la superficiale sicurezza, emergerà ben presto una fragilità enorme che, durante il film, aumenterà sempre di più”.
C’è un elemento specifico che contribuisce a far emergere la fragilità del personaggio?
“Il vizio del gioco d’azzardo, che lo porterà a perdere tutto ciò che ha e a sottostare alla richiesta di un boss della malavita milanese, che lo obbliga a vendere droga e armi per rientrare del debito di gioco. In seguito a questa sua disavventura, il mio personaggio entrerà in contatto con le altre anime disperate che attraversano il film di Marrazzo, a partire dal transessuale col quale inizia una relazione erotico-sentimentale”.
Com’è stata l’esperienza su un set così particolare come quello di Pasquale Marrazzo?
“Mi è piaciuta molto, soprattutto per le forme non canoniche di narrazione che ho potuto sperimentare. Marrazzo, infatti, ha dato molto spazio a ciascuno di noi, in fase di riprese, consentendoci di integrare la sceneggiatura e di affidarci, in parte all’istinto. Poi, Pasquale ha una sua poetica molto personale, che per esempio lo portava a farci arrivare sul set anche un paio d’ore prima delle riprese per farci correre e sudare, poiché secondo lui soltanto attraverso la fatica emerge la verità: io durante le riprese ho perso cinque chili, grazie a questo metodo così originale. Ho notato molte similitudini col primo Patierno, quello di Pater familias, anche per il rapporto instaurato con noi attori, molto vero e senza compromessi”.
Dopo l’anteprima mondiale in programma sabato a Locarno, Sogno il mondo il venerdì uscirà nelle sale italiane in una decina di copie alla fine di agosto.

martedì 4 agosto 2009

DAL 27 AL 30, RITORNA IL NEGRO FESTIVAL

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 2 agosto 2009)

Alla sua quattordicesima edizione, il Negro Festival di Pertosa si svolgerà anche quest’anno nel consueto scenario naturale delle Grotte dell’Angelo dove, da giovedì 27 a domenica 30, a pochi metri dal fiume sotterraneo Negro che dà il nome alla manifestazione, si alterneranno i protagonisti del cartellone allestito dal direttore artistico Dario Zigiotto.
Il momento più atteso è, probabilmente, quello dei Canti randagi previsto per sabato 29. Riportato in scena a quattordici anni dalla prima esecuzione, sfociata anche in un disco, Canti randagi è stato «l’unico omaggio a Fabrizio De Andrè realizzato mentre il cantautore era ancora in vita - sottolinea Zigiotto - con la sua approvazione ufficiale e il suo apprezzamento. Noi lo riproponiamo a dieci anni dalla sua scomparsa». Sul palco - per eseguire le canzoni di Faber tradotte e adattate in dialetti diversi - ci saranno molti artisti presenti già nel cast originale, dalla sarda Elena Ledda ai lombardi Baraban fino a Peppe Barra (qui sotto, nella foto di Renato Rizzardi, assieme a Mimmo Maglionico e Marzouk Mejri), che interpreterà di nuovo l’emozionante versione in napoletano di Bocca di rosa. «Quando Fabrizio mi telefonò per propormi questo insolito adattamento - ricorda Barra - all’inizio pensai a uno scherzo. Poi, mi confrontai con le difficoltà di un testo complicato da trasporre in napoletano. In questo mi diede una mano Vincenzo Salemme, che riscrisse da par suo il testo originale. Quindi, la via del ”recitar cantando” mi permise di non tradire l’essenza del brano e, allo stesso tempo, di adattarlo alla mia personalità artistica».
Tra concerti all’interno delle grotte e quelli sul palco centrale nel piazzale antistante le grotte, di scena saranno in tanti: Raiz con i Radicanto, Porto Flamingo con Cisco (ex Modena City Ramblers), Mimmo Maglionico (prima con Gino Evangelista e poi con i suoi Pietrarsa e Marzouk Mejri), Elena Ledda con Mauro Palmas, Mario Arcari, le contaminazioni andaluse della Tangeri Café Orchestra e il progetto Extra vagante di Roy Paci e Aretuska. Ogni sera, poi, da dopo la mezzanotte si ballerà fino al mattino con i dj set etno-dance di Stefano Miele.
Il Negro Festival, organizzato dal Comune di Pertosa e inserito nel Viaggio nella tradizione promosso dalla Regione Campania, proporrà anche attività extramusicali: dallo speleotrekking alle degustazioni enogastronomiche, dagli stand del NegroVillage alle visite guidate presso i MIdA (Musei integrati dell’Ambiente) fino alle meritorie iniziative di solidarietà per l’Africa.

lunedì 3 agosto 2009

L'ANTEPRIMA NAZIONALE DI EVANGELISTI

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 31 luglio 2009)

Esplorare l’Italia del futuro per decifrare quella attuale: è ciò che si propongono i nove scrittori riuniti dal curatore Giorgio Vasta nell’antologia Anteprima nazionale (minimum fax, 232 pagine, 15 euro), per cercare «una forma nel buio» del nostro presente grazie a quel «dispositivo ottico» chiamato letteratura.
Tra i nove autori coinvolti - assieme a Tullio Avoledo, Giorgio Falco, Wu Ming 1, Tommaso Pincio, Ascanio Celestini, Giancarlo De Cataldo, Giuseppe Genna e Alessandro Bergonzoni - c’è anche Valerio Evangelisti, uno tra i narratori italiani più apprezzati all’estero, in particolare grazie alla saga dell’inquisitore Nicolas Eymerich. «L’anno prossimo - anticipa Evangelisti - è prevista l’uscita del nuovo romanzo, che per ora ha un titolo provvisorio, Rex tremendae maiestatis. Si svolge in Sicilia, ma con un finale a Napoli, dentro Castel dell’Ovo». In Anteprima nazionale, invece, Evangelisti è presente con Capobastone, racconto nel quale descrive un’Italia futura da incubo, dove la criminalità organizzata è stata definitivamente sdoganata e governa il Paese: «Si è fatta le proprie leggi, è rappresentata in Parlamento - spiega lo scrittore bolognese - da diversi partiti ideologicamente affini tra loro (Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Striddia) e ha conquistato il massimo consenso tra gli italiani dando loro ciò che volevano».
Proprio questa sembra la notazione più disperata e agghiacciante. Come è nato questo approccio così feroce nei confronti dell’esistente?
«L’ispirazione iniziale viene da un vecchio romanzo di fantascienza di Cyril M. Kornbluth, intitolato in italiano Non è ver che sia la mafia... (sottinteso: il peggior di tutti i mali). Vi si narra di un dominio futuro di Cosa Nostra sugli Stati Uniti, con quasi generale soddisfazione. Il romanzo mi è tornato più volte in mente nel constatare che tanti italiani votavano e votano con entusiasmo politici notoriamente corrotti o legati alla malavita organizzata. In una situazione simile, il problema non sono i mafiosi, ma chi vota per loro. Mettiamo che la percentuale cresca e si arrivi, senza troppi sforzi di immaginazione, a uno stato di cose quale quello che prospetto io».
Come ha sviluppato l’idea di partenza del racconto?
«Partendo dalla mentalità che oggi prevale in Italia: l’essere subordinato all’avere. Così si votano anche criminali, a tutela dei propri interessi immediati. I dati da cui partire li avevo sotto gli occhi: un clima strano, a metà tra la commedia e il cinismo diffuso, la crudeltà e l’amoralità dilaganti, la voglia di arraffare assurta a ideologia condivisa. Tutto è effimero, corrotto, triviale. Non ho dovuto sforzare troppo la mia immaginazione».
Il curatore Giorgio Vasta scrive nella sua introduzione che «L’Italia è tratta da una storia vera». Lei che ne pensa?
«L’Italia odierna offre uno spettacolo penoso, che all’estero è osservato con irridente simpatia. Siamo tornati ai mandolini, alle storie pecorecce, ai furori nazionalistici e ai fervori clericali. Poi nessuno crede in nulla, ma l’importante è che la commedia continui. Nei confronti di questo Paese provo un sentimento tra l’indignato e il divertito. Ne deriva una sorta di sarcasmo, da non confondere con il distacco, che mi aiuta a sopportare l’insopportabile. Un narratore può rendere vivi tali sentimenti e farvi partecipare più gente di quanto sia in grado di fare uno studioso. Sullo stesso piano si pone, quando ne ha voglia, il giornalista, solo che l’operazione, per lui, dura un solo giorno, o una sola settimana. Un libro, invece, dura più a lungo».
Colpiscono, nel suo racconto, quei passaggi nei quali parla di «azzeramento della storia» e dell’eterno presente dei reality show, che lei definisce «una specie di passaggio obbligato per la politica»...
«Reality show? Non dimentichiamo che, in Italia, due comunisti hanno di recente ottenuto affermazioni clamorose: Vladimir Luxuria all’Isola dei Famosi e Marco Baldini a La Fattoria... Ovviamente scherzo, ma non vi è dubbio che la televisione dilaghi nella società e le detti modelli e scale di valori. In un certo senso, politica e televisione sono venute a coincidere. Ciò provoca un automatico e sottile azzeramento della memoria storica. Esiste solo ciò che passa sul piccolo schermo, e chi contesta ciò lo fa dal piccolo schermo, cioè dal territorio in teoria nemico».
Cosa c’è, invece, nel futuro di Valerio Evangelisti, dopo Anteprima nazionale?
«Oltre al nuovo capitolo di Eymerich, attualmente sto scrivendo il prequel di Tortuga, il mio recente romanzo sui pirati: s’intitola Veracruz. Inoltre, è da poco uscita una nuova collana mondadoriana da edicola, Epix, con un volume dedicato a una mia antologia, Acque oscure, comprendente anche Gocce nere, un mio romanzo breve inedito. Contemporaneamente ad Anteprima nazionale, infine, è in libreria un’altra antologia, Italia underground, a cura di Angelo Mastrandrea, edita da Sandro Teti: nel mio breve racconto immagino il Paese intero divenuto sede di un reality show su scala planetaria, con il resto del mondo che scommette sulle famiglie italiane per vedere se riusciranno a cavarsela».