Bova vi interpreta Marco Tancredi, ex militare delle forze speciali dell’Esercito ritiratosi dal servizio in seguito a un grave incidente. Nonostante il suo unico desiderio sia quello di vivere in pace, però, una tragedia personale lo costringe a tornare in azione e a confrontarsi con un mondo nel quale nulla è davvero così come appare. Accanto a lui ci sono anche Ana Caterina Morariu, Massimo Venturiello, Dino Abbrescia, Salvatore Lazzaro, Daniela Virgilio, Sandra Franzo, Stefano Fresi, Francesco Foti, Vincent Riotta e Irene Ferri nel ruolo della moglie Lidia, valente psichiatra che aiuta il protagonista a superare un momento terribile. La regia della serie è di uno specialista come Alexis Sweet, già apprezzato per “R.I.S.”, mentre la produzione è della collaudata Taodue di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt.
Azione, continui colpi di scena, utilizzo delle più avanzate tecnologie, ricorso a sofisticati effetti speciali rendono “Intelligence – Servizi & segreti” un caso unico nel panorama televisivo italiano. “In effetti, si tratta quasi di un esperimento – sottolinea Raoul Bova – che ha richiesto grande coraggio da parte dei produttori e del network. Il progetto mi ha colpito proprio per la voglia di battere strade nuove e di cercare soluzioni inedite nel panorama produttivo nostrano. Un altro elemento che ha suscitato il mio interesse, poi, è stato la costante ricerca della verità, che ha portato noi attori a recitare quasi tutte le sequenze, anche le più pericolose, senza l’ausilio di stunt o controfigure: e anche questa è una novità assoluta per l’Italia”.
Così, a settembre sarà al Lido di Venezia, nel cast dell’attesissimo Baarìa di Giuseppe Tornatore; e praticamente in contemporanea sui teleschermi di Canale 5, come protagonista della nuova fiction-kolossal Intelligence, diretta da Alexis Sweet – lo stesso di R.I.S. – e prodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt con budget di ben 16 milioni di euro e location in Italia, Tunisia e Romania. “Si tratta – spiega l’attore – di una serie di azione e detection ambientata nell’universo dei servizi segreti, ma col motore drammaturgico di una storia d’amore”. Nelle sei puntate della fiction, Bova interpreta Marco Tancredi, un ex-paracadutista dell’esercito italiano ritiratosi a vita privata in seguito a un incidente. Una triste vicenda personale, però, costringe l’uomo a entrare nei Servizi segreti italiani e a confrontarsi, quindi, con un mondo fatto di segreti inconfessabili e di torbidi interessi sovranazionali. Accanto a Bova, recitano anche Ana Caterina Morariu, Massimo Venturiello, Dino Abbrescia, Salvatore Lazzaro, Vincent Riotta e Irene Ferri.
Sono davvero tanti, poi, gli impegni di Raoul Bova sul grande schermo, a partire dal film annunciato durante i recenti Mondiali di nuoto disputatisi a Roma: “Una pellicola ispirata alla vita e alla carriera del grande ranista Domenico Fioravanti, vincitore di due medaglie d’oro alle Olimpiadi di Sidney nel 2000, ma poi costretto a un prematuro ritiro a causa di problemi cardiaci”. A dirigere il film sarà Stefano Reali. “Proprio il successo dei Mondiali di Roma – prosegue Bova – mi ha convinto che i tempi erano maturi per questo film. Tra l’altro, io ho nuotato per 16 anni, iniziando quando ne avevo soltanto quattro. Ero anche promettente come atleta. Poi il destino mi ha portato verso la professione di attore, ma il mio sogno sarebbe stato quello di partecipare a Mondiali e Olimpiadi”.Tra gli altri impegni cinematografici di Raoul Bova ce n’è anche uno internazionale: il thriller di Nicholas Roeg Night Train, nel quale è affiancato da star del calibro di Sigourney Weaver, Michael Madsen e Nick Nolte. In Italia, l’attore sarà presente nel sequel di Scusa ma ti chiamo amore, sempre diretto da Federico Moccia e interpretato dalla protagonista della precedente pellicola: Michela Quattrociocche. E, come per ogni seguito che si rispetti, il titolo è quasi uguale: Scusa ma ti voglio sposare. “Si tratta – spiega Bova – di una pellicola divertente che si ricollega alla migliore tradizione della commedia all’italiana”. Un ruolo diversissimo, in un progetto cinematografico inassimilabile a quello di Moccia, lo attende, invece, nel nuovo film di Daniele Luchetti, La Vita, dove vestirà i panni del fratello del protagonista Elio Germano: “E questo – sottolinea – è un ruolo estremamente problematico, poiché interpreto un uomo che non ha mai superato il trauma della morte della mamma e che, quindi, si rifà ossessivamente a ricordi materni che gli rendono impossibile relazionarsi con le altre donne”.
Sempre sul grande schermo, però, Raoul Bova intende portare presto anche alcuni lavori nei quali sia coinvolto non soltanto in veste di interprete. “Dopo il successo di Sbirri, infatti, sto pensando – racconta – a una trilogia che ne riprenda temi e stile, tra fiction e documentario, da produrre con la mia società: vorrei ispirarmi alle inchieste giornalistiche del reporter Fabrizio Gatti e realizzare tre film sull’immigrazione clandestina, sulle tifoserie violente negli stadi e sulle violenze sessuali e la pornografia on line”. E ancora in tema di impegno civile, Bova – che è direttamente coinvolto in una Fondazione per la cultura della legalità, creata assieme al capitano “Ultimo”, da lui interpretato in una celebre fiction – sta lavorando anche a un progetto su Derek Rocco Barnabei, l’americano di origini italiane ingiustamente condannato a morte nel 2000.