domenica 30 agosto 2009

NEGRO 2009: INTERVISTA A ROY PACI

Di Diego Del Pozzo


L’irresistibile onda sonora di Roy Paci e i suoi Aretuska travolgerà gioiosamente, questa sera alle ore 22, la platea del Negro Festival, durante la serata conclusiva della manifestazione ambientata nel suggestivo scenario naturale delle Grotte dell’Angelo a Pertosa.
Per chiudere degnamente il Negro 2009, il trombettista siciliano porterà sul palco che dà le spalle alle grotte un progetto sonoro internazionale concepito appositamente per il festival diretto da Dario Zigiotto: e già il titolo, Extra vagante, fa pensare a qualcosa di sorprendente e originale. Così come il cast arricchito da tanti artisti provenienti da diverse parti del mondo. Ma cos’è esattamente Extra vagante, chiediamo al vulcanico musicista nativo di Augusta?
“E’ una produzione unica, che nasce in modo estemporaneo, a partire dal rapporto umano che ho sviluppato negli anni con una serie di artisti di differenti estrazioni geografiche e culturali”.
Chi sono questi artisti?
“Con me e gli Aretuska, saranno sul palco del Negro il rapper italo-egiziano Amir Issaa, la cantante brasiliana Ana Flora, il palestinese Faisal Taher, il clarinettista e sassofonista italiano Guglielmo Pagnozzi e la danzatrice e percussionista guineiana Sirè. Con tutti loro daremo vita a una serata all’insegna dell’improvvisazione, nella quale “contaminarci” reciprocamente con le rispettive esperienze e culture”.
Quella di Pertosa resterà l’unica esecuzione di Extra vagante?
“Per adesso sì, anche perché abbiamo pensato il progetto per questo scenario. Comunque, stasera noi registreremo tutto il concerto e, dunque, non escludo a priori la possibilità di pubblicarne in qualche modo gli esiti”.
Extra vagante nasce dalla voglia di contaminare differenti espressioni artistiche. Ma cos’è per lei la contaminazione?
“E’ tutto. Direi, anzi, che quella di abbattere steccati meschini e superare qualsiasi etichetta o barriera, culturale e geografica, può essere considerata addirittura la nostra “mission”. In tal senso, dunque, la Lega, con le sue politiche ghettizzanti, non ci fa paura”.
Nella sua musica, d’altra parte, è sempre stato centrale l’utilizzo dei vari dialetti italiani, oltre che il rapporto forte con le radici.
“E anche questo va ricondotto alla nostra voglia di abbattere gli steccati: anzi, credo che in futuro, dopo il salentino e il siciliano, inizieremo a fare anche qualcosa con dialetti del nord, come il veneto o il friulano”.
Cosa c’è nel suo immediato futuro, dopo l’esibizione di stasera al Negro?
“Saremo in tour italiano fino a fine settembre, per poi partire per una tournée in Australia. Al ritorno, ultimeremo il nuovo disco firmato Roy Paci & Aretuska, che uscirà all’inizio del prossimo anno”.