sabato 31 ottobre 2009

OGGI SI PARLA UN PO' DI CALCIO

Di Diego Del Pozzo

Quando il Napoli vinse per l'ultima volta sul campo della Juventus io avevo diciassette anni e frequentavo ancora il liceo. Era il 1988. Il mondo era molto diverso: Berlino era divisa dal Muro e sullo skyline di Manhattan dominavano le Twin Towers.
Gli azzurri ebbero la meglio addirittura per 5-3, con tripletta di Careca. Da allora - mentre io mi affacciavo alla vita adulta, all'università e poi al mondo del lavoro - il Napoli iniziò a inanellare soltanto delusioni calcistiche in serie nei confronti della "Vecchia Signora", tra rabbia, impotenza e qualche occasione persa. Tutto ciò fino a poco più di mezz'ora fa. Ebbene sì, il nuovo Napoli guidato da Walter Mazzarri ha appena espugnato l'Olimpico di Torino per 3-2, rimontando addirittura da un apparentemente disperato 0-2. Ancora una volta, proprio come nelle ultime tre gare, gli Uomini - sì, stavolta ci vuole proprio la maiuscola - in maglietta azzurra hanno avuto la meglio credendo unicamente nella forza del gioco, senza scomporsi per nulla nemmeno dopo il doppio svantaggio, peraltro frutto di due errori difensivi clamorosi che avrebbero potuto spezzare le gambe e il morale a una squadra che, fino a quel momento, se la stava giocando "alla grande".
Un gruppo meno saldo e meno sicuro delle sue potenzialità avrebbe ceduto di schianto. Il Napoli, invece, non ha fatto una piega: ha abbassato la testa e continuato semplicemente a giocare. Mazzarri, da parte sua, ha rovesciato tatticamente la partita grazie all'azzeccatissimo ingresso di Datolo (stavolta decisivo, al pari di un immenso Hamsik - nella foto sopra, esultante dopo il suo secondo gol - e di un Lavezzi generoso come sempre: qui sotto, assieme a Datolo), facendo un sol boccone del sopravvalutato neo-allenatore juventino Ciro Ferrara. Al fischio finale, quindi, i giocatori del Napoli hanno potuto esultare per una vittoria strameritata e voluta davvero con tutte le forze. E si tratta della quarta rimonta in quattro partite disputate con Mazzarri in panchina. Non un caso, non un indizio, più di una prova.
Bene: direi che il campionato del Napoli, adesso, può finalmente cominciare...


venerdì 30 ottobre 2009

FINO A DOMENICA, OMOVIES A NAPOLI

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 30 ottobre 2009)

Un nuovo sportello comunale per l'ascolto e il supporto ai differenti tipi di famiglia, dalla tradizionale a quelle omosessuali o transgender, presenti sul territorio cittadino: lo ha annunciato l'assessore comunale alle politiche sociali e giovanili, Giulio Riccio, durante la giornata inaugurale di Omovies, il festival di cinema omosessuale in corso di svolgimento all'Academy Astra di via Mezzocannone fino a domenica. "Lo sportello – spiega Riccio – sarà operativo all'inizio del prossimo anno e, per renderlo più visibile e facilmente raggiungibile, abbiamo pensato di aprirlo in pieno centro, all'interno dell'università. In questo modo, potremo coinvolgere anche i giovani e offrire un servizio di ascolto e consulenza efficace a tanti cittadini omosessuali o transgender, che troppo spesso sono abbandonati a se stessi in situazioni che, invece, sarebbero facilmente risolvibili dalle istituzioni". E Riccio fa riferimento pure ai tanti episodi di omofobia, spesso anche violenti, che si stanno verificando, con sempre maggiore frequenza, a Napoli come nel resto d'Italia: "In tal senso, la nostra vuole essere – aggiunge – una scelta di campo netta. D'altra parte, anche il sostegno convinto che abbiamo dato al festival Omovies va nella medesima direzione".
La manifestazione, ideata da Carlo Cremona e Marco Taglialatela dell'associazione i Ken Onlus, propone come presidente della giuria dei cortometraggi l'ex parlamentare Vladimir Luxuria, che domenica sera premierà i lavori più meritevoli tra quelli selezionati col supporto della Mediateca Santa Sofia. Il programma prosegue oggi, al cinema Astra, con le proiezioni dei film Il seme della discordia di Pappi Corsicato (alle 18, nell'ambito di una retrospettiva dedicata al regista napoletano), Senza fine di Roberto Cuzzillo (alle 20) e L'amore e basta (alle 22), un documentario di Stefano Consiglio già selezionato a settembre dalla Mostra del Cinema di Venezia e imperniato su storie quotidiane di coppie omosessuali presentate dall'attore Luca Zingaretti.

giovedì 29 ottobre 2009

L'UNIVERSO DELLA CONOSCENZA SUL WEB

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 29 ottobre 2009)

Che ne direste di una scuola, o di una facoltà universitaria, nella quale fosse possibile ascoltare lezioni di letteratura direttamente dalla voce di Pasolini o Calvino, ragionamenti filosofici spiegati da Popper o Gadamer, squarci di storia del cinema narrati da Rossellini o Fellini? Questa scuola oggi esiste: si chiama L'universo della conoscenza e può essere cercata nel mare magnum di Internet all'indirizzo www.conoscenza.rai.it. Si tratta, in definitiva, della nuova web-tv didattica nata, grazie alla collaborazione tra Rai e Regione Campania, dall'esperienza del ventennale progetto culturale dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche.
L'universo della conoscenza, ideato e diretto dal presidente di Rai Trade, Renato Parascandolo, è una piattaforma finalizzata all'arricchimento dell'offerta didattica universitaria e scolastica mediante migliaia di video e programmi culturali tratti dallo scrigno delle Teche Rai e le interviste-lezioni dell'Enciclopedia multimediale realizzata dalla Rai, a partire dal 1987, con la direzione scientifica dell'Istituto italiano per gli Studi Filosofici. I filmati sono organizzati per discipline (storia, filosofia, medicina, biologia, economia, matematica, scienze sociali, comunicazione, diritto, arte, letteratura, psicologia) e ciascun video è arricchito anche da testi di approfondimento, come biografie degli autori o traduzioni in altre lingue, oltre che da appositi link tematici.
L'interessante progetto è stato presentato in Regione da Parascandolo e dagli assessori Nicola Mazzocca (Università e Innovazione) e Corrado Gabriele (Istruzione). Con loro i rettori degli atenei del Sannio, Orientale, Suor Orsola, Partenope, nonché Gerardo Marotta degli Studi Filosofici. "Grazie a questa nuova web-tv - ha spiegato Parascandolo - migliaia di studenti potranno usufruire di un servizio multimediale fortemente innovativo e giovarsi delle testimonianze audiovisive delle menti migliori del nostro tempo". I docenti, infatti, potranno disporre in tempo reale, con qualità video in alta definizione e funzioni interattive semplici e intuitive, di preziosi materiali riguardanti i più autorevoli uomini di pensiero del Novecento.

mercoledì 28 ottobre 2009

ARRIVA "INVICTUS" DI CLINT EASTWOOD

Di Diego Del Pozzo

Dopo Gran Torino, Clint Eastwood continua a interrogarsi, in modo rigoroso dal punto di vista etico ed estetico, su alcune questioni fondamentali per la civile convivenza nel corso di questo difficile Terzo millennio: per esempio, il superamento delle barriere tra le varie etnìe, oppure il rispetto verso coloro che hanno un colore della pelle diverso e vivono secondo una cultura differente.
Il grande cineasta americano lo fa nel suo nuovo film, Invictus, che rievoca un momento epocale nella storia recente del mondo: la fine dell'Apartheid in Sudafrica. In particolare, il nuovo film di Eastwood è incentrato sull'indimenticabile vittoria degli Springboks sudafricani ai Mondiali di rugby del 1995: evento che fece da straordinario collante sociale per il "nuovo" Sudafrica, grazie soprattutto al vero e proprio "patto" tra l'allora neo-presidente Nelson Mandela (da poco uscito di prigione) e il capitano della nazionale di rugby Francois Pienaar (interpretati, rispettivamente, da Morgan Freeman e Matt Damon: qui sopra, sul set assieme al regista).
Dopo la sua liberazione e l'elezione a presidente, infatti, Mandela si rese conto che il Sudafrica era ancora spaccato in due, sia economicamente che socialmente, a causa dell'Apartheid. Pertanto, decise di cercare di riunire la sua gente attraverso lo sport più popolare del Paese, supportando il national team di rugby nella corsa verso la vittoria dei Mondiali del 1995. Così facendo, riuscì a trasformare uno sport simbolo delle divisioni razziali - poiché il rugby in Sudafrica era praticato soprattutto dalla componente bianca e afrikaans ed era rigidamente sottoposto alle "regole" dell'Apartheid - in elemento unificatore di una nazione che voleva lasciarsi alle spalle un passato fatto di odio e orrore.
L'uscita di Invictus entro fine anno negli Stati Uniti (11 dicembre) è stata chiaramente pensata dalla Warner Bros. in funzione della corsa agli Oscar, che dovrebbe avere proprio in questo film un atteso protagonista, specialmente dopo la criticatissima esclusione dell'anno passato del notevole Gran Torino. In Italia, Invictus - tratto dal romanzo di John Carlin e sceneggiato da Anthony Peckham - uscirà il 12 febbraio 2010.
Ecco, qui di seguito, il primo trailer, appena diffuso dalla Warner.


martedì 27 ottobre 2009

DA GIOVEDI', LUCCA CAPITALE DEL FUMETTO

Di Raffaele De Fazio

Lucca, Lucca, Lucca!!! Ogni anno, quando si avvicina il più importante salone italiano del fumetto, questo grido torna a riecheggiare ovunque nel mondo del comicdom italiano, con gli editori nostrani che diventano improvvisamente iperattivi e si presentano alla manifestazione con quanto di meglio hanno da offrire al proprio pubblico, tra l'altro supportando ogni progetto che si rispetti attraverso l'inevitabile "ospitata" dell'autore di turno presso lo stand in fiera.
Lucca Comics and Games 2009 si svolgerà da giovedì a domenica e, dando un'occhiata veloce alla lista degli ospiti di questa edizione, noto con grande piacere la presenza di veri e propri maestri del fumetto mondiale: tra i tanti, saranno nella cittadina toscana Charles Vess, Eduardo Risso, Enrico Marini, Jean-Claude Mézières, Vittorio Giardino, Milo Manara, Luis Royo, Hermann, il grande scrittore Michael Moorcock e altri ancora. A ulteriore conferma di come, una volta di più, Lucca riesca a proporsi autorevolmente come "Il Festival" del fumetto in Italia.

lunedì 26 ottobre 2009

U2 LIVE FROM THE ROSE BOWL IN PASADENA!!!

Di Diego Del Pozzo

E così il grande evento è stato visto regolarmente in mezzo mondo, senza intoppi di nessun tipo, grazie alla diretta su You Tube.
Adesso, per chi volesse rivedere per intero il concerto di ieri che gli U2 hanno portato in scena al Rose Bowl di Pasadena, ecco qui di seguito il video integrale ufficiale.
Buona visione!!!

giovedì 22 ottobre 2009

22 ANNI FA: QUANDO C'ERANO I GUNS N' ROSES...

Di Diego Del Pozzo

Ventidue anni fa usciva un album destinato a fare la storia del rock: Appetite for Destruction dei californiani Guns n' Roses. Il disco ha venduto, negli anni, più di ventotto milioni di copie in tutto il mondo, delle quali quindici nei soli Stati Uniti, diventando il quarto album di debutto più venduto di sempre.
Della formazione originale della band facevano parte: Axl Rose (voce), Slash (chitarra solista), Izzy Stradlin (chitarra ritmica), Duff McKagan (basso), Steven Adler (batteria). Il disco uscì con una copertina (riprodotta qui a lato) che presentava una controversa illustrazione dell'artista underground Robert Williams, nella quale era raffigurato un mostro volante che difende una ragazza svenuta da un robot pronto a stuprarla. La copertina fu censurata e il disco ritirato dal commercio, dopo aver venduto rapidamente più di cinquecentomila copie, tra le quali c'è anche la mia, poiché, per fortuna, riuscii a comprarlo prima del ritiro dai negozi (pare, tra l'altro, che la band non avesse neanche pagato il quadro, violando quindi il copyright).
Appetite for Destruction, poi, fu rimesso in commercio con una nuova copertina, sulla quale è raffigurato un famoso tatuaggio di Axl, con i componenti del gruppo raffigurati come teschi incastonati su di una croce.
Per ricordare degnamente i tempi di questo grande disco rock godiamoci, qui sotto, il video di Sweet Child O' Mine, uno tra i brani più amati e popolari dell'intera discografia del gruppo.

mercoledì 21 ottobre 2009

U2 LIVE STREAMING FROM PASADENA!!!

Di Diego Del Pozzo

Gli U2 stanno per superare un nuovo confine artistico e tecnologico. Il loro concerto di domenica, in programma al Rose Bowl di Pasadena davanti a quasi centomila spettatori, sarà trasmesso, infatti, integralmente in diretta video su YouTube.
Lo streaming in diretta sarà disponibile sul canale ufficiale degli U2 e potrà essere visto nei seguenti Paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Canada, Italia (!!!), Spagna, Giappone, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Irlanda (ovviamente!), Messico, India, Israele, Corea del Sud e Olanda. L'inizio dello show di Pasadena è previsto quando in Italia saranno le 5.30 del mattino. Ma, mai come questa volta, varrà davvero la pena fare una levataccia, poiché domenica si farà letteralmente la storia.
In attesa dell'evento, accontentiamoci di qualche brano - stavolta non ufficiale, però - tratto dal concerto milanese di luglio della band irlandese. Ecco qui di seguito, dunque, le versioni di Sunday Bloody Sunday e Magnificent eseguite il 7 luglio a San Siro.




lunedì 19 ottobre 2009

A CATANZARO LA GRANDE MUSICA DA FILM

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 19 ottobre 2009)

Ennio Morricone, Ryuichi Sakamoto, Nicola Piovani, Riz Ortolani, Charles Aznavour: è il quintetto d'eccezione che propone il Teatro Politeama di Catanzaro per la prima rassegna internazionale La grande musica per il cinema, in programma da oggi al 6 novembre sul palco del giovane Stabile calabrese, inaugurato nel 2002.
Ad aprire la manifestazione, questa sera, sarà un concerto speciale diretto dal premio Oscar Ennio Morricone (qui sopra, nella foto), che eseguirà per la prima volta in pubblico il tema di Baarìa, il kolossal di Tornatore selezionato per rappresentare l'Italia nella corsa ai prossimi Oscar. Secondo Morricone, sono tre gli obiettivi della rassegna: "Celebrare la musica per il cinema, esaltare la collaborazione artistica tra regista e compositore, sottolineare lo straordinario risultato dell'incontro tra immagine e suono". Alla serata sarà presente, in veste di madrina, anche l'attrice italo-americana Jo Champa, di origini calabresi.
Nell'ambito della manifestazione, domenica prossima, Tornatore inaugurerà, all'interno del complesso monumentale di San Giovanni, la mostra La porta del vento, con le foto scattate da lui sul set di Baarìa tra un ciak e l'altro. Sempre il 25, poi, sul palco del Politeama salirà Ryuichi Sakamoto, mentre mercoledì 28 toccherà a Nicola Piovani riproporre le indimenticabili colonne sonore composte in carriera, tra le quali quella di La vita è bella, che gli fruttò l'Oscar nel 1999. Tre giorni dopo, sabato 31, Riz Ortolani rievocherà le musiche composte per film come Il sorpasso di Dino Risi e i più recenti Il cuore altrove e Il papà di Giovanna di Pupi Avati, il quale sarà ospite della serata. La rassegna si concluderà il 6 novembre con il recital di Charles Aznavour, unica tappa meridionale del tour italiano dell'artista franco-armeno.

domenica 18 ottobre 2009

I VAMPIRI SECONDO GUILLERMO DEL TORO

Di Diego Del Pozzo

Da qualche settimana, è in libreria il primo romanzo del regista Guillermo Del Toro, scritto assieme allo specialista Chuck Hogan: in italiano s'intitola La progenie (The Strain) ed è un bell'horror, teso e avvincente, edito da Mondadori. Costa 20 euro, ma lo consiglio vivamente agli appassionati del genere vampiresco, poiché tra le altre cose rilegge in chiave contemporanea il classico Dracula stokeriano, a partire dall'incipit.
Ecco, qui di seguito, la trama e il booktrailer (qui a lato, invece, c'è la copertina italiana):
Un Boeing 777 partito da Berlino atterra all'aeroporto JFK di New York. Durante l'intera manovra, dall'apparecchio non arriva alcun segnale umano. L'inquietante silenzio spinge le autorità a creare un cordone di sicurezza intorno ai velivolo e inviare forze speciali in ricognizione, nel timore di un attacco terroristico. All'interno dell'aereo, uno spettacolo agghiacciante: l'intero equipaggio e i passeggeri, a eccezione di quattro, sono morti per cause misteriose.
Che cosa ha ucciso quelle persone? Chi ha condotto l'aereo a destinazione? Che cos'è la misteriosa e letale malattia che solo dopo qualche giorno comincia a diffondersi per Manhattan, seminando morte e terrore?
Ciò che l'epidemiologo Eph Goodweather, incaricato delle indagini, scoprirà suo malgrado, è che quello che l'America si trova ad affrontare non è un morbo, bensì l'inizio di una terribile guerra: un immane conflitto fra esseri soprannaturali, nel quale l'unico ruolo assegnato agli esseri umani è quello di cibo.

giovedì 15 ottobre 2009

DOSSIER DISNEY-MARVEL / 2: IL COMMENTO

Di Raffaele De Fazio

Credo di poter affermare, senza temere di essere smentito, che settembre 2009 verrà ricordato come il mese nel quale si è deciso il futuro del fumetto americano per i prossimi decenni. Come anche le pietre ormai sanno, infatti, la Casa delle Idee è stata acquistata dal più grosso colosso multimediale del mondo, la Walt Disney Company (per i dettagli dell'operazione, vedi il precedente articolo di Diego Del Pozzo). Ebbene sì, cari lettori, il sorridente Stan ed il sorridente Walt cammineranno a braccetto per i prossimi anni.
Dopo aver cercato di farsi comprare da chiunque si trovasse a passare nelle vicinanze di una loro licenza la Marvel becca il "cinghialone" e si accasa presso il colosso di Burbank che, tra una Hanna Montana ed un High School Musical si riappropria di un settore nel quale latitava ormai da diversi decenni, almeno in America, ovvero il fumetto per adolescenti. Per farlo, piuttosto che rilanciare una divisione fumettistica che pure ha sfornato dei veri e propri maestri quali Carl Barks, Don Rosa, Al Taliaferro e Floyd Gottfredson, decide di acquistare direttamente l'editore con il più alto numero di vendite d'America.
Cosa comporterà tutto ciò per il futuro dei personaggi Marvel? Solo il tempo ce lo dirà, ma quello di cui possiamo essere certi è che la Disney difficilmente sbaglia un colpo. Dopo essersi sbarazzata dell'ingombrante Michael Eisner, unico CEO Disney ad essere attaccato dagli stessi eredi del grande Walt (indimenticabile il sito SaveDisney.com del nipote Roy Disney) e responsabile della chiusura di tutte le divisioni animazione 2D, dall'avvento della gestione Bob Iger la casa di Topolino ha portato a casa l'accordo di esclusiva con Pixar Animation e Steve "Apple" Jobs, un contratto di distribuzione esclusiva dei lungometraggi non animati della concorrente Dreamworks (primo fra tutti il film su TinTin prodotto da Spielberg), il potenziamento delle consociate ABC Television e Disney Interactive grazie anche all'accordo con Square Enix che ha portato alla nascita della serie Kingdom Hearts. Insomma, se per mesi ho parlato della necessità da parte della Casa delle Idee di dover, al contrario della Distinta Concorrenza, incassare nel più breve tempo possibile, adesso la situazione si modifica radicalmente.
Molti fan dell'Uomo Ragno temono la "bambinizzazione" (ulteriore, aggiungerei io) del Marvel Universe e temono incursioni di topi e paperi tra i loro beniamini. Io credo che non hanno nulla da temere: dopotutto, se Disney ha comprato Marvel è solo perché ritiene che quest'ultima sia la migliore in quello che fa, vale a dire fumetti per ragazzi tra i dodici e i diciassette anni. Senza tralasciare l'enorme bagaglio di personaggi, e quindi di licenze, sfruttabili in tutti i settori coperti dalla Disney, che spazia dal cinema alla televisione, dai parchi dei divertimenti al merchandising più estremo. Insomma, la Marvel potrebbe avviarsi, secondo me, verso un futuro abbastanza radioso, sperando, a questo punto, che la rinnovata sicurezza economica porti l'editore newyorkese ad osare un pò di più in termini di qualità delle sue storie a fumetti.
Ma, intanto, cosa succede giù a Broadway negli uffici della DC? Se credevate che la Warner Bros., proprietaria di Superman & Co., restasse a guardare i ragazzi di Walt fare il bello e cattivo tempo tra Wall Street e l'assolata California, allora avete preso un granchio. Dopotutto, le due storiche majors del cinema americano si pestano i piedi da più di ottanta anni, peggio di Paperino e Duffy Duck in Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Per meglio valorizzare l'enorme parco-personaggi, dunque, la Warner si inventa DC Entertainment, una nuova sussidiaria, che ingloba DC Comics e porta sotto lo stesso "tetto" tutte le produzioni collegate agli storici personaggi dell'editore. Quindi, da oggi tutto ciò che riguarda gli eroi DC (fumetti, cartoon o serial televisivi e, soprattutto, film per il cinema) passa interamente sotto il controllo di una sola persona: Diane Nelson, già dirigente Warner da diversi anni e a capo della divisione direct-to-video, produttrice degli ottimi lungometraggi animati dedicati agli eroi DC e diretti da Bruce Timm e Darwyn Cooke. La Nelson prende il posto di Paul Levitz, che torna a fare quello che sa fare meglio, ovvero scrivere la Legione dei Supereroi; anche perché voci di corridoio dicono che alla proprietà non sia piaciuto il modo di condurre la casa editrice da parte dello storico scrittore ed editor, colpevole, a loro giudizio, di non aver saputo interagire con gli altri gruppi facenti parte della Warner. Dopo tutto, non si può regalare una testata come The Boys di Garth Ennis alla Dynamite, che poi lo piazza alla Columbia Pictures/Sony, e passarla liscia...
Cosa ci aspetta per il futuro? Credo che sia ancora presto per dirlo, poiché tutte le opzioni sono ancora sul tavolo. Se da un lato, infatti, la sicurezza economica dei due editori potrebbe spingerli ad una maggiore spregiudicatezza in fatto di qualità ed investimenti sugli autori, dall'altro lato la ormai inarrestabile sinergia tra cinema e fumetto, così ben esemplificata dalle azioni di Disney e Warner, potrebbe portare il fumetto americano verso territori non sempre piacevoli, costringendo gli autori a prediligere, magari inconsapevolmente, scelte dettate più dal desiderio di accattivarsi il "visionary-director" di turno piuttosto che a creare una storia decente. Inoltre, ora che i soldi in ballo sono molti di più, grazie al cinema ed alle sue produzioni multi-milionarie, cominciano a farsi vedere i pretendenti ai copyright dei personaggi dei due editori, come si evince dalle cause intentate alla DC per Superman da parte degli eredi di Siegel e Shuster e ultimamente da quelli di Jack Kirby alla Marvel per praticamente qualsiasi cosa uscita tra il 1961 e il 1970. Si tratta di un casino di soldi e fanno gola a tutti...

mercoledì 14 ottobre 2009

A NAPOLI UNA RASSEGNA SU CINEMA E DIRITTO

Di Diego Del Pozzo


Per confrontarsi in modo originale sui temi del diritto e della giustizia, in un momento storico che li vede più che mai al centro del dibattito socio-politico italiano, ritorna da questo pomeriggio, al Suor Orsola Benincasa, la rassegna su Cinema, Letteratura e Diritto, che per la sua quarta edizione propone il sottotitolo Davanti alla legge. Immaginare il diritto. Come di consueto, la manifestazione alternerà proiezioni cinematografiche a lezioni sui classici della letteratura, sempre col filo conduttore del diritto e dei suoi risvolti pratici e teoretici.
L'appuntamento inaugurale, in programma alle 15.30 nell'aula magna dell'Ateneo, è dedicato alla proiezione del classico dramma giudiziario ...e l'uomo creò Satana, diretto da Stanley Kramer nel 1960 a partire dal testo teatrale di Jerome Lawrence e Robert E. Lee. Il film (qui a lato, una scena), caratterizzato dalle notevoli interpretazioni dei protagonisti Spencer Tracy e Fredric March, s'inserisce splendidamente nella filmografia di Kramer, regista e produttore newyorchese noto per le sue posizioni progressiste e per film con i quali difendere e diffondere i valori della giustizia sociale e della dignità umana. Dopo la proiezione, Roberto Defez (biologo del Cnr di Napoli) e Vincenzo Omaggio (docente del Suor Orsola) conducono un dibattito sui temi della libertà di espressione e di insegnamento e sul rapporto tra etica, legge e religione.
La rassegna proseguirà ogni martedì alle 15.30, fino al 15 dicembre. Sullo schermo dell'aula magna del Suor Orsola si vedranno altre tre pellicole, più o meno recenti, entrate di diritto nella storia del cinema mondiale: Il matrimonio di Lorna di Jean-Pierre e Luc Dardenne (20 ottobre, presentato da Gianni Canova), In nome della legge di Pietro Germi (10 novembre) e Gran Torino di Clint Eastwood (17 novembre, presentato da Roberto Escobar). Di particolare rilievo sarà l'appuntamento di martedì 10 novembre, perché alla proiezione del classico con Massimo Girotti diretto da Germi nel 1949 seguirà un dibattito sul tema Mafie e giustizia, con la partecipazione dei tre procuratori della Direzione distrettuale antimafia Antonio Ingroia, Lia Sava e Raffaele Marino.
Gli altri martedì della rassegna saranno dedicati, invece, a Letteratura e Diritto, a partire da quello del 27 ottobre con il filosofo Gennaro Carillo, che illustrerà l'affascinante tema Dietro la porta chiusa: diritto, delitto e immaginario romanzesco. La settimana successiva, quindi, la francesista Benedetta Craveri rileggerà la Carmen di Prosper Mérimée, commentando con particolare attenzione i suoi riferimenti ai temi della legge e della giustizia. Sempre nella sezione letteraria, il 16 novembre, eccezionalmente di lunedì, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby parlerà del suo controverso romanzo giudiziario Vento scomposto, edito da Feltrinelli. Durante la rassegna interverranno anche Antoine Garapon (direttore dell'Istituto di Alti studi sulla giustizia di Parigi) e Roberto Scarpinato (scrittore e procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo). "In un contesto accademico molto attento agli approfondimenti teorici - spiega Franco Fichera, preside della facoltà di Giurisprudenza del Suor Orsola - e alle dimensioni pragmatiche del diritto, per gli studenti assume un grande valore, didattico e di riflessione, potersi confrontare con gli sguardi sulla realtà che può offrire un'opera letteraria o cinematografica".

lunedì 12 ottobre 2009

DOSSIER DISNEY-MARVEL / 1: LA STORIA

Di Diego Del Pozzo

(Mega n.° 148 - Ottobre 2009)

In questo e in un successivo articolo di Raffaele De Fazio torniamo a parlare, con più calma e in modo più approfondito, dello storico accordo in seguito al quale la Walt Disney Company ha annunciato l'acquisto del quaranta per cento di Marvel Entertainment, diventandone principale azionista e, di fatto, proprietaria.
Sulla base dell'accordo, gli azionisti Marvel riceveranno un totale di 30 dollari per azione in cash, più lo 0,745 delle azioni Disney per ogni azione Marvel posseduta. E, alla fine della complessa operazione di passaggio dei vari pacchetti azionari, il valore totale di cash e azioni permetterà alla casa fondata da Walt Disney di possedere, appunto, non meno del quaranta per cento della multinazionale diventata famosa in tutto il mondo grazie ai suoi "supereroi con superproblemi". In definitiva, insomma, il valore della clamorosa transazione, basato sui prezzi di borsa del primo settembre (giorno dell'annuncio e della contestuale conclusione dell'operazione), si aggira intorno ai cinquanta dollari per ogni azione Marvel, per un affare complessivo da quattro miliardi di dollari, senz'altro il più significativo dell'intero 2009 (anno, va ricordato, di profonda crisi economico-finanziaria). "Questa transazione – ha sottolineato Robert A. Iger, presidente e capo esecutivo di Walt Disney Company – combina la forza globale del marchio Marvel, con i suoi personaggi universalmente riconosciuti come Iron Man, Spiderman, I Fantastici Quattro e Thor, con i talenti creativi di Disney. Perciò, crediamo che l'aggiunta del marchio Marvel al portfolio Disney costituisca una significativa opportunità di crescita su lungo termine e la creazione di valore, dal punto di vista artistico ed economico".
Tutti i giornali del mondo, di fronte a una notizia tanto eclatante, non hanno potuto fare a meno di titolare "Topolino si mangia l'Uomo Ragno" e cose simili. In realtà, al termine dell'operazione, la Disney acquisisce i diritti degli oltre cinquemila personaggi facenti parte del Marvel Universe (nell'immagine qui sopra), con possibilità di sfruttamento artistico ed economico che, con i potenti mezzi a disposizione della multinazionale di Burbank, appaiono assolutamente illimitate.
Tra l'altro, va ricordato che la stessa Disney - proprietaria anche dei marchi Buena Vista, Touchstone, Abc e Pixar (anche se, in quest'ultimo caso, non è ben chiaro capire chi abbia comprato chi) - ha come azionista di riferimento il geniale e potentissimo Steve Jobs (qui sotto, a sinistra, nella foto), che dunque si propone con ancora maggiore forza come autentico dominatore e gestore dell'immaginario collettivo mondiale, grazie alla potenza incomparabile dei marchi Apple e Disney-Marvel combinati tra loro.
A rendere estremamente appetibile la Marvel per la Disney è stata, senz'altro, la svolta cinematografica che si è concretizzata nel Duemila, quando Hollywood si è impadronita dei supereroi per proporli in una serie di film dal successo clamoroso e sempre crescente. Così, nel 2008 la Marvel - che, durante gli anni Novanta, aveva conosciuto persino l'onta della bancarotta controllata - ha ottenuto un utile aziendale di ben duecentosei milioni di dollari (con una crescita del quarantasette per cento rispetto all'anno prima) e un fatturato di seicentosettantasei milioni. E sono state proprio queste cifre a spingere la Disney all'acquisto, col dichiarato obiettivo di esaltare ulteriormente popolarità e ricchezza dei personaggi, producendo direttamente i kolossal cinematografici oggi concessi, di volta in volta, a Sony, Twentieth Century Fox, Paramount; ma anche con la prospettiva - che potrebbe essere rivoluzionaria - di riscrivere le coordinate dell'universo del cinema e delle serie di animazione, tradizionale e digitale, abbinando le qualità dei propri artisti con il fascino dei supereroi marvelliani: basti pensare, in tal senso, a quali possibili capolavori potrebbero uscire dagli Studi Pixar, tenuto conto anche di come, finora, non siano mai stati realizzati lungometraggi cinematografici in animazione con l'Uomo Ragno, gli X-Men e gli altri personaggi Marvel.
Questa clamorosa acquisizione crea, adesso, due grandi schieramenti nel panorama dello spettacolo e della comunicazione a stelle e strisce: da un lato, la Disney (con i marchi Buena Vista, Touchstone, Abc, Pixar e Marvel; e interessi in cinema, televisione, fumetti, giochi tradizionali ed elettronici, parchi tematici); dall'altro, il gruppo Time-Warner, che possiede la DC Comics, la casa editrice di Superman e Batman.
E proprio la Warner Bros., appena una settimana dopo l'annuncio dell'operazione Disney-Marvel, è passata al contrattacco deciso, trasformando la sua sussidiaria DC Comics in una vera e propria divisione interna, ribattezzata DC Entertainment e meglio integrata nelle strategie complessive della Warner (a dirigerla è stata chiamata la veterana Diane Nelson, già responsabile del successo planetario dei film di Harry Potter). "L'obiettivo della mossa - ha confermato Barry Meyer, amministratore delegato Warner - è di valorizzare pienamente la forza e il valore del brand DC attraverso tutti i media e le piattaforme a disposizione del gruppo Warner. Così, DC Entertainment avrà il compito di integrarsi ancor più in profondità con l'offerta Warner, dando il suo contributo all'esperienza, già consolidata, dei Warner Studios nel costruire e portare avanti i marchi e stabilire quali siano i titoli chiave nell'ambito delle proprietà DC da rendere fattori di crescita per tutta l'azienda, comprendendo ogni tipo di prodotto, dai lungometraggi alla televisione, da prodotti interattivi alle piattaforme che si rivolgono in maniera diretta al consumatore".
Insomma, nei prossimi anni gli appassionati ne vedranno delle belle. E tra i due colossi si preannuncia una "battaglia", che sarà combattuta sui "terreni" dei comics, del cinema, della televisione, dei videogames e di Internet.

domenica 11 ottobre 2009

BISIO E SIANI IN UNA COMMEDIA SU NORD-SUD

Di Diego Del Pozzo


Una commedia sul contrasto tra Nord e Sud, ma anche sulla riscoperta di valori condivisi capaci di avere la meglio sui pregiudizi: la sta finendo di girare in questi giorni il regista Luca Miniero nello scenario naturale di Castellabate, in pieno Parco nazionale del Cilento. Si tratta di Benvenuti al Sud, remake italiano del campione d'incassi francese di Dany Boon Giù al Nord (140 milioni di euro totalizzati ai botteghini d'Oltralpe), "trapiantato - racconta Miniero - nella realtà italiana di oggi, dove il conflitto tra Nord e Sud è ancora troppo presente. Noi raccontiamo un Sud che non è solo Gomorra e dà voce all'accoglienza". Il film, costato quattro milioni e mezzo di euro, è prodotto da Cattleya e sarà distribuito tra un anno da Medusa (qui sotto, i due protagonisti Alessandro Siani e Claudio Bisio in una foto sul set).
A incarnare il contrasto Nord-Sud sono i quattro personaggi principali: i "nordisti" Alberto e Silvia, interpretati da Claudio Bisio e Angela Finocchiaro; e i "sudisti" Mattia e Maria, che sono rispettivamente Alessandro Siani e Valentina Lodovini (nel cast ci sono anche, tra gli altri, Nando Paone e Giacomo Rizzo). Il milanese Alberto è il responsabile dell'ufficio postale di una cittadina della Brianza che, per punizione, viene spedito a dirigere le Poste di un paesino meridionale. Qui, l'uomo - che lo stesso Bisio definisce "un proto-leghista gretto, schiavo dei peggiori pregiudizi" - arriva convinto di essere all'inferno: gira indossando un giubbotto antiproiettile e credendo che tutto intorno vi siano soltanto camorra, rifiuti e terroni scansafatiche. Naturalmente, come in ogni commedia che si rispetti, scoprirà ben presto un mondo per lui inimmaginabile: una terra civile, operosa, piena di persone gentili e ospitali.
L'approccio scelto dal regista Paolo Miniero (qui sopra, sul set assieme ai due protagonisti) e dallo sceneggiatore Massimo Gaudioso è alquanto originale, come ci si aspetta dall'autore che, in coppia con Paolo Genovese, esordì nel lungometraggio con il surreale Incantesimo napoletano. E Alessandro Siani si sofferma proprio su questo aspetto: "Finalmente, ho potuto dire qualcosa di diverso sul Mezzogiorno. I luoghi comuni mi hanno sempre incuriosito e a volte, da napoletano, mi piacerebbe vedere la mia città con gli occhi di un milanese. Certo che, comunque, un po' di rabbia l'ho provata, pensando che per trovare un Sud che funziona mi sono dovuto spostare da Napoli a Castellabate".
Da parte sua, Claudio Bisio considera Benvenuti al Sud "soprattutto un film sulla non conoscenza reciproca e sulla mancanza di curiosità". E aggiunge: "Una risposta al film Barbarossa? Diciamo che mentre lì viene veicolato un messaggio di chiusura e localismo, con il nostro lavoro abbiamo cercato di comunicare un'idea di apertura e disponibilità verso le espressioni culturali altrui, pur senza voler essere buonisti o concilianti a tutti i costi". D'altra parte, il buonismo va bandito da una commedia, "che - sottolinea Valentina Lodovini - deve mostrare sempre un po' di crudeltà: qui, ad esempio, all'inizio è crudele il modo in cui i pregiudizi e i luoghi comuni ottenebrano la mente e i sentimenti degli uomini". Con i cliché della contrapposizione tra Nord e Sud giocano, in particolare, i due mattatori Bisio e Siani (qui sotto, in una foto di scena assieme a Valentina Lodovini e Nando Paone), in una maniera che già sul set si intuisce esilarante: "Non avrei mai immaginato - spiega il primo - che con Alessandro mi sarei divertito tanto. Anzi, vista la grande intesa che s'è sviluppata tra di noi, potrei azzardare che, forse, con questo film è nata una nuova coppia comica".
L'altro protagonista di Benvenuti al Sud è il borgo antico di Castellabate, patrimonio mondiale dell'Unesco, con i suoi vicoli e palazzi nobiliari come quello che ospitò Gioacchino Murat (Palazzo Perrotti, casa di Bisio nel film). Ma scene significative sono state girate anche nella riserva naturale di Punta Licosa e sul resto del litorale: location di rara suggestione, individuate grazie alla Film Commission Regione Campania e alle insistenze del suo direttore Maurizio Gemma. "Quando abbiamo saputo del remake italiano di Giù al Nord - racconta - ci siamo subito attivati per portare qui questa produzione, anche perché avevamo la possibilità di svelare il territorio attraverso la naturale evoluzione della trama e dei personaggi. Ci piacerebbe che anche Benvenuti al Sud potesse seguire le orme dell'originale francese: in Francia, infatti, le presenze nella zona delle riprese sono aumentate del venti per cento".

sabato 10 ottobre 2009

PENN E SORRENTINO: CIAK AD AGOSTO 2010

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 10 ottobre 2009)

Sta prendendo sempre più forma l'atteso progetto cinematografico che Paolo Sorrentino realizzerà l'anno prossimo assieme a Sean Penn. Così, mentre il regista e sceneggiatore napoletano (qui sotto, nella foto) è impegnato nelle varie fasi della pre-produzione, inizia a trapelare la data di avvio delle riprese di This must be the place (titolo provvisorio): agosto 2010, con set quasi totalmente negli Stati Uniti.
L'indiscrezione arriva da Nicola Giuliano, che produrrà il lungometraggio con la sua Indigo Film assieme alla Lucky Red di Andrea Occhipinti e a altri partner internazionali: "Sarà un film ad alto budget, dovremo necessariamente produrlo in collaborazione con altri soggetti, sia italiani che stranieri", anticipa Giuliano nell'aula dell'Orientale che lo ospita tra gli studenti del corso di Storia e critica del cinema tenuto da Valerio Caprara. La lezione-incontro è organizzata per presentare il film più recente prodotto dalla Indigo, La doppia ora di Giuseppe Capotondi, da ieri nelle sale italiane dopo il successo alla Mostra di Venezia.
Nella sua prima stesura, la sceneggiatura di This must be the place scritta da Sorrentino e da Umberto Contarello è imperniata su una ricerca dolorosa e personalissima da parte di una stagionata rockstar (Sean Penn: nella foto qui sopra) ritiratasi dalle scene e che decide di mettersi sulle tracce dell'ufficiale nazista che, durante la Seconda guerra mondiale, torturò suo padre fino a ucciderlo. "L'esordio americano di Paolo - aggiunge Giuliano - è soltanto uno dei progetti che abbiamo in piedi. A gennaio, per esempio, sarà pronto il primo film di Massimo Coppola, l'ex dj di Mtv: con lui abbiamo già realizzato alcuni documentari e proprio durante uno di questi, tra gli operai di Melfi, è nata l'idea del film. Continuiamo a produrre anche documentari, seppur in perdita costante, proprio perché ci permettono di scovare nuovi talenti".
Col produttore napoletano, a rispondere alle curiosità dei ragazzi all'Orientale ci sono la co-sceneggiatrice Ludovica Rampoldi e lo stesso Capotondi, regista del noir-mistery magistralmente interpretato da Filippo Timi e Ksenia Rappoport. "Sono arrivato a questo esordio nel lungometraggio a 41 anni, perché ho voluto aspettare la storia giusta, senza fretta e senza accettare qualunque proposta pur di fare un film", spiega Capotondi: "Nel frattempo, mi sono fatto le ossa dirigendo a Londra video musicali e spot pubblicitari, togliendomi anche parecchie soddisfazioni". Tra i video diretti da Capotondi, infatti, vi sono quelli di Skunk Anansie, Bush, Natalie Imbruglia, Keane, Spice Girls, Kelis: "Proprio grazie a questi video musicali, molto narrativi e d'atmosfera, Nicola Giuliano ha conosciuto il mio stile e ha deciso di affidarmi la regia del film. Magari, se fossi rimasto a lavorare in Italia, dove certi video non te li fanno girare, lui non avrebbe trovato il mio lavoro altrettanto interessante".
Intorno a La doppia ora (qui sopra, una scena con i due protagonisti) vi sono grandi aspettative: dopo il successo veneziano, la Indigo ha ricevuto diverse proposte da compagnie straniere: "Quando ho letto la sceneggiatura - conclude Giuliano - sono rimasto colpito dalle sue potenzialità: e, tra le altre cose, ho pensato subito che fosse perfetta per essere portata sullo schermo anche in altri Paesi. Finora, infatti, abbiamo ricevuto già sette richieste dall'estero per girarne un remake: in due casi, addirittura, ci sono state presentate persino le bozze dei contratti".

venerdì 9 ottobre 2009

IN CAMPANIA CINEMA E TV PER IL TURISMO

Di Diego Del Pozzo


Il cinema e l'audiovisivo come elementi trainanti per un nuovo turismo culturale capace di abbinare industria e spettacolo: resta intatta la mission del Galà del Cinema e della Fiction in Campania, la manifestazione ideata e prodotta da Valeria Della Rocca per Solaria Service e diretta dal critico cinematografico Marco Spagnoli. Il Galà, in programma domani sera nel Castello medioevale di Castellammare di Stabia con l'attrice Caterina Murino (qui sotto, nella foto) come madrina, giunge alla sua seconda edizione celebrando, da un lato, le produzioni cinematografiche e televisive realizzate durante l'anno sul territorio campano e, dall'altro lato, proponendosi come luogo d'incontro tra i professionisti del settore. Rispetto alla scorsa edizione, la principale novità è costituita dalla giornata di anteprima del Galà vero e proprio: oggi, infatti, gli studenti dell'Università Suor Orsola Benincasa saranno protagonisti di veri e propri pitching - i colloqui di pochi minuti per spiegare l'idea del proprio film a un produttore - nel corso dei quali proporranno idee e trattamenti per sceneggiature televisive e cinematografiche a una giuria di addetti ai lavori: il vincitore potrà frequentare per un anno le riunioni dell'associazione italiana sceneggiatori. "Durante il Galà - spiega Marco Spagnoli - saranno in città diversi nomi importanti dell'industria cinematografica, come il produttore Carlo Bixio di Tutti pazzi per amore o la rappresentante italiana della Disney Francesca Toriello: per i ragazzi dell'università, il confronto con loro sarà senz'altro un'esperienza stimolante e altamente formativa". Sempre oggi, al termine dei pitching, il Suor Orsola Benincasa ospiterà, alle 18, la proiezione del film di montaggio dello stesso Spagnoli Hollywood sul Tevere, prodotto da Cinecittà Luce e Studio Universal e già presentato a settembre alla Mostra di Venezia: "Con questo documentario - aggiunge Spagnoli - ho voluto rievocare un periodo nel quale in Italia si faceva davvero industria cinematografica".
Nel corso del Galà vero e proprio di domani sera, poi, saranno premiati il miglior film e la migliore fiction del 2008-2009, tra quelli girati in Campania; e ancora i migliori interpreti maschili e femminili per cinema e televisione. La Film Commission Regione Campania consegnerà un riconoscimento a Fortapàsc di Marco Risi, mentre Carlo Bixio sarà premiato come produttore dell'anno. Numerosi altri premi andranno, tra gli altri, a compositori (Pasquale Catalano per Romanzo criminale e La doppia ora), autori di colonne sonore (Peppino Di Capri), stilisti (Renato Balestra). "Il nostro obiettivo - spiega l'ideatrice Valeria Della Rocca - è coniugare cultura e industria, attraverso una intelligente promozione del nostro territorio".

giovedì 8 ottobre 2009

TRIONFO A STOCCOLMA PER NICO CIRASOLA

Chiusura "col botto", ieri sera a Stoccolma, per il dodicesimo Italian Film Festival, diretto dallo storico del cinema e scandinavista Vincenzo Esposito. La proiezione di Focaccia blues di Nico Cirasola, infatti, è stata un successone.
Ecco, raccontato direttamente dal direttore Esposito, ciò che è successo ieri sera all'interno del bel cinema della capitale svedese: "Il regista Nico Cirasola ci ha davvero entusiasmato. La serata al cinema Sture è stata un autentico trionfo, con tanto di "sold out" da 350 biglietti staccati. La gente si è letteralmente ammazzata dalle risate, con Nico che ha fatto un personalissimo show in un inglese-barese a dir poco esilarante; al termine della proiezione, poi, fette di focaccia per tutti: vera focaccia pugliese, preparata da un panettiere di Altamura residente a Stoccolma. Insomma, Cirasola è stato fantastico. E come regista è davvero "di culto": sperimentale ma senza puzza sotto il naso. Devo dire che meglio di così il festival di quest'anno non si poteva chiudere. Grazie Nico".
A questo punto, direi di guardarci il trailer di Focaccia blues.

mercoledì 7 ottobre 2009

martedì 6 ottobre 2009

IL CINEMA UNISCE CAPALBIO E NISIDA

Di Diego Del Pozzo


Ci saranno anche i ragazzi di Nisida tra i giurati di Capalbio Cinema 2009, il tradizionale festival internazionale del cortometraggio, programmato da quest'anno in autunno (si svolgerà, infatti, da giovedì a domenica). I giovani detenuti presso l'Istituto penale minorile di Napoli, coordinati dal regista Davide Ferrario, eleggeranno il corto vincitore di una sezione apposita, dedicata all’impegno sociale. La serata di premiazione è prevista per sabato, con Iaia Forte - quest'anno madrina della manifestazione - che passerà la parola a Ferrario, il quale leggerà una lettera sulla sua esperienza a Nisida. Col regista ci sarà anche la professoressa Maria Franco, in qualità di coordinatrice degli insegnanti dell'Istituto penale minorile: e sarà lei a consegnare il Premio Nisida al corto vincitore, da parte dei giurati napoletani. Davide Ferrario (qui sopra, in una foto di set) ha avuto modo di trascorrere un po' di tempo all'interno dell'Istituto partenopeo, facendo seguito alle sue precedenti esperienze in varie carceri italiane. "Ho cominciato a frequentare il carcere nove anni fa, in modo abbastanza casuale", racconta Ferrario. "All'epoca, infatti, mi fu chiesto – prosegue – di effettuare due lezioni di montaggio a un corso di formazione professionale per video-editor e operatori che si teneva a San Vittore. Da allora ho chiesto un permesso da volontario e ho continuato a lavorare "dentro". L'esperienza con i ragazzi di Nisida, però, è stata diversa: li vedi così giovani e ancora pieni di possibilità; e, magari, pensi a ciò che sarebbe potuto succedere con una famiglia più presente alle loro spalle. Infatti, dietro la storia di ciascuno intuisci esserci sempre un disagio sociale e, spesso, familiare".
A Nisida, Ferrario ha guidato i giovani giurati alla visione dei numerosi cortometraggi selezionati, in quello che si è ben presto configurato come un vero e proprio laboratorio cinematografico. "Facciamo questa esperienza – sottolinea la professoressa Franco – da quattro anni. Non è una cosa semplice, anzi iniziamo sempre con una difficoltà più o meno forte dei ragazzi nei confronti di tante piccole storie da visionare, molte anche in lingue straniere con sottotitoli in inglese; ma concludiamo, ogni volta, con interessanti sprazzi di conversazione. E imparando qualcosa in più sui nostri allievi, sulla struttura del loro pensiero e dei loro sentimenti, sulle loro modalità di reagire a certi stimoli intellettuali ed emozionali".
Il rapporto tra Capalbio Cinema e l'Istituto di Nisida è, ormai, ben consolidato, anche per le affinità derivanti dalle origini del direttore artistico del festival, Tommaso Mottola, e della fondatrice Stella Leonetti, entrambi napoletani. E per la sedicesima edizione della manifestazione è napoletano anche il presidente della giuria principale, il regista Pappi Corsicato; così come uno tra gli ospiti principali, Francesco Patierno. Capalbio Cinema International Short Film Festival propone quest'anno una nuova formula che, ricominciando dal corto, dedica la sedicesima edizione a una "rilettura" dei suoi obiettivi e dei contenuti, puntando non soltanto sul cinema breve ma anche sul confronto più generale tra il cinema e le idee. Gli oltre cento film selezionati saranno presentati nel Concorso Internazionale e nelle sezioni parallele sui diritti umani, tra le quali spicca proprio quella del Premio Nisida.

IL FILM SU SIANI CONQUISTA STOCCOLMA


Fortapàsc di Marco Risi, il film su Giancarlo Siani (il giovane cronista del quotidiano Il Mattino ucciso dalla camorra nel 1985), ha commosso il pubblico dell'Italian Film Festival di Stoccolma, evento ideato e diretto dal napoletano storico del cinema e scandinavista Vincenzo Esposito.
Grande il successo della manifestazione, giunta alla dodicesima edizione, nel primo fine settimana. La sezione Panorama ha proposto, inoltre, Due partite di Enzo Monteleone, Colpo d'occhio di Sergio Rubini, Si può fare di Giulio Manfredonia, Diverso da chi? di Umberto Carteni, Rosso come il cielo di Cristiano Bortone, Riprendimi di Anna Negri, ma anche la retrospettiva completa dedicata al cinema di Elio Petri, organizzata in collaborazione con Cinecittà Luce e con la Cineteca Nazionale di Svezia.
L'Italian Film Festival di Stoccolma è organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura della capitale scandinava in collaborazione con la F.I.C.C. - Federazione Italiana Circoli del Cinema e con la Cineteca Nazionale svedese.

lunedì 5 ottobre 2009

GRANDE SUCCESSO PER I FILM ITALIANI IN SVEZIA

Si è chiuso con un grande successo di pubblico, il week-end inaugurale dell'Italian Film Festival di Stoccolma, la principale manifestazione dedicata alla promozione del cinema italiano sul mercato scandinavo.
Il festival, giunto alla sua dodicesima edizione, è stato inaugurato venerdì sera dall'attore Filippo Timi, che - in un Cinema Sture stracolmo ed entusiasta - ha presentato il film di Gabriele Salvatores Come Dio comanda, del quale è protagonista (qui sopra, una scena del film). Tra i titoli che hanno riscosso maggior successo tra gli appassionati svedesi, spicca l'intenso e dolente Fortapàsc, che Marco Risi ha dedicato alla vicenda di Giancarlo Siani, il giovane cronista del quotidiano Il Mattino ucciso dalla camorra nel 1985. La sezione Panorama del festival propone anche Due partite di Enzo Monteleone, Colpo d'occhio di Sergio Rubini, Si può fare di Giulio Manfredonia, Diverso da chi? di Umberto Carteni, Rosso come il cielo di Cristiano Bortone, Riprendimi di Anna Negri, Focaccia blues di Nico Cirasola.
Oltre al Panorama, l'Italian Film Festival di Stoccolma propone al pubblico svedese anche una importante retrospettiva completa dedicata al cinema di Elio Petri. Nella retrospettiva, organizzata in collaborazione con Cinecittà Luce e con la Cineteca Nazionale di Svezia, si vedranno alcuni tra i film più rigorosi e controversi degli anni Sessanta e Settanta, realizzati da un cineasta assolutamente unico, per stile e poetica, nella storia del cinema italiano: tra gli altri, autentici capolavori come A ciascuno il suo, La classe operaia va in paradiso, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e La decima vittima (qui sotto, la locandina originale).
L'Italian Film Festival di Stoccolma - che si concluderà giovedì 8 ottobre - è ideato e diretto dallo storico del cinema e scandinavista Vincenzo Esposito; ed è organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura della capitale svedese in collaborazione con la F.I.C.C. - Federazione Italiana Circoli del Cinema e con la Cineteca Nazionale di Svezia.

LE 10 COSE CHE VORREI NEL FUTURO DEI COMICS

Di Raffaele De Fazio

Dopo i recenti stravolgimenti che hanno interessato il mercato fumettistico a stelle e strisce, ecco le dieci cose che vorrei vedere nel futuro prossimo del mondo dei comics:
1) Un film DECENTE dedicato a Superman: dovreste vergognarvi per aver costretto Kevin Spacey a interpretare Gene Hackman che interpreta Lex Luthor!
2) Estate 2013: Gli Incredibili 2 con Elastigirl che va a fare shopping con Susan Storm e Mr. Incredibile alla serata del poker di Ben Grimm;
3) ... Starring Megan Fox as Wonder Woman...
4) Don Rosa Duck Month su tutte le copertine della Marvel: se qualcuno si ricorda le splendide parodie in versione "duck" esposte al Comicon alcuni anni fa, sa di che cosa sto parlando;
5) Bruce Timm + Darwin Cooke + Alex Ross = Kingdome Come - The Animated Movie;
6) Garth Ennis su Punisher Kills the High School Musical;
7) Un lungometraggio animato in 3D di alto livello della Justice League scritto da Geoff Johns;
8) Uncle Scrooge Meets Howard the Duck;
9) La rinascita alla Marvel di una linea per adulti, stile Vertigo o la Epic dei primi anni;
10) Un telefilm di supereroi di alto livello che non sia una str....ta come Heroes. Magari, Joss Wheadon's New Mutants.

domenica 4 ottobre 2009

GIUSEPPE TORNATORE E IL SUO FILM DA OSCAR

Di Diego Del Pozzo


Folla delle grandi occasioni, risate, calore, commozione nell'incontro di Giuseppe Tornatore e del suo attore protagonista, Francesco Scianna (nella foto qui sotto, i due sul set del film), con il pubblico napoletano di Baarìa, ieri pomeriggio alla Feltrinelli di piazza dei Martiri. Gente assiepata sulle scale, seduta per terra per ascoltare i racconti del regista che sta girando l'Italia per accompagnare il suo film candidato all'Oscar. È un affetto vero, quello che unisce il cineasta siciliano a Napoli, dove ambientò il suo primo film, Il camorrista; e lui non esita a sottolinearlo (anche più tardi al Med e al Modernissimo): «In questa città dovrei venirci più spesso - dice - perché sempre mi colpisce la sua capacità di coinvolgere e di lasciarsi coinvolgere».
Forte di un importante successo di pubblico - tre milioni e quattrocentomila euro incassati fino a due giorni fa - Tornatore torna a parlare, tra l'altro, anche del verdetto veneziano che non lo ha visto tra i vincitori: «Di non aver vinto a Venezia non mi importa», attacca. «Del resto, avevo capito, già prima dei verdetti, che Baarìa non sarebbe riuscito a vincere perché, come si suol dire, "voce di popolo, voce di Dio". E poi, si sa che a Venezia il cinema italiano ha sempre vita difficile e raramente passa indenne. Comunque, non me ne sono fatto una croce e, anzi, in questi giorni sono felice perché il primo test estero, a Toronto, è andato benissimo; poi, per il grande successo di pubblico nei cinema italiani e per poter rappresentare la cinematografia del mio Paese nella corsa all'Oscar. Anche se ci tengo a dire che, per me, realizzare un film che riesca a far riflettere - e tanta gente mi dice di averci pensato a lungo, dopo averlo visto - vale più di dieci premi Oscar». In ogni caso, bisognerà attendere il 2 febbraio, per sapere se Baarìa sarà riuscito a entrare nella cinquina che si contenderà la statuetta per il miglior film straniero.
Di fronte al pubblico napoletano, comunque, Tornatore si sofferma, in particolar modo, sugli aspetti più politici del suo potente affresco siciliano: «Uno dei motivi che mi hanno spinto a fare questo film, e a farlo in questo modo, è stata la voglia di ricordare l'importanza e la centralità della politica in un Paese che, credo, negli ultimi anni se n'è un po' dimenticato. Penso che sia utile ricordare queste cose; così come penso che sia utile ricordare un'epoca durante la quale la politica, a prescindere dalle ideologie, era ancora uno strumento attraverso il quale provare a cambiare in meglio la società e la realtà circostante. Oggi, infatti, troppo spesso la politica si identifica con corruzione, sfiducia, progetti non realizzati. Ecco, a me piacerebbe che, invece, potesse recuperare almeno qualcuno dei suoi grandi valori, poiché quella dei nostri giorni non è una bella politica». A proposito di politica, uno degli elementi più dibattuti a Venezia e dopo, in tempi di polemiche sui dialetti, è stato il doppiaggio del dialetto siciliano utilizzato nel film. E anche su quest'argomento, Tornatore (nella foto qui sotto, impegnato sul set) fa chiarezza in modo netto e deciso: «Il film sta andando benissimo sia al Nord che al Sud. Da parte mia, in ogni grande città ho imposto una copia in siciliano. E i dati ci dicono che i risultati di pubblico sono assolutamente positivi. In Sicilia, poi, siamo usciti quasi totalmente con copie in dialetto. Insomma, altro che risposta alla Lega: direi che Baarìa ha unito l'Italia davanti allo schermo cinematografico».
Tra gli attori del cast ve ne sono anche alcuni napoletani: «Lina Sastri - spiega Tornatore - è stata perfetta, per come ha interpretato il dialetto di Bagheria. Vincenzo Salemme, poi, ha addirittura fatto a meno del compenso per la sua unica scena: allora, gliene ho fatte recitare altre due. Con gli attori napoletani mi trovo benissimo, ecco perché ne inserisco sempre in ogni mio film». Intanto, una nuova polemica investe Baarìa: una denuncia penale con conseguente richiesta di sequestro presentata presso la Procura della Repubblica di Roma da Carla Rocchi, presidente dell'Ente nazionale protezione animali, per la sequenza dell'abbattimento di una mucca con un punteruolo in fronte. Che ne dice, il regista? «Che in Tunisia, dove abbiamo girato, abbiamo ripreso le cose come accadono in un mattatoio e come accadevano al mio paese negli anni della mia infanzia. Da questo punto di vista la scena è da documentario».

giovedì 1 ottobre 2009

OLTRE IL MURO: IL CINEMA DELLA DDR

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 1 ottobre 2009)

Uno sguardo oltre la ex "cortina di ferro", per riscoprire una cinematografia come quella della Repubblica Democratica Tedesca, di grande interesse dal punto di vista storico-sociale ma anche linguistico: è ciò che propongono i vertici del Goethe-Institut di Napoli, attraverso un ciclo di film pensato per celebrare i vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, minaccioso simbolo della divisione tra Est e Ovest e di quella che è passata alla storia come "guerra fredda". Senza confini: il film nella DDR è il titolo scelto per l'interessante rassegna, organizzata dal Goethe presso il multicinema Modernissimo a partire da oggi. I sette film in cartellone saranno proposti con cadenza settimanale, ogni giovedì fino al 12 novembre, rigorosamente in lingua originale con sottotitoli italiani (biglietto d'ingresso a 3.50 euro, gratis per i possessori della Goethe-Card).
La produzione cinematografica della Repubblica Democratica Tedesca è particolarmente interessante per i cinefili, innanzitutto perché realizzata quasi totalmente nei mitici stabilimenti cinematografici di Babelsberg (la Cinecittà teutonica) che, prima di essere rinominati nel secondo dopoguerra con la sigla DEFA dalle forze di occupazione sovietica, erano conosciuti e ammirati in tutto il mondo con l'acronimo UFA (Universum Film AG) e fecero da culla, nell'epoca d'oro degli anni Venti, all'Espressionismo filmico nonché da casa a maestri del cinema mondiale come Fritz Lang, Friedrich Wilhelm Murnau, Joseph Von Sternberg e tanti altri.
Da un altro punto di vista, quello della ricostruzione storico-sociale, il cinema tedesco-orientale è interessante per il rapporto strettissimo col potere politico, che ne riconobbe subito l'enorme potenziale propagandistico e la capacità di influenzare le masse: così, una buona parte delle produzioni DEFA del dopoguerra si caratterizza per i soggetti inneggianti alla classe operaia e al modello sovietico. Tuttavia, in questi film, appaiono di estremo interesse soprattutto i tanti modi scelti dai registi per far passare, in maniera più o meno esplicita, le loro critiche al sistema politico della DDR, mettendone in evidenza errori e manipolazioni e mostrando la difficile vita quotidiana dei cittadini. Da qui i problemi con la censura statale, riguardanti alcuni film inclusi anche nel cartellone di Senza confini: per esempio, Tracce di pietra (in programma l'8 ottobre, alle 18), diretto da Frank Beyer nel 1966 ma proiettato in pubblico soltanto nel 1989, dopo la caduta del muro, per come rappresentava la "primavera" degli anni Sessanta; oppure, Io sono il coniglio (1965) di Kurt Maetzig, distribuito per la prima volta dopo il 1989, perché ritenuto "un dichiarato attacco antisocialistico, pessimistico e revisionistico contro lo Stato" (15 ottobre, alle 18.30).
I quattro appuntamenti conclusivi della rassegna napoletana daranno spazio, invece, agli autori che, tra fine anni Settanta e inizio Ottanta, iniziarono una riflessione forte sulle derive di quel sistema politico-amministrativo: l'Helmut Dziuba di Sabine Kleist, sette anni (1982), l'Hermann Zschoche di Sette lentiggini (1978), il Lothar Warnek del durissimo L'agitazione (1981) e il maestro Konrad Wolf - il più importante cineasta della DDR - di Solo Sunny (1980: in alto, una scena del film), la cui protagonista Renate Krossner fu premiata con l'Orso d'Argento al festival di Berlino. L'appuntamento inaugurale di oggi alle 18.30, però, sarà dedicato all'appassionato Gli assassini sono tra noi (a sinistra, la locandina originale), che Wolfgang Staudte girò nel 1946 in una Berlino ancora distrutta dai bombardamenti: il film, autentico "esame di coscienza" collettivo rispetto al recente passato nazista, ottenne un grande successo internazionale e riportò le attenzioni di pubblico e critica sulla cinematografia tedesca.