(Il Mattino - 22 giugno 2011)
Reduce dal Premio Vittorini consegnatogli lunedì sera al teatro greco di Siracusa per il suo romanzo Fuoco su Napoli, l’autore originario di Torre d

Dietro l’angolo, nel futuro più o meno prossimo di Ruggero Cappuccio, però, fa capolino in qualche modo anche il cinema. D’altra parte, un romanzo come Fuoco su Napoli sembra fatto apposta per produrre un kolossal cinematografico affascinante anche se complesso. “Ho ricevuto alcune richieste interessanti per possibili trasposizioni cinematografiche”, rivela Cappuccio: “Il problema, però, è che nell’attuale congiuntura economica italiana – prosegue – un film ambizioso tratto da Fuoco su Napoli è di difficile realizzazione. Certo, le cose cambierebbero se si riuscisse a mettere in piedi una co-produzione internazionale. Tra l’altro, ritengo che oggi non vi sia in Italia un attore in grado di interpretare il protagonista del libro, lo spregiudicato Diego Ventre. Perciò, la scelta dovrebbe cadere necessariamente su un interprete internazionale”.
Parlare con Cappuccio del suo romanzo dedicato a una Napoli annientata dal fuoco e dalle acque, porta inevitabilmente a soffermarsi sull’attuale momento della città vesuviana: “Mi sembra che stiamo attraversando – conclude – l’ora più lunga. I recenti orientamenti delle persone in materia politica, infatti, dimostrano che lo scetticismo sulla funzione dei partiti ha toccato la sua punta di massima nausea. Decisiva, in tal senso, è stata la forza delle giovani generazioni, oltre che il loro desiderio dirompente di riscatto. Adesso, con l’elezione di Luigi de Magistris a sindaco, è importante che gli enti locali mettano da parte lo schema della faida e della ripicca partitica e si pongano un quesito fondamentale: collaborando miglioreremo la vita dei nostri figli e nipoti, non facendolo la avveleneremo. E figli e nipoti non sono né di destra né di sinistra”.
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