venerdì 4 gennaio 2013

INTERVISTA A FRANCO NERO: DJANGO IERI, OGGI E DOMANI

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 4 gennaio 2013)

Sulla scia del clamore suscitato dall’uscita negli Stati Uniti di “Django unchained”, il nuovo film di Quentin Tarantino che riprende lo spaghetti-western del 1966 con Franco Nero, nelle prossime settimane questo classico cult movie diretto da Sergio Corbucci “uscirà nei cinema di ben 70 città americane”. A rivelarlo è proprio Nero, premiato nei giorni scorsi durante “Capri, Hollywood” e presente stasera a Roma all’anteprima di gala della pellicola dell’amico Tarantino, che in questa occasione riceverà da Ennio Morricone il premio alla carriera della settima edizione del Festival internazionale del film diretto da Marco Muller.
Franco Nero in "Django Unchained" di Quentin Tarantino
Assieme al regista americano saranno presenti alla proiezione anche gli attori Jamie Foxx e Christoph Waltz, che nel corso della serata incontreranno alcune star italiane dell’epoca d’oro dello spaghetti-western: Giuliano Gemma, Gianni Garko, Bud Spencer, Enzo G. Castellari, Giulio Questi, Sergio Donati, Alberto De Martino, Rosalba Neri, Lucio Rosato, Ruggero Deodato, Lars Bloch, Franco Giraldi, Ursula Andress, Sergio Martino, Ernesto Gastaldi, Nori Corbucci e, naturalmente, lo stesso Franco Nero, che oltre a essere stato il protagonista del “Django” originale è presente con un cameo anche nel nuovo “Django unchained”. “Quentin è un esperto del cinema di genere italiano – racconta Nero – e mi ha fortemente voluto sul set durante le riprese del suo film, trattenendomi con ogni scusa anche ben oltre il tempo necessario per girare la mia piccola scena. Lui ama davvero il western di Corbucci, lo conosce a memoria e ha costretto tutti a riguardarlo più volte, tenendo spesso in sottofondo sul set la colonna sonora del 1966”.
Dopo l’anteprima romana, “Django unchained” uscirà nelle sale italiane il 17 gennaio, distribuito da Warner Bros. Pictures Italia (come da accordo con Sony Pictures). “Sono davvero orgoglioso di avervi partecipato”, aggiunge Franco Nero, che poi interviene sulle accuse di razzismo rivolte a Tarantino, qualche giorno fa, dal regista afroamericano Spike Lee: “Non sono d’accordo, perché per me Quentin ha voluto fare un film politico, nel quale sono sottolineate le condizioni degli schiavi neri nell’America della Frontiera. Anche l’uso ripetuto del termine “nigger” si rifà fedelmente a quanto avveniva all’epoca”.
Certo è che, tra il 1966 e il 2013, il personaggio di Django ha accompagnato l’attore italiano per tutta la carriera. “Direi che mi ha addirittura perseguitato, perché – scherza Nero – all’epoca era diventato il nome col quale mi registravano negli alberghi di tutto il mondo. Peccato, però, che oggi in Italia non si facciano più quei film, perché erano la vera linfa dell’industria cinematografica. Noi producevamo 400 pellicole all’anno e i produttori che guadagnavano con i film più commerciali poi reinvestivano quei soldi su progetti più artistici. Oggi, invece, i produttori sono burocrati di Rai o Mediaset e i veri artisti sono castrati. Per questo, rispetto all’epoca d’oro – conclude l’attore – dico che oggi il cinema italiano ha la febbre alta, sta male. Basti pensare a quanto si sia ridotto il numero degli schermi, da 13.000 a circa 3.700; o a come sono quasi sparite le coproduzioni, che invece negli anni Sessanta e Settanta erano state così importanti per l’industria cinematografica italiana”.
Intanto, prendono sempre più sostanza le voci che vorrebbero Franco Nero tornare a vestire i panni del pistolero Django in un nuovo film, “Django lives!”, che potrebbe essere girato già quest’anno, nello Utah, prodotto da Eric Zaldivar e Mike Malloy con la regia di Michael A. Martinez.

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