(Il Mattino - 2 giugno 2013)
Visibilmente emozionato, durante l’anteprima napoletana del Filangieri, Dionisio descrive il suo lavoro come “una sorta di combat film, realizzato nonostante gli scarsi mezzi produttivi: un progetto piccolo e persino un po’ folle, concretizzatosi grazie al supporto di Arcopinto e degli amici di Pigrecoemme”. E proprio dalla scuola di cinema partenopea proviene il bravo montatore del film, Giacomo Fabbrocino, uno dei tre soci della struttura assieme a Corrado Morra e Rosario Gallone. “Sono felice per l’uscita in sala – prosegue Sandro Dionisio – perché in Italia c’è sempre meno spazio per lavori sperimentali come questo, a metà tra fiction, documentario, reportage e poesia filmata”.
“Un consiglio a Dio” segna il ritorno alla regia di Dionisio – già assistente, tra gli altri, di Mario Martone negli anni Novanta – un decennio dopo l’esordio “La volpe a tre zampe”, mai distribuito in sala nonostante i riscontri positivi da parte della critica. “Con questo film – racconta l’autore – ho voluto affrontare il tema scottante dell’immigrazione dall’Africa verso le coste italiane, attraverso la figura surreale e dolente di un “trovacadaveri”, cioè un uomo che, su una spiaggia senza nome, in mezzo a escrementi e rifiuti della società dei consumi, recupera i corpi senza vita dei migranti morti nel disperato tentativo di approdare in Italia. La trama è tratta dal monologo teatrale “Il trovacadaveri” di Davide Morganti, sulla cui base, però, ho innestato la mia drammaturgia cinematografica originale, per esempio alternando interviste con autentici migranti che raccontano le loro esperienze spesso drammatiche, immagini di repertorio ottenute tramite la Guardia di Finanza di alcuni veri sbarchi sulle coste italiane, persino alcune sequenze d’animazione. Insomma, ho provato a realizzare un crossover filmico piuttosto sperimentale, giovandomi in questo anche delle suggestioni provenienti dalla magnifica colonna sonora jazz scritta ed eseguita da un giovane talento napoletano come Vincenzo Danise”.
Le sequenze recitate da Vinicio Marchioni sono state filmate di notte sulle spiagge del litorale domizio, rese livide e minacciose dai toni cupi della fotografia. “Ho cercato di esaltare la visionarietà di quelle scene, anche se al centro di tutto – conclude Dionisio – ho voluto mantenere intatta l’urgenza quasi pasoliniana del testo di riferimento, esaltata dalla notevole performance attoriale di Vinicio. L’incontro con lui è nato e si è sviluppato in maniera assolutamente naturale, cementandosi poi in un’intesa artistica rafforzata dalla sua voglia di misurarsi con qualcosa di molto diverso dai suoi precedenti lavori cinematografici e televisivi”.
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