tore Piscicelli (qui nella foto) risalente al 1981."Il cinema italiano ormai è morto, vittima della televisione e della mancanza d'interesse da parte delle istituzioni", ha attaccato lo stesso Piscicelli, presente al Madre assieme ai protagonisti del film, gli allora esordienti Marina Suma e Angelo Cannavacciuolo, alla produttrice Carla Apuzzo e agli altri interpreti Sergio Boccalatte e Gianni Prestieri. Proprio con riferimento alla sua seconda regia, lo stesso regista ha aggiunto, sconsolato: "Oggi non sarebbe più possibile fare un film così, per lo stile e i contenuti assolutamente antitelevisivi, che lo renderebbero difficile da produrre, dato che l'ultima parola spetta ai responsabili dei palinsesti più che ai produttori".
Ma, comunque, anche nel corso dell'incontro napoletano, Piscicelli rilancia con convinzione e mostra chiara la volontà di proseguire nel suo cammino di cineasta non riconciliato. Così, a margine della presentazione - come si può leggere in un mio articolo, pubblicato ieri sul quotidiano Il Mattino - confessa di essere al lavoro su un nuovo progetto, che segnerà il suo ritorno ad ambientazioni e tematiche partenopee: "Sarà un film a basso costo, girato in digitale come i miei più recenti. Si tratta di un progetto al quale tengo molto, proprio perché tornerò a girare a Napoli dopo molti anni. Spero davvero di poter arrivare fino in fondo, però, perché il contesto del cinema italiano contemporaneo è diventato sempre più asfittico: ormai, infatti, saltano per mancanza di fondi persino pellicole dal costo di appena 500-600mila euro. Credo, comunque, che anche in questo caso, come fu all'inizio degli anni Ottanta per Le occasioni di Rosa, il nuovo film potrebbe rivelarsi profetico per come descriverà le pos
Un'edizione, quella curata da Ripley's Home Video, di grande qualità, innanzitutto per l'ottima copia del film, "tratta - spiega proprio Piscicelli - da un nuovo master digitale realizzato appositamente in laboratorio con la mia diretta supervisione"; e poi per gli interessanti contenuti extra che arricchiscono il disco: due ampie interviste allo stesso regista e alla protagonista Marina Suma, oltre al trailer cinematografico dell'epoca. "L'idea de Le occasioni di Rosa - racconta ancora Piscicelli - è precedente a quella del mio film d'esordio, Immacolata e Concetta, col quale però va a costituire una trilogia tutta partenopea che sarebbe stata completata, di lì a qualche anno, con Blues metropolitano: il percorso dei tre film, infatti, è coerente e passa dal confronto tra mondo rurale e urbano del mio esordio attraverso lo sguardo freddo e non ideologico su una periferia in mutazione come quella di Secondigliano e Scampia subito dopo il terremoto del 1980, per concludersi con il tuffo all'interno di un contesto urbano ormai completamente trasformato rispetto a qualche anno prima".
In particolare, con Le occasioni di Rosa Piscicelli riesce ad anticipare profeticamente i mutamenti ai quali andrà incontro il tessuto stesso della periferia napoletana, incarnando nella figura "borderline" di Rosa (per la cui interpretazione Marina Suma fu premiata col David di Donatello) il profondo scarto sociale, antropologico e culturale rispetto al passato anche recente: "Il rifiuto del lavoro in fabbrica da parte di Rosa - conclude, infatti, il regista - non prefigura alcuna alternativa, ma mostra con chiarezza lo spaesamento provocato di fronte alle grandi trasformazioni sociali".



Naturalmente, già pochi minuti dopo i titoli di coda, su Internet pullulavano "lanci" di agenzia, articoli giornalistici e commenti degli appassionati dedicati al finale di quello che è stato, senza dubbio, lo show capace di riscrivere le regole della serialità televisiva nel corso dei cosiddetti Anni Zero (magari assieme a 24 e a pochissimi altri...). Per chi avesse già visto gli episodi conclusivi e volesse confrontarsi con ipotesi sul finale differenti dalle proprie, dunque, rimando a uno tra i tanti possibili siti web dedicati all'argomento, cioè la densissima pagina dei commenti presente sull'ottimo sito specializzato TvBlog: per leggerli basta cliccare
Come previsto dagli osservatori più avvertiti, comunque, alla fine di quest'affascinante avventura pluriennale, le domande in sospeso restano molto più numerose delle risposte: qualunque ipotesi si scontra, infatti, con tasselli narrativi, singole sequenze, episodi specifici che, se ben analizzati, non coincidono quasi mai del tutto l'uno con l'altro e, dunque, paiono smentire tali ipotesi un attimo dopo averle formulate. La mia interpretazione della trama, per quel che può valere, è la seguente: nella realtà dell'isola (cioè quella "vera", quella primaria) Jack raccoglie l'eredità di Jacob, sconfigge l'Uomo Nero e salva l'isola, morendo nel tentativo, però non prima di aver passato a sua volta il testimone a Hugo - che avrà Ben quale suo "braccio destro" - come protettore di quell'avamposto sperduto in mezzo all'oceano; nel frattempo, nella controversa realtà "parallela" (secondaria) sviluppatasi all'inizio della sesta stagione in seguito all'esplosione di una bomba sull'isola, i vari personaggi ritrovano i propri ricordi dell'isola e prendono coscienza, man mano, di essere tutti morti, secondo quello che era il destino di ciascuno, e di trovarsi in una sorta di limbo (Purgatorio?) dal quale, alla fine della serie, s'incammineranno verso la luce eterna nella quale, presumibilmente, riposeranno felici (con l'unica eccezione di Ben, il quale non segue gli altri personaggi verso la luce, forse perché dovrà ancora scontare i propri "peccati"...).
La voce di Pall Jenkins e il sibilo della sega elettrificata che lui stesso suona con un archetto, gli accordi di piano radi, profondi e circolari di Tobias Nathaniel, la precisione marziale di una impeccabile sezione ritmica, gli innesti di tromba e tastiere, i rintocchi dei campanacci, un immaginario che attinge splendidamente alle pagine di William Faulkner, Harper Lee e Cormac McCarthy (e del southern gothic tutto) per raccontare storie di amori finiti (male), misteri, nefandezze, aspirazioni e sogni di un'America rurale, notturna e impenetrabile sono i molteplici frammenti che compongono l'universo Black Heart Procession.






