domenica 20 giugno 2010

COMICS U.S.A.: UN MERCATO IN CRISI CERCA NUOVE STRADE

Di Raffaele De Fazio

Sempre più spesso le notizie economiche ci parlano di mercati in discesa, rischio Grecia e svalutazione dell'euro. Troppo vero. Bisogna stringere la cinghia e sperare che l'economia si rimetta in moto. Intanto, per pararsi il cu… ehm, il deretano, anche in America i principali editori tentano di tirare avanti con nuovi progetti e, per alcuni, con nuove licenze da sfruttare.
Può sembrare paradossale che, in un mercato in cui il film Iron Man incassa 250 milioni di dollari e quello su Batman si insedia tra i primi posti dei maggiori incassi di tutti i tempi, i rispettivi editori (Marvel e DC) si vedano costretti a passare ai 3.99 dollari per quasi tutti gli albi principali. Purtroppo, ci troviamo in un periodo nel quale, se da una parte anche il meno dotato dei fumettisti può fare un peto e vederlo trasformato in un blockbuster milionario, dall'altra il fumetto arranca paurosamente. Intendiamoci, il fumetto come mercato e non come forma d'arte: da questo punto di vista, infatti, il panorama mi sembra più vitale che mai.
Ciò avviene per merito soprattutto dei cosiddetti piccoli editori, che sembrano più vitali che mai e, proprio come formichine, stanno centellinando le briciole cadute dal tavolo tra le grandi e Hollywood. Troppo spesso, infatti, le piccole realtà fumettistiche ci hanno riservato piccoli gioielli che possono trovare nuova vita tra le mani di abili cineasti. Anche se non possiamo negare che la versatilità dei due media può generare mostri, come l'orribile trailer del lungometraggio dedicato a Sampei il pescatore.
Comunque, nell'infinita corsa allo scaffale delle fumetterie alcuni editori - e penso soprattutto alla Dynamite e alla IDW - stanno attuando una tattica molto abile. Se la continua frequentazione tra cinema e fumetto, così ben praticata dalle due big Marvel e DC, può generare un pubblico inedito per i comic shops allora meglio investire in licenze cinematografiche, televisive o videoludiche più riconoscibili all'occhio di questo nuovo tipo di fruitore, che ne potrebbe essere attratto. In tal modo, tra l'altro, si può anche reinvestire parte dei proventi nell'acquisizione dei diritti di vecchi e semidimenticati personaggi e/o dei loro universi da poter poi riproporre all'occhio vigile di Hollywood, nel tentativo di creare un circolo virtuoso che si auto-alimenti e crei spazio anche per la nascita di progetti autoprodotti.

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