martedì 21 settembre 2010

INTERVISTA AD ANDREA RENZI, TRA CINEMA E TEATRO

Di Diego Del Pozzo

Non potrà essere presente stasera ad Acciaroli per la proiezione speciale di Noi credevamo, perché nelle stesse ore Andrea Renzi sarà in Canada, impegnato nella tournée del fortunato allestimento diretto da Toni Servillo della Trilogia della villeggiatura di Goldoni. La vicinanza a Mario Martone e al suo film, però, è assoluta, in particolar modo dopo l'omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, al quale è dedicata la serata odierna. "Sono molto dispiaciuto - spiega Andrea Renzi - perché avrei tanto voluto esserci alla proiezione di Acciaroli, ancor di più per il significato che assume dopo l'omicidio del sindaco Vassallo, che tanto aveva fatto per il film".
Ma cosa porterà con sé di un'esperienza così particolare come quella del film di Martone, nel quale lei interpreta il duca patriota Sigismondo di Castromediano?
"Si tratta di un progetto unico nel panorama cinematografico italiano: un film di tre ore e mezza sulla riscoperta del Risorgimento e di alcuni suoi episodi e personaggi meno conosciuti è qualcosa che resta a lungo dentro di te. Soprattutto, poi, se a realizzarlo è un autore sensibile e attento come Mario, che ha messo tutto se stesso in quest'opera. Una cosa estremamente positiva di Noi credevamo, capitata a noi attori prima che agli spettatori, è come ti fa venir voglia di conoscere meglio le nostre origini".
Come giudica la polemica esplosa tra Martone e il giurato Salvatores subito dopo la chiusura della Mostra di Venezia?
"Ho lavorato sia con Mario che con Gabriele e li stimo entrambi. A Venezia, però, credo che la giuria sia stata un po' schiacciata dalla personalità di un presidente come Quentin Tarantino, arrivato persino a cambiare le regole sull'attribuzione dei premi. Comunque, credo che sia da apprezzare il modo schietto e diretto col quale Martone si è esposto in prima persona, per difendere quasi sette anni di vita e di lavoro".
Lei continua a dividersi con grande profitto tra cinema e teatro. Cosa la aspetta nell'immediato futuro?
"Dopo il ritorno dal Canada, dove andremo in scena da domani a domenica al Théâtre Maisonneuve di Montreal, sarò ancora in tournée, stavolta in Italia, con Toni Servillo e il resto della compagnia per la Trilogia della villeggiatura: tra le altre date, saremo pure al Piccolo di Milano dal 16 novembre al 12 dicembre. Sempre a teatro, poi, sarò impegnato all'inizio del prossimo anno in due mie regie: dal 3 al 13 febbraio al Mercadante di Napoli, Diario di un pazzo con Roberto De Francesco; dall'8 al 13 febbraio al teatro Gobetti di Torino, Tradimenti di Harold Pinter, con Nicoletta Braschi, Tony Laudadio, Enrico Ianniello".
E al cinema?
"A parte gli impegni legati alla promozione di Noi credevamo, ai quali comunque mi dedicherò nelle prossime settimane, ho appena terminato le riprese di Mozzarella Stories una commedia agrodolce surreale e visionaria diretta dall'esordiente Edoardo De Angelis".
Tornando al teatro, invece, qualche sera fa lei è stato protagonista di un originale esperimento drammaturgico. Di che si tratta?
"Domenica sera, al Castello Ducale di Sessa Aurunca, nell'ambito di una bella rassegna intitolata I luoghi della memoria, ho messo in scena lo spettacolo Fuochi a mare per Vladimir Majakovskij, da me ideato, diretto e interpretato. Si tratta di una produzione di Teatri Uniti, con la quale ho proposto al pubblico una sorta di flusso di coscienza a partire dai versi del grande poeta russo, in particolare da quelli del poemetto La nuvola in calzoni, per approdare a un autentico corpo a corpo con i temi universali dell'amore, della religione, della rivoluzione".
La rassegna I luoghi della memoria, promossa da Teatro Aurunkatelier - Gruppo Ricerca '75, andrà avanti fino a sabato 2 ottobre. I prossimi appuntamenti in cartellone sono quelli di venerdì e domenica, rispettivamente con Francesco Sframeli e Spiro Scimone in Bar diretto da Valerio Rinasco e con la Compagnia Sutta Scupa di Palermo che presenterà Rintra 'u Cuòri, originale trasposizione scenica della tragedia di Sacco e Vanzetti.

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