martedì 2 novembre 2010

SERIE TV: LO STRANO CASO DI "THE WALKING DEAD"

Di Diego Del Pozzo

La mia recensione di ieri della serie tv The Walking Dead era basata sulla visione della versione originale sottotitolata del pilot, lunga quasi settanta minuti. Riferendomi a questo vero e proprio film, dunque, avevo parlato di capolavoro horror. Si può immaginare, allora, la mia delusione, quando ieri sera ho assistito al debutto italiano dello show (ore 22.45 sul canale Fox di Sky) e mi sono trovato di fronte un episodio lungo "appena" quarantasei minuti, con evidenti tagli in molte sequenze e, soprattutto, col ritmo della narrazione irrimediabilmente alterato (e peggiorato) rispetto a quelle che erano le evidenti intenzioni originali di Frank Darabont (ideatore della versione televisiva della serie tratta dai fumetti di Robert Kirkman, co-produttore, sceneggiatore e regista del pilot).
Nella versione andata in onda su Fox, infatti, si perde molto del senso di minaccia costante derivante dalle lunghe sequenze con le quali Darabont ha scelto di rallentare e dilatare in più punti il ritmo, dando allo spettatore il tempo di "sentire" nelle viscere e nella mente l'orrore nel quale viene calato: e mi riferisco, in particolare, alla sequenza iniziale (il flash-forward che precede i titoli di testa); all'attraversamento dell'oscuro ospedale-labirinto subito dopo il risveglio di Rick dal coma; al commovente montaggio alternato tra il gesto pietoso dello stesso Rick nei confronti dello zombie-mozzone che si trascina senza più gambe lungo i prati delle campagne georgiane e il vano tentativo di Morgan (un grande Lennie James) di eliminare la moglie contaminata dandole finalmente pace; infine, al dolente e al tempo stesso speranzoso itinerario del protagonista verso Atlanta (costellato di "chicche" da fuoriclasse - andate perdute nella "versione breve" - come il fugace ma intenso faccia a faccia col cavallo che poi lo porterà in città; elemento che carica di ulteriore senso il successivo massacro del povero animale da parte degli zombie). Insomma, a fare le spese dei tagli intercorsi tra una versione e l'altra è proprio quello che mi era sembrato il punto di forza dell'intera serie: cioè l'atmosfera. Il ritmo così serrato, tra l'altro, fa perdere efficacia anche agli opprimenti silenzi dei quali è piena la colonna sonora. E, volendo esagerare ma non troppo, offre l'impressione, in più punti, di trovarsi di fronte a una pellicola proiettata a una velocità maggiore rispetto a quella corretta.
Detto ciò, comunque, anche così The Walking Dead resta un prodotto televisivo di qualità superiore, che lascia ben sperare per il prosieguo della serie e che, in ogni caso, sembra destinato a occupare un posto nella storia della serialità televisiva. Il pubblico americano, tra l'altro, ha premiato con entusiasmo il debutto della serie, vista da ben 5.3 milioni di telespettatori live, saliti a 8.1 milioni tra live e repliche, con numeri record sia per quanto riguarda il rating totale, sia per quel che concerne la quota di pubblico tra i 18 e i 49 anni (il più appetito dai network) sintonizzato davanti alla tv: 3.6 milioni di telespettatori, che rappresentano il più alto numero del 2010 tra tutte le tv via cavo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

1 commento:

  1. Sono d'accordo con te, Diego, sia sulla qualità del telefilm che sulla questione dei tagli. Vorrei tanto capire chi è che ha autorizzato questa versione "ridotta".

    Giuseppe Cozzolino

    RispondiElimina