sabato 30 gennaio 2010
MUCCINO E IL SENTIMENTALISMO FUORI CONTROLLO
Di Diego Del Pozzo
Ieri pomeriggio ho avuto modo di intervistare, per Il Mattino, Stefano Accorsi e Vittoria Puccini, i due protagonisti del nuovo film di Gabriele Muccino, Baciami ancora. La lunga doppia intervista, pubblicata sul quotidiano in edicola oggi, può essere letta cliccando qui (soltanto per i prossimi sette giorni, come al solito).
Stamattina, poi, ho visto il film che, devo dire, non mi ha sorpreso più di tanto: ansiogeno e inutilmente sovraeccitato fin dalle primissime sequenze, con una colonna sonora (di Paolo Buonvino) onnipresente e stordente, composto unicamente da scene madri che ne compromettono la tenuta drammaturgica. A salvarsi, devo dire, sono proprio gli attori, tutti piuttosto bravi, anche se pure loro troppo spesso sopra le righe (ma, in questo, coerenti col tono generale del film). E, personalmente, salverei anche il modo delicato e sincero nel quale Muccino riesce a descrivere il rapporto padri-figli: qui, infatti, i sentimenti prevalgono sul sentimentalismo.
Per il resto, Baciami ancora è come un maglio che colpisce alle parti basse degli spettatori, punta unicamente alle loro viscere e budella, fino a tramortirli con un eccesso di sentimentalismo fuori controllo. Se l'intento del regista era commuovere il proprio pubblico, l'obiettivo è stato centrato in pieno, anche perché appariva inevitabile: chiunque, infatti, lungo le ridondanti due ore e venti della pellicola, è destinato a trovare qualcuno o qualcosa che lo faccia piangere, perché Baciami ancora è stato programmaticamente concepito per tale scopo. Per le sfumature e per una reale capacità di introspezione psicologica, però, si prega di ripassare...
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