mercoledì 25 marzo 2009

"EUROPA '51" IN UN DVD DEGNO DI COTANTO FILM

Di Diego Del Pozzo

Da qualche giorno è in videoteca un bellissimo dvd che restituisce dignità, finalmente, a un capolavoro ingiustamente sottovalutato di quello straordinario regista che è Roberto Rossellini: si tratta dell'edizione in doppio disco, restaurata e rimasterizzata, di Europa '51, forse il più controverso tra i film rosselliniani.
Distribuita dalla Dolmen Home Video, nella meritoria collana dedicata alla Cristaldi Film, questa edizione di Europa '51 propone la versione "lunga" proiettata il 12 settembre 1952 alla tredicesima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e mai distribuita nelle sale (dove approdò, invece, una versione più breve), arricchendola con una serie di imperdibili contenuti speciali.
Per celebrare degnamente questa uscita tanto significativa, mi piace ricordare Roberto Rossellini attraverso le parole di un altro gigante del cinema mondiale: Francois Truffaut.
Ecco qui di seguito, dunque, due emozionanti stralci tratti da altrettante raccolte degli scritti di Truffaut.
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Francois Truffaut, Il piacere degli occhi, Marsilio, 1988.
"Roberto Rossellini è, con André Bazin, l'uomo più intelligente che ho conosciuto. Egli comprende ed assimila talmente in fretta e così tante cose che a cercare di stargli dietro ti lascia senza fiato. Ma bisogna sforzarsi perché si può progredire solo correndo nella sua scia. Fortunatamente per me, Roberto ama le sue creature; altrimenti, quando sono al suo fianco, mi sentirei spaventosamente pesante, stupido, goffo e maldestro. Roberto mi ha insegnato che il soggetto di un film è più importante dell'originalità dei titoli di testa, che una buona sceneggiatura deve stare in dodici pagine, che bisogna filmare i bambini con maggior rispetto di qualsiasi altra cosa, che la macchina da presa non ha più importanza di una forchetta e che bisogna potersi dire, prima di ogni ripresa: O faccio questo film o crepo".
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Francois Truffaut, I film della mia vita, Marsilio, 1978.
"Molti anni della mia vita sono legati a Roberto Rossellini, ma non è oggi che voglio rievocarli. Roberto Rossellini era l'uomo di cinema più intelligente, più colto e anche il meno estetizzante. Se è vero che l'artista si nutre della sua stessa nevrosi, allora Rossellini non era un artista, perché non ho incontrato mai nessuno meno narcisista. Detestava la finzione, gli intrighi, i romanzi. Non amava che le opere storiche e scientifiche. Curioso e dotato del gusto dell'informazione, detestava tutto ciò che è vago, sfumato, non formulato, suicida. Come Jean-Paul Sartre, pensava che tutto è comunicabile. Era anche un amico caloroso e buono. Tra la gente celebre che ho conosciuto, era forse il solo che si interessava prima degli altri che di se stesso".

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