martedì 24 maggio 2011

BOB DYLAN HA 70 ANNI: RIFLESSIONI SU ALIAS...

Di Antonio Tricomi
(Rock Around the Screen - 24 maggio 2011)

E' Rudy Wurlitzer a firmare la sceneggiatura di Pat Garrett & Billy the Kid, anno 1973, anche se lo script fu in realtà rivisto da Sam Peckinpah e i due litigarono aspramente, al punto che Wurlitzer ci fece un libro sopra (libro in cui la figura di Peckinpah veniva fatta a pezzi). Non sappiamo dunque a chi attribuire alcuni momenti fortemente dylaniani del film: forse allo stesso Dylan, che oltre a interpretare il ruolo di Alias compose com'è noto anche la colonna sonora? Non sappiamo quanta voce in capitolo avesse anche sulla stesura dei dialoghi, ma nulla si può escludere.
Prima scena. Il personaggio di Alias appare per la prima volta in un esterno, mentre Billy the Kid (Kris Kristofferson) organizza platealmente la sua fuga dal carcere, con la forca già issata sulla main street per lui. Poco dopo, lo sceriffo Pat Garrett (James Coburn) entra in un salone, si fa tagliare barba e capelli e nota Alias seduto a un tavolo, in disparte. Gli chiede: "E tu chi sei?". E Alias risponde: "Che domanda!". Il che potrebbe voler dire due cose. La prima, la più immediata: "Sono Bob Dylan, no? Lo sanno tutti". Oppure, più sottilmente, potrebbe voler dire che questa è una domanda a cui è impossibile rispondere. Tutta l'arte di Dylan va in questa direzione: l'essere umano è inconoscibile e occorrerebbe liberarsi dall'ansia delle definizioni e ancor più delle autodefinizioni. Chi siamo noi? E chi diavolo può dirlo? Viene alla mente Rimbaud, forse il poeta preferito da Dylan: "Io è un altro". Oppure il titolo di una sua canzone, I'm Not There. Come dire: "Io sono quello che non c'è". Oppure ancora la girandola di pronomi personali in Tangled Up in Blue, canzone scritta l'anno dopo il film di Peckinpah: io, tu, lui, lei, continua variazione dei punti di vista. E poi lo stesso personaggio del film si chiama Alias.
Seconda scena, in parte tagliata dalla versione italiana. Alias e Billy the Kid stanno discutendo sull'opportunità di fuggire in California. Il Kid non ci è mai stato e si chiede come possa essere. Alias gli risponde: "Dipende da chi sei tu". Altra grande lezione di Dylan (se lui fosse uno che insegna, ma per fortuna non lo è): devi essere totalmente padrone del tuo destino; non importa cosa scegli di fare, l'importante è che a farlo sia proprio tu, che la tua scelta sia consapevole. La vita si gode essendo se stessi, non tanto facendo questa o quell'altra cosa. Poi alla fine il Kid decide di partire per il Messico, che conosce bene. Alias gli chiede com'è il Messico e il Kid gli risponde: "Dipende da chi sei tu".
Terza scena. Alias e altri due seguaci del Kid entrano in un saloon, dove però incontrano Pat Garrett. Lo sceriffo li disarma e mentre ne interroga due chiede ad Alias di voltarsi e di leggere le etichette dei cibi conservati sullo scaffale. Alias inforca gli occhiali da vista (che Dylan porta solo in privato) e comincia a scandire le varie qualità di fagioli e di altri cibi. Intanto i suoi due amici vengono interrogati e uno anche ucciso. E' un momento surreale, l'elenco scandito da Alias-Dylan ottiene un effetto straniante, la scena potrebbe essere inclusa in una delle sue canzoni surreali e visionarie della metà degli anni Sessanta.
Poi c'è da riflettere sulla stessa natura del personaggio Alias. In realtà potrebbe essere uno che fa il doppio gioco (arriva al rifugio del Kid assieme ad alcuni bounty killers che vogliono catturare il ribelle, ma poi aiuta lo stesso Kid a eliminarli). Alias non porta pistole ma è molto bravo con il coltello. Si muove a scatti, con eleganza, spesso presente ma non sempre al centro della scena. Un po' come Dylan, sulla scena da cinquant'anni, mai con il ruolo di superstar (non come i Beatles o gli Stones nei Sessanta, né come Springsteen o gli U2 più tardi) ma sempre presente con il peso del suo prestigio.
Ci sarebbe poi da dire della colonna sonora. Le registrazioni inserite nel film non sono necessariamente quelle incluse nel disco. Un'altra interprete della pellicola, Rita Coolidge (ai tempi moglie di Kristofferson), vi appare come corista, assieme a musicisti come Roger McGuinn e Booker T. Jones. Knockin' on Heaven's Door fu scritta per la scena in cui l'anziano amico di Garrett, da lui ingaggiato per aiutarlo a prendere il Kid, rimane gravemente ferito in uno scontro a fuoco. L'uomo si dirige verso il fiume per morire, seguito a distanza dalla sua donna, interpretata dalla star del cinema messicano Katy Jurado. Alla fine è solo uno struggente duello di sguardi. La canzone è poi diventata uno dei superclassici di Dylan, molto riscritta dall'autore e molto coverata da altri artisti. Ovviamente assumendo di volta in volta altri significati. Nel suo primo concerto a New York dopo l'11 settembre 2001 Dylan non volle cantarla, essendo la morte il tema del brano. Somiglia molto a Helpless di Neil Young, pubblicata nel 1970 sull'album di Crosby Stills Nash & Young Déjà vu. Ma Dylan sostiene che Young gli è debitore per la sua ispirazione a fare musica, quindi...

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