martedì 10 novembre 2009

MARTINA GEDECK E IL MURO DI BERLINO

Di Diego Del Pozzo


"La notte in cui il Muro di Berlino fu abbattuto io ero in un teatro della città e stavo recitando in una commedia intitolata Entra pure che la porta è chiusa: per anni, ho riflettuto sull'ironia di quel titolo e su come, in fondo, sia stato di buon auspicio per me e per la nuova Germania unita". Martina Gedeck (qui sotto, nella foto), l'attrice tedesca giunta alla fama internazionale nel 2006 grazie al film Le vite degli altri, ha scelto Napoli per festeggiare i vent'anni dalla caduta del Muro, partecipando ieri sera allo spettacolo multimediale Senza il muro. Berlino, venti anni fa, organizzato dal Goethe Institut e dal San Carlo presso il teatro Mercadante. Nel corso della serata, l'attrice ha letto brani tratti dal libro La notte in cui cadde il Muro di Renatus Deckert. "Ricordo che fu una notte - racconta Martina - di gioia ed eccitazione. Quando la notizia mi raggiunse in teatro, non riuscivo a crederci, anche perché soltanto fino a un mese prima nessuno avrebbe potuto immaginare ciò che sarebbe successo di lì a poco».
Martina Gedeck, come tanti altri tedeschi dell'Est e dell'Ovest, ha convissuto per buona parte della vita col Muro. "Quando ero bambina - ricorda l'attrice - avevamo sempre problemi per passare dalla Baviera, mia terra d'origine, a Berlino, dove viveva mia nonna: ogni visita era quasi un percorso a ostacoli. Ai tempi del liceo, poi, mi trasferii proprio a Berlino per perfezionare i miei studi e avviarmi al teatro. E devo dire che, negli anni, al Muro nessuno faceva più caso: era diventata una presenza normale, che intimidiva ma, al tempo stesso, rientrava nella quotidianità. Non lo si percepiva quasi più, così come non si percepiva affatto la presenza della Germania Est, che a noi sembrava la nazione più lontana del mondo, nonostante fosse lì, appena al di là del Muro". Quella notte speciale di vent'anni fa, in ogni caso, portò speranze e un'aria di novità. "All'inizio - sottolinea Martina Gedeck - ci fu soprattutto grande curiosità, da tutti e due i lati del Muro. Poi, negli anni, l'Ovest ha preso sulle proprie spalle la ricostruzione dell'Est, in qualche modo "occupandolo" quasi con la forza dell'economia capitalista. Da parte loro, gli ex tedeschi orientali si sono resi conto un po' tardi di avere anche perso qualcosa: per esempio, quella "rete di protezione" offerta dallo stato sociale. E ciò ha prodotto su tanti di loro anche una certa perdita di orientamento. Oggi, comunque, credo che la nostra nazione sia riuscita a trovare una sua identità che l'ha resa definitivamente adulta".
Il film che ha lanciato Martina Gedeck nel firmamento delle star internazionali, Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck (Oscar 2007 come miglior film straniero), narra una storia emblematica della quotidianità nella ex Ddr: quella di due intellettuali, marito e moglie, sorvegliati dalla Stasi a causa di presunti atteggiamenti sovversivi. "Per entrare nel personaggio di Christa-Maria Sieland - racconta ancora Martina - ho dovuto scavare dentro di me, per portare in superficie le sensazioni contraddittorie di una donna capace di ampliare sempre di più il piccolo spazio di libertà nel quale le era concesso di vivere". E anche nel suo prossimo film Martina Gedeck avrà a che fare con confini e "muri" da oltrepassare: "S'intitola La parete ed è una produzione austriaca diretta da Julian Polsler: la storia è imperniata su una donna che, improvvisamente, si trova rinchiusa in un bosco circondato da un muro trasparente, apparentemente privo di uscite. Ci sono, com'è ovvio, forti significati metaforici".