mercoledì 20 ottobre 2010

COMICS: LA DC CHIUDE L'ETICHETTA WILDSTORM

Di Raffaele De Fazio

La DC Comics ha iniziato una ristrutturazione societaria tesa a svecchiare l'ottuagenario colosso editoriale per meglio competere con i principali concorrenti.
La prima conseguenza è lo spostamento di tutte le divisioni cine-televisive e video-ludiche a Los Angeles, dove il trend del momento, il cine-fumetto, la fa da padrone e dove, soprattutto, la concorrente Marvel continua a inanellare successi cinematografici. Praticamente, la Warner ha deciso che è arrivato il momento di sfruttare al meglio l'enorme bagaglio di personaggi a propria disposizione, prima che la Disney metta in campo tutta la sua potenza per fare altrettanto con gli eroi Marvel che, in questo momento, sono ancora "appaltati" un po' a tutte le grandi case cinematografiche e non ancora distribuiti direttamente dal colosso di Burbank.
La seconda conseguenza della nuova politica di casa DC riguarda, poi, la divisione fumetti, confermata nella sede di Broadway a New York, ma interessata da una seria e profonda ristrutturazione, della quale fanno le spese l'etichetta online Zuda e, soprattutto, la Wildstorm, l'etichetta fondata da Jim Lee in seno all'Image nel 1992 e successivamente venduta proprio alla DC nel 1999. Spiace dirlo, ma da alcuni mesi era abbastanza inguardabile la sezione di anteprime a loro dedicata dal catalogo Previews: ormai, infatti, vi spiccavano soltanto le licenze tratte dai videogiochi e dai telefilm, mentre la sezione dedicata all'universo supereroistico creato da Jim Lee e dai suoi collaboratori andava avanti per inerzia, dimentica dei fasti del passato.
Sì, perché in passato, tra le varie sotto-etichette create dai fondatori dell'Image, proprio la Wildstorm era sempre stata la più attiva, sfornando vere e proprie pietre miliari che hanno portato il fumetto supereroistico verso nuovi orizzonti. Sarebbe impossibile, per esempio, non citare Authority tra i principali fattori di cambiamento nell'approccio degli sceneggiatori ai supereroi, ma sarebbe altresì impossibile non nominare serie straordinarie come Planetary, Astro City, Sleeper, Global Frequency, ExMachina, l'intera linea ABC che riportò Alan Moore al fumetto mainstream consentendogli di sfornare quel piccolo capolavoro che è Promethea o quell'idea semplice ma in definitiva geniale che è League of Extraordinary Gentlemen. Ma non voglio dimenticare nemmeno i successi considerati oggi minori, ma che all'epoca rappresentarono una vera tempesta per il mercato a stelle e strisce, come la linea Cliffhanger o testate come Gen13 di Campbell che ridefinì il genere "super-giovanilistico". E non voglio dimenticare nemmeno la linea Homage, che fu per alcuni anni la casa di quei progetti creator-owned che poco si integravano con le realtà pre-esistenti quali Vertigo e Dark Horse, ma che seppero proporre un nuovo approccio a un fumetto che fosse di alta vendibilità, con creatori di ottimo livello e, al tempo stesso, ampiamente entertaining, facendo emergere anche serie già esistenti ma considerate di nicchia come Strangers in Paradise e The Maxx.
"E quei personaggi ora che fine faranno?", vi starete chiedendo. Non temete. Come preannunciato sulla maxiserie 52, l'universo Wildstorm è diventato Terra 50 del nuovo Multiverso DC e, quindi, prima o poi i personaggi che lo abitano ritorneranno anche loro, appena i vertici DC troveranno un'idea che valga la pena di essere raccontata con quegli stessi personaggi. I tre guru della DC, Dan DiDio, Geoff Johns e lo stesso Jim Lee, lo danno per certo: questi personaggi avranno ancora una lunga vita editoriale.
Ma, in ongi caso, non posso non rimpiangere un po' di quella verve che la Wildstorm portò al mercato Usa nel decennio che va concludendosi.

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