sabato 23 ottobre 2010

UN PREMIO "AL FEMMINILE" PER UN BEL FILM GRECO

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 23 ottobre 2010)

Col suo secondo film da regista, dopo l'esordio del 2000 The Slow Business of Going, la regista greca Athina Rachel Tsangari s'è particolarmente distinta quest'anno alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il suo Attenberg ha portato a casa la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, attribuito alla protagonista, l'attrice francese Ariane Labed, per il ruolo di Marina. E proprio questo personaggio complesso e sfaccettato, costantemente oscillante tra repulsione e fascinazione nei confronti del genere umano, è valso al film anche il Premio Lina Mangiacapre, storico riconoscimento "di genere" ideato e animato per anni dalla compianta artista napoletana, prima come Premio Elvira Notari e poi, dal 2003, col suo stesso nome.

Ieri sera, Athina Rachel Tsangari, accompagnata da Teresa Mangiacapre, la sorella di Lina, ha ritirato il premio a Napoli, nel corso della cerimonia organizzata dall'associazione Le tre ghinee/Nemesiache presso il Blu di Prussia. "Sono particolarmente soddisfatta - sottolinea la regista - perché ho ricevuto questo premio per il personaggio del mio film e non, come avviene di solito in casi simili, per il fatto di essere una regista donna. Poi, stavolta la soddisfazione è doppia, perché il personaggio di Marina presenta forti tratti autobiografici e, infatti, l'ho sviluppato passo dopo passo assieme ad Ariane che l'ha interpretato".
Attenberg è un algido spaccato della vita di Marina, ragazza ventitreenne un po' infantile e solitaria, alle prese con la scoperta di una sessualità che non riesce proprio a vivere in modo spontaneo, tanto da non sapere se le piacciono gli uomini, le donne o nessuno dei due. Le sole persone con le quali riesce a vivere un rapporto autentico sono l'amica Bella e il padre, malato terminale, col quale ha un legame saldissimo e assieme al quale trascorre parecchio tempo a guardare i documentari di sir David Attemborough, dal cui cognome storpiato deriva il titolo della pellicola. "Proprio il rapporto padre-figlia - aggiunge la regista - è al centro del film, poiché a me interessava soprattutto mostrare come l'influenza patriarcale potesse determinare lo sviluppo dell'esistenza di una giovane donna. I tratti autobiografici della storia, tra l'altro, sono rafforzati dalla scelta di girare nei luoghi dove ho vissuto i miei primi sette anni di vita".
Il film di Athina Rachel Tsangari, che sulla scia della Coppa Volpi conquistata a Venezia uscirà in diverse nazioni europee, non ha ancora un distributore italiano. "Ma nei prossimi giorni - conclude l'autrice greca - lo mostreremo nella sezione mercato del Festival di Roma e lì la situazione potrebbe sbloccarsi".

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