sabato 5 marzo 2011

NAPOLI RENDE OMAGGIO A TROISI E "RICOMINCIO DA TRE"

Di Diego Del Pozzo

Era il 5 marzo 1981, quando Ricomincio da tre fece la sua comparsa nelle sale italiane, lanciando in maniera fragorosa l'esordiente Massimo Troisi - reduce dai successi teatrali e televisivi con la Smorfia - tra i nomi di punta del nuovo cinema italiano. Addirittura, dopo l'exploit di 13 miliardi di lire incassati dalla pellicola, autorevoli commentatori parlarono di industria cinematografica nazionale (allora in profonda crisi economica) salvata dall'attore e regista napoletano, che avrebbe poi confermato le sue doti artistiche anche negli anni successivi, fino alla prematura scomparsa del 1994 appena terminate le riprese di quel Il postino che lo portò alle soglie dell'Oscar.
Trent'anni dopo, Napoli rende omaggio alla straordinaria figura di Massimo Troisi e a quel film indimenticabile che, assieme a quelli di pochi altri autori (da Piscicelli a Verdone), contribuì a dividere la storia del cinema italiano in un "prima" e un "dopo". L'appuntamento è per le ore 21 di lunedì, al multiplex Martos Metropolitan, dove l'associazione Napolibuona ha organizzato una serata a inviti intitolata Ricomincio da tre…nta, nel corso della quale sarà proiettata la copia restaurata del film e sarà ricordata la personalità unica di Troisi attraverso i racconti di chi lo conosceva fin da bambino. Tra questi, ci sarà l'amico del cuore Alfredo Cozzolino, che in Ricomincio da tre interpreta il cognato del protagonista Gaetano, il napoletano timido e insicuro che arriva a Firenze non da emigrante (come recita una tra le battute cult del film) ma per rifarsi una vita fuori dalle opprimenti mura domestiche. "Massimo era un genio - ricorda commosso Cozzolino - che aveva valori sani e si comportava nella vita di tutti i giorni proprio come poi era sul grande schermo. Anche il fatto di aver voluto nei suoi film tanti amici d'infanzia, come me, ne denotava la spontaneità e l'umanità. Quando lavoravamo, c'era una cosa, però, che di lui mi ha sempre colpito: tra una ripresa e l'altra ci faceva piegare in due dalle risate, ma appena si iniziava a girare diventava di una serietà e professionalità assolute. Manca moltissimo a noi amici, così come, credo, a tutto il cinema italiano".

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