domenica 31 maggio 2009

IL PREMIO NAPOLI A GALASSIA 2009

Di Diego Del Pozzo

Nell'ambito di Galassia Gutenberg, il presidente della Fondazione Premio Napoli, Silvio Perrella (nella foto), ha annunciato le terne dei libri vincitori nelle categorie "Letteratura italiana" e "Letterature straniere" dell'edizione 2009 del premio letterario.
Assieme a Perrella hanno partecipato alla presentazione i membri della giuria tecnica del Premio Napoli: Giorgio Amitrano, Antonella Anedda, Carla Benedetti, Gianni Bonina, Francesco Cataluccio, Andrea Cortellessa, Martha Herling, Raffaele Manica, Maria Nadotti, Antonio Pascale, Isaia Sales, Marino Sinibaldi, Giovanna Zucconi.
Nella sezione "Letteratura italiana", i tre libri vincitori dell'edizione 2009 del Premio sono: Franco Arminio, Vento forte tra Lacedonia e Candela, Laterza; Alessandro Leogrande, Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud, Mondadori; Luigi Trucillo, Darwin, Quodlibet; col premio speciale per questa sezione assegnato ad Antonio Moresco.
Nell'altra sezione delle "Letterature straniere", invece, la terna di vincitori è composta da: Avrahm Burg, Sconfiggere Hitler. Per un nuovo universalismo e umanesimo ebraico, Neri Pozza; Robert P. Harrison, Giardini. Riflessioni sulla condizione umana, Fazi; Charles Simic, Club midnight, Adelphi; col premio speciale per questa sezione assegnato a John Ashbery.
I sei libri vincitori delle due terne saranno consegnati agli oltre mille lettori che compongono i gruppi di lettura del Premio Napoli (una trentina di questi gruppi sono all'estero, dal Brasile agli Stati Uniti alla Russia). E saranno proprio loro a votare, in autunno, i due Libri dell'Anno, uno per ciascuna sezione, fino a giungere alla proclamazione dei due vincitori assoluti, prevista nella serata di gala della tradizionale manifestazione letteraria partenopea.

giovedì 28 maggio 2009

DA DOMANI GALASSIA GUTENBERG 2009

Di Diego Del Pozzo


"Sinergia" sembra essere la parola chiave della ventesima edizione di Galassia Gutenberg, in programma da domani a lunedì 1 giugno nella Stazione Marittima di Napoli, sede perfetta per il tema di quest'anno, "Il gusto del viaggio". Ma pure luogo fortemente simbolico per provare a rendere la più longeva manifestazione di promozione libraria del Sud Italia anche una occasione di turismo culturale.
In tal senso possono essere lette le sinergie, appunto, tra la creatura di Franco e Maria Liguori e il Maggio dei Monumenti (del quale è, di fatto, l'evento conclusivo), il Teatro Festival Italia o il Forum delle Culture, oltre a quelle ormai consolidate con Regione Campania, Comune di Napoli e Ufficio Scolastico Regionale; fino a quelle più turistiche con Msc Crociere, Terminal Napoli e albergatori "illuminati" come Salvatore Naldi, padrone di casa della presentazione di ieri nel rinnovato Hotel Mediterraneo. "In un momento di crisi per il turismo - ha spiegato Naldi - ben vengano simili iniziative, che mettono in campo una reale sinergia di intenti per programmare il rilancio della città. Tutti abbiamo la necessità di fare sistema, in modo che l'ottimismo della volontà abbia la meglio sul pessimismo della ragione".
Gli intenti turistico-culturali della ventesima Galassia Gutenberg sono ben evidenziati da un programma che propone tanti ospiti, eventi, mostre, presentazioni, ma anche degustazioni di prodotti tipici. A inaugurare la manifestazione domani pomeriggio sarà Predrag Matvejevic (nella foto, qui sopra), nell'ambito di un evento dedicato al pane, inteso quale elemento primario dell'alimentazione sulle sponde del Mediterraneo. Tra gli altri ospiti internazionali spiccano l'autrice palestinese Suad Amiry, l'algerina Wassyla Tamzali e il britannico Lawrence Osborne, autore de Il turista nudo (Adelphi), reporter d'eccezione per New York Times e New Yorker.
Particolarmente atteso è anche l'omaggio a Fabrizia Ramondino a un anno dalla scomparsa: s'intitola Oltre Napoli e lo cura Goffredo Fofi, che ricorderà la scrittrice, sabato pomeriggio, assieme alla figlia Livia e ad amici come, tra i tanti, Carlo Cecchi, Mario Martone, Enzo Golino, Marco Rossi Doria. "In questi venti anni - ha ricordato il patron Franco Liguori - Galassia Gutenberg ha fatto crescere l'intero panorama culturale campano, gettando i semi per la nuova legge regionale e ponendo le basi per la Città del Libro di Ponticelli, finanziata con 39 milioni di euro nell'ambito dei contratti di programma approvati dal Cipe".

lunedì 25 maggio 2009

IPSE DIXIT: BEN PARKER

"Da un grande potere derivano grandi responsabilità".

Ben Parker
(frase rivolta al nipote Peter, ovvero l'Uomo Ragno)

domenica 24 maggio 2009

HANEKE TRIONFA A CANNES 2009

Stasera il festival di Cannes si è concluso con la vittoria di Michael Haneke (qui sotto, nella foto), tra i grandi favoriti fin dall'inizio. Di seguito, si riporta il servizio realizzato dall'agenzia Ansa. (d.d.p.)
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ANSA: CANNES, PALMA D'ORO AL NASTRO BIANCO DI HANEKE
dell'inviata Alessandra Magliaro
CANNES - A parte la Palma d'oro prevedibile al favorito sin dalla vigilia, Il nastro bianco del regista di origine austriaca Michael Haneke, che ha realizzato un agghiacciante ritratto della gioventù tedesca che diventerà hitleriana qualche anno dopo, la cerimonia di chiusura della 62/a edizione del festival di Cannes ha riservato più di una sorpresa.
La rosa dei vincitori, dopo le indiscrezioni di qualche ora prima, è andata improvvisamente allargandosi, quando sulla Montee des Marches sono apparsi registi e protagonisti fino a poco prima non considerati come Lou Ye, Brillante Mendoza, Park Chan Wook. Rimasto fuori del Palmares Marco Bellocchio, che pure con il suo Vincere aveva avuto di che sperare almeno fino a ieri sera, sono stati esclusi dalla giuria, presieduta da Isabelle Huppert, anche registi di gran nome come Jane Campion con Bright Star, Ken Loach con Looking for Eric, Pedro Almodovar con Gli abbracci spezzati. "La festa è finita. Sono stati giorni meravigliosi, preziosi, vissuti in amicizia con tutti i colleghi. E' triste che quest'esperienza sia finita", ha detto la Huppert.
Durante la serata, condotta dall'attore Eduard Bauer che aveva presentato anche la cerimonia di apertura, tutti in piedi in sala ad applaudire a lungo il maestro Alain Resnais, 87 anni a giugno e mai una Palma d'oro, cui è stato assegnato un premio speciale del 62/o festival per il suo film corale Les Herbes Folles, ma anche per l'intera carriera costellata di film come Hiroshima mon amour (vincitore di un Grand Prix nel 1960) e Mon oncle d'Amerique. Ad applaudire un grande vecchio del cinema francese tutto il Grand Theatre Lumiere e il suo cast tra cui c'era la compagna Sabine Azema.
Il premio per il miglior attore è andato all'austriaco Christoph Waltz, scelto da Tarantino per "il geniale linguismo" che esigeva il ruolo di un implacabile cacciatore di ebrei poliglotta in Inglourious Basterds. La figlia di Jane Birkin, Charlotte Gainsbourg, è la vincitrice del premio per la migliore interpretazione femminile per Antichrist di Lars Von Trier e ha voluto dividere il premio con il regista assente stasera e con il co-protagonista Willem Dafoe, ringraziando la famiglia "fonte d'ispirazione. E infine anche mio padre", il poeta e cantante Serge Gainsbourg, scomparso nel 1991. A consegnarle il premio i nostri Paolo Sorrentino e Stefano Accorsi. Italiana anche la consegna del Premio della giuria, affidato a Laura Morante: se lo sono diviso Fish Tank di Andrea Arnold e Thirst di Park Chan Wook.
Gli applausi più convinti sono andati a Jacques Audiard, vincitore del Grand Prix con Un Profeta, film che aveva entusiasmato tutta la stampa al festival. Un'ispirata Isabelle Adjani ha consegnato la Camera d'or per la migliore opera prima (Samson and Dalilah di Warwick Thornton), Willem Dafoe il Grand Prix, mentre Terry Gilliam ha fatto un numero comico per consegnare al filippino Brillante Mendoza il Premio della regia. (ANSA)

giovedì 21 maggio 2009

LA POESIA DI SANDRO PENNA

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 21 maggio 2009)

La poesia sabiana di Sandro Penna sarà protagonista, questa sera, di uno degli eventi centrali del festival Capua: il luogo della lingua, manifestazione culturale in programma nella città casertana con la direzione artistica di Giuseppe Bellone.
In particolare, l'arte intima e delicata di uno tra i principali poeti del Novecento italiano - nato nel 1906 e morto nel 1977, perugino, scoperto da Umberto Saba e amico di Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Eugenio Montale - rivivrà nel video-reading Ma non saremo che noi stessi ancora, che sarà proiettato in anteprima nazionale alle 20 a Palazzo Lanza.
Il documentario è stato ideato da Sara De Simone (che ne firma anche la regia) e dallo psicoanalista Matteo De Simone, presidente della sezione romana dell'International Association for Art and Psychology. La proiezione di oggi sarà introdotta, oltre che da loro due, anche dal poeta Elio Pecora, amico e biografo ufficiale di Penna.
Ad accompagnare lo spettatore nel viaggio attraverso il mondo poetico di Sandro Penna ci penseranno le voci narranti di due grandi attori come Toni Servillo e Anna Bonaiuto. Da loro introdotte, nel documentario si alterneranno le testimonianze e i contributi, tra gli altri, dei poeti italiani Antonella Anedda, Valentino Zeichen, Maria Grazia Calandrone, Franco Marcoaldi, Renzo Paris, Bianca Maria Frabotta, Paolo Febbraro, Giorgio Manacorda, Antonio Veneziani; del critico letterario Alfonso Berardinelli; degli attori Sonia Bergamasco, Roberto De Francesco, Iaia Forte, Ninni Bruschetta, Luigi Lo Cascio; degli scrittori Francesco Piccolo e Antonio Pascale; di professori e docenti universitari come Maria Serena Sapegno, Alessandro Baldacci, Francesca Bernardini, Lucio Saviani; ma anche di tanti giovani studenti. "Il progetto ha suscitato grande interesse nel mondo culturale e accademico - spiega Matteo De Simone - sia per la sua originalità sia per il fatto che costituisce, al momento, un documento unico in ricordo di uno dei più grandi poeti del Novecento".
Tra gli altri ospiti del festival Capua: il luogo della lingua spiccano Dario Vergassola, Paola Turci e Federico Zampaglione. La rassegna intende indagare nelle capacità emozionali del linguaggio, prendendo spunto dalla stesura del "Placito Capuano", che nell'anno 960 segnò, di fatto, la nascita della lingua volgare italiana e consacrò proprio Capua quale culla dell'italiano.

mercoledì 20 maggio 2009

TORNA IL TEATRO FESTIVAL ITALIA

La II edizione del Napoli Teatro Festival Italia si terrà dal 4 al 28 giugno 2009 nel capoluogo campano e in diversi altri luoghi della regione. Il festival presenterà, anche quest'anno, collaborazioni e coproduzioni internazionali, nuove creazioni, testi originali commissionati ad autori italiani e stranieri.
Il Napoli Teatro Festival Italia ha progettato e produce direttamente più di 20 nuove creazioni internazionali, nelle quali artisti italiani lavoreranno insieme ad artisti di altri paesi, costituendo compagnie partecipate da teatri e festival di tutto il mondo. In programma vi sono 40 spettacoli, 28 testi originali, oltre 250 rappresentazioni previste in 33 diversi spazi (teatri, palazzi e luoghi storici della città). Sulle scene si parleranno 12 lingue, 2500 saranno gli artisti protagonisti, tra i quali Karole Armitage, Andy Arnold, Giorgio Barberio Corsetti, Matthew Lenton, David Lescot, Chay Yew, Rodrigo Pardo, Muta Imago, Christoph Marthaler, Gustavo Tambascio e Nidal Al Achkar.
Anche quest'anno, durante il periodo del festival, si svolgeranno attività didattico-formative, oltre che produttive, comprendenti laboratori e workshop teatrali (con Vargas, Nidal Al Achkar e Lukas Hemleb) oltre a incontri e testimonianze con i protagonisti dell'edizione 2009 (già inaugurati all'Università "Federico II" con Manlio Santanelli il 31 marzo, Giorgio Barberio Corsetti il 20 aprile e l'attore, musicista e compositore David Lescot domani, 21 maggio).
La principale novità di questa seconda edizione è una rassegna "parallela", sull'esempio del Fringe di Edimburgo, che presenterà produzioni e compagnie meritevoli di attenzione, seppur non inserite nella programmazione ufficiale del festival: queste compagnie proporranno 14 spettacoli in 4 teatri cittadini. (d.d.p.)

martedì 19 maggio 2009

IPSE DIXIT: JOHN CARPENTER

"Non credo che il cinema sia un mezzo per comunicare messaggi. I concetti funzionano meglio in letteratura, da qualunque altra parte ma non nel cinema. Il cinema è un mezzo per trasmettere sensazioni. [...] Il film porta i sentimenti degli spettatori sullo schermo e suscita le loro emozioni. Il mezzo ti obbliga a dare qualcosa di te stesso ed è quello il momento in cui il film funziona".

John Carpenter
(John Carpenter. La visione oltre l'orrore, Sorbini Editore, 1995)

domenica 17 maggio 2009

ANCORA VIVO

Di Diego Del Pozzo

Certo che ne capitano di stranezze nella società attuale dominata dai mass media! L'ultima in ordine di tempo risale a stanotte, quando le agenzie diffondono la notizia della scomparsa dello scrittore e giornalista Antonio Debenedetti. Che, però, nella tarda mattinata di oggi, è costretto a una doverosa smentita, poiché si dà il caso che egli sia... ancora vivo.
Immediatamente, gli organi d'informazione la mettono sull'ironico, invece di fare autocritica per l'ennesima notizia pubblicata senza verifiche: "Chissà che non gli allunghi la vita", scrive qualcuno. Da parte sua, Debenedetti non può far altro che commentare laconico: "Sono vivo, è stata una prova generale che uno non vorrebbe mai fare. L'ho saputo dagli amici del Corriere della Sera e loro mi ricordavano che la stessa cosa è successa a Hemingway e Moravia. Ma - ha concluso lo scrittore - io mi sento, ovviamente, troppo piccolo per sostenere il paragone".
Scavando un po' più in profondità, però, il sospetto nasce spontaneo: che sia stata una cinica mossa promozionale, organizzata da editore e ufficio stampa, per promuovere il nuovo libro di Antonio Debenedetti in uscita a fine mese?

giovedì 14 maggio 2009

SABATO FUMETTI GRATIS PER TUTTI!

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 14 maggio 2009)

Arriva anche in Italia, prevista per sabato, la "Giornata del fumetto libero": o sarebbe meglio dire, completamente gratuito. Si tratta dell'equivalente italiano di una iniziativa culturale e promozionale nata negli Stati Uniti nel 2002, il Free Comic Book Day, che, nelle sue sette precedenti edizioni e sull'onda di un successo sempre crescente, ha già coinvolto migliaia di librerie specializzate sparse in tutto il mondo e regalato agli appassionati milioni di albi a fumetti.
Come indica il nome stesso, infatti, punto forte del Free Comic Book Day sono gli albi a fumetti che tante case editrici del settore stampano per l'occasione e distribuiscono gratuitamente nelle fumetterie aderenti all'iniziativa. Alla base di una giornata tanto speciale per tutti gli appassionati della cosiddetta nona arte vi sono, ovviamente, intenti promozionali-commerciali, anche se è abbastanza evidente che questi si abbinano, in maniera quasi naturale, a quelli culturali, poiché pur sempre di divulgazione della cultura - per quanto popular - stiamo parlando.
A differenza della versione americana, prevista ogni anno il primo sabato di maggio, il Free Comic Book Day italiano si tiene il terzo sabato di maggio, per questioni legate unicamente ai tempi di distribuzione degli albi realizzati dalle case editrici americane, tra i quali spiccano quest'anno due proposte legate all'universo dei supereroi, cioè l'attesissimo numero zero di Blackest Night della Dc Comics (quella di Superman, Batman e Wonder Woman) e un albo speciale di The Avengers (il supergruppo dei Vendicatori) della storica rivale Marvel Comics (l'editrice dell'Uomo Ragno, degli X-Men e dei Fantastici Quattro).
L'edizione italiana del Free Comic Book Day di quest'anno sarà caratterizzata da molte novità, prima tra tutte la presenza nelle librerie specializzate aderenti - una trentina sull'intero territorio nazionale - di albi gratuiti realizzati anche da case editrici italiane, come Italycomics, Renoir e la napoletana GG Studio. Inoltre, in molte fumetterie sono programmati incontri con autori e altri eventi a sorpresa.
Per esempio, il gruppo campano Alastor ospiterà in due sue librerie Alberto Ponticelli, che recentemente è stato premiato come disegnatore italiano dell'anno nell'ambito di Napoli Comicon per la sua opera più recente, Blatta, pubblicata dalla casa editrice veronese Leopoldo Bloom (pagg. 152, euro 15) e caratterizzata da un tratto oscuro e angosciante, proprio come il futuro distopico descritto dall'autore (qui pure sceneggiatore oltre che illustratore). Ponticelli sarà presente domani pomeriggio presso la fumetteria Alastor di Caserta e sabato nel nuovo megastore di Napoli in via Mezzocannone, il più grande del Mezzogiorno con i suoi tre piani espositivi. In tutte e due le occasioni converserà con i lettori e regalerà sketches e disegni realizzati in presa diretta.

DA OGGI IL "SOCIALFEST" DI PONTICELLI

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 14 maggio 2009)

Un mese di spettacoli, cultura, solidarietà e cittadinanza attiva per testimoniare l'impegno quotidiano di tante persone nel riappropriarsi del territorio e della loro dignità: è questo il senso della seconda edizione del SocialFest di Ponticelli, manifestazione indipendente e autofinanziata, in programma da oggi al 20 giugno in vari luoghi del quartiere napoletano.
Il festival è nato per iniziativa dell'Arci Movie. "Abbiamo constatato - spiega la direttrice dell'associazione, Antonella Di Nocera - che qui da noi le istituzioni non sono riuscite a colmare, se non con azioni minime, il vuoto disperato di un tessuto sociale che rischia di lacerarsi, lasciando spazio a inciviltà, degrado e malavita. Così, per dar voce alle tante esperienze positive del quartiere, abbiamo costituito questa rete di comitati, associazioni, enti religiosi, gruppi informali, singoli cittadini e soprattutto scuole, per collegare stabilmente tutte le energie sane che non vogliono abbandonare il campo alla violenza e all'incuria".
Il SocialFest 2009 arriva esattamente un anno dopo l'incendio del campo rom di Ponticelli e si propone, dunque, anche come momento di riflessione sul tema dell'accoglienza e dell'integrazione. E la giornata inaugurale del festival, oggi, è dedicata proprio a "Napoli e i Rom un anno dopo", con proiezioni e dibattiti dalle 18 al cinema Pierrot. La serata si chiude con un intervento teatrale del gruppo rom Asunen Romalen e la proiezione del recente film di Clint Eastwood Gran Torino, dedicato proprio al tema dell'integrazione.
Tra gli altri eventi inseriti nel denso programma del SocialFest spiccano: "Il quartiere Ponticelli incontra il quartiere Sanità", con proiezione del film di Antonio Caiafa I moti spontanei e dibattito con Alex Zanotelli (cinema Pierrot, martedì 19, ore 19); "La marcia verde" tra i parchi chiusi del quartiere, con i bambini che, su corso Ponticelli chiuso al traffico, realizzeranno una performance ideata dall'artista Umberto Manzo (venerdì 22); l'anteprima per Napoli del documentario Vietato sognare di Barbara Cupisti, presente in sala al cinema Pierrot (martedì 26, ore 20); il giorno dopo, sempre al Pierrot (ore 21), la proiezione-dibattito di Fortapàsc di Marco Risi su Giancarlo Siani interpretato da Libero De Rienzo, alla presenza del regista; sabato 13 giugno, dalle 17 alle 23, il "ReMida Day", cioè la festa del riuso creativo con arte, musica, danza e cibarie. Infine, le mattinate del 24 maggio e del 14 giugno saranno dedicate alle "domeniche in piazza", con laboratori, animazione, giocolieri, musica, performance, writers, acrobati, artisti, mercatini e stand.

mercoledì 13 maggio 2009

REAL LIFE: "IN LETIZIA"

Di Diego Del Pozzo

Questa la devo raccontare, perché è davvero troppo bella. Stamattina, un amico residente nel quartiere napoletano di Secondigliano, periferia nord della città, mi ha messo al corrente del seguente episodio: l'ormai "mitico" Elio Letizia, ovvero l'edicolante papà della celeberrima Noemi nonché amico personale del capo del governo italiano, s'è concesso agli abitanti del quartiere per una vera e propria session di autografi, firmando le copie di un noto settimanale (ovviamente venduto nella sua stessa edicola) contenente il servizio fotografico nel quale appare con la sua famiglia accanto al premier. Nota non da poco: la folla di curiosi e simpatizzanti è stata così numerosa da bloccare quasi il traffico automobilistico lungo l'importante arteria cittadina.
Che dire? Dopo aver appreso questa fondamentale notizia la mia giornata si è sviluppata certamente con maggiore... Letizia.
E meno male che questa rubrica si chiama "Real Life"...

martedì 12 maggio 2009

IPSE DIXIT: MUHAMMAD ALI

"Nessuno parte dalla cima, devi arrivarci scalando. Con fatica. Ci sono montagne più alte e strade più impervie di altre. Ci sono difficoltà e ostacoli, ma non puoi lasciare che ti fermino. Non devi fermarti mai, neanche davanti alla strada più ripida. Devi tirare avanti e continuare a salire. Devi scalare ogni singola roccia per raggiungere la cima della montagna".

Muhammad Ali
(Con l'anima di una farfalla, Fazi Editore, 2005)

lunedì 11 maggio 2009

ANDREAS DRESEN E IL SUO "SETTIMO CIELO"

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 10 maggio 2009)

Dopo aver scandalizzato, ma anche conquistato gli spettatori tedeschi, arriva sugli schermi italiani alla fine del mese (venerdì 29, distribuito da Videa-Cde) Settimo cielo (Wolke 9), il film del quarantaseienne regista e sceneggiatore Andreas Dresen dedicato a un tema quasi mai affrontato, finora, sul grande schermo e per questo diventato subito un caso: il sesso e l'amore nella terza età.
Al centro della storia, che allo scorso festival di Cannes aveva vinto un premio nella sezione Un certain regard, vi è l'ultrasessantenne Inge, nonnina pensionata, che all'improvviso prende un'autentica sbandata per un uomo ancora più maturo di lei, il settantaseienne Karl, con il quale inizia una storia di travolgente passione, nonostante sia felicemente sposata da circa trent'anni con l'altrettanto maturo Werner. Ad essere scioccante, però, non è tanto la trama in sé, quanto la scelta del regista di ricorrere, per mettere in scena l'insolito triangolo amoroso, a scene di sesso esplicite e realistiche tra corpi non più belli, ma a modo loro ancora pieni di fascino.
Insomma, sembra dirci Dresen con il suo film, non è mai troppo tardi per sentirsi giovani e lasciarsi travolgere, anima e corpo, da un amore capace di andare al di là dei moralismi e della miopia delle convenzioni sociali.
Per portare sullo schermo i sentimenti, ma anche la sofferta fisicità dei suoi personaggi, Andreas Dresen (uno dei più interessanti autori del giovane cinema tedesco) si è affidato a tre veterani della scena teatrale del suo Paese, straordinariamente bravi per come hanno risposto a una sfida affascinante e complessa. Nel ruolo di Inge, anzitutto, spicca Ursula Werner, interprete sensibile capace di scavare in profondità nell'animo del proprio personaggio. Nei panni del marito e dell'amante, invece, recitano Horst Rehberg e Horst Westphal, altri due volti noti del teatro tedesco, calati nei rispettivi ruoli con entusiasmo e partecipazione. "Prima di iniziare il progetto - racconta il regista - ho detto al produttore Peter Rommel "vediamo se riusciamo a trovare gli attori che vogliono farlo". Ho parlato con quattro attori e tre hanno accettato. È stato pazzesco: prima ho incontrato Horst Westphal che ha 78 anni, sembra più vecchio che nel film e ha un figlio di 16 anni. Mi ha raccontato un mucchio di storie. Era proprio come avevo immaginato: la vita non si ferma e guardando gli altri attori ti accorgi di quanto siano vitali. Così, abbiamo condotto varie ricerche e abbiamo scoperto che esistono una vasta di letteratura sull'argomento e diversi racconti scritti direttamente dagli anziani. Diversamente dall'industria cinematografica, infatti, la letteratura è densa di immagini e di racconti di anziani, settantacinquenni o perfino ottantenni, che improvvisamente si innamorano di nuovo".
Settimo cielo ha avuto in Germania una grande accoglienza di critica e pubblico, piazzandosi alle spalle dei kolossal hollywoodiani nelle classifiche degli incassi e suscitando ampi dibattiti sui mass media e nella società. "Da parte mia - aggiunge Andreas Dresen - volevo raccontare una storia d'amore come se i protagonisti fossero giovani, perché mi sembrava che l'argomento non fosse mai stato trattato al cinema. Perciò, ho ribaltato tutti i comuni cliché. Alla fine, Settimo cielo è un film sul sesso e sull'amore tra anziani, ma anche il racconto di una normalissima storia d'amore e sofferenza e sulla difficoltà di sopportare la paura dell'amore".

giovedì 7 maggio 2009

I ROMANZI DI RICHARD STARK A FUMETTI

Di Raffaele De Fazio

Nel ricchissimo panorama delle case editrici statunitensi specializzate in fumetti un marchio in forte crescita è, senz'altro, quello della IDW che, scalzando Dark Horse e Image, si è ormai installata al terzo posto nelle classifiche di vendita, alle spalle dei colossi Marvel e DC Comics.
La casa editrice californiana, nata da transfughi della Wildstorm, ha saputo farsi largo nel mercato con grande abilità; prima puntando su giovani e promettentissimi creatori come Steve Niles, Ben Templesmith ed il grande Ashley Wood, riuscendo a piazzare anche qualche contratto a Hollywood, per poi investire in un settore che di solito era appannaggio della Dark Horse: quello delle licenze cinematografiche, televisive e, successivamente, video-ludiche.
A tutto ciò, però, si abbina sempre un'attenzione alla qualità, come dimostra quella che, secondo me, è la "gemma" appena presentata ufficialmente e in uscita a luglio negli Stati Uniti, ovvero The Hunter, il primo adattamento dei romanzi di Donald Westlake scritti sotto lo pseudonimo di Richard Stark e dedicati al personaggio di Parker. Ne è autore il grande Darwyn Cooke.
Il romanzo in questione è uno splendido noir che forse qualcuno ricorderà, col nome del protagonista cambiato in Porter, nella versione cinematografica La Rivincita di Porter (Payback, 1999), interpretata da Mel Gibson; anche se io vi consiglio il precedente film ispirato a questo libro, cioè quello intitolato in italiano Senza un attimo di tregua (Point Blank, 1967), con protagonista un perfetto Lee Marvin.
Il progetto era atteso da un paio di anni; Cooke lo aveva annunciato a San Diego e dalle prime tavole sembra essere forse il miglior lavoro della carriera di questo pluri-premiato animatore di cartoon prestato ai comics.
Insomma, a conti fatti sembra proprio che la IDW sia riuscita ad essere all'altezza del proprio nome. Infatti IDW è l'acronimo di "Idea and Design Works!".

mercoledì 6 maggio 2009

RIFIUTI IN CAMPANIA: LO SCANDALO VA AVANTI

Come si suol dire in questi casi, riceviamo e volentieri pubblichiamo. (d.d.p.)
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L’inceneritore di Acerra è spento. La democrazia pure
I comitati contro l’inceneritore e la Rete campana rifiuti e ambiente denunciano che dal giorno dopo l’inaugurazione l’inceneritore di Acerra è spento. La denuncia si basa sui dati dello stesso sito ufficiale della Presidenza del Consiglio (
www.emergenzarifiuticampania.it) dove risultano assenti i dati sulle emissioni quotidiane e dove le WebCam puntate sui camini e sull’avanfossa del forno mostrano un impianto inattivo.
La notizia è ovviamente assente da tutta la stampa nazionale, solo il manifesto l’ha pubblicata il 25 aprile.
Ora che l’inceneritore sia spento non è una cattiva notizia. Gli inceneritori sono pericolosi per l’ambiente e la salute in sé, ma quello di Acerra in particolare ha una tecnologia obsoleta (“Il progetto della FIBE-Impregilo presentava delle lacune in alcuni casi imbarazzanti” dichiara un prof. ordinario di impianti chimici in audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti) ed è ubicato in uno dei siti maggiormente inquinati in Italia dal decennale sversamento illegale di rifiuti industriali.
Il circo barnum della propaganda berlusconiana ha messo in moto con la finta inaugurazione dell’impianto l’ennesima sceneggiata mediatica per dire che in Campania tutto è risolto, tutto è a posto.
Falso, falsissimo. L’unica differenza tra un anno fa ed oggi è che ciò che prima era illegale, oggi è divenuto legale con i decreti emergenziali del governo. Le discariche e gli impianti sono gli stessi di prima, quegli stessi che la magistratura chiudeva per disastro ambientale e che invece oggi sono riaperti e dichiarati area militare, posti fuori dalla giurisdizione del giudice naturale. Nessuno può più guardare cosa accade in quei luoghi, né i cittadini, né le istituzioni territoriali. Nessun nuovo impianto di smaltimento dell’umido è stato realizzato, né un minimo di vera raccolta differenziata avviata.
La verità che nessuno dice è che l’intero affare dei rifiuti, legale ed illegale, in Campania vale 6 miliardi di euro, sommando lo smaltimento illegale dei rifiuti industriali (del nord) per mano della camorra, i contributi statali (i Cip6, pagati in bolletta Enel con l’addizionale del 7% sui consumi) per il recupero energetico da fonti rinnovabili (così sono fantasiosamente ritenuti i rifiuti in Campania dai decreti governativi che derogano finanche ai continui richiami e diffide della comunità europea) e gli appalti per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti.
Questo bengodi del capitalismo era entrato in crisi proprio per intervento della magistratura: il sequestro di Taverna del Re, il sito di stoccaggio di oltre 5 milioni di balle di rifiuti che non erano cdr, il sequestro degli impianti di cdr che imballavano rifiuto tal quale, il sequestro di discariche che colavano percolato da tutte le parti, avevano messo in ginocchio il giro miliardario. Le banche (i più grandi gruppi nazionali, manco a dirlo) che avevano erogato fideiussioni a Impregilo avendo quelle balle (e i relativi cip6 ricavabili dall’incenerimento) in garanzia, avevano immediatamente revocato il fido di circa un miliardo. Impregilo vedeva sequestrati anche conti per 800 milioni di euro dalla magistratura. Tutto questo era intollerabile per il capitalismo predatorio italiano. L’emergenza di un anno fa, con montagne di rifiuti e le immagini di Napoli in giro per il mondo, non è stata una sciagura imprevedibile e subita. E’ stata una crisi creata ad arte per determinare le condizioni di una emergenza che consentisse di sospendere la democrazia ed i diritti fondamentali dei campani e di rimettere in moto il giro miliardario di affari. L’apertura dell’inceneritore rende di nuovo magicamente una miniera d’oro i milioni di balle di Taverna del Re. Le banche avranno i loro profitti. Impregilo pure. A2A anche, perché Berlusconi ha imposto che al banchetto ci fossero anche i suoi amici milanesi. La camorra può continuare a sguazzare con i suoi traffici, illegale in uno stato ancor più illegale.
E i campani, che fine fanno? Numerosi studi scientifici pubblicati affermano che qui si muore di tumore molto più che altrove, che molte patologie fortemente disabilitanti sono in continuo e drastico aumento e che c’è una relazione diretta tra l’aumento di patologie e mortalità con l’inquinamento subito negli ultimi decenni dallo smaltimento di rifiuti tossici e nocivi e dalla disastrosa gestione del ciclo dei rifiuti.
Il capitalismo sperimenta qui in Campania un nuovo modello di sfruttamento: non più l’alienazione di tempi di vita sequestrati nella catena di montaggio, ma tempi di vita biologici sottratti direttamente ai corpi per produrre profitti sempre maggiori.
Questo modello funziona e si prepara ad essere esportato in tutte le periferie deindustrializzate dell’occidente ricco: negli inceneritori se con i rifiuti si bruciano anche la democrazia, i diritti ed i corpi, allora i profitti decollano come non mai.
Angela Di Foggia, Luca de Rosa
Segreteria Regionale Campania PdCI

lunedì 4 maggio 2009

IPSE DIXIT: BRUCE SPRINGSTEEN

"E' una città piena di perdenti e io me ne sto andando via da qui per vincere"
("It's a town full of losers and I'm pulling out of here to win").

Bruce Springsteen
(Thunder Road, dall'album Born to run, 1975)
[Traduzione di Leonardo Colombati, dal libro Come un killer sotto il sole, Sironi, 2007]

sabato 2 maggio 2009

IL CINEMA-VAMPIRO DA NOSFERATU A COPPOLA

Di Diego Del Pozzo

L'altra sera ho rivisto un film di vampiri piuttosto divertente. Si tratta di Shadow of the Vampire - L'ombra del vampiro, diretto nel 2001 dal regista americano E. Elias Merhige, con due straordinari attori come John Malkovich e Willem Dafoe nei ruoli rispettivamente del regista Friedrich Wilhelm Murnau e dell'attore Max Schreck (nella foto qui sotto).
Il film, infatti, è ambientato nel 1921, sul set del capolavoro Nosferatu di Murnau, interpretato proprio da Schreck. Lo spunto iniziale della trama deriva dalla leggenda secondo la quale l'orrido Schreck, misterioso attore berlinese passato alla storia per questo suo unico ruolo, fosse in realtà un autentico vampiro scovato chissà dove da un Murnau completamente ossessionato dal suo film. In realtà, Max Schreck - nome e cognome che, tradotti in italiano, suonano più o meno come "Massimo Terrore" - fu attore teatrale e cinematografico non di primissimo livello ma, comunque, molto impegnato nell'ambito della scena artistica tedesca del periodo (tra l'altro, girò anche con altri registi significativi, oltre a Murnau, come William Dieterle e Max Ophuls).
Trucco e straordinaria presenza fisica fanno sì che Schreck crei nel film di Murnau un vampiro totalmente alternativo al Dracula romantico e tutto sommato gradevole della tradizione precedente e successiva: così, Nosferatu riesce a diventare un vero e proprio archetipo, un personaggio a se stante, quasi l'incarnazione della metà più animalesca e orrenda di Dracula.
Nel film di Merhige, a sua volta, Willem Dafoe riesce a omaggiare anche iconograficamente il suo illustre predecessore e, con un misto di pathos e ironia, ne sa restituire ottimamente il dramma di creatura che, nel buio, deve convivere con la propria solitudine lungo i secoli e che proprio attraverso la fascinazione del cinema cerca di vincere questa solitudine.
In una sequenza altamente simbolica, infatti, il vampiro si lascia catturare dalla magia delle immagini cinematografiche, attraverso le quali guarda il mare e i panorami diurni a lui negati dalla propria condizione. Si tratta di un omaggio esplicito all'approccio, a suo modo rivoluzionario, utilizzato da Francis Ford Coppola nel suo Dracula di Bram Stoker (e, poco dopo, da Neil Jordan in Intervista col vampiro). Proprio l'equivalenza tra cinema e vampiro - basti pensare appunto al Murnau ossessionato di questo film - è stata resa esplicita da Coppola nel suo bellissimo film, che s'interroga sullo statuto delle immagini in movimento, risalendo alle origini di uno tra i suoi miti più frequentati.
E' indubbio, infatti, che buona parte della fama della quale oggi gode il sanguinario conte di stokeriana memoria sia dovuta al "trattamento" che, lungo l'intero Novecento, gli ha riservato il cinema. Praticamente contemporaneo al romanzo - la prima proiezione cinematografica viene tradizionalmente fatta risalire al 1895, mentre il romanzo di Stoker esce nel 1897 - il cinema, difatti, ha saputo intessere fin dalla sua nascita rapporti molto stretti col mito del vampiro; e con esso ha attraversato quello che Hobsbawn ha definito "secolo breve". Oltre che a causa della grande popolarità dei succhiasangue - già dopo gli exploit letterari ottocenteschi - e, quindi, della loro capacità di calamitare la fantasia del pubblico, i motivi di un'attenzione così ricorrente da parte di tanti cineasti vanno ricercati, probabilmente, anche in analogie più profonde - persino strutturali e linguistiche - esistenti tra Cinema e Vampiro. Ambedue, infatti, sono creature che vivono nell'oscurità - di una sala cinematografica o di una bara fa lo stesso - e rifuggono la luce; inoltre, entrambi vivono in eterno, forever young, poiché il cinema - riflettendoci su - non è altro che un'arte che "vive" nutrendosi di tutte le altre, "vampirizzandole" e rendendole eternamente perfette nella non-vita del grande schermo.
E' piuttosto evidente, infatti, come il cinema prenda la recitazione degli attori dal teatro; le costruzioni e le scene dall'architettura; i costumi dalla moda; la disposizione delle ombre e delle luci dalla fotografia: tutto, però, è catturato, portato a nuove altezze e reso immortale, attraverso il rito quasi soprannaturale della proiezione cinematografica. Anche se riesce comunque a comunicare sensazioni ed emozioni sempre diverse, un film - una volta realizzato - resta sempre uguale a se stesso… per l'eternità!
Il cortocircuito linguistico-emozionale tra cinema e vampiro è esplicitato proprio nel Dracula di Bram Stoker coppoliano quando, appena giunto a Londra, il conte Dracula interpretato da Gary Oldman (nella foto sopra) si precipita in una delle neonate sale cinematografiche. L'idea del "vampiro al cinema" e quella del Novecento come secolo dei film e dei succhiasangue verrà arricchita di ulteriori sfumature anche da Neil Jordan nel suo Intervista col vampiro e, su un versante completamente diverso, da Abel Ferrara con l'oscuro The Addiction (nel quale l'equivalenza tra vampiro e Novecento è proposta attraverso il filo conduttore del "male assoluto" rappresentato dalle guerre mondiali e dalla shoah). Con risultati più modesti ma non meno interessanti, anche il film di Merhige che ho rivisto l'altra sera propone l'equivalenza tra cinema e vampiro: più che nella figura di Schreck/Nosferatu, in quella - come detto totalmente vampirizzata dal fascino oscuro delle immagini in movimento - di Friedrich Wilhelm Murnau.

venerdì 1 maggio 2009

TRA MOGLIE E MARITO...

Di Diego Del Pozzo

Cosa non si farebbe per vendere qualche copia in più del proprio libro... o di quello della propria moglie.
Un'oretta fa, dai teleschermi di Raitre e di fronte a diverse centinaia di migliaia di persone "live", un Sergio Castellitto evidentemente inebriato dall'inedito ruolo di presentatore del tradizionale concertone del primo maggio s'è prodotto in una volgare pubblicità di un tomo da lui definito, con incomparabile faccia di bronzo, "un romanzo della scrittrice Margaret Mazzantini", omettendo di ricordare che la signora in questione è anche la di lui consorte.
Tutto ciò è avvenuto, ovviamente, nel momento di massimo ascolto dell'intera giornata, cioè al ritorno in diretta televisiva dopo la pubblicità e nel corso della presentazione dell'attesissimo mini-concerto di Vasco Rossi, ospite d'onore del concertone sindacale. Per presentare il "Blasco", dunque, Castellitto non ha trovato niente di meglio che leggere un brano da Venuto al mondo, il più recente romanzo scritto dalla moglie.
Naturalmente, mentre l'attore-presentatore-piazzista leggeva, le telecamere della Rai - servizio pubblico per il quale ogni cittadino italiano paga un canone obbligatorio - inquadravano in tutto il suo splendore la copertina del libro in questione, tra l'altro pubblicato da un editore come Mondadori non propriamente bisognoso di questi trucchetti per promuovere una sua uscita editoriale.
In piazza, tanti ragazzi e ragazze, magari, si saranno chiesti di che libro si trattasse - il nostro, infatti, ha almeno evitato di citarne esplicitamente il titolo - e se valesse la pena, l'indomani, comprarne una copia. Da casa, però, l'effetto-televendita è stato ancora maggiore, perché attraverso il teleschermo casalingo la copertina del volume si riconosceva con estrema chiarezza, grazie alle ripetute inquadrature degli operatori di "Mamma Rai", che - come cantava Renato Zero nei "mitici" anni Ottanta - notoriamente "non ti abbandona mai...".
Ebbene sì, ancora una volta, è proprio il caso di cantare al cielo, senza ritegno, "Viva la Rai"!