lunedì 11 maggio 2009

ANDREAS DRESEN E IL SUO "SETTIMO CIELO"

Di Diego Del Pozzo

(Il Mattino - 10 maggio 2009)

Dopo aver scandalizzato, ma anche conquistato gli spettatori tedeschi, arriva sugli schermi italiani alla fine del mese (venerdì 29, distribuito da Videa-Cde) Settimo cielo (Wolke 9), il film del quarantaseienne regista e sceneggiatore Andreas Dresen dedicato a un tema quasi mai affrontato, finora, sul grande schermo e per questo diventato subito un caso: il sesso e l'amore nella terza età.
Al centro della storia, che allo scorso festival di Cannes aveva vinto un premio nella sezione Un certain regard, vi è l'ultrasessantenne Inge, nonnina pensionata, che all'improvviso prende un'autentica sbandata per un uomo ancora più maturo di lei, il settantaseienne Karl, con il quale inizia una storia di travolgente passione, nonostante sia felicemente sposata da circa trent'anni con l'altrettanto maturo Werner. Ad essere scioccante, però, non è tanto la trama in sé, quanto la scelta del regista di ricorrere, per mettere in scena l'insolito triangolo amoroso, a scene di sesso esplicite e realistiche tra corpi non più belli, ma a modo loro ancora pieni di fascino.
Insomma, sembra dirci Dresen con il suo film, non è mai troppo tardi per sentirsi giovani e lasciarsi travolgere, anima e corpo, da un amore capace di andare al di là dei moralismi e della miopia delle convenzioni sociali.
Per portare sullo schermo i sentimenti, ma anche la sofferta fisicità dei suoi personaggi, Andreas Dresen (uno dei più interessanti autori del giovane cinema tedesco) si è affidato a tre veterani della scena teatrale del suo Paese, straordinariamente bravi per come hanno risposto a una sfida affascinante e complessa. Nel ruolo di Inge, anzitutto, spicca Ursula Werner, interprete sensibile capace di scavare in profondità nell'animo del proprio personaggio. Nei panni del marito e dell'amante, invece, recitano Horst Rehberg e Horst Westphal, altri due volti noti del teatro tedesco, calati nei rispettivi ruoli con entusiasmo e partecipazione. "Prima di iniziare il progetto - racconta il regista - ho detto al produttore Peter Rommel "vediamo se riusciamo a trovare gli attori che vogliono farlo". Ho parlato con quattro attori e tre hanno accettato. È stato pazzesco: prima ho incontrato Horst Westphal che ha 78 anni, sembra più vecchio che nel film e ha un figlio di 16 anni. Mi ha raccontato un mucchio di storie. Era proprio come avevo immaginato: la vita non si ferma e guardando gli altri attori ti accorgi di quanto siano vitali. Così, abbiamo condotto varie ricerche e abbiamo scoperto che esistono una vasta di letteratura sull'argomento e diversi racconti scritti direttamente dagli anziani. Diversamente dall'industria cinematografica, infatti, la letteratura è densa di immagini e di racconti di anziani, settantacinquenni o perfino ottantenni, che improvvisamente si innamorano di nuovo".
Settimo cielo ha avuto in Germania una grande accoglienza di critica e pubblico, piazzandosi alle spalle dei kolossal hollywoodiani nelle classifiche degli incassi e suscitando ampi dibattiti sui mass media e nella società. "Da parte mia - aggiunge Andreas Dresen - volevo raccontare una storia d'amore come se i protagonisti fossero giovani, perché mi sembrava che l'argomento non fosse mai stato trattato al cinema. Perciò, ho ribaltato tutti i comuni cliché. Alla fine, Settimo cielo è un film sul sesso e sull'amore tra anziani, ma anche il racconto di una normalissima storia d'amore e sofferenza e sulla difficoltà di sopportare la paura dell'amore".