domenica 2 gennaio 2011

L'UNIVERSO DI "GOMORRA" VISTO DAGLI IMMIGRATI

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 30 dicembre 2010)

La cupa violenza della camorra casalese vista attraverso gli occhi di un ragazzo appena giunto a Castelvolturno dal Burkina Faso è al centro di un film le cui riprese si sono concluse pochi giorni fa sul litorale domizio. Si tratta di Là-Bas, esordio nel lungometraggio di Guido Lombardi dopo i numerosi riconoscimenti come autore di corti. Prodotto dalla factory partenopea Figli del Bronx assieme a Minerva, Eskimo e Raicinema, il film descrive l'universo di Gomorra dal punto di vista della comunità africana di Castelvolturno e culmina in una lunga sequenza nella quale si ricostruisce la strage di immigrati del 18 settembre 2008, quando un commando di killer facente capo al boss casalese Giuseppe Setola uccise un pregiudicato locale e ben sei africani presenti in quel momento sul luogo dell'agguato.
Del film parla, durante il festival cinematografico "Capri, Hollywood", il produttore nonché co-protagonista Gaetano Di Vaio, che col suo marchio Figli del Bronx ha già firmato lavori di qualità come Il loro Natale (del quale è anche regista) e Napoli Napoli Napoli, il sincero documentario diretto dal cineasta italo-americano Abel Ferrara, ormai partenopeo d'adozione in ossequio alle origini familiari (il nonno emigrò da Sarno all'inizio del Novecento). "E proprio sul set del film di Ferrara - racconta Di Vaio - è nata l'idea di Là-Bas, quando Guido Lombardi, all'epoca assistente del regista, mi parlò dell'idea di partenza. Accadeva quasi quattro anni fa, prim'ancora della strage di Castelvolturno. Poiché il copione prevedeva comunque un conflitto a fuoco tra immigrati e camorristi locali, nel corso della lunga lavorazione abbiamo deciso di inserire il riferimento esplicito a quel tragico avvenimento reale".
Là-Bas racconta la storia di un ragazzo della media borghesia africana, che arriva in Italia in aereo dal Burkina Faso, per iniziare a lavorare con lo zio già residente a Castelvolturno, ignorando che il parente collabora con i clan camorristici locali. "Per il ruolo del protagonista - prosegue Di Vaio - abbiamo scelto un ragazzo esordiente davvero straordinario: si chiama Kader Alassane e, qualora il film dovesse avere il successo che ci aspettiamo, potrebbe far molto parlare di sé. Tutti gli attori, comunque, sono stati selezionati tra non professionisti, con i quali, però, abbiamo portato avanti un vero e proprio laboratorio di recitazione lungo più di un anno, reso possibile grazie al supporto della Film Commission Regione Campania, dell'Assessorato regionale al lavoro e di Gesco Campania. Tutto ciò ha allungato la lavorazione del film, ma ha regalato a noi tutti un'esperienza umana e professionale incredibile". Il film, del quale Di Vaio ha mostrato una decina di minuti in anteprima durante "Capri, Hollywood", sarà pronto in primavera e proverà a concorrere per Cannes o, successivamente, Venezia (dove Figli del Bronx è già stata, negli ultimi due anni, con Napoli Napoli Napoli e Il loro Natale).
Le sequenze viste a Capri, caratterizzate da un ritmo all'americana e dalla splendida fotografia di Francesca Amitrano, sono state apprezzate anche da Abel Ferrara, che di Guido Lombardi è stato un po' il maestro. E proprio di Ferrara sarà il prossimo lavoro prodotto da Figli del Bronx: "A febbraio - conferma Gaetano Di Vaio - inizieremo le riprese del documentario Sarno-New York, finanziato dal Forum delle Culture e dedicato alla storia del nonno di Abel: così, metteremo a confronto nuove e vecchie migrazioni, per ricordare a chi guarderà i due film che nella situazione odierna degli africani in Italia ci siamo stati anche noi italiani, ai tempi dell'emigrazione negli Stati Uniti". La conferma arriva dallo stesso Abel Ferrara: "Sto finendo di scrivere il documentario con Maurizio Braucci e lo imposterò come un atto d'amore verso la mia famiglia, ma anche verso una terra come la Campania, ormai saldamente nel mio cuore".

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