giovedì 27 gennaio 2011

UNO STUDIO DELL'AGIS SULLO SPETTACOLO E LA CRISI

Di Diego Del Pozzo
(Il Mattino - 26 gennaio 2010)

Anche in un periodo di crisi economica come quello attuale, lo spettacolo in Campania è un'industria che vanta numeri ragguardevoli: quasi 216 milioni di euro di volume d'affari, oltre 15 milioni di spettatori, più di 12mila addetti impiegati. Questi dati, relativi all'anno 2009, emergono dal volume L'industria dello spettacolo in Campania, realizzato dall'Unione Agis Campania e presentato ieri mattina al teatro Mercadante dal presidente di categoria Luigi Grispello assieme all'assessore regionale alla cultura Caterina Miraglia, al consigliere regionale Luciano Schifone, al presidente del Cda del Teatro stabile di Napoli Sergio Sciarelli e agli studiosi Riccardo Mercurio e Bruno Zambardino, i quali hanno contribuito, con l'altro economista Gianluigi Mangia, a una ricerca quantitativa di grande interesse, seppur limitata al triennio 2007-2009.
Di fronte a una platea gremita da operatori e addetti ai lavori di cinema, teatro, musica, danza e spettacolo viaggiante, la presentazione dello studio promosso dall'Agis offre l'occasione per fare il punto sul difficile presente di un'industria che potrebbe produrre sviluppo e, invece, arranca a causa della cospicua riduzione dei contributi statali e regionali e di finanziatori privati irrilevanti rispetto ad altre realtà italiane. "Il nostro settore - attacca Grispello - rischia di essere ferito a morte, sotto i colpi di tagli pari al 70 per cento. E, se il disimpegno mostrato dal governo nazionale in questi mesi dovesse essere confermato, sarebbe di portata storica e comporterebbe deleterie conseguenze, come la drastica caduta della produzione culturale e, quindi, dei relativi consumi con cessazioni di attività e di investimenti e una estesa disoccupazione e dispersione professionale. Per questo, chiediamo alla Regione, pur nella consapevolezza delle sue attuali difficoltà economiche, di assumersi un ruolo di primo piano nella difesa e nel sostegno delle attività di spettacolo sul territorio, facendo il possibile e, se occorre, anche l'impossibile".
Da parte sua, l'assessore Miraglia ricorda l'impegno dell’ente alla Conferenza delle Regioni, "dove abbiamo chiesto il raddoppio del Fus e una proroga delle varie agevolazioni fiscali di settore". Inoltre, ribadisce la volontà del governatore Stefano Caldoro di confermare i finanziamenti regionali alla Legge 6/2007 per lo spettacolo, peraltro già ridotti - come si evince proprio dallo studio dell'Agis - dai 19 milioni del 2007 ai 16 del 2009. Al tempo stesso, però, la Miraglia non può fare a meno di ricordare come la situazione sia destinata a peggiorare dopo il 2013, "quando non saranno più disponibili i fondi europei arrivati in questi anni in Campania. Per questo, diventa essenziale - conclude l'assessore - fare sistema e attrarre come mai prima d'ora sponsor privati con logiche nuove basate anche sui risultati economici: insomma, l'obiettivo comune è sopravvivere dopo il 2013". Il che non sarà semplice, se si pensa che, nel triennio 2007-2009, i fondi Por hanno inciso per il 29 per cento sul totale del sostegno pubblico allo spettacolo campano: 60 milioni di euro su 210 complessivi.
Dall'incontro del Mercadante, comunque, emergono anche alcune possibili direzioni da seguire, per provare a ridare slancio all'industria dello spettacolo in Campania in tempo di crisi: razionalizzazione e controlli più efficaci, per gestire meglio le scarse risorse a disposizione degli enti pubblici; collaborazione continua tra più assessorati e più istituzioni locali ("Così abbiamo salvato il Forum delle Culture", ricorda la Miraglia); un tavolo permanente con gli operatori (proposto da Schifone); certezza nei tempi di erogazione dei contributi, "in modo da poter programmare - sottolinea Sciarelli - con un minimo di profitto". E, poco prima della conclusione, risuona in sala l'invito all'autocritica di Luca De Fusco, direttore designato del teatro Mercadante: "Finora, abbiamo speso al meglio le risorse a nostra disposizione? Per esempio, perché co-produrre progetti teatrali con soggetti esterni al territorio campano, invece di far rimanere i soldi qui da noi?".

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