Giornata tutta al femminile, quella di ieri dell’Ischia Global Film & Music Fest 2011, grazie alla presenza quasi contemporanea di Rula Jebreal e Cristiana Capotondi
(nella foto): presenze diversissime tra loro, con la prima, giornalista e scrittrice (nonché sceneggiatrice di
Miral, il film sulla questione palestinese diretto dal compagno Julian Schnabel e in concorso l’anno scorso a Venezia) molto impegnata sui temi della libertà d’espressione; e la seconda, attrice di punta del nuovo cinema italiano, tra le interpreti giovani più richieste del momento, reduce dai set napoletani di Terry Gilliam (il cortometraggio
The Wholly Family) e Ivan Cotroneo (l’esordio alla regia
La kryptonite nella borsa).
L’ex giornalista di
Anno zero apre la giornata intervenendo al forum tematico mattutino con gli studenti universitari presenti al festival e affronta, con piglio battagliero, argomenti scottanti come il rapporto tra media e potere e l’inevitabile evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione. “Un punto di svolta decisivo – spiega – c’è stato ai tempi del G8 di Genova, nel 2001. All’epoca, infatti, chi avrebbe mai pensato che i telefonini avrebbero cambiato il modo di comunicare una notizia? Invece, quando ci furono gli scontri con le forze dell’ordine, furono proprio le riprese amatoriali realizzate dalle migliaia di ragazzi presenti a smascherare le menzogne di chi sosteneva come nulla di sbagliato fosse accaduto. Da quel momento, grazie ai social network e all’evoluzione di Internet, il rapporto tra potere e mass media è mutato”.Le domande degli studenti diventano incalzanti e Rula non si sottrae. Anzi. “Oggi, proprio a causa delle nuove tecnologie, il re è definitivamente nudo; ed è diventato difficilissimo – aggiunge – provare a occultare una notizia, grazie ai tanti occhi amatoriali che possono raccontarla in qualunque momento. In questo modo, si sta sviluppando una nuova coscienza da parte della gente, che ormai si informa bypassando i canali tradizionali e cercandone, di volta in volta, di nuovi”. In ogni caso, però, c’è ancora tanto da fare, anche nei Paesi del cosiddetto Primo mondo. “Per esempio, attualmente io vivo negli Stati Uniti – conclude Rula Jebreal – col mio compagno Julian Schnabel. E devo dire che sono rimasta abbastanza scioccata dal rapporto che gli americani hanno con i media: si tratta, infatti, di un Paese intrattenuto più che informato, con tantissime notizie importanti, soprattutto estere, che non sono conosciute da nessuno”.
Con Cristiana Capotondi, invece, si torna a parlare di cinema. E, in particolare, dei nuovi film che ha appena finito di girare. “Si tratta di due commedie raffinate e intelligenti”, racconta l’attrice romana: “La prima – prosegue – è
La peggior settimana della mia vita di Alessandro Genovesi, nella quale io e Fabio De Luigi interpretiamo due giovani promessi sposi che dovranno affrontare l’ultima settimana prima delle loro nozze. Naturalmente, gli capiterà di tutto, soprattutto grazie alle intromissioni dei due papà, Andrea Mingardi e Antonio Catania, di mia mamma, Monica Guerritore, e del loro miglior amico, Alessandro Siani. Del set ricordo con grande divertimento proprio la presenza di Siani, che ci ha costretti a girare anche dieci ciak di alcune scene a causa delle sue raffiche di battute”.
L’altro film appena terminato da Cristiana Capotondi è l’esordio alla regia di Ivan Cotroneo, che l’ha tratto dal suo romanzo omonimo
La kryptonite nella borsa. Nel cast, con lei, ci sono anche Valeria Golino, Luca Zingaretti, Fabrizio Gifuni, Libero De Rienzo e il piccolo Luigi Catani, mentre la produzione è firmata Indigo Film. “Abbiamo girato a Napoli, nei luoghi della gioventù di Ivan, poiché – sottolinea l’attrice – la storia è ambientata nel 1973. Io interpreto Titina, la giovane zia fricchettona del bimbo protagonista, che proprio grazie a me e al personaggio di Libero scoprirà la città delle feste notturne, del divertimento e della trasgressione, però colorata e ingenua. Si tratta di una commedia, nella quale il regista ha messo tutto se stesso”. In questi mesi, l’interprete della
Sissi televisiva ha frequentato Napoli quasi tutti i giorni. “In effetti, da gennaio a giugno – conclude – sono stata in città spessissimo, prima per il corto di Terry Gilliam e poi per il film di Ivan. E devo dire che ho sofferto molto per lo stato nel quale ho trovato Napoli: piena di rifiuti per strada e, conseguentemente, quasi respingente nei confronti di chi viene da fuori. Peccato, perché la storia e la tradizione di questa città dicono altro e parlano di barocco, magia, suggestioni, arte, cultura”.
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