lunedì 18 luglio 2011

UNO SGUARDO AI FILM DI GIFFONI 2011 / 1

Di Diego Del Pozzo

Un sicuro punto di forza del Giffoni Film Festival è rappresentato dai tanti film presenti nelle varie categorie del concorso. Anche quest’anno, infatti, le sezioni competitive - organizzate, a seconda dell’età dei 3.300 giovani giurati, in Elements +3 (3-5 anni), Elements +6 (6-9 anni), Elements +10 (10-12 anni), Generator +13 (13-15 anni), Generator +16 (16-17 anni), Generator +18 (dai 18 anni in su) - hanno proposto visioni originali per stile e contenuti ed emozionato le migliaia di spettatori provenienti da tutto il mondo.
La ricognizione tra i film giffonesi inizia da quelli per i più piccini. E non si può che evidenziare l’estrema varietà dei 21 cortometraggi animati, caratterizzati da storie che mirano al divertimento e al sorriso (tra lacci magici, un leone che russa, una mucca in cerca di amici) ma sono anche in grado di raccontare bene le paure tipiche dei bambini, la loro ricerca dell’affetto degli adulti e la tenerezza della loro amicizia con gli animali. In questa categoria, però, hanno colpito anche gli spettatori più grandi soprattutto i due lungometraggi fuori concorso, entrambi realizzati da registe nordeuropee: la norvegese Lise I. Osvoll di Elias and the Treasure of the Sea e la danese Karla Bendtson del poetico Tigers and Tattoos. Nella sezione Elements +6, invece, gli argomenti al centro dei vari film si fanno un po’ meno spensierati, mentre gli autori possono permettersi stili narrativi più sofisticati. Tra i temi ricorrenti, infatti, spicca quello della ricerca di un genitore assente, trattato con garbo dal francese Luc Vinciguerra nel suo L’apprenti Père Noel, dall’indiano Amole Gupte in Stanley ka dabba, dal taiwanese LooLoo Lu in Life is Wonderful. E’ piaciuto particolarmente, però, il cartoon franco-belga Une vie de chat di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol, i quali raccontano con ritmo degno di un thriller e spruzzate di tenerezza e divertimento le avventure della piccola Zoé e del suo gatto Dino in giro di notte sui tetti di Parigi.
Nei film della categoria Elements +10, quindi, s’iniziano a intravedere quei turbamenti tipici di un’adolescenza che a volte arriva troppo presto e rimette in discussione le identità dei piccoli protagonisti. Tra tutti, si sono distinti due film norvegesi: Totally True Love di Anne Sewitsky e, soprattutto, The Liverpool Goalie (nella foto), esordio sul grande schermo del regista pubblicitario e televisivo Arild Andresen, che racconta la tenera storia del tredicenne Jo, il quale cerca di conquistare la coetanea Mari, come lui grande appassionata di calcio, procurandole la rarissima figurina del portiere del Liverpool, lo spagnolo Pepe Reina. Il film di Andresen, che ha ottenuto una vera e propria ovazione dalla platea giffonese, aveva già conquistato l’Orso di cristallo della sezione per ragazzi Generation durante il Festival di Berlino di quest’anno.
1/Continua

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